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La diffusione tecnologica è il meccanismo che diffonde varietà di prodotti e
processi di successo attraverso una struttura economica e sostituisce
interamente o parzialmente le esistenti varietà inferiori.
L’obiettivo principale delle ricerche sulla diffusione fino agli anni ’50 era
stato quello di identificare la presenza di regolarità empiriche nel processo
di diffusione e di spiegarle teoricamente come funzioni di fattori socio-
economici a livello micro e macro.
Tra le regolarità empiriche che si erano riscontrate, le più rilevanti sono
state: il fatto che il processo di adozione di una nuova tecnologia all’interno
di un’azienda e tra le aziende, richiede molto tempo; il fatto che il tasso di
diffusione varia tra azienda e azienda, tra tecnologia e tecnologia e tra
settore e settore; il fatto che la diffusione di un’innovazione tra aziende
spesso segue l’andamento di una curva a S, partendo lenta, facendo un
balzo poi, e alla fine calando lentamente. I più importanti contributi alla
letteratura in quegli anni ci sono venuti dai modelli epidemici.
Il processo di diffusione tecnologica nei modelli epidemici è simile al
diffondersi di malattie infettive. Il numero di adottatori di un’innovazione
aumenta nel tempo man mano che i non adottatori vengono in contatto con
gli adottatori e raccolgono informazioni sull’innovazione. La diffusione nei
modelli epidemici è così determinata dall’epidemico spargimento di
informazioni tra i potenziali adottatori.
I modelli epidemici di diffusione sono stati criticati da molti economisti per
avere deboli basi teoriche. Il punto d’incontro delle diverse correnti di
critiche si trova nel fatto che mentre i modelli danno una descrizione del
comportamento aggregato di tutto il settore nell’adottare le innovazioni,
non fanno luce sulla decisone della singola azienda e così falliscono
nell’intento di fornire una spiegazione comportamentale del perché certe
aziende adottano l’innovazione prima di altre.
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In risposta a queste consistenti ondate di critiche verso i modelli epidemici,
è cominciata una nuova via di ricerche sulla diffusione che indaga più
approfonditamente sui fenomeni comportamentali, sul perché singole
aziende adottano le innovazioni in diversi momenti della loro vita (teorie
inter-aziendali) , o perché singole aziende ci mettono tempo a cambiare la
loro produzione da una vecchia a una nuova tecnologia (teorie intra-
aziendali).
I modelli storici di studio della diffusione tecnologica, che sono seguiti ai
modelli epidemici, possono essere divisi in quattro macro categorie:
- modelli di equilibrio con piena informazione
- modelli di equilibrio con informazione limitata
- modelli di disequilibrio con piena informazione
- modelli di disequilibrio con informazione limitata
Il primo tipo di modelli , grazie all’unione di razionalità, piena
informazione e stati di equilibrio sono rappresentativi della teoria
neoclassica. L’ultimo tipo, invece, grazie a un trattamento del processo di
decision making e delle dinamiche di diffusione più aperto, ha le radici
nella teoria evoluzionista. La maggior parte delle recenti analisi teoriche sui
meccanismi di diffusione può essere catalogata o come “equilibrio
neoclassico” (NE) o come “disequilibrio evoluzionista” (ED).
Il processo di diffusione nelle teorie NE è caratterizzato da una serie di
slittamenti degli equilibri statici nei quali gli agenti sono perfettamente
posizionati in ogni istante. Inoltre questi modelli presuppongono che i
decisori abbiano una razionalità illimitata. Il terzo cardine è la piena
informazione, ma è meno restrittivo che nelle originali teorie neoclassiche,
infatti in alcuni modelli NE gli agenti possiedono informazioni complete
sull’esistenza, natura e rendimenti delle innovazioni, in altri le decisioni di
adozione sono prese in condizioni di incertezza riguardo al vero valore
dell’innovazione.
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I quattro assunti principali della teoria evoluzionistica sono:
- razionalità limitata
- le decisioni non sono necessariamente basate sulla massimizzazione dei
profitti
- il processo di diffusione porta disequilibrio
- il processo di diffusione non è necessariamente continuo
Alla prova empirica, non c’è un modello che prevale, alcune prove
sembrano dar ragione ai concetti di diffusione tecnologica sostenuti dai
neoclassici e altri a quelli sostenuti dagli evoluzionisti.
Nel secondo capitolo ho fatto una rassegna dei modelli e delle teorie che
illustrano i fattori che influenzano la probabilità di adozione sotto tre punti
di vista:
- offerta
- rete del valore
- evoluzione dell’offerta
Nel primo punto ho analizzato modelli riguardanti fattori come:
- standardizzazione e compatibilità
- scelta tra tecnologie di merito sconosciuto
- innovazioni di incerto profitto
- acquisizione di informazioni
nel secondo punto:
- competizione tra sistemi e esternalità di rete (secondo questi aspetti:
le risposte del mercato ai problemi di effetti di rete, competizione tra
sistemi incompatibili, strategie competitive nei mercati a sistema, la
scelta della compatibilità)
- scelta di tecnologie incerte con esternalità di rete
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- potere di mercato
- bilateral learning
- ottenere un vantaggio strategico derivante dall’essere imitati
nel terzo punto:
- modelli di diffusione dei nuovi prodotti nell’ottica di marketing (modelli
di diffusione “first-purchase”, il modello di Bass, gli usi dei modelli di
diffusione Strategie di marketing Mix per la diffusione delle
innovazioni)
- ciclo di vita
- path dependence e lock-in
Nel terzo capitolo prendo in esame i due modelli teorici, che utilizzerò per i
case studies presenti nei tre capitoli finali.
Il primo è il modello di Rogers:
per Rogers la diffusione è il processo mediante il quale un’innovazione (1)
è comunicata attraverso certi canali (2) nel tempo (3) tra i membri di un
sistema sociale (4).
I quattro elementi principali nella diffusione di nuove idee sono:
- innovazione
- canali di comunicazione
- tempo
- sistema sociale
Le caratteristiche che determinano il tasso di adozione di un’innovazione
sono:
- vantaggio relativo
- compatibilità
- complessità
- provabilità
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- osservabilità
E saranno oggetto di analisi nei miei case studies, proprio questi 5 punti più
i canali di comunicazione e il fattore tempo.
Il secondo modello è quello di generazione del valore in rete:
Al giorno d’oggi lo schema generale di analisi delle probabilità di successo
dell’innovazione cambia.
Il modello di Rogers, sebbene sia ancora valido tuttora, necessità di qualche
aggiornamento dato che i tempi sono un po’ cambiati, questo secondo
modello parte dal capire l’obiettivo (mission) che ci si è prefissati, poi si
passa ad analizzare qual è, e da chi è composta la rete del valore a cui
andiamo a proporre la nostra innovazione e in cui cerchiamo alleanze. Poi
si studia la Value proposition, cioè qual è il valore offerto da noi a ciascuno
dei nodi della rete; per finire coll’analizzare il nostro modello di business.
Poi c’è la fase di analisi pura, che include lo studio delle aspettative di
valore e lo studio dei nostri concorrenti. Un altro nodo dell’analisi è lo
studio delle risorse necessarie per sostenere il progetto a fronte delle risorse
disponibili.
Per concludere si pone il problema se esiste un vantaggio competitivo
rispetto ai concorrenti precedentemente analizzati e soprattutto se questo
vantaggio è sostenibile nel tempo.
Quindi lo schema generale di analisi del modello di business diventa così
come illustrato nella pagina seguente.
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Col capitolo 4 finisce la sezione teorica e si entra nella seconda parte della
mia tesi.
In questo capitolo ho tracciato una breve storia della telefonia cellulare in
Italia, dal progenitore TACS che ha fatto la sua comparsa negli anni ’80,
con tutti i suoi problemi di intercettazione e clonazione, passando per
l’enorme successo del GSM e l’inaspettato boom degli SMS. Poi l’avvento
del WAP e il suo preoccupante e malaugurante flop, per finire col neonato
GPRS, l’anticamera per il 3G, con la sua trasmissione a pacchetti, il facile
accesso ad Internet, e la miriade di servizi che potrà offrire. Nel mezzo di
questa rassegna c’è stato anche un breve cenno al successo del cugino
asiatico i-Mode della nipponica NTT DoCoMo.
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Nel capitolo 5 si passa finalmente a parlare dell’argomento centrale del mio
lavoro: l’UMTS.
L'UMTS (Universal Mobile Telecommunications System) è uno dei
principali sistemi mobili della terza generazione definito dall' ITU
(International Telecommunications Union) all'interno dell'IMT2000.
L'UMTS, sostenuto da importanti operatori di telecomunicazioni,
rappresenta l'opportunità di creare un nuovo mercato per l'accesso mobile
con la possibilità di personalizzare diversi servizi. Tale scopo è ottenuto
fornendo capacità, capienza dati e servizi di gran lunga superiori a quelli
attuali, utilizzando un avanzato schema di accesso radio e core network.
L'IMT-2000 è uno standard aperto per i sistemi di telecomunicazioni
mobili ad alte capacità e velocità di trasferimento dei dati e comprende sia
componenti satellitari che radio terrestri.
L'UMTS è stato sviluppato dal 3GPP (Third Generation Partnership
Project) una join venture tra diversi SDO: ETSI (Europa), ARIB/TTC
(Giappone), ANSI (USA), TTA (Corea del Sud) e CWTS (Cina). Per
raggiungere una totale approvazione il 3GPP sta introducendo l'UMTS in
fasi e release annuali. La prima release (UMTS Rel. '99) è stata introdotta
nel dicembre del 1999 e definisce gli aggiornamenti e gli sviluppi per la
rete GSM esistente. Per la seconda fase (UMTS Rel.'00) sono stati
introdotti ulteriori aggiornamenti per l'IS-95 (con il CDMA2000) e per il
TDMA (con il TD-CDMA e l'EDGE).
Il cambiamento più importante nella Rel.'99 è il nuovo UTRA (UMTS
terrestrial radio access), un'interfaccia W-CDMA per le comunicazioni
terrestri. L'UTRA supporta sia il TDD (Time Division Duplex) che il FDD
(frequency division duplex). Il TDD è ottimizzato per le micro e pico celle.
Il FDD è ottimizzato per la copertura di ampie zone. Entrambe le modalità
offrono un trasferimento dati flessibile e dinamico fino a 2 Mbps. Infine
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un'altra modalità MC (multicarrier) è attesa per stabilire una compatibilità
tra l'UMTS e il CDMA2000.
In questo capitolo si fa luce anche su alcuni aspetti prettamente tecnologici,
come le frequenze assegnate all’UMTS, il livello e gli organismi di
standardizzazione, il roaming, le nuove sim cards, il grado di riuso delle
frequenze…
Il capitolo 6 tratta della assegnazione delle licenze UMTS agli operatori
Italiani con qualche cenno ad alcuni altri paesi europei.
In Italia, il metodo scelto per l'assegnazione delle licenze è quello della
licitazione privata secondo il criterio dell'offerta economicamente più
vantaggiosa. La licitazione privata è una normale asta che si distingue dalla
tradizionale solo perché chi vi partecipa deve essere invitato. La gara si è
svolta in due fasi: una prima basata sulla qualificazione delle imprese in
base a parametri tecnici ed economici-finanziari e una seconda con i rilanci
sul prezzo. Le licenze assegnate avranno la durata di 15 anni. I vincitori
sono stati:
Omnitel Pronto Italia 4.740 miliardi
Ipse 2000 (dix.it Atlanet) 4.730 miliardi
Wind 4.700 miliardi
Andala 3G 4.700 miliardi
Tim 4.680 miliardi
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Negli altri paesi europei, sono da segnalare le aste stramiliardarie di
Germania e Regno Unito, in Francia invece si è proceduto con il metodo
del Beauty Contest, cioè la scelta comparativa dei diversi dossier, in
Spagna con licitazione privata come nel nostro caso.
Nel capitolo 7 sono stati presi in analisi alcuni dei molteplici nuovi servizi
che l’UMTS potrà offrire.
Ho diviso questa rassegna in due gruppi: i servizi per il mondo consumer
quelli per il mondo business.
Ho dato più spazio all’analisi del secondo gruppo, articolando il mio lavoro
in tre grossi gruppi di servizi: quelli per il m-CRM (mobile customer
relationship management), il m-SCM (mobile supply chian management) e
il m-workforce.
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Nel capitolo 8 l’UMTS viene visto dal lato del mercato che si sta formando
in vista del suo prossimo lancio.
Un mercato in cui la parte voce sta raggiungendo la saturazione: alla fine di
quest’anno il 76% della popolazione europea (306 milioni di persone) userà
un telefono mobile. Ci si aspetta che si raggiungerà la saturazione attorno
all’87% circa. Ma il mercato mobile dei dati è ancora largamente
inesplorato: investimenti in una nuova ondata di tecnologie wireless, tra cui
l’UMTS, stanno abbassando i costi per i nuovi servizi a valore aggiunto.
Ma a causa dei ritardi dei produttori di devices e dei fornitori di servizi, gli
utilizzatori non hanno ancora accesso a queste tecnologie, quindi questo
mercato è ancora tutto da scoprire e da sfruttare.
In questo capitolo si fanno cenni anche alle implicazioni che l’UMTS potrà
portare a livello di concentrazione di mercato e di valori azionari.
Inoltre sono presenti molte tabelle con previsioni di mercato sui tassi di
crescita delle varie fonti di revenue collegate ai servizi wireless odierni e
del futuro. E’ molto interessante notare come nei prossimi anni le fonti con
più elevato potenziale di crescita saranno quelle legate al traffico dati e non
più alla voce, che ormai ha quasi raggiunto la saturazione.
Per concludere il capitolo offro una previsione della suddivisione di questo
mercato nel panorama europeo: si può notare come a fare la parte del leone
saranno nell’ordine Germania, Regno Unito, Francia e Italia.
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Dal nono capitolo in poi comincia la serie dei tre case studies sulle aziende
coinvolte nel lancio dell’UMTS in Italia. Le prime due sono aziende
produttrici di devices mobili: Siemens e Motorola. La terza è un gestore di
telefonia mobile: Tim.
Il mio percorso di analisi ricalca i modelli e le teorie presenti nel capitolo 3.
Cioè vengono poste sotto indagine, seguendo il modello di Rogers, la
provabilità, l’osservabilità, il vantaggio relativo, la compatibilità, la
complessità, i canali di comunicazione e i tempi.
Poi, seguendo il modello di generazione di valore in rete, analizzo gli
obiettivi, la rete del valore, il modello di business, i concorrenti, le risorse e
le aspettative di valore.
Per quanto riguarda Siemens l’analisi del suo progetto UMTS mi ha portato
a cambiare alcuni dei miei assunti, che man mano che ottenevo dati da fonti
esterne (articoli, siti internet…), mi ero creato. Terminato questo studio
sullo stato dei lavori di questa azienda, sono molto più ottimista. Credo che
a livello della tecnologia siamo praticamente pronti, tutto sta nella risposta
dei clienti. I clienti si aspettano servizi personalizzati e personalizzabili,
facili e intuitivi, e in questo Siemens è all’avanguardia, è già praticamente
pronta, il punto sarà vedere quanto e come far pagare gli utenti, ma questo
sarà principalmente compito dei mobile network operators. Per quanto
riguarda invece il confronto coi concorrenti, Siemens ora ha già un certo
vantaggio sulla maggior parte di loro, e questo vantaggio sarà sostenibile
nel tempo perchè essendo avanti di 6/9 mesi rispetto ai rivali, quando gli
altri saranno al punto dove oggi si trova Siemens, se si continuerà a
lavorare con la stessa efficacia di oggi, facendo fruttare l’esperienza
maturata, si avranno ancora i 6/9 mesi di vantaggio, se non ancora di più,
grazie ai risultati crescenti dovuti all’effetto esperienza. Quindi il mio
giudizio è molto positivo e credo che se continuerà così Siemens riuscirà a
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raggiungere il suo obiettivo di entrare e rimanere a lungo nella cerchia dei
top 3 players worldwide.
Per Motorola, invece, non sono stato in grado di fornire un giudizio
accurato sul progetto UMTS , in quanto la maggior parte delle informazioni
mi è giunta da comunicati stampa, comunicazioni di tipo istituzionale, e
purtroppo ho ricavato ben poco dal contatto interpersonale con le persone
competenti all’interno dell’azienda. Mi sento solo di affermare che anche
Motorola mi sembra molto ottimista per quanto riguarda il futuro della
tecnologia UMTS, anche se non in tempi brevi, crede comunque
fermamente nelle elevate potenzialità di revenue che ne potranno derivare.
I punti di forza su cui Motorola punta per far si che i clienti la preferiscano
rispetto ai concorrenti sono soprattutto la provata esperienza passata nello
sviluppo delle nuove tecnologie, le rilevanti alleanze e l’offerta di soluzioni
che mirano a soddisfare tutti i bisogni della clientela. Quindi, anche senza
dare un giudizio sul progetto UMTS di Motorola, posso affermare con
certezza che questa azienda ci crede moltissimo ed è a un punto molto
avanzato; lo confermano gli enormi investimenti fatti e l’importantissimo
principio aziendale di Motorola che la vuole sempre pioniere
nell’innovazione tecnologica.
Dal lato gestori di telefonia mobile, ho analizzato Tim, e, da quanto ho
potuto capire, mi sembra che gli operatori siano più scettici riguardo alla
diffusione dell’UMTS rispetto ai produttori di infrastrutture di rete e
devices.
Inoltre Tim è sempre più convinta che le tariffe pagate per aggiudicarsi le
licenze siano state decisamente troppo elevate. E la polemica si estende
anche all'eccessivo affollamento di gestori TLC in Europa. Per Tim la
soluzione possibile è rappresentata dalle fusioni, che secondo De Benedetti
avverranno tra operatori all'interno di uno stesso paese. Per il futuro ci
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saranno al massimo tre operatori in uno stesso paese, un numero che
corrisponde a quanto ciascun mercato locale è in grado di sostenere.
C’è da tener presente anche l’elevato interesse degli operatori per il sistema
GPRS, che è stato appena messo sul mercato, ed è loro intenzione non
cannibalizzare troppo in fretta le opportunità offerte da questa tecnologia,
con un lancio troppo “contemporaneo” dell’UMTS. Infatti De Benedetti ha
espresso cautela sulle possibilità di sviluppo della telefonia di terza
generazione, dicendo di credere molto nella tecnologia, ma aggiungendo
che ci vorrà del tempo prima che i problemi tecnici vengano risolti.
Il principale obiettivo di questa azienda, quello di mantenere la leadership,
non dovrebbe essere in pericolo.
Per quanto riguarda l’introduzione della tecnologia UMTS, se guardiamo al
lato operatori, c’è ancora molta incertezza: il lancio è praticamente sicuro
intorno al 2002/03, ma per quanto riguarda la sua diffusione e soprattutto le
spinte che gli operatori daranno affinchè prenda piede, penso che all’inizio
saranno molto deboli, soprattutto a causa della presenza contemporanea del
periodo di sviluppo del ciclo di vita del GPRS.
Quindi con tutta probabilità bisognerà attendere che la curva di diffusione
del GPRS abbia raggiunto un punto vicino al picco (che si prevede intorno
al 2005), per poter assistere al completo dispiegamento di forze dei MNO
al fine della diffusione capillare dell’UMTS.
Qui di seguito presento due tabelle riassunti che racchiudono
sommariamente i cardini delle mie analisi sui case studies.
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MODELLO SIEMENS MOTOROLA
Rogers
Vantaggio Vantaggio sui concorrenti temporale (6/9 n.a.
Relativo mesi avanti), Siemens è abituata a
costruire reti, è pronta ad assumere rischi
imprenditoriali e a mettere a disposizione
di clienti e alleati vantaggi competitivi,
features in esclusiva e sviluppi dedicati
Compatibilit
à
Alta, gli utenti non dovranno abituarsi Alta, gli utenti non dovranno abituarsi
a una tecnologia molto diversa dal a una tecnologia molto diversa dal
già diffuso GSM già diffuso GSM
Complessità Non preoccupante.Il progenitore GSM Non preoccupante.Il progenitore GSM
ha già fatto scuola. Uniche novità ha già fatto scuola. Uniche novità
saranno le nuove interfacce,ma l'azienda saranno le nuove interfacce,ma l'azienda
fa della userfriendlyness un suo cardine fa della userfriendlyness un suo cardine
quindi si può stare tranquilli quindi si può stare tranquilli
Provabilità e Non rientra nel suo ruolo per quanto Sta attuando un grosso programma
Osservabilit
à
riguarda l'utente finale. Si occuperà invece chiamato Tradeshows&Events al fine di
del lato B2B, con brochures e sviluppo presentare le effettive potenzialità dei
colegato con i gestori mobili suoi prodotti 3G
Canali di Non informa gli utenti finali nemmeno Per ora è attiva una politica di advertising
comunicaz. per il GPRS e non ha intenzione di fare che punta su banner via Internet e
un programma massiccio di comunica- comunicati pubblicitari su riviste specializ-
zione nemmeno per l'UMTS. Per la comu- zate
nicazione coi MNO i canali saranno i soli-
ti: account manager e sales promotions
Tempi Rete: 2002 Prevede di distribuire i terminali all'inizio
Primi lanci di terminali: Natale 2002 del terzo trimestre 2002
Massa utenti interessante: estate o Adozione di massa: dopo il 2003
Natale 2003
Generaz.valore in rete
Obiettivi ° consolidare la competenza come Fornire soluzioni per ogni situazione
fornitore di infrastruttura di rete e ogni ambito nel campo delle telecomu-
° sviluppare il business dal lato core nicazioni, dai devices all'architettura
network e servizi di rete da un total network ai servizi per gli
° entrare pesantemente nel mondo dei utenti finali
servizi a valore aggiunto
° entrare nella cerchia dei top 3 players
worldwide
Rete del Alleanza strategica con NEC Alleanza importantissima con CISCO
valore Dal lato commerciale si lavora molto con Con SUN e GoAHEAD per il software,
TIM H3G IPSE e WIND con PORTAL per i sistemi di billing,
Partnership con CASIO, IBM, ORACLE con HUTCHINSON per i servizi. Tra gli altri
PHONE.COM, MICROSOFT, YAHOO! ricordo TELSIM, ALLTEL, TELEFONICA
Business 4 vie per raggiungere obiettivi: Altissimo livello di cooperazione
Model °crescita numerica e di qualità organici Rinnovare e estendere costantemente
°partnerships con aziende best-in-class le proprie risorse e competenze
°venture capital Alta attenzione rivolta ad un servizio
°acquisizioni efficiente ai clienti e al time-to-market
Analisi Lato reti: n.a.
concorrenti Ericsson (pericolosità 100), Nokia (70),
Nortel (30), Lucent (10)
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Lato terminali:
Nokia, Motorola, Ericsson
Aspettative Clienti si aspettano, oltre a prezzi bassi, Clienti si aspettano, oltre a prezzi bassi,
di valore servizi chiari e facili da usare, personaliz- servizi chiari e facili da usare, personaliz-
zati e personalizabili zati e personalizabili
Risorse Forza lavoro: 4000 ingegneri, in Italia per n.a.
il progetto UMTS saranno impiegate 250
persone.
Denaro: stima molto diffice, ma cifra
molto più alta di quella spesa dai gestori
Le risorse in campo sono pienamente
sufficienti
MODELLO TIM
Rogers
Vantaggio Vantaggio sui concorrenti:
Relativo °copertura nation-wide
°ottima conoscenza clienti
°brand consolidato e vincente
°posizione di partenza priviliegiata (leader
nel market share)
Compatibilit
à
Alta, gli utenti non dovranno abituarsi
a una tecnologia molto diversa dal
già diffuso GSM
Complessità Non preoccupante.Il progenitore GSM
ha già fatto scuola. Uniche novità
saranno le nuove interfacce,ma l'azienda
fa della userfriendlyness un suo cardine
quindi si può stare tranquilli
Provabilità e Al momento non si sa se verrano effettuati
Osservabilit
à
eventi o manifestazioni specifiche per
far provare all'utente finale i servizi 3G
Canali di Un contributo fondamentale sarà dato
comunicaz. dal successo (o insuccesso) del GPRS
Il media mix vero e proprio non è stato
ancora impostato con precisione. Il target
principale sarà il mass-market,quindi i
canali più usati saranno quelli classici.
Tempi Probabile avvio dei servizi nel secondo
trimestre 2002, da tener presente però
che la priorità per i prossimi anni
sarà il GPRS
Generaz.valore in rete
Obiettivi Mantenere la leadership nel campo del-
l'innovazione tecnologica e soprattutto
nel market share
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Rete del Moltissime alleanze con imprese produt-
valore trici di contenuti (VIRGILIO, DYSNEY,
ANSA, KATAWEB…)
Accordo con KPN e NTT DOCOMO per
la creazione di un portale mobile europeo
Accordi con SIEMENS e NEC per i test
Business Ruolo azienda deve passare da network
Model and access provider a content manager
con strategie fortemente basate su
partnerships con aziende di rilievo
Strategia di plug&play all'estero
Analisi OMNITEL (la più pericolosa)
concorrenti WIND
H3G
IPSE2000
Aspettative Campo di battaglia si sta spostando dai
di valore prezzi verso la qualità dei servizi
E' necessaria un'efficace segmentazione.
Risorse Investimento dell'ordine dei 3 mld €
Finanziariamente ben attrezzata, potrà
evitare di ricorrere a prestiti obbligazionari
Si farà solo un'operazione di conversione
di alcune azioni di risparmio in ordinarie
che porterà circa 12000-15000 mld.
In conclusione, io penso che il successo della tecnologia 3G sarà
inevitabilmente condizionato dalla fornitura di servizi che il pubblico vuole
effettivamente utilizzare, il connubio tra IP e sistemi di nuova generazione
sarà un punto fondamentale per il successo della nuova tecnologia,
strettamente legata alla diffusione dei servizi Internet.
In altri termini, la possibilità di connettersi ovunque e in ogni momento ai
contenuti disponibili su Internet rivestirà un ruolo fondamentale nei sistemi
3G, gli utenti potranno aggiungere la mobilità a quanto hanno già
sperimentato con le reti fisse per l’accesso a Internet, con la differenza che
l’associazione del terminale a una persona piuttosto che a una postazione
consentirà la fornitura di servizi personalizzati alle esigenze del cliente e
permetterà la creazione di un ampio portafoglio di servizi Location based.
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Questa tecnologia avrà successo solo se le aziende saranno in grado di
trasformare se stesse da aziende monoprodotto a “supermercato dei
servizi”, solo in questo modo l’industria mobile potrà bilanciare i colossali
investimenti.
Insomma, anche grazie ai contributi che mi sono stati forniti dalle aziende
produttrici di devices e di infrastrutture di rete, sono abbastanza ottimista
riguardo al successo di questa tecnologia, certo non in tempi brevi, in
quanto mi sembra di aver capito che i gestori mobili già sul mercato (Tim,
Omnitel e Wind), remino un po’ contro il lancio prematuro dell’UMTS , in
quanto non vogliono cannibalizzare troppo repentinamente il loro ultimo
nato, il sistema GPRS; quindi posso prevedere un utilizzo dei devices
UMTS in misura consistente nel periodo compreso tra il 2004 e il 2007,
salvo ulteriori intoppi.
In più non è da dimenticare che l’industria wireless è una delle promesse
dalle risorse più illimitate che siano attualmente sul mercato, la sfida non
riguarda più la difficoltà di trovare nuove idee, ma di scegliere le idee
giuste al momento giusto per i clienti giusti. Internet ci ha insegnato
moltissimo riguardo ai desideri dei clienti del futuro: vogliono un sistema
aperto, semplice, affidabile, accessibile, portatile, ubiquito e
personalizzabile.
Ma c’è una caratteristica tanto cara ai clienti, che ad Internet manca: la
mobilità. O meglio, mancava. Fino ad ora.