Il risultato ottenuto rivela un quadro molto più complesso di quello che ci si
aspettava leggendo “tra le righe del caso”, mettendo in luce aspetti che hanno
provocato l’intervento di mirati interventi legislativi (come il Sarbanes-Oxley Act).
È forse questo uno dei motivi per i quali il caso Enron è balzato subito in
primo piano: perché offre una chiave di lettura più profonda degli scandali
finanziari dell’era della bolla speculativa creata dalla new economy, non
soffermandosi solo sull’ingordigia dei managers.
1
CAPITOLO I
UNO SVILUPPO SEGNATO DAL LOBBISMO
1. Origini della Enron
1.1. L’ascesa di Kenneth Lay
La storia della Enron può essere considerata per molti versi la
storia del suo presidente e fondatore Kenneth Lay.
Questi era nato nel 1942 a Tyrone, nel Missouri, da Ruth e
Omer Lay, un predicatore battista. Nel 1960 si diplomò alla High
School di Columbia, cittadina del Missouri dove la famiglia si era
trasferita nel 1958
1
; all’Università del Missouri si laureò in economia
ed ottenne il master nel 1965.
Il futuro numero uno della Enron iniziò la sua carriera a
Houston mettendo a frutto i suoi studi di statistica come economista
aziendale per conto della Humble Oil, una società che di lì a qualche
anno sarebbe divenuta la Exxon Company, una delle sette sorelle del
petrolio. Lavorava di giorno a scrivere i discorsi che il suo capo Mike
Wright teneva alla Camera di Commercio statunitense, di cui era
presidente, e di notte studiava per ottenere il Ph.D.
Partecipò alla guerra del Vietnam ma ebbe la fortuna di
occupare un posto di tutto riposo: studiava il sistema delle forniture
militari.
La svolta per lui avvenne nel 1978, quando un suo ex
professore, Pinkney Walzer, ottenne la nomina a commissario della
Federal Power Commission, la Commissione federale per l’energia
elettrica, antesignana dell’attuale Ferc (Federal Energy Regulatory
1
Fonte: “The Wall Street Journal”, Enron chief rose and fell on power of blind optimism, 26 aprile
2002
2
Commission)
2
. Walzer chiese a Lay di scrivergli qualche discorso e
così ne divenne l’assistente.
Nel 1972 Walker abbandonò la carica, mentre Lay rimase a
Washington, dove venne nominato sottosegretario aggiunto per il
settore dell’energia al Ministero dell’Interno. In quegli anni ottenne
anche la cattedra di professore associato alla George Washington
University come docente di micro e macro economia e di relazioni
d’affari con il governo. Ma nel 1973 l’amministrazione repubblicana
guidata dal presidente Richard Nixon rispose al primo shock
petrolifero imponendo il controllo pubblico sui prezzi del carburante;
2
“FERC (Federal EnergyRegulatory Commission), cioè l’Autorità federale sul settore
energetico negli Stati Uniti d’America. Come le altre autorità di regolazione indipendenti
che caratterizzano il sistema statunitense, è nato dall’esigenza della Pubblica
Amministrazione di disporre di un apparato dotato di grande indipendenza, responsabile
delle proprie scelte e capace di conciliare gli interessi e le esigenze di gruppi diversi.
L’autorità è un organo collegiale composto da cinque membri che restano in carica per
cinque anni, a scadenze fisse e sovrapposte, e vengono nominati dal presidente degli Stati
Uniti, sentito il Senato. Non più di tre membri possono appartenere allo stesso partito
politico. Le modalità di nomina seguite legano inevitabilmente la FERC al partito del
presidente in carica, ma tutelano anche le istanze del partito che si trova in quella
legislatura all’opposizione e consentono inoltre una continuità nello svolgimento degli
impegni dell’autorità che non viene rinnovata per intero. L’autorità dispone di un proprio
ufficio legale che fornisce consulenze e servizi di mediazione e arbitraggio tra le parti in
conflitto e che la rappresenta negli eventuali procedimenti legali.
La FERC opera quindi in modo indipendente nell’ambito del Dipartimento dell’energia
(DOE) adottando politiche regolatorie dirette a promuovere lo sviluppo di mercati
concorrenziali, a tutelare i consumatori e l’ambiente e a risolvere in modo giusto e veloce
le dispute tra soggetti interessati. Il mandato della FERC, definito originariamente nel
Federal Power Act (FPA) del 1935, le impone come obbligo preminente (nel settore
elettrico) di controllare i prezzi e le condizioni di vendita all’ingrosso e della trasmissione
di energia e di assicurare che tali prezzi siano “giusti e ragionevoli e non indebitamente
discriminatori o preferenziali” prevedendo eventuali rimborsi per le somme pagate in
eccesso. La FERC ha, inoltre, l’obbligo di valutare le fusioni e i trasferimenti di proprietà
che coinvolgono le public utilities. Infine, sia il FPA che il PURPA (Public Utiliy
Regulatory Policies Act) autorizzano la FERC a dividere il paese in distretti regionali
(Regional Trasmission Organizations – RTOs) per favorire l’interconnessione volontaria
delle reti allo scopo di garantire un’offerta di energia elettrica abbondante”.
Graziella Marzi – Dipartimento di Economia Politica Università degli Studi di Milano -
Bicocca “La valutazione della performance delle Autorità di Regolazione nel settore elettrico della
California”, pp. 19 – 20.
URL: http://dipeco.economia.unimib.it/Pubblicazioni/Wp%20PDF/Wp45_02.pdf.
3
Lay si dimise per protesta contro una decisione contraria ai suoi
principi ispirati al libero mercato.
Nel 1974 ottenne la carica di vicepresidente responsabile dello
sviluppo aziendale per la Florida Gas Transmission Company di
Winter Park. Quando la Continental Resources Corporation acquisì la
Florida Gas Transmission le responsabilità di Lay aumentarono e nel
1981 venne nominato vicepresidente esecutivo del Continental
Group
3
. Nel maggio 1981 passò alla Transco Energy Company di
Houston (impresa attiva nel settore dei gasdotti e dell’energia), che
aveva come numero uno Jack Bowen, il suo vecchio capo alla Florida
Gas; in pochi mesi Lay si sbarazzò di Bowen e assunse le cariche di
presidente, amministratore delegato e direttore generale, concentrando
su di sé tutto il potere decisionale e di rappresentanza della società
4
.
Quando nel 1984 La Coastal Corp. lanciò un’offerta di acquisto
ostile da 1,3 miliardi di dollari sulle azioni della “Houston natural
gas” (Hng), una compagnia texana attiva nel settore del metano,
Kenneth Lay, presidente, amministratore delegato e direttore
della Transco Energy Company di Houston, decise di schierare la sua
compagnia a fianco della Hng e presentò una controfferta della sua
società.
Con il suo rilancio Lay alzava la posta per il controllo della
Hng e si presentava alla compagnia sotto tiro come “cavaliere
bianco”
5
.
3
“Curriculum di Kenneth Lay per la Conferenza nazionale sul metano”, Houston 24 – 27
marzo 1997, Centro federale per le tecnologie dell’energia, dipartimento dell’ Energia Usa.
4
Nicola Borzi, “La parabola Enron e la crisi di fiducia del mercato mondiale”, p. 18
5
Cavaliere bianco è il nome che nel gergo della finanza indica gli alleati che corrono in
soccorso della società minacciata offrendo in aiuto le proprie risorse finanziarie.
4
La Hng riuscì ad evitare le attenzioni ostili della Coastal, ma di lì
a pochi mesi il consiglio di amministrazione della società decideva di
estromettere il presidente e amministratore delegato Bill Mattehews, e
chiesero a Lay di sostituirlo.
Lay accettò l’offerta ed il cambio ai vertici di Hng fu reso noto
il 7 giugno 1984
6
.
Nel giro di appena sei mesi il quarantaduenne presidente della
Hng raddoppiò dimensioni e fatturato dell’azienda portando a segno
la fusione con la Florida Gas and Transwestern Pipeline Co.
Nel 1985, dopo la salita in carica di presidente di Ronald
Reagan, si era creata una favorevole opportunità politica che Lay non
si lasciò sfuggire: la Commissione Generale per le Norme sull’Energia
(Ferc) emanò l’ordine 436, liberalizzando completamente il mercato
del gas naturale: era stato realizzato il primo requisito necessario alla
nascita di Enron.
6
Fonte: “Financial Times Online”, Timeline: Enron rise and fall.
URL: http://www.ft.com.
5
1.2. La nascita di un colosso
Agli inizi del 1985 la InterNorth, uno tra i principali gruppi
statunitensi nel settore dei gasdotti, era sotto attacco da parte di Irwin
Jacobs, un finanziere specializzato nell’acquisizione di società in
difficoltà e nel loro smantellamento per rivenderne i pezzi lucrando
sulle differenze di valore createsi grazie all’eliminazione delle attività
poco redditizie.
Samuel Segnar, il cinquantenne presidente e amministratore
delegato di InterNorth, non era intenzionato a vedersi sottrarre il
controllo dell’ azienda e intendeva seguire una tattica assai in voga tra i
manager in quel periodo: acquisire società di minori dimensioni in
modo da aumentare in un sol colpo sia l’indebitamento di InterNorth,
rendendola meno appetibile, sia le sue dimensioni, incrementando i
costi di ogni tentativo di conquistarne il controllo.
La mossa finanziaria veniva chiamata non a caso “poison pill”
(pillola avvelenata): la società diventava molto meno appetibile per
l’assalitore ma al contempo rischiava di soccombere sotto il peso dei
debiti accumulati.
In primavera Segnar telefonò a Lay proponendogli di acquisire
la Hng
7
.
Lay accettò perché prevedeva notevoli vantaggi per la Hng:
innanzitutto il gioco era in mano a Lay che metteva in scena di nuovo
il personaggio del “cavaliere bianco”, ma questa volta nella parte
passiva di chi si lascia acquisire: era InterNorth l’impresa sotto scalata,
quindi più debole di Hng. Il presidente della Hng avrebbe potuto
esercitare un notevole potere contrattuale durante i negoziati,
7
Fonte: “Us News and World Report”, How a titan come undone, 18 marzo 2002
6
puntando al rialzo della valutazione della Hng e quindi del prezzo che
sarebbe stato pagato per le sue azioni.
In secondo luogo le due società erano collocate in due punti
opposti degli Stati Uniti: la InterNorth a Omaha, in Nebraska, nel
Nordovest del paese, mentre Houston si trova a Sudest.
Il 3 maggio 1985 la InterNorth acquisì la Hng con un esborso
di 2,3 miliardi di dollari. Nel luglio 1985 l’acquisizione divenne
pienamente operativa.
Lay si era venduto alla InterNorth a carissimo prezzo: la società
di Omaha aveva sommato ai suoi debiti quelli della società acquisita,
oltre a quelli contratti per l’acquisizione, per un ammontare
complessivo di 5 miliardi di dollari. Per contrastare l’indebitamento,
che costava ogni mese interessi per 50 milioni di dollari, la società
cedette alcune delle sue attività riducendo in parte la sua esposizione
finanziaria.
Il 18 novembre 1985, il consiglio di amministrazione della
InterNorth costringeva Samuel Segnar a lasciare ogni carica; così Lay
nel febbraio del 1986 si sostituisce a Segnar e qualche settimana dopo
la nomina cambia nome ad InterNorth, chiamandola Enron.
I dipendenti di Omaha erano preoccupati del cambio avvenuto
al vertice, così Lay per tranquillizzarli diramò un comunicato nel quale
affermava che tutti potevano stare tranquilli perché il quartier generale
della Enron sarebbe rimasto in Nebraska.
Ma appena un mese dopo si rimangia la parola data e trasferisce
la sede centrale a Houston
8
.
8
Fonte: “Us News and World Report”, How a titan come undone, 18 marzo 2002.
7
Nell’ottobre 1986 i nuovi amministratori riacquistano la quota
azionaria di Irwin Jacobs, pagandogli una sorta di buonuscita di 240
milioni di dollari. I fondi in cassa mancavano e, per risolvere la
situazione senza fare altri debiti, qualcuno ai piani alti della società
trovò un escamotage: le leggi federali imponevano un ammontare
minimo inattingibile per i fondi pensioni dei dipendenti, ma non
dicevano nulla riguardo all’uso che si poteva fare delle cifre eccedenti.
Il fondo pensioni dei dipendenti Enron aveva in cassa un surplus di
230 milioni di dollari: furono quei soldi ad essere utilizzati per il
premio di riacquisto delle azioni di Jacobs
9
.
Scoperta la sottrazione di fondi, per quanto legale, che seguiva
di pochi mesi il voltafaccia sul cambio di sede, i lavoratori
protestarono duramente. Ancora più violenta, quando divenne
pubblico l’enorme sovrapprezzo pagato per la quota di Jacobs, fu la
rivolta dei piccoli azionisti, che si sentirono defraudati poiché dopo la
fusione avevano perso parte dei loro soldi per il calo di valore dovuto
alle dismissioni di alcuni rami dell’azienda decise per far fronte ai
debiti.
C’era però un altro dettaglio che non quadrava. Com’era
possibile che la quota di Jacobs valesse appena 240 milioni di dollari?
Se avesse realmente deciso di scalare la InterNorth avrebbe dovuto
possedere una quantità di titoli ben maggiore di quella che risultava dai
pagamenti ottenuti al momento della sua uscita di scena. La versione
di Jacobs fu questa: “Non ho mai avuto l’intenzione di realizzare una
scalata. Chi ci ha creduto è stato messo completamente fuori strada”.
10
9
Ibidem.
10
Fonte: “Us News and World Report”, How a titan come undone, 18 marzo 2002
8
Il suo scopo sarebbe stato solo quello di investire nella speranza che
qualcuno acquistasse la InterNorth , in modo da poter rivendere le
azioni guadagnando un sovrapprezzo.
O era Jacobs a mentire per nascondere il fallimento
dell’acquisizione della società di Omaha, oppure aveva mentito chi
aveva fatto credere ai manager di InterNorth che la loro società fosse
sotto scalata, o magari l’errore commesso da Segnar era solo frutto di
una sofisticata trappola preparata da Jacobs in combutta con Lay.
Un’ipotesi questa che spiegherebbe la sopravvalutazione della quota
azionaria di Jacobs e la fretta con cui Lay lo aveva messo a tacere
pagandolo profumatamente. È uno dei misteri di Enron che sembrano
destinati a restare irrisolti.
Quale che fosse stato il suo ruolo, Lay era ormai il “padre
padrone” di Enron. La sua creatura , tuttavia, nasceva già minata da
un travaglio così complesso: Enron sin dagli albori dovette mantenere
più redditizio un patrimonio particolarmente leggero, visto che gran
parte delle risorse erano destinate ad essere utilizzate per pagare i
debiti. Gli investimenti effettuati in futuro avrebbero dovuto
rispondere così alla necessità di ottenere ritorni elevati, risultando
quindi molto rischiosi. Un peccato originale che nel volgere di pochi
anni l’impresa avrebbe pagato a carissimo prezzo.
11
11
N. Borzi, Op. cit., p. 24 .
9
2. Il panorama del mercato dell’energia in Usa
Numerose nazioni hanno già varato o intendono introdurre
riforme strutturali nel mercato del gas naturale, comprendenti
l'introduzione della competizione “gas to gas”, ossia l’instaurazione di
un mercato concorrenziale del gas. Queste riforme hanno spesso
luogo contemporaneamente con quelle del settore elettrico e sono
parte di un più grande progetto di ristrutturazione economica avente
per scopo il miglioramento dell'efficienza economica attraverso il
rilancio delle libere forze del mercato e un minore intervento del
Governo.
Gli Stati Uniti e il Canada sono stati i primi paesi ad iniziare la
riforma del settore gas, verso la fine degli anni '70 e l’inizio degli '80.
Nella riforma del settore dell’energia elettrica, ancora una volta,
sono gli U.S.A. ed il Regno Unito, già alla fine degli anni ’70, a dare
inizio alla trasformazione del ruolo statale, attraverso la deregulation
nel primo caso, e ampie privatizzazioni, nel secondo.
12
Negli Stati Uniti ed in primo luogo in California, la forte spinta
alla liberalizzazione e ristrutturazione del settore elettrico, che aveva
portato all’introduzione di un nuovo assetto del mercato elettrico in
California, era stata giustificata soprattutto dalla presenza di due
significativi divari: quello tra le tariffe elettriche della California e
quelle degli altri stati americani e quello tra le tariffe finali e i costi
medi di lungo periodo. Un diffuso atteggiamento a favore della
concorrenza e la possibilità di accedere a nuove tecnologie per la
produzione di energia, ne aveva poi reso possibile l’introduzione.
12
Randa Maria Morgan ,“Il mercato del gas naturale e dell’energia elettrica”, pp. 1 e 2.
URL: http:// w3.uniroma1.it/bancaefinanza/testi/Morgan.htm
10
Per capire come si sia giunti a compiere questa scelta, occorre
tenere presente anche l’atteggiamento dominante e le decisioni assunte
a livello federale, a partire dalla fine degli anni Settanta, nel tentativo di
fronteggiare la crisi energetica di quel periodo.
Tra i diversi interventi legislativi, la legge federale PURPA
(Public Utility Regulatory Policies Act)
13
del 1978 e, successivamente,
l’Energy Policy Act del 1992 (EPAct)
14
avevano determinato
13
La legge detta PURPA (legge sulle politiche regolatorie dei pubblici servizi) è stata
approvata nel 1978, nel mezzo delle crisi energetiche che coinvolsero i paesi
industrializzati. Creata per fronteggiare l’eventuale avverarsi delle previsioni che
vedevano il prezzo del petrolio salire fino a 100 dollari il barile, il Congresso si è
adoperato per ridurre la dipendenza da petrolio straniero, per promuovere le fonti di
energia alternativa ed il rendimento energetico e per differenziare l'industria di energia
elettrica.
Uno degli effetti più importanti della legge era quello di dover generare un mercato per
l'energia dai produttori di energia indipendenti (non utility), che ora forniscono il 7%
dell'alimentazione del paese. Prima del PURPA, soltanto le utilities potevano possedere e
far funzionare le centrali elettriche . Il PURPA ha richiesto alle utilities di comprare
l'energia elettrica dalle aziende indipendenti che potrebbero produrre la stessa per meno
di quanto sarebbe costato loro generare energia elettrica: il cosiddetto "costo
evitato"(avoided cost).
Molto è cambiato da quando il PURPA è stato implementato. Il prezzo del petrolio è
diminuito ed i rifornimenti di gas naturale sono aumentati, facendo scendere il costo dell'
elettricità. Molti produttori di alimentazione indipendenti hanno firmato i contratti negli
anni ‘80 a prezzi superiori ai prezzi correnti del mercato locale. I critici del PURPA
dicono sia ingiusto far rispettare alle utilities quei contratti ed incolpano i produttori
indipendenti per gli alti prezzi praticati . Infatti, tutti quei contratti erano basati sul costo
evitato dell' elettricità presente in quel momento; cioè se le utilities avessero costruito le
loro centrali elettriche, i prezzi ora sarebbero ancora più elevati.
Fonte: Union of Concerned Scientists, Citizens and Scientists for Environmental Solutions.
URL: http://www.ucsusa.org/clean_energy/renewable_energy/page.cfm?pageID=119.
14
“…L’EPAct rappresenta una tappa fondamentale nel percorso di ristrutturazione del
settore elettrico degli Stati Uniti perché ha imposto alle utilities di consentire l’accesso alle
loro reti di trasmissione da parte di terzi per favorire il commercio all’ingrosso dell’energia
e la concorrenza. Questa legge conferì alla Federal Energy Regulatory Commission
(FERC) il poter di ordinare alle utilities il vettoriamento per conto terzi dell’energia
elettrica sulle proprie linee di trasmissione. Il sistema di vettoriamento (wholesale
wheeling) consentiva l’acquisto di energia presso produttori diversi dalle state utilities e la
consegna per mezzo dell’operatore locale. I benefici di un cambiamento siffatto devono
essere valutati alla luce delle caratteristiche proprie del mercato dell’energia elettrica. Per
ragioni fisiche, la trasmissione non può avvenire che per tratti relativamente brevi, a causa
della grande dispersione che si registra sulle linee ad alto voltaggio; il numero dei possibili
fornitori è, dunque, piuttosto circoscritto.
L’insufficienza delle misure adottate consigliò ulteriori passi e la scelta di intervenire a
ridosso del mercato energetico venne perseguita a livello statale, con un disegno molto
11
l’emergere di diverse categorie di generatori al fine di favorire la
diffusione della concorrenza nella generazione.
L’implementazione degli atti assunti a livello federale e statale
avviene poi attraverso due percorsi seguiti rispettivamente
dall’Autorità di regolazione federale FERC (Federal Energy
Regulatory Commission) e statale PUC (Public Utility Commission).
In particolare, a livello federale, la risposta più significativa alle
spinte a liberalizzare e a ristrutturare il sistema elettrico è avvenuta con
due interventi della FERC (Ordini n.888
15
e n.889
16
), approvati nel
1996 in attuazione dell’Energy Policy Act.
più ambizioso. La soluzione, per certi versi, si presentava obbligata. I costi di produzione
in quel momento incidevano da soli per più del 50% sul prezzo dell’energia elettrica,
mentre tutto il resto era variamente rappresentato da costi di trasmissione, di
distribuzione e di fatturazione. Dunque, la liberalizzazione del mercato sarebbe stata
particolarmente conveniente nel segmento della produzione; ragioni di tipo economico
consigliavano la conservazione del monopolio naturale nelle funzioni di trasmissione (alto
voltaggio) e distribuzione (basso voltaggio). In un sistema siffatto, si pensava, i rischi di
inefficienze gestionali degli impianti di produzione non avrebbero più gravato sui
consumatori, in termini di maggiori prezzi, ma sugli azionisti delle IOUs (Investor
Owned Utilities, cioè società private di servizi) e delle altre società produttrici…”.
Andrea De Michelis, Massimiliano Granieri ,”Deregolamentazione e crisi energetica. Appunti di
viaggio sul caso californiano” , p.4.
URL:
http://istsocrates.berkeley.edu/~adem/jm/Deregulation%20e%20Crisi%20Californiana.
pdf.
15
Ordine 888: “Promoting wholesale competition through open access
nondiscriminatory transmission services by public utilities and recovery of stranded costs
by public utilities and transmitting utilities”. È un ordine che diede ai privati libero
accesso alla rete di trasmissione dell’elettricità.
A. De Michelis, M. Granieri , Op. cit., p.4.
16
Ordine 889: introdusse nuove tariffe sulle riserve di capacitàdi energia destinate alla
trasmissione sulla rete ad accesso libero, con un modello innovativo delle regole sulla
trasmissione di elettricità su tali connessioni.
N. Borzi, Op. cit., p.73.
12
Questi interventi stabiliscono i criteri generali di accesso alla
trasmissione, i meccanismi di recupero di alcuni costi sostenuti in
precedenza dalle imprese - che non possono più essere recuperati
quando gli utenti cambiano fornitore (stranded costs) - e le linee guida
per la creazione dei gestori indipendenti delle reti di trasmissione
(Independent System Operator - ISO).
Nel frattempo, in attesa di un nuovo intervento legislativo
federale, alcuni stati tra cui la California, hanno deciso di liberalizzare
il settore elettrico, privilegiando un processo di ristrutturazione
piuttosto che di deregolamentazione del settore.
Oltre alle già citate leggi, c’è da ricordare l’emendamento quasi
completo del testo del PUHCA (Public Utility Holding Company
Act)
17
e l’emanazione del cosiddetto “Ordine 2000” o “Ordine del
Millennio”, che apriva la riorganizzazione della rete elettrica
statunitense, introducendo le Organizzazioni per la trasmissione
dell’energia elettrica su scala regionale, che negli Stati Uniti significa su
base interstatale
18
.
17
“Il Public Utility Holding Company Act (PUHCA) del 1935 è l'unica legge che
impedisce alle società private di servizi di sovvenzionare attività irregolari con i profitti
ottenuti dalle loro attività lecite e di imprigionare i clienti. PUHCA richiede che tutte le
attività marginali e irregolari siano tenute separate dal commercio regolato. Alcune grandi
società private di servizi desiderano che il PUHCA venga abrogato, sostenendo che la
legge è obsoleta e sta limitando la concorrenza e la differenziazione nell'industria elettrica.
Ma abrogare il PUHCA provocherebbe molto probabilmente un'onda di fusioni che
genererebbero alcune aziende sproporzionatamente grandi ed influenti, rendendo la
concorrenza insignificante e nocendo ai consumatori ed all'ambiente”.
Fonte: Union of Concerned Scientists, Op. cit..
18
W.W.Hogan, Electricity Market Restructuring: Reforms of Reforms, Center for research in
regulated industries, Rutgers University, 23-24 maggio 2001.
URL: http://www.ksg.harvard.edu/cbg/Events/Papers/RPP_5-9-02_Hogan.pdf.
13
3. I rapporti tra la Enron e la Casa Bianca
Alcuni sostengono che senza l’aiuto della famiglia Bush non
ci sarebbe stata una Enron, e parimenti non ci sarebbe stato “un
Bush” senza la Enron
19
.
Fu proprio la compagnia texana che lo aiutò a diventare
governatore del Texas e, appena eletto, George Bush cambiò le leggi
del suo Stato esattamente come la Enron chiedeva fossero cambiate.
Quando il figlio dell'ex presidente decise di puntare alla Casa
Bianca, la Enron fu di nuovo al suo fianco, diventando il patron
numero uno del candidato repubblicano, mettendogli persino a
disposizione la sua flotta di jet privati per spostarsi da un capo all’altro
dell’America e raccogliere fondi per la campagna presidenziale.
Anche i dipendenti furono coinvolti, infatti ricevettero una
circolare che li invitava a contribuire alle casse del candidato Bush con
500 dollari per gli impiegati, 5.000 per i managers
20
.
Vedremo ora quali sono stati i rapporti tra la Enron ed i Bush,
sia quelli passati, come nel caso dell’espansione della Enron in
Argentina, sia quelli più recenti, che hanno portato poi la Enron a
diventare il colosso che è stato.
19
Fonte: “La Repubblica”, Bush: "Indagine su Enron", Scandali alla Casa Bianca, di Vittorio
Zucconi.
20
Ibidem.