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1. Le tappe di sviluppo del bambino da 0 a 3 anni
1.1 Lo sviluppo somatico
La crescita è un processo unitario ed elemento caratterizzante dell’età evolutiva che
rappresenta un indicatore fondamentale di salute della persona. Nel bambino si considerano due
aspetti in modo separato: quantitativo/accrescimento e qualitativo/sviluppo. Il primo riferito
all’aumento delle dimensioni corporee mentre il secondo riguarda la modificazione, attraverso
lo sviluppo, di caratteristiche e funzioni precedentemente possedute.
In questo capitolo approfondiremo l’aspetto quantitativo che riguarda l’accrescimento.
Questo processo non avviene in maniera uniforme, ma è maggiore in alcuni momenti e minore
in altri
1
. Esso si divide in staturale, ponderale, della circonferenza cranica, di organi e apparati.
L’accrescimento staturale dura tutta l’età evolutiva e non è lineare nel tempo. I ritmi ed i
tempi sono diversi in base alle diverse fasce di età. Nel bambino la velocità di crescita è molto
rapida
2
. Alla nascita la lunghezza media è di circa 50 centimetri, dopo tre mesi cresce già di
dieci, fino ai sei acquisisce 2-3 centimetri al mese e a un anno raggiunge i 74-75 centimetri. Il
metro si raggiunge in media verso i quattro anni
3
. L'aumento di statura solitamente si verifica a
sbalzi e possono esserci quindi periodi di stasi anche lunghi che, però, non devono essere
motivo di preoccupazione.
L’accrescimento ponderale è progressivo e non sempre è in linea con quello staturale, infatti,
vi sono periodi in cui quest’ultimo risulta maggiore, come dai due ai sette anni, mentre altri in
1
Zappulla F., (2020). Pediatria generale e specialistica. Bologna: Società Editrice Esculapio, p. 59
2
Buckler J.M. H. & Sartorio A. (2005). Aiutiamoli a crescere bene. I consigli dei medici a mamme e papà. Milano:
Vita e Pensiero, p. 31
3
Script edizioni (2012). Il pediatra in casa - Medico in famiglia. Bologna: Script Edizioni, p. 12
2
cui risulta inferiore come ad un anno. Alla nascita il peso medio è compreso tra i 3,2 e 3,5 kg e
già al quinto mese raddoppia, per poi triplicare nel primo anno. A un anno un maschio pesa in
media 9,6 chili, mentre una femmina attorno ai 9
4
. Dai 2 fino agli 8/9 anni, il bambino cresce
in media 2-3 chili all'anno. Solitamente il peso del bebè viene monitorato una volta a settimana
in un giorno e orario fisso riportando i valori su un quaderno. Bisogna porre molta attenzione
al peso dei bambini per poter prevenire l’obesità infantile, che sta diventando sempre più una
malattia diffusa. Per questa problematica è necessaria, oltre che una corretta educazione
alimentare, anche lo stimolo al movimento e la correzione di situazioni stressanti per il
bambino.
Altro aspetto da monitorare è la circonferenza cranica. Essa subisce una crescita sostanziale
durante la vita uterina del feto e nel primo anno del bambino, successivamente subisce una
rapida diminuzione nel ritmo. Alla nascita la circonferenza cranica è di circa 35 centimetri e
nel corso del primo anno aumenta di 12 centimetri
5
.
Come per il cranio, anche la crescita dell’apparato scheletrico avviene in maniera rapida nei
primi mesi di vita fino ai due anni per poi diminuire col tempo. Inizialmente il neonato dispone
di 270 ossa
6
, numero che successivamente cambierà a causa della fusione di alcune di esse. Le
ossa sono costituite da nervi, vasi sanguigni, collagene e cellule vive che si suddividono in
osteoblasti, i quali hanno la funzione di formarle, e osteoclasti, che le alimentano. Queste cellule
vive permettono alle ossa di rimodellarsi costantemente e contribuiscono alla crescita del corpo.
Questa crescita è influenzata da vari fattori della vita dell’individuo come la genetica,
l’alimentazione e la nutrizione, ansia e stress, sonno ed esercizio fisico.
Altro importante apparato è quello respiratorio. Nel bambino la respirazione è senza dubbio
più veloce rispetto quella di un adulto, questo perché il suo fabbisogno di ossigeno è maggiore
7
.
4
Script edizioni. (2012). Il pediatra in casa - Medico in famiglia. Bologna: Script Edizioni, p. 12
5
Zappulla F. (2020). Pediatria generale e specialistica. Bologna: Società Editrice Esculapio, p. 15
6
Script edizioni. (2012). Corpo umano - 300 domande. Bologna: Script Edizioni, p. 11
7
Hofmann D. & Hofmann U. (2003). Primo soccorso per i bambini. Milano: Tecniche Nuove, p. 15
3
La trachea e i bronchi di un bambino sono più sottili e poveri di tessuto cartilagineo rispetto
quelli di un adulto e per questo motivo collassano con maggior facilità causando episodi di
asma e bronchite. I polmoni hanno volume e peso differenti fra loro, dove il destro è più grande
del sinistro durante tutto l’arco della vita. La frequenza respiratoria nel neonato è di circa 30
battiti al minuto
8
per andare a decrescere in modo graduale nell’arco dello sviluppo. Il bambino
respira esclusivamente col naso, il quale risulta piccolo e piatto con cavità nasali strette e
mucose molto vascolarizzate che causano spesso ostruzioni nasali. La gabbia toracica, in un
bambino, risulta più flessibile e i muscoli respiratori sono meno efficienti a causa dell’assenza
di fibre muscolari di tipo 1, adatte alla resistenza. Per questo i bambini sono più soggetti a
problemi respiratori.
All’interno della Pediatria e dell’Endocrinologia vi è una branca che studia specificatamente
l’accrescimento umano e le sue patologie: l’Auxologia. Questo termine deriva dal greco “auxo”
ovvero “accrescere”
9
.
Per il benessere generale del bambino è importantissima la valutazione e interpretazione dei
dati di crescita perché sono buoni indici dello stato di salute
10
. La crescita e lo sviluppo inoltre
non riguardano solo il cambiamento del corpo, ma si integrano con tutti gli aspetti su cui poggia
la vita presente e futura del bambino; quelli mentali, comportamentali ed emozionali.
8
Zappulla F. (2020). Pediatria generale e specialistica. Bologna: Società Editrice Esculapio, p. 194
9
Istituto Auxologico Italiano. “Ricerca, cura, persone”. https://www.auxologico.it/chi-siamo. Ultima
consultazione: 23.08.2021.
10
Buckler J.M. H. & Sartorio A. (2005). Aiutiamoli a crescere bene. I consigli dei medici a mamme e papà. Milano:
Vita e Pensiero, p. 103
4
1.2 Lo sviluppo delle abilità motorie
Nella valutazione dello sviluppo delle abilità motorie si misura il grado di evoluzione dei
movimenti di grande settore, la manipolazione fine e le posture. Inoltre si valuta il processo di
sviluppo dello schema motorio di base, rappresentato da forme fondamentali del movimento
come afferrare, camminare, saltare, strisciare, arrampicarsi, rotolare
11
. Esso è inoltre
prerequisito fondamentale per lo sviluppo delle capacità motorie condizionali e coordinative.
Quest’ultime si suddividono in generali (imparare nuovi movimenti, controllarli e trasformali
in base alle situazioni) e speciali (equilibrio, orientamento, combinazione motoria,
anticipazione, coordinazione spazio/temporale e fantasia). Le capacità condizionali, invece,
sono rappresentate dalla forza, resistenza, rapidità, velocità e flessibilità
12
. É sempre
sconsigliato ricercare uno sviluppo immediato delle abilità e prestazioni motorie in quando può
rappresentare un fattore limitante nell’ampiamento del bagaglio dei movimenti del bambino.
Anche se esercizi ripetitivi e monotoni portano a risultati immediati, non garantiscono un
processo di sviluppo motorio continuo. È importante quindi rispettare i tempi di crescita e
sviluppo naturali del bambino.
Ora verrà analizzato nello specifico lo sviluppo motorio del bambino dagli zero ai tre anni.
Quando il bambino nasce è dotato di movimenti riflessi che col tempo si trasformano in
movimenti volontari. Il neonato, con età compresa tra gli zero e i tre mesi, ha una motricità
molto limitata che comprende il controllo dei movimenti della testa e il gesto di portare le mani
alla bocca. Verso i tre e i cinque mesi riesce a girare su un lato e sollevare la testa, si gira a
pancia in giù e si mette su un fianco, inizia a spingere sui gomiti. In questo periodo il bambino
sperimenta anche la prima forma di coordinazione motoria con semplici azioni come afferrare
11
Ciolli C. (2019). Manuale di Yoga per Bambini. Roma: Gruppo Albatros Il Filo, p. 23
12
Ravelli G. (2014). Pratiche di educazione alla corporeità nella scuola dell'infanzia. Milano: EDUCatt
Università Cattolica, p. 24
5
piccoli oggetti e scuoterli. Si parla in questo caso di “motricità fine” ovvero la programmazione
motoria dei movimenti muscolari di precisione di dita, mani, braccia in coordinazione con la
percezione visiva
13
. Consente il coordinamento di ossa, muscoli, tendini e nervi in modo che il
bambino possa compiere movimenti piccoli e precisi. Contribuiscono al funzionamento di
questi movimenti il cervello, i nervi, il midollo spinale, muscoli e articolazioni che sono parti
vitali per l’essere umano. Per questo motivo è importantissimo stimolare la motricità già da
piccoli. In questa prima fase gli oggetti che il bambino può afferrare diventano i suoi primi
approcci motori e lo aiutano nella scoperta dello spazio e nella percezione del sé all’interno di
esso. Fanno parte della motricità fine azioni come allacciarsi le scarpe, versare l’acqua nel
bicchiere, mettersi i calzini, prendere un colore o abbottonarsi. Il bambino svilupperà il
movimento delle mani gradualmente attraverso la pratica fino a ad avere un controllo preciso
della motricità fine che lo porterà, quando sarà più grande, a compiere la scrittura.
Dai cinque ai sette mesi il bambino riesce, invece, a stare seduto con o senza appoggio e
controlla bene capo e tronco, si rotola e riesce a mettersi su un fianco, si piega sulle ginocchia.
Riesce ad afferrare gli oggetti con entrambe le mani e le porta alla bocca.
Nella fascia otto/dieci mesi, il bambino acquisisce la postura seduta autonomamente, striscia,
rotola e gattona per spostarsi nell’ambiente attorno a lui ed esplorarlo. Impara poi a mettersi in
piedi in modo autonomo e starci senza l’aiuto dei genitori o di altri supporti. Passa gli oggetti
da una mano all’altra, li lascia facendoli cadere a terra e li riesce ad afferrare con due dita. A
un anno si mette in piedi e cammina appoggiandosi ai mobili o in modo autonomo, riesce a
compiere anche passi laterali. La sua motricità fine diventa sempre più precisa e coordinata
riuscendo anche ad usare da solo il cucchiaio o ad infilarsi i calzini. Tra i diciotto e i ventiquattro
mesi raggiunge maggiori abilità motorie come camminare in modo autonomo e stabile, correre
e saltare che fanno parte della motricità globale. Riesce anche a superare piccoli ostali e ballare,
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Ivancich V. (2012). L’ambulatorio in psichiatria dell'età evolutiva: Screening, orientamento diagnostico,
consultazione breve. Milano: Springer Verlag Italia, p. 88