10
diffusione del commercio elettronico, può facilmente cambiare l’azienda fornitrice
con un semplice click. Le aziende, consapevoli di questo cambiamento cambiano
anch’esse. Cambia il loro approccio verso i clienti che sono al centro di tutte le
attività aziendali, cercano di conoscerlo meglio e di instaurare con loro un
rapporto di fiducia che, in un contesto come quello attuale in cui il mercato è
saturo e le aziende tendono a rubare il cliente ai propri concorrenti, è vitale per il
suo mantenimento. Le aziende adottano un approccio win-to-win, vince sia
l’azienda che il cliente, passando da un orientamento product-centric ad un
orientamento customer-centric. Si riscopre l’importanza che il cliente riveste per
lo stesso successo dell'azienda sul mercato e ciò le porta a porre maggiore
attenzione sulle informazioni, derivanti da diversi canali di contatto, e sulla loro
gestione. Si utilizza il termine riscoprire perché sin dall’antichità, sin dalla nascita
delle prime forme di commercio si riconosceva ai clienti una notevole importanza
per il successo dell'attività commerciale ma col tempo il cliente, se così si può
dire, viene messo da parte a favore di un approccio orientato al prodotto. Con
questo lavoro cercheremo di affrontare le problematiche relative alla gestione
dell’informazione e dei clienti e le modalità con le quali l’azienda cerca di farvi
fronte.
Nel primo capitolo parleremo dell’informazione, oggi considerata importante al
pari di tutte le altre risorse già considerate rilevanti per l’attività aziendale sin dal
passato, e dei sistemi informativi orientati alla gestione dell'informazione e al
supporto del processo decisionale. Nel tempo si succedono diversi sistemi
informativi sino ad arrivare agli attuali ERP (Enterprise Resource Planning) sui
quali ci soffermeremo in modo particolare. Gli ERP si diffondono intorno agli
11
anni novanta e sono sistemi informativi integrati che pongono tutti i soggetti nella
condizione di entrare in possesso delle informazioni di cui hanno bisogno e nel
momento in cui ne hanno bisogno. I sistemi ERP, presenti in tutte le grandi
aziende, oggi si stanno diffondendo anche nelle PMI ma nonostante la loro
diffusione essi trovano dei limiti nel supporto del processo decisionale ai livelli
più alti, contenendo essi dati transazionali e cioè strutturati in entità operative
come numeri d’ordine, stock di magazzino, codice di prodotto, che risultano
essere poco utili per portare ad una decisione. A tal proposito vengono sviluppati
degli strumenti, come ad esempio OLAP e Data Mining, che facilitano l’analisi
dei dati e forniscono un supporto al processo decisionale. L’avvento di internet ha
indubbiamente dei riflessi anche su questi sistemi, portando a parlare non più di
semplici sistemi ERP ma di ERP-extended e contemporaneamente di impresa
estesa. L'impresa vede cambiare la propria value chain che si estende fino a
comprendere fornitori e clienti che entrano, quindi, a far parte dell’impresa.
Proprio dei clienti e di come il loro cambiamento ha influito sul modo di operare
dell'azienda, parleremo nel secondo capitolo. I clienti diventano il fulcro
dell'azienda che organizza tutti i processi aziendali intorno ad essi e le software
house, consapevoli delle esigenze delle aziende di conoscere meglio i clienti, di
gestire tutte le informazioni su di essi, sviluppano dei sistemi detti CRM
(Customer Relationship Management), integrabili con il sistema ERP, il cui scopo
è quello di gestire le relazioni con i clienti.
Nel secondo capitolo analizzeremo il sistema CRM che è ancora un argomento
molto vasto e per certi versi anche incerto. Il CRM è simile all'ERP ma ne
rappresenta un suo modulo applicativo verso cui tutte le aziende si stanno
12
orientando. Proprio la novità che il CRM ha rappresentato agli inizi della sua
diffusione, ha portato molte aziende ad investire in esso senza tener conto dei
ritorni di investimento e degli impatti che la sua introduzione ha
sull'organizzazione, in particolare sulle risorse umane, conducendole a fallimenti
sicuri e spesso all'abbandono del processo d'introduzione dello stesso,
comportando in questo modo costi ancora maggiori. Le informazioni sui clienti
sono sempre più importanti ed oggi le informazioni di cui l'azienda può disporre
sono maggiori rispetto al passato in conseguenza dell'aumento dei canali di
contatto con il cliente. Si assiste alla nascita di nuovi canali di contatto che non
sostituiscono ma affiancano i canali più tradizionali. Verrà analizzato, in questo
capitolo, il concetto di multicanalità insito nel concetto di CRM ed in particolare
parleremo di due canali di contatto rappresentati dal Web e dal Contact Center.
Nell'ultimo capitolo affronteremo il caso di un’azienda, il Gruppo Formula, leader
nel mercato italiano degli ERP che grazie a questa posizione è riuscita a percepire
le esigenze delle aziende e si è orientata nello sviluppo di soluzioni applicative di
CRM.
13
CAPITOLO 1
L’Enterprise Resource Planning
1.1 L’informazione e i sistemi informativi aziendali
Uno degli aspetti su cui oggi la letteratura si sofferma maggiormente è il
ruolo che l’informazione ricopre nei nuovi modelli organizzativi dell’impresa. In
passato, quando il mercato era statico, l’informazione era gestita secondo il
modello della scala gerarchica legata agli organigrammi dove l’informazione
posseduta dalla singola unità produttiva non è proprietà dell’azienda. Nei primi
anni ’90, in seguito ad una maturazione del cliente e ad una saturazione degli
spazi di vendita, i mercati devono trovare nuove logiche di acquisto e di vendita.
Le aziende iniziano a parlare con i clienti, ad ascoltarlo, ad interrogarlo sui suoi
desideri ed aspettative e tutto ciò porta le aziende ad entrare in contatto e a gestire
una mole di informazioni maggiore rispetto al passato. Entra in crisi il vecchio
modello gerarchico a favore di una nuova architettura in cui ciascuno viene posto
nella condizione di entrare in possesso con l’informazione di suo interesse,
utilizzare la parte a lui più utile ed arricchirla di nuovi elementi. L’informazione
diventa l’elemento più prezioso per l’azienda ponendosi, al suo interno, in una
posizione di preminenza rispetto a tutte le altre risorse e rendendosi, nello stesso
tempo, necessaria per massimizzare il loro stesso utilizzo.
14
Spesso il termine “informazione” è confuso con il termine “dato” ed usati come
sinonimi. Tra questi due termini esiste però una differenza. Con il termine “dato”
si intende la rappresentazione o la simbolizzazione della percezione delle attività
economiche da parte dell’analista
1
; con il termine “informazione” si intendono,
invece, solo quei dati che possono essere direttamente utilizzati per l’esercizio di
una certa attività o derivanti da una elaborazione di dati che altrimenti
risulterebbero, nel loro stato primario, scarsamente significativi per essere
utilizzati in processi decisionali
2
. L’informazione non è fine a se stessa ma risulta
utile nel momento in cui contribuisce e facilita la comprensione di eventi passati e
la previsione di eventi futuri, portando alla corretta assunzione di decisioni
coerentemente con gli obiettivi perseguiti dall’azienda. All’interno
dell’organizzazione circolano innumerevoli informazioni con caratteristiche
diverse e quelle principali che esse devono possedere sono
3
:
• Rilevanza: le informazioni devono essere rilevanti ai fini delle attività che
l’individuo o l’organizzazione intende compiere. In caso contrario, l’acquisto
o la conservazione dell’informazione può non essere conveniente;
• Disponibilità: l’azienda deve riuscire ad entrare in possesso dell’informazione
sopportando dei costi non superiori a determinati livelli diversi a seconda delle
differenti capacità economico-finanziarie dell’organizzazione;
• Accessibilità: non è detto che se l’informazione è disponibile sia anche
accessibile e ciò sia in termini di fonti
4
che in termini di costi;
1
Cfr. Prince T.R., Sistemi informativi per la pianificazione e il controllo nelle aziende, F. Angeli, Milano,
1973.
2
Cfr. V. Maggioni, Il sistema informativo aziendale, Cedam, Padova, 1983.
3
Come sopra.
4
La fonte può essere così lontana o di difficile consultazione da rendere vane le speranze di venire in
possesso dell’informazione.
15
• Tempestività: per tempestività si intende il lasso di tempo che deve trascorrere
tra il momento in cui nasce il bisogno informativo e il momento in cui questa
esigenza risulta soddisfatta. L’arco di tempo tra nascita del bisogno e il suo
soddisfacimento, non deve essere superiore a quello disponibile per porre in
essere l’attività che ha generato il fabbisogno informativo. Questa
caratteristica è una delle più importanti essendo il valore di molte informazioni
strettamente legato al tempo, infatti, il valore degrada e a volte tende ad
azzerarsi con il trascorrere del tempo;
• Comparabilità: con questo termine ci si riferisce alla possibilità di confrontare
i dati e le notizie ricevute con le informazioni che già si hanno a disposizione
per poter effettuare un controllo di qualità e di merito sulla bontà delle nuove e
delle vecchie conoscenze acquisite, e per aver la possibilità di trattare insieme
le informazioni riguardanti uno stesso argomento;
• Obiettività ed economicità: le informazioni non devono essere inquinate da
contributi personali che possono distorcere il loro significato. L’informazione,
come tutte le altre risorse, non è un bene libero in natura perciò per il suo
approvvigionamento, l’organizzazione deve sopportare dei costi. Da ciò si può
dedurre che solo quando l’acquisizione delle informazioni può avvenire in
termini economici si rende possibile il suo reperimento e la sua utilizzazione.
Nel caso contrario, si decide di non acquistare la notizia oppure l’acquisto
avviene sacrificando alcune delle caratteristiche sopra enunciate.
L’informazione costituisce una risorsa critica per l’organizzazione, la sua ”linfa
vitale” infatti, l’assenza di informazioni può compromettere l’esistenza
16
dell’organizzazione stessa
5
. All’interno dell’organizzazione vi è uno stretto
rapporto tra informazione e processo decisionale: la prima, in assenza di
un’attività deliberativa non ha ragione di esistere; il secondo, senza informazioni a
disposizione, non può essere avviato e la possibilità di ottenere risultati validi
senza informazioni sull’argomento è basata sulla casualità. La bontà di una
decisione dipende dalla quantità e qualità delle informazioni a disposizione, oltre
che dalle capacità intuitive possedute dal soggetto preposto all’attività decisionale.
Il processo decisionale diventa sempre più razionale quanto più cresce il peso
delle informazioni a disposizione rispetto alle capacità intuitive e ciò porta il
soggetto decisore, a basare la propria scelta su elementi di maggiore certezza ed
obiettività
6
. L’informazione è vista, infatti, come entità che contribuisce alla
riduzione dell’incertezza presente nel momento di prendere decisioni e questa
riduzione avviene con la raccolta di elementi e con la loro elaborazione.
Le informazioni rappresentano le premesse necessarie per creare conoscenza
7
all’interno dell’organizzazione. La conoscenza è definita come il risultato di un
procedimento che elabora e trasforma le informazioni pertinenti alla realtà oggetto
di decisioni. Sono proprio il complesso delle informazioni possedute, che
collegate tra di loro e che confrontate con la conoscenza già posseduta a generare
nuova conoscenza, a distinguere un’organizzazione dall’altra e non i mezzi
5
George Steiner sostiene che: “I flussi informativi sono così importanti per la vita e la sopravvivenza di
un’impresa quanto il flusso di sangue lo è per la vita e la sopravvivenza di un individuo”. Cfr. Steiner G.A.,
Top management planning, Collier McMillan, Toronto, 1969, p. 475.
6
Secondo Galbraith, all’incertezza si può rispondere in due modi: diminuendo l’esigenza di trattamento delle
informazioni e ciò vuol dire essere pronti ad assorbire le varianze con largo margine rispetto all’imprevisto;
oppure aumentando la capacità di elaborazione e comunicazione delle informazioni. In quest’ultimo caso si
investe in sistemi informativi sia dal punto di vista tecnico, l’investimento in informatica viene a configurarsi
come una vera e propria tecnologia dell’organizzazione, sia dal punto di vista organizzativo.
7
Nell’economia di oggi, la risorsa economica di base per l’organizzazione non è più il capitale o il lavoro
umano ma la conoscenza che deve essere gestita come tutte le altre risorse. La conoscenza, così come
l’informazione, rappresenta per l’organizzazione un fattore critico di successo.
17
materiali disponibili quali possono essere, ad esempio, le materie prime. Il grado
di conoscenza posseduto da un individuo o da un’organizzazione su problemi,
generali e particolari, dipende dalla quantità di informazioni ricevute
sull’argomento e dalla capacità di trattenere le informazioni acquisite nel passato.
La disponibilità di informazioni presuppone, oltre alla raccolta di dati dai quali le
informazioni traggono origine, l’esistenza di sistemi informativi che si occupino
della loro gestione e conservazione in archivi. Il sistema informativo aziendale è
una struttura permanente, interagente e future oriented di persone, canali,
procedure e strumenti (hardware e software) aventi per oggetto l’acquisizione, la
memorizzazione, l’elaborazione, e la diffusione dei dati, informazioni e notizie in
genere. Il sistema informativo aziendale è quindi finalizzato a generare e gestire
un flusso informativo a supporto del processo decisionale. Come si è già detto,
un’organizzazione non può esistere senza informazioni perciò all’interno di ogni
organizzazione è presente un sistema informativo il cui fondamento è collegato
alla sua idoneità a soddisfare le esigenze conoscitive interne, per prendere
decisioni amministrative, per controllare delle operazioni poste in essere e i
risultati raggiunti; e alla soddisfazione delle esigenze conoscitive esterne e cioè
soddisfare tutte le richieste provenienti da soggetti che sono collegati ed
interessati alle attività svolte dall’azienda (clienti, fornitori, banche, ecc.). Il
sistema informativo aziendale è composto da cinque elementi
8
:
1. Dati: rappresentano la materia prima grezza del processo informativo e che
acquistano valore, diventando quindi informazioni, solo dopo essere stati
organizzati e realmente utilizzati nei processi decisionali;
8
In Contabilità Finanza & Controllo, “Information Technology e integrazione dei sistemi informativi
aziendali”, A. Mucelli, n. 7/ 2000.
18
2. Metodi e procedure: ovvero un insieme di regole volte alla raccolta ed
elaborazione dei dati grezzi, e alla successiva comunicazione delle
informazioni;
3. Persone: intendendo con questo termine non solo le persone coinvolte nelle
operazioni di raccolta, elaborazione e comunicazione delle informazioni, ma
tutti i soggetti che operando all’interno dell’impresa utilizzano dati ed
informazioni
9
;
4. Mezzi e strumenti: l’infrastruttura tecnologica sulla quale vengono supportate
ed elaborate le informazioni;
5. Principi generali: sono valori e idee di fondo che orientano il disegno del
sistema condizionandone il comportamento (ad es. la scelta tra accentramento
o decentramento delle operazioni di rilevazione, il grado di autonomia
attribuita in sede di elaborazione dati).
Tutti questi elementi sono collegati tra loro da relazioni che si configurano in base
agli obiettivi assegnati al sistema informativo. Un sistema informativo per riuscire
a rispondere a tutte le necessità conoscitive dei vari livelli aziendali deve avere i
requisiti
10
della:
• Validità: il sistema informativo deve fornire informazioni utili per il processo
decisionale e quindi le informazioni devono possedere tutti i requisiti richiesti
come la completezza, selettività, accuratezza, e quando richiesto di
aggregazione e tempestività;
9
Esistono gruppi di persone che sono impegnate direttamente nel funzionamento del sistema e gruppi di
persone che, invece, costituiscono gli utenti del sistema informativo. I soggetti facenti parte del primo gruppo
saranno inquadrati ed organizzati all’interno dell’impresa in base alle competenze possedute. Le persone
costituenti il secondo gruppo, sono distinte in utenti “diretti” e “indiretti” del sistema a seconda se operano o
decidono di utilizzare determinati servizi prodotti dallo stesso sistema, o se usufruiscono dei risultati che
scaturiscono da quei servizi.
10
Cfr. M.G. Ceppatelli, I sistemi informativi aziendali, CEDAM, Padova, 1983, p. 38.
19
• Elasticità: il sistema informativo deve riuscire ad adeguarsi in continuazione e
velocemente ai cambiamenti, alle diverse esigenze dell’ambiente;
• Convenienza: la convenienza in un sistema informativo consiste nella
produzione di informazioni valide e a costi accettabili.
Importante per l’efficacia del sistema informativo è la struttura dei dati e cioè
come sono organizzati, infatti, un sistema informativo ottimale si ha quando per
ogni dato o informazione esiste una sola sorgente accessibile a tutti gli utenti nello
stesso momento, pur nel diverso utilizzo applicativo. Nascono i data base definiti
come una raccolta di dati correlati e disposti in modo altamente organizzato così
da essere rapidamente disponibili tramite programmi di ricerca e gestione. I dati
vengono distinti in: schema, indici e dati. Con lo schema si definiscono le
informazioni che si vogliono memorizzare all’interno del data base e che vengono
memorizzate in forma di dati o meglio di metadati. Gli indici
11
che gestiscono la
parte altamente organizzata di un data base permettendo il reperimento efficiente
dei dati, sono definiti su tutti i dati che compongono l’archivio e sono aggiornati
ogni qual volta si procede all’inserimento di nuovi dati. Infine, abbiamo i dati che
sono la rappresentazione di certi fatti conformi alla definizione dello schema.
La peculiarità dei data base
12
è quella di registrare i dati una sola volta, evitando
ridondanze, e nel momento in cui si verifica una variazione dei dati, questa viene
riportata dal sistema in modo automatico in tutti gli archivi.
11
Nel momento in cui si fa una ricerca, se gli indici non sono stati impostati, questa viene effettuata per
“scorrimento” e cioè il sistema scorre tutti i record, partendo dal primo, sino a quando non trova il dato
cercato.
12
I data base non sono tutti uguali ma hanno delle caratteristiche diverse che li distinguono gli uni dagli altri e
si hanno:
• Data base multiutente e monoutente;
• Data base file server e client server.
20
Il sistema informativo deve riuscire a tenere sotto controllo le risorse informative
e tutto il patrimonio conoscitivo, evitando duplicazioni, alterazioni di contenuto
dei dati e delle notizie acquisite dall’organizzazione. Esso comunica ai livelli
inferiori le decisioni prese in modo che queste vengano eseguite e,
successivamente, comunica al sistema di controllo i risultati raggiunti per
confrontare gli obiettivi stabiliti con quelli effettivamente raggiunti. In
conclusione, possiamo dire che il compito principale del sistema informativo è
quello di gestire l’informazione affinché il soggetto che opera nell’azienda entri in
possesso di tutte le informazioni necessarie per svolgere le attività a cui è
preposto.
1.2 Gli scenari evolutivi
1.2.1 L’architettura informativa
Il sistema informativo è l’insieme di vari elementi e delle loro relazioni
finalizzato a soddisfare le esigenze conoscitive interne ed esterne. Ogni
organizzazione dispone di un sistema informativo, consapevolmente o meno, dal
quale ogni ruolo manageriale deve essere in grado di attingere una sua specifica e
dettagliata “visione” della porzione di processo di cui è responsabile. Negli anni il
sistema informativo si è evoluto acquisendo dimensioni più elevate, aumentando i
livelli di complessità e di utilità all’interno del sistema aziendale. Si è passati da
una semplice razionalizzazione dei flussi informativi disponibili e necessari per il
21
funzionamento dell’impresa, alla realizzazione di sistemi integrati che permettono
di porre in essere velocemente ed efficacemente processi decisionali.
La prima tecnologia utilizzata in azienda è rappresentata dalle macchine
meccanografiche nate per risolvere problemi amministrativi, e per raggiungere
vantaggi di velocità rispetto al trattamento manuale delle informazioni. Si parla di
sistemi informativi automatizzati (SIA), il cui scopo è coprire le procedure
operative più ripetitive attraverso elaborazioni computerizzate in modo da
alleggerire il carico lavorativo dei livelli aziendali esecutivi. Questa prima fase,
siamo negli anni sessanta, viene chiamata, in letteratura, Electronic Data
Processing System (EDP System) caratterizzato dall’utilizzo di dati e procedure
standard, e da un orientamento all’efficienza. L’EDP che ha come obiettivo quello
di definire nel lungo periodo l’organizzazione e la raccolta delle informazioni
necessarie per il raggiungimento degli obiettivi aziendali, contribuisce alla
realizzazione della strategia aziendale migliorando la posizione dell’azienda nella
trattativa con il cliente ed influenzando la posizione dell’azienda nella trattativa
con il fornitore; facilitando il processo di differenziazione e personalizzazione del
prodotto e cercando di creare barriere all'entrata nei confronti dei concorrenti. La
dipendenza dall’EDP si può quantificare guardando al numero di procedure
automatizzate necessarie perché l’azienda raggiunga i propri obiettivi. Quello
dell’EDP è un approccio ingegneristico che si manifesta in una fase in cui
nell’impresa si sviluppa una cultura tecnica, spesso chiusa verso il resto
dell’impresa, dove si pone più attenzione alla tecnologia che all’effettiva
partecipazione nella risoluzione dei problemi aziendali.
22
Nei manager, che sentono la pressione di una competizione sempre più crescente,
nasce l’esigenza di disporre di strumenti ed informazioni utili alla direzione
dell’azienda. Nascono i sistemi informativi direzionali, o Management
Information System (MIS) definiti come l’insieme delle procedure automatizzate
che forniscono informazioni
13
di carattere standardizzato e in modo routinario alla
direzione
14
. Il MIS pone enfasi sulla tempestività e affidabilità delle informazioni,
consentendo un orientamento non solo sull’efficienza ma anche sull’efficacia e
ciò si rende possibile attraverso l’utilizzo di terminali. L’utente può immettere
direttamente i dati nell’elaboratore, diventando l’unico responsabile dei dati
immessi e della loro affidabilità, e visualizzarne il contenuto attraverso semplici
interrogazioni
15
. Con l’avvento dei MIS si ha un’evoluzione nella raccolta dei dati,
nella comunicazione dei risultati e un miglioramento nella comunicazione
16
tra le
diverse aree. Col passare del tempo le imprese si sono accorte di non riuscire a
raggiungere i benefici e gli obiettivi attesi attraverso il sistema informativo
direzionale e le principali cause vengono riscontrate nel tempo di realizzo, spesso
molto lungo, e negli elevati costi che si sostengono per la realizzazione di questo
progetto. Le imprese si stanno orientando verso sistemi più semplici e facili da
usare come i sistemi di supporto alle decisioni, o Decision Support System (DSS)
definiti come un insieme coerente che sfrutta la tecnologia del computer
(hardware e software) per applicare i principi del management science in modo da
aiutare i manager nell’ambito dei processi decisionali non predefiniti e
13
Occorre notare che non si parla più di dati ma di informazioni e cioè di dati elaborati e valutati.
14
In Contabilità Finanza & Controllo, “Information Technology…, articolo citato, n. 7/2000.
15
Si supera in questo modo la precedente metodologia caratterizzata da immissione dei dati basata su
trascrizioni e perforazioni.
16
La maggiore comunicazione è fonte di possibili miglioramenti nella gestione, quindi la disponibilità di
informazioni, in particolare quelle rivolte all’interno, rappresenta uno degli elementi del vantaggio
competitivo.
23
strutturati
17
. Questi sistemi non richiedono la centralizzazione della base dati
poiché gli elaboratori locali, se dotati di una propria base dati specifica, possono
operare in modo autonomo per ciò che riguarda le operazioni della propria area
funzionale e collegarsi ad un computer centrale per le elaborazioni che
interagiscono con le altre aree. I DSS si pongono come strumenti a disposizione
dei manager per fornire informazioni che facilitino il processo decisionale. Sono
sistemi proiettati nel futuro, infatti, oltre ad essere di supporto per prendere le
decisioni correnti, sono di aiuto per sviluppare piani strategici. Questo sistema
deve essere facile da usare in modo da consentire un colloquio semplice e
comprensibile per l’utente e quindi essere uno strumento comodo da usare; deve
essere flessibile e cioè deve avere la capacità di adattarsi alle continue evoluzioni
interne ed esterne senza influire sull’architettura generale del sistema e della base
dati. Oltre le caratteristiche di facilità d’uso e di flessibilità, peculiarità del sistema
è l’interazione tra l’uomo e la macchina che permette di supportare decisioni a
tutti i livelli direzionali
18
. Il sistema DSS non sostituisce la direzione nell’attività
decisionale ma mette a disposizione dei manager facili mezzi di accesso alla base
dati e ai programmi di elaborazione che combinati con le proprie capacità intuitive
e percettive conducono alla formulazione di decisioni.
Esiste in azienda un sistema che supporta il top-management e questi sono i
sistemi per l'alta direzione, definiti Executive Information Systems (EIS) che
presentano informazioni, quasi sempre su Personal Computer, molto sintetiche
con forti caratteristiche di destrutturazione.
17
Cfr. J. Bennet, Building DSS, Addison Wesley, Reading Mass, 1983.
18
La macchina è lo strumento che permette alla direzione di valutare più alternative prima di effettuare la
scelta che, comunque, spetta all’uomo il quale ha la responsabilità di esprimere un giudizio e di scegliere tra
le diverse alternative.