interessi e bisogni, espandendo maggiormente la loro influenza in tutte le aree del pianeta, in special
modo in quelle lasciate libere dal crollo del regime sovietico. Questa politica economica ha ricevuto
un maggior impulso dopo il fatidico 9/11
1
con l’affiancamento di una politica militare tesa alla
sconfitta del terrorismo, diventato il principale avversario degli USA su scala mondiale. La politica
unilaterale statunitense risulta il maggiore competitore dell’ Unione Europea nel mondo sotto tutti
profili politici ed economici.
L’Europa si presenta al Ventunesimo secolo quale prima potenza economica mondiale, ma
con l’ancestrale debolezza politica. Molte sono le sfide su cui dovrà cimentarsi per raggiungere
quella completezza che la faccia assurgere a potenza geopolitica, abbandonando in maniera
definitiva la nomea di “nano” politico. Per la realizzazione di questo obiettivo, in primo luogo, sarà
necessario avviare lo sviluppo politico-istituzionale attraverso l’approvazione della Carta
Costituzionale, quale primo passo verso una Europa politica, inoltre sarà necessario definire
l’estensione geografica dell’Unione
2
e completare la realizzazione del Mercato Unico, e per ultimo
concertare una politica economica che possa sostenere l’impatto della concorrenza delle nuove
potenze industriali. La globalizzazione comporterà nuove sfide anche per l’Unione Europea dal
punto di vista della necessità di estendere le capacità di adattamento dei mercati del lavoro, ma allo
stesso tempo, sta offrendo nuove prospettive come risultato di una maggiore apertura dei Paesi terzi.
L’avvento di nuove potenze asiatiche, in primis Cina e India, che si stanno elevando da una
posizione di potenze regionali a quella di competitors internazionali, sta apportando dei
cambiamenti sullo scenario economico mondiale attuale, obbligando a rivedere le prospettive e le
impostazioni precedentemente delineate. Le principali potenze economiche sono chiamate alla
riformulazione delle loro strategie in funzione della nuova concorrenza proveniente dall’ Asia che,
lentamente ma costantemente, sta sviluppando una spiccata propensione alla concorrenza in tutti i
settori dell’economia e nella ricerca delle risorse energetiche sia tradizionali che rinnovabili. Il
1
Espressione statunitense con la quale si indica gli attacchi terroristici del 11 Settembre 2001 alle
Twin Towers di New York e al Pentagono
2
Dal 1 Gennaio 2007 si costituirà la UE a 27 con l’ingresso di Romania e Bulgaria
4
controllo di queste ultime rappresenta il futuro campo di competizione per le potenze economiche
mondiali. Nell’analisi della situazione economica mondiale una trattazione a parte merita l’Italia
che presenta un quadro che rispecchia l’impostazione europea ma con alcune peculiarità, spesso
negative, che la contraddistinguono da tutte gli altri Stati Membri e sulle quali sarà necessario
trovare delle soluzioni precise al fine di colmare il gap che non le permette di avvicinare i ritmi di
crescita dei più importanti paesi industrializzati dell’ Europa e del mondo.
Nel corso dei secoli l’uomo ha sviluppato le sue doti e le sue capacità, in tutti i vari campi
della vita, attraverso la competizione che va considerata quale fonte primaria della sua evoluzione,
la molla che ha permesso il progressivo miglioramento delle condizioni di vita dell’ umanità.
Competere significa, innanzitutto, desiderio e speranza di migliorare il presente, partendo dal
confronto con il diverso per poter, in un prossimo futuro, riuscire a sviluppare un processo di
crescita equilibrato ed armonioso che procuri un miglioramento degli standards qualitativi di vita.
Nella società mondiale, specialmente in quella europea, è avvenuto un processo di chiusura nei
confronti della concorrenza che ha comportato l’instaurazione di politiche protezionistiche nei
processi economici. Prova evidente di questo percorso è l’intensa attività di cui si fa promotore
ancora oggi il WTO
3
, al fine di eliminare tutte quelle barriere commerciali ed economiche che non
permettono uno sviluppo concorrenziale del commercio mondiale.
In questo studio svilupperemo in particolar modo il tema della concorrenza, presentando i
recenti sviluppi dell’Unione Europea e l’impostazione statunitense, ponendo l’accento sulle
differenze alla base delle due politiche e sul ruolo della competitività nello sviluppo delle altre
politiche nazionali, ad esempio la politica estera. Focalizzeremo l’attenzione sull’evoluzione della
concorrenza europea quale concreto fattore di crescita, il suo effettivo ruolo per la realizzazione di
questo obiettivo, verificando la presenza o meno di possibili deviazioni dal tema. Infine valuteremo
la possibilità di una futura convergenza delle due potenze economiche per le rispettive politiche
della concorrenza.
3
Con riferimento agli Accordi del GATT, istituiti alla fine della Seconda Guerra Mondiale
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CAPITOLO PRIMO
IL RUOLO DELLE POLITICHE PER LO SVILUPPO NELL’ AMBITO UE
1.1 La Strategia di Lisbona
Nei giorni 23-24 Marzo del 2000, il Consiglio Europeo tenne a Lisbona una sessione
straordinaria per concordare un nuovo obiettivo strategico per l’Unione Europea al fine di sostenere
l’occupazione, le riforme economiche e la coesione sociale nel contesto di una economia basata
sulla conoscenza. In quella sede vennero delineate le linee guida per lo sviluppo di una nuova
politica economica per preparare l’ UE alle sfide del nuovo secolo, lasciando inalterati i propri
valori e concetti di società, anche in previsione dell’allargamento, avvenuto nel 2004, ai nuovi Stati
Membri.
I due principali punti di debolezza furono individuati nella disoccupazione strutturale di lungo
periodo con marcati squilibri regionali e nel mancato sviluppo del settore dei servizi, in particolar
modo delle telecomunicazioni ed internet, nel quale sussisteva una mancanza di qualificazione
professionale causa di un numero sempre crescente di posti di lavoro inoccupati. Per far fronte a
questa situazione venne prefissato un nuovo obiettivo strategico per il prossimo decennio :
“Diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in
grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e
una maggiore coesione sociale”
4
Al fine di ottenere questo obiettivo veniva formulata una strategia globale per consentire all’Unione
di stabilire le condizioni propizie alla piena occupazione e il rafforzamento della coesione regionale
nell’ Unione Europea. I punti fondamentali riguardavano :
ξ La predisposizione del passaggio verso una società ed una economia basata sulla
conoscenza, migliorando le politiche in materia di società dell’informazione e di
Ricerca&Sviluppo, con il completamento del mercato interno attraverso l’accelerazione
4
Cfr. “Conclusioni della Presidenza – Consiglio Europeo di Lisbona”
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della riforma strutturale con l’obiettivo di incrementare la competitività e agevolare
l’innovazione;
ξ La modernizzazione del modello sociale europeo attraverso l’investimento nelle persone e la
battaglia contro l’esclusione sociale;
ξ Applicazione di una adeguata combinazione di politiche macroeconomiche per sostenere il
contesto economico sano e le prospettive di crescita favorevoli.
Per la realizzazione di una direzione strategica più coerente e di un monitoraggio dei progressi
futuri compiuti più efficace, veniva introdotto il nuovo “Metodo di Coordinamento Aperto”
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con il
potenziamento del ruolo guida e di coordinamento del Consiglio Europeo.
Nella precedente citazione si possono constatare gli elementi fondamentali sui quali venne
incentrata la politica economica europea, programmata nel vertice di Lisbona, incentrate sulla
coesione sociale, la conoscenza, l’occupazione, la sostenibilità ambientale e la competitività. Nel
corso del Consiglio Europeo, si sottolineò il contributo fondamentale della R&S e dell’innovazione
tecnologica per il necessario passaggio ad una economia digitale quale potente motore per la
crescita, la competitività e l’occupazione, per la creazione di una infrastruttura delle comunicazioni
che potesse offrire a tutte le imprese e ai cittadini comunitari, un’ ampia gamma di servizi e la
possibilità di interazione lavorativa, commerciale e sociale, tramite le nuove tecnologie
informatiche.
Per un miglior grado di conoscenza
Per quanto concerne il concetto di conoscenza, il Consiglio ha posto l’accento sulla lotta
all’analfabetismo e sulla esclusione dall’informazione. Questi due problemi sono al centro della
politica europea per il raggiungimento di un grado ottimale di diffusione della conoscenze culturali
e scientifiche che, attraverso il potenziamento del ruolo dell’università, possa contribuire allo
sviluppo imprenditoriale e industriale europeo. La diversità culturale viene considerata una risorsa
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In inglese OMC : “Open Method of Coordination”
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fondamentale, da preservare e diffondere all’interno dell’ Unione tramite le tecnologie di
informazione, Internet in primis, al fine di fornire dei valori aggiunti alle differenti culture europee.
Valorizzare il fattore umano
In questo contesto, si colloca il desiderio di valorizzazione del fattore umano quale risorsa
basilare per la convergenza della domanda ed offerta formative. Ogni individuo deve essere
considerato come una potenziale risorsa, sulla quale devono convergere i diversi programmi europei
tesi alla valorizzazione delle capacità personali e alla formazione di nuove conoscenze con
l’obiettivo di soddisfare la richiesta di formazione e qualificazione da parte delle imprese e il
desiderio di occupazione della popolazione inattiva e di competenza professionale dei lavoratori,
nell’intento di assicurare uno sviluppo economico e sociale maggiormente equilibrato e diffuso in
tutti gli strati della popolazione e nelle diverse le fasce di età. Sotto questo profilo, particolare
rilievo viene posto al ruolo dei disabili e degli anziani, che non devono essere emarginati dalla
società, ma aiutati ad essere parte attiva nei processi economici e sociali all’interno dell’ Unione
Europea.
In prospettiva di un incremento dell’occupazione
L’occupazione rappresenta un fattore determinante nella piena realizzazione della Strategia di
Lisbona. Durante il Vertice, furono individuati quattro obiettivi macroscopici a livello comunitario,
definiti “pilastri” che ispirassero le politiche socio – economiche degli Stati membri:
ξ occupabilità,
ξ imprenditorialità,
ξ adattabilità delle imprese e dei lavoratori,
ξ parità dei diritti in tema di partecipazione delle donne alla forza lavoro.
In relazione a questi quattro pilastri sono stati elencati dei traguardi da raggiungere entro il 2010
riguardanti il tasso di occupazione del 70%, con riferimento alla popolazione attiva tra i 15 e i 65
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