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Introduzione
Questo lavoro basato sulla pianificazione del territorio e dell’ambiente, è realizzato per comprendere
gli aspetti del turismo termale identificato con il territorio su cui si sviluppa, colto da una presunta
carenza di idee e fase di decadimento odierno.
Non c’è una specifica dottrina del turismo che si occupa del lato diverso, dei vari turismi e del termale
in particolare, ma varie considerazioni, fatte nel corso degli anni, che analizzano e cercano di capire i
problemi che si sono venuti a creare negli ultimi decenni nei diversi accessi all’offerta da parte dei
clienti, poiché in passato il sistema termale era inteso più che come turismo, come cura e o “periodo di
cura dettato”, in cui ci si accontentava del trattamento e se c’erano altre attività connesse vi si usufruiva
mentre se non c’erano si usufruiva delle sole cure, ma ora risulta essere cambiata la tendenza per via
dei diversi criteri che i soggetti utilizzano per la scelta dei propri prodotti e servizi.
La crescita dei redditi, o meglio l’aumento più generalizzato del benessere di vita e l’incremento del
tempo libero insieme al cambiamento di mentalità, ha portato il sistema termale a porsi non più come
attività solo ospedaliera, di cui nessuno se ne sente più attratto, ma come attività ricreativa e di
benessere a cui dedicare il proprio tempo, mantenendo elevato il proprio interesse per il proprio corpo,
sostenendo una buona attività psico-fisica, unendo tra l’altro le varie attività con relax e attività per il
tempo libero.
La classica filiera termale Terme – medico curante (che indirizza verso i fornitori) - cliente viene a
ridursi, e si lascia spazio in avanti la nuova filiera Cliente – Terme – Altre Attività - Medico Curante
con l’obiettivo principale il soddisfacimento dei bisogni del Cliente ora soggetto iniziale su cui basarsi.
Quindi un’offerta cliente-centrica.
Questo lo si iniziò a capire da molti anni prima, quando già la tendenza era avviata, ma si volle ancora
utilizzare il comparto termale in senso classico, terapeutico, come sinonimo di clinica ospedaliera,
poiché permetteva di mantenere i ricoveri costanti, grazie alle convenzioni con il Sistema Sanitario
Nazionale (S.S.N).
Nel corso della trattazione capiremo perché questo modello non è più valido, guardando e analizzando i
vari componenti del sistema turismo che hanno influenza su di esso e lo hanno fatto in passato, per
avere e per dare un più chiaro primo quadro degli organi, delle teorie e degli attori operanti, discutendo
delle varie funzioni esplicate in maniera molto sintetica, perché non è il vero interesse, in quanto serve
da ausilio per definire meglio il significato dell’argomento turismo termale.
La parte seconda ci indicherà l’interesse verso l’Italia e verso il sistema termale, tramite
un’illustrazione e una presentazione dei dati statistici riferiti agli arrivi, le presenze e tutti i dati
necessari per comprendere il quadro evolutivo e odierno della capacità di attrarre domanda, ovvero
turisti e altri soggetti interessati.
Dato l’interesse verso la meta dichiarato dai dati, definiremo il cliente termale nella sua evoluzione, nei
suoi nuovi bisogni già espressi e chiaramente documentati in parte ascoltati.
Chiarito così il quadro su cui ragionare, indicheremo in prima analisi il problema termale e della crisi
da invecchiamento a cui sta andando incontro.
Poi inizieremo a curarci del nostro caso riferito alla Fiuggi Terme, con una semplice analisi anche delle
altre realtà termali, distinguendo in base alla loro appartenenza (terapeutico-benessere), alle cure
somministrate e se allineate con altri prodotti evidenziando a quali target si accostano, concludendo con
l’immagine da loro rimandata sul mercato senza tralasciare il marchio, in modo da riuscire a
distinguere i vari comportamenti gestionali ed a quali risultati portano.
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1. Aspetti generali della geografia del turismo
L’Italia, perché è l’Italia il punto di partenza o finale oggetto dell’analisi, è una territorio caratterizzato
e influenzato da questa vecchia e nuova scienza che è il turismo, vecchia perché già presente, quando
era meta e punto di partenza di viaggiatori e diplomatici, nuova perché deve essere rivitalizzata e
studiata per affrontare i nuovi concorrenti ed i nuovi scenari legati al turismo globale che chiede
diverse fasi di sviluppo e di soddisfacimento di bisogni anch’essi più che nuovi, da esempio per capire
che il turismo si è rinnovato se non addirittura cambiato sono quei paesi che creano turismo da un anno
all’altro, (riuscendoci), vedi esempio Spagna, Emirati Arabi, India, Cina ecc.
Una fetta preponderante del Pil in Italia come di solito viene utilizzato per comprendere la portata del
fenomeno, è toccato dal turismo con un valore pari ad un 10,11 per cento (valori suscettibili di
modifiche).
Le attrattive offerte da quello che è definito, Il Belpaese, sono moltissime: scenari naturali unici e città
d’arte, borghi medievali e spiagge di sabbia caratteristiche, le stazioni termali che hanno acquisito un
rapporto di stretta convivenza con il marchio Italia, proseguendo nel percorso evidenziato:
1.1 Origine ed Evoluzione
Questa scienza poco esatta si esplica negli ultimi anni con diverse definizioni e classificazioni
dall’etimologia inglese al francese to tour e toruner, andare in giro la prima, girare intorno la seconda.
Le prime definizioni risalgono a Norval 1937: È un movimento generato da coloro che entrano in un
paese straniero, permanendovi almeno 24 ore e trasferendovi denaro altrove introitato.
Fonte: Angela Cresta Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali (S.E.A.)
Economia e Gestione dei Servizi Turistici
Dalle prime definizioni poi si passa inevitabilmente alla specificità e ulteriore suddivisione del
fenomeno turistico e delle sue condizioni caratterizzanti:
Spostamento, durata dello spostamento, trasferimento di reddito, motivazione (inclusa più tardi anni
60).
Si acquisisce una notevole chiarezza sul campo tanto, da iniziare ad introdurre le caratteristiche e i
fattori preponderanti per la scelta di un viaggio, quali lo spostamento, la durata dello spostamento, il
trasferimento di reddito, la motivazione, quest’ultima può essere propriamente turistica o non
propriamente turistica (lavoro, motivi religiosi, studio).
Dalle precedenti definizioni emergono alcune variabili per la definizione del fenomeno turistico:
1) lo spostamento dell’individuo dal luogo di residenza;
2) la durata dello spostamento (almeno 24 ore ma allo stesso
tempo non deve dar luogo a insediamento);
3) il trasferimento di reddito non legato ad attività lucrative;
4) la motivazione.
La nuova scienza del turismo si protrae dagli anni 60 in poi fino ai giorni nostri in cui c’è
l’introduzione di nuove definizioni:
Onu, 1963: Il turista è una persona che viaggia per divertimento, ragioni familiari, salute, riunioni,
affari, studio, che soggiorna per un minimo di 24 ore in una nazione o regione diversa da quella in cui
risiede normalmente, questa è una classica trattazione teorica che ci dà un primo accenno del
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fenomeno, che necessita ancora di una più ampia definizione raccogliendo anche le altre peculiarità che
caratterizzano il turista, non solo legato a semplici fattori numerici ma, difatti nel prosieguo del tempo
si arriva a più correlazioni tra loro, esempio la definizione di Nano, 1991: il turismo è praticato con lo
scopo di arricchire le proprie conoscenze, oppure di migliorare la propria salute o ancora di divertirsi
ed evadere dai normali comportamenti della vita quotidiana
Infine si arriva a quella definizione che fa da principio perché universalmente accettata, quella del
WTO e dell’UNSTAT, 1994:
Turismo come insieme di “attività delle persone che viaggiano verso, e si trovano in, luoghi diversi dal
proprio ambiente abituale, per un periodo complessivo non superiore ad un anno consecutivo a scopo
di svago, affari o per motivi diversi dall’esercizio di un’attività remunerata all’interno dell’ambiente
visitato”
Da non trascurare sono le considerazioni di Jafari, 1977 (che noi utilizzeremo invece come principio
principale, poiché racchiude il significato intrinseco del modello di turismo che più si adatta allo
studio del termale nel periodo odierno con la necessità di ricercare più variabili) e Toschi, 1948 che
definiscono il turismo con le sue dipendenze e influenze arricchendo il panorama su cui analizzare il
turismo stesso:
Jafari: Il turismo è “lo studio di un individuo al di fuori del suo habitat consueto, dell’industria che
soddisfa i suoi bisogni, e dell’impatto che egli e questa stessa industria hanno sull’ambiente socio-
culturale, economico e finanziario del paese ospitante”, includendo altre variabili aggiuntive a quelle
precedenti: il turismo è un fenomeno economico, è articolato in mercato della domanda e dell’offerta,
impatta sull’ambiente di destinazione .
Toschi: primo geografo a dare una prima interpretazione del rapporto della domanda e dell’offerta.
I tre momenti del turismo: turismo attivo, turismo passivo, turismo circolatorio
1.1.2 I tre momenti del turismo e l’impatto ambientale:
Turismo attivo: è il momento in cui si forma la domanda ed interessa le aree d’irradiazione turistica, gli
effetti sui luoghi d’origine appaiono meno visibili ma disaffezione ed estraniazione sono conseguenza
dello spostamento dei flussi escursionistici verso le zone periurbane e verso le zone a forte attrazione
turistica
Turismo circolatorio: è il momento cui attiene la mobilità turistica e riguarda le aree in cui i flussi
transitano per raggiungere le destinazioni finali, ad esso sono connessi una serie di danni ambientali
legati alle emissioni di scarico, al consumo di spazio ed all’alterazione del paesaggio per la costruzione
di infrastrutture di trasporto, ecc.
Turismo Passivo: è il momento ricettivo e si manifesta nelle aree di destinazione dei flussi turistici,
le aree di destinazione subiscono gli effetti negativi del sovraffollamento (capacità di carico), della
speculazione edilizia (infrastrutture ricettive, ricreative, seconde case …), dell’inquinamento (rifiuti,,
emissioni gas di scarico, danni al paesaggio).
Come immaginiamo già il turismo ha origini lontane, o antiche come si preferisce in quanto:
Quando ha origine il turismo?
- origine antica: utilizzando indifferentemente il termine “viaggio” e “turismo”
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- in Inghilterra nel XVIII secolo: turismo inteso come “viaggio di piacere”
Per quanto riguarda la suddivisione delle epoche e la sua genesi, le quattro tappe evolutive del turismo
(Battilani, 2001) in Europa sono:
Prototurismo: è la fase per eccellenza più lunga dal punto di vista del periodo di ri-
ferimento va, infatti, dall’antichità alla seconda metà del XVIII;
Turismo moderno: il periodo di riferimento è quello che va dall’inizio della rivolu-
zione industriale fino al 1930-1940;
Turismo di massa: va dal secondo dopoguerra ai primi anni dell’epoca
neo-industriale;
Turismo Globale: ha avuto inizio dai primi anni ‘90 ai giorni nostri.
Antichità: turismo utilizzato indifferentemente se era viaggio o vero e proprio turismo e l’altra origine
più evoluta risalente al 18° secolo in Inghilterra, dove il turismo viene definito come “viaggio di
piacere”.
L’evoluzione vera e propria può essere suddivisa in quattro tappe, che si suddividono e sono limitate
agli estremi dal cambiamento del modo di fare turismo.
Il prototurismo è ricondotto al periodo che và dall’antichità alla rivoluzione industriale (seconda metà
del XVIII sec.), considerava turisti le classi di aristocratici, classi elitarie e la classe religiosa,
riducendo così il numero dei soggetti viaggiatori alle sole tre classi, mentre l’offerta era caratterizzata
da assenza di strutture specializzate (locande, taverne).
Le forme prevalenti di turismo sono;
• turismo in occasione di eventi sportivi (es.: olimpiadi)
• turismo termale dell’antica Roma
• pellegrinaggi (La Mecca, Santiago de Compostela)
• viaggi studio (forme di Grand Tour ante litteram come clerici vagantes e goliardi)
Dai primi anni del ‘600 si sviluppò una nuova tipologia di turismo: il Grand Tour (viaggi di
formazione di giovani aristocratici con tutore per 2-4 anni).
Si parla di “prototurismo” perché:
- i viaggi non hanno la motivazione dello svago e della vacanza in senso stretto;
- i flussi sono molto ridotti;
- i comportamenti turistici sono orientati all’auto-consumo;
- si ha l’assenza di strutture e di servizi specializzati;
- l’impatto economico è irrilevante o addirittura nullo.
Il turismo moderno invece si intercorre dall’inizio della rivoluzione industriale al 1940 e tendeva a
ridurre le classi come nel protorurismo riducendo così il numero di viaggiatori basandolo solo sulle
classi elitarie, ma con crescente coinvolgimento dei ceti medi (borghesia).
L’offerta è caratterizzata da nuove strutture e nuove professioni:
prime strutture turistiche specializzate (Bath, Spa: città termali);
nascita di nuove professioni legate al movimento turistico.
Forme prevalenti di turismo
• turismo termale soprattutto in Inghilterra;
• turismo balneare presso località marine;
• turismo in montagna (anche turismo alpino);
• prime forme di turismo studentesco (es.: Comitato nazionale del turismo scolastico).
Altri elementi caratterizzanti sono:
• il miglioramento dei trasporti soprattutto delle reti ferroviarie e dei trasporti individuali;
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• l’aumento del numero di turisti e del tempo libero con riconoscimento delle ferie pagate
(democratizzazione del turismo);
• la ricerca costante di nuove località da parte dell’upper class a causa della
“contaminazione” da parte dei ceti meno elitari.
Mentre per il turismo di massa ci si può ricondurre nel periodo dal secondo dopoguerra ai primi anni
dell’epoca neo-industriale (economia della conoscenza), con una novità ovvero la presenza tra i turisti
di tutti i ceti sociali, in cui si inizia a capire il differente approccio da utilizzare e verso chi utilizzarlo.
Importanti novità anche sulla determinazione della domanda e offerta con:
• concentrazione dei flussi in determinate destinazioni turistiche;
• standardizzazione della domanda e dell’offerta;
• aumento e diversificazione delle strutture, dei servizi e delle attrazioni turistiche;
• miglioramento dell’organizzazione e del management turistico: nasce il Tour Operator.
Forme prevalenti di turismo sono:
• turismo balneare;
• turismo in montagna;
• turismo di affari e congressuale;
• sviluppo di prime forme di turismo alternative (turismo sportivo, soggiorni per studio).
Altri elementi caratterizzanti sono:
• boom economico post-bellico;
• crescita demografica e crescente urbanizzazione;
• incremento del tempo libero e riconoscimento delle ferie pagate esplosione fenomeno
della “villeggiatura” e della “seconda casa”;
• “internazionalizzazione” del turismo.
Ultimo, l’odierno turismo globale, dagli anni 90 ai giorni d’oggi in cui il termine globalizzazione è
ogniqualvolta si affronti un problema punto di partenza di nuove filosofie ed approcci al mercato.
Importante diviene la motivazione del viaggio e la ricerca di nuove avventure ed emozioni che il
viaggio sa lasciare.
Include tutti i tipi di soggetti che hanno ora una domanda struttura evoluta e ricercano maggiore libertà.
Caratteristiche della domanda e dell’offerta:
• valorizzazione delle risorse e delle identità locali;
• integrazione e sviluppo congiunto con tutti gli attori della “filiera turistica”;
• differenziazione/personalizzazione e specializzazione.
Forme prevalenti di turismo:
• tutte le forme di turismo con particolare attenzione a quelle tipologie che prevedono un
contatto più autentico con la realtà locale (turismo rurale, ambientale, culturale,
religioso, enogastronomico).
Altri elementi caratterizzanti:
• coinvolgimento del mondo intero nei processi di valorizzazione turistica;
• bisogni dei turisti sempre più complessi e multidimensionale;
• sviluppo tecnologico;
• ricerca di un contatto più “autentico” con il luogo visitato.
«Non sono più le mete a fare la differenza, ma le esperienze che si possono vivere»
(Battilani P.).
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Ora riconducendo quello fin qui trattato alla definizione del turismo attuale, le caratteristiche principali
per definire i flussi generati e da generare sono:
I tempi:
I flussi totali sono in aumento seppure per periodi di tempo limitati e si osserva una
destagionalizzazione dei flussi turistici: i periodi di vacanza si distri-buiscono lungo tutto l’anno
moltiplicando le opportunità di svago; si tratta di soggiorni brevi (pochi giorni o anche solo un week-
end).
I bisogni:
La vacanza non è intesa solo come svago e relax ma, anche, come esperienza di vita e di arricchimento
personale.
Il turista ricerca un rapporto diretto con i luoghi visitati, con il territorio e la sua memoria storica, la sua
cultura e il suo ambiente
Cresce la domanda di autenticità, unicità, spontaneità nell’esperienza turistica.
Le Motivazioni:
Memoria ritrovata: sensibilità al recupero delle tradizioni, rivalutazione del mondo agricolo e
artigianale, interesse per il paesaggio rurale.
Salute e benessere: qualità della vita, dell’ambiente, dei cibi genuini, del paesaggio e del relax.
Conoscenza e apprendimento: scoperta delle bellezze storiche e naturalistiche, rapporto diretto con i
luoghi, accoglienza ed ospitalità della comunità locale.
I luoghi:
Si scelgono mete lontane da quelle classiche, poco affollate.
Le tradizioni rurali suscitano attenzione e curiosità.
I parchi e le riserve naturali attirano sempre più visitatori.
Organizzazione della vacanza:
Si abbandonano i viaggi di gruppo.
Si preferisce il trasporto aereo a quello terrestre (su strada e su ferro), con una forte crescita del
fenomeno dei last minute.
Cresce l’utilizzo delle ICT in tutte le fasi del turismo.
Aumenta la domanda di pacchetti turistici personalizzati, a scapito dei tradizionali all inclusive.
Offerta:
Strutture: tradizionali (piccoli alberghi, pensioni) + agriturismi, bed & breakfast, alberghi diffusi, paesi-
albergo, camping.
Ristorazione: agriturismi, taverne, locande e osterie.
Attività ricreative: escursionismo, birdwatching, cicloturismo, trekking, percorsi enogastronomici,
degustazioni, eventi culturali..
L’offerta deve essere based community, ovvero basato su un rapporto relazionale e di scambio tra
comunità locale e turista; le risorse locale devono essere resi fruibili al turista attraverso:
le proprie conoscenze dirette e l’esperienza consolidata;
il vissuto dei luoghi;
l’accoglienza e l’ospitalità.
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1.2 Attori delle politiche del turismo e del mercato turistico
L’odierno scenario Italiano per quanto riguarda il turismo è composto a livello nazionale dal Ministero
dei Beni delle Attività Culturali, Comitato Nazionale del Turismo e Agenzia Nazionale per il Turismo
Prima di questo scenario, si aveva il Ministero del Turismo soppresso nel 1995 e trasferendo alle
regioni le funzioni amministrative in materia turistica in materia turistica ed alberghiera (politiche di
decentramento).
Oggi le Regioni hanno competenza esclusiva in materia di turismo (legge Costituzionale n. 3/2001), ad
esclusione delle generiche azioni di coordinamento intersettoriale e delle attività promozionali di
rilievo nazionale assegnate, con delega, al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato
A partire dal 2006 viene istituito il Ministero dei Beni e delle attività culturali.
Successivamente la legge Quadro sul Turismo n.135 del 2001 istituisce la conferenza nazionale del
turismo da tenersi almeno ogni due anni, essa ha il compito di esprimerne orientamenti per la
definizione e gli aggiornamenti del documento contenente le linee guida, nonché di verificare
l’attuazione
Nel luglio 2005, nasce il Comitato Nazionale del Turismo con funzione di:
In
sintesi esso si occupa di: delinea un indirizzo di sviluppo strategico del turismo concertato
tra tutti i soggetti del sistema turistico (governo, regioni,
associazioni di categoria)
Cronologia:
Nel 1919, è istituito l'Ente Nazionale Italiano per il Turismo (ENIT) con
il compito di provvedere alla promozione turistica dell'Italia all'estero
Dal 2005, l’ENIT diviene Agenzia nazionale per il turismo con il compito di:
promuove all’estero l’immagine e il complessivo prodotto turistico italiano
offrire supporti e servizi tecnici alle imprese turistiche italiane al fine di
agevolare la penetrazione commerciale sui mercati esteri
Da Giugno 2006: l’ENIT è diventato Agenzia Nazionale del Turismo con personalità giuridica di
diritto pubblico, autonomia statutaria, organizzativa, regolamentare, patrimoniale, contabile e di
gestione
di orientamento per il settore turistico e di coordinamento stabile delle politiche di indirizzo
del settore in sede nazionale e della sua promozione all'estero;
di indirizzo per l'attività dell'Agenzia nazionale per il turismo (ex ENIT);
di coordinamento dei provvedimenti che direttamente o indirettamente possono interessare
l'industria e l'economia turistica;
di programmazione degli interventi di infrastrutturazione del sistema turistico.
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Fonte: Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali (S.E.A.)
Economia e Gestione dei Servizi Turistici Prof.ssa Angela Cresta
A Ag ge en nz zi ia a N Na az zi io on na al le e d de el l T Tu ur ri is sm mo o
promozione all’estero
pianificazione di strategie promozionali
consulenza e assistenza verso Stato, regioni ed altri organismi
pubblici, al fine di favorire la sinergia tra pubblico e privato ed
i rapporti diplomatici con l’estero
nuove funzioni:
due nuovi
Organismi interni
+
l’Osservatorio nazionale del turismo, che ha compiti di studio, analisi e monitoraggio delle
dinamiche economico-sociali connesse al fenomeno al fine di:
Comitato tecnico-consultivo, con funzioni di consulenza in merito
alle attività dell'Agenzia
assistere e sostenere le piccole e medie imprese turistiche sul mercato estero
garantire la “regionalizzazione” delle attività di promozione
attuare forme di collaborazione con gli Uffici della rete diplomatico-consolare
partecipare con altri enti e società anche private alla promozione del turismo.
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1.2.1 Le APT
Ora arriviamo al contesto più territoriale, che diventa per la nostra analisi quasi fondamentale, ovvero
quella tipologia di ente, che per il territorio e nel territorio dovrebbe operare, che in questo senso sono
le apt
Per avere un giudizio meno personale sull’ente, faccio riferimento ad un articolo che arriva dall’
Unionturismo (2008) “Unionturismo News” <http://www.unionturismo.it/news/agosto2008.pdf> :
Riportiamo alcuni passaggi di una lettera inviata sull'argomento ai soci dell'Anet (Associazione
Nazionale Esperti del Turismo). Con riferimento alla classe politica"Tutto si esaurisce in erogazione di
contributi finalizzati a coltivare clientele ...Non sono capaci di darsi una valida strategia per ridare
competitività al prodotto Italia"Riguardo agli enti turistici (Aziende Autonome di Soggiorno e Turismo,
Svolgono attività di promozione e propaganda delle risorse turistiche a livello locale, di
informazione e di accoglienza dei turisti, sono competenza delle regioni
a livello di
decentramento
regionale e/o locale
si ha una forte
difformità
organizzativa
Un’unica agenzia regionale con sedi provinciali distaccate (Emilia
Romagna, Umbria, Marche..)
L’agenzia regionale è affiancata da APT locali, non provin-ciali
ma con sedi in luoghi di particolare interesse turistico (Liguria,
Piemonte, Lazio, …)
Soltanto sedi provinciali senza un coordinamento regionale
(Campania, Calabria, Sicilia, …)
“Casi particolari”
Toscana: l’Agenzia delle attività produttive si occupa anche della
promozione turistica
Trento e Bolzano: hanno istituito, per legge, una società di
capitale per il marketing territoriale
Friuli Venezia Giulia: ha soppresso l’Agenzia regionale e delegato
a privati la promozione regionale