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domanda. Il tenore di vita e il livello di scolarizzazione della maggioranza della popolazione
europea è cresciuto notevolmente e questo, unito ad una maggiore disponibilità di tempo
libero, ha generato una domanda diffusa di cultura. Quindi, se pur con un notevole ritardo
rispetto a ben più affermate industrie culturali quali il cinema e l’editoria, i musei si sono
proposti come una delle possibili variabili dell’offerta legata all’istruzione ed al tempo libero.
David Dawson descrive così lo sviluppo dell’offerta museale in una regione inglese il Somerset:
“Somerset is an administrative county in south-west England. It is extremely rural in character
but varied in landscape from the low-lying Levels and Moors [...] The total population is
estimated to be about 500,000 with a density of 140 per square km. [...] In the 1970s and 1980s
there was an exponential growth in museums - many were local community museums, some
were special theme museums, including Somerset Rural Life Museum, Glastonbury Abbey and
the Fleet Air Arm Museum, and some were environmental interpretation centres rather than full
museums with their own collections usually established in partnership with the private sector
and other public agencies. Today, in 1999, there are over fifty museums in the county, eighteen
of them registered with the Museums and Galleries Commission scheme”
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In Italia l’evoluzione museale ha assunto caratteri peculiari rispetto ai paesi nord europei e al
nord America dove il contesto giuridico e la cultura gestionale hanno inciso in maniera
determinante nel far evolvere la situazione verso uno gestione improntata al raggiungimento
di risultati economici oltre che culturali. I musei dell’area anglosassone hanno dovuto
confrontarsi con il mercato molto prima rispetto all’Italia dove ancora oggi molte istituzioni
museali sono gestite con una logica assistenziale.
In Italia sia le grandi istituzioni museali che i piccoli musei di comunità sono di proprietà
pubblica. Il grande sviluppo del numero delle infrastrutture museali avvenuto negli ultimi
trent’anni, perlopiù sotto la spinta del sistema delle autonomie locali, ha portato ad una
preoccupante crescita degli squilibri gestionali che si sono verificati a causa delle dimensioni
medio piccole dei singoli istituti museali. Questa situazione è tale che la funzione culturale e la
stessa sopravvivenza dell’istituzione può essere messa in dubbio. Le difficoltà riscontrate da
buona parte dei musei locali sono inerenti alla pressoché inesistente entità delle risorse
finalizzate alle gestione. Non è infrequente che l’apertura del museo sia demandata a
pensionati o a volontari che aprono i musei soltanto su richiesta del visitatore. Quella descritta
3 David Dawson, Working in networks in Somerset, intervento al convegno dal titolo Minimum standards for museums,
Firenze, 19 febbraio 1999, pag. 1
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è una situazione limite ma in cui talvolta capita di imbattersi. In questo contesto è facilmente
comprensibile come le risorse destinate ai servizi e alla valorizzazione economica e culturale
del museo siano del tutto inesistenti.
Un altro problema connesso con il tipo di sviluppo museale italiano è la totale mancanza di
una progettualità sovracomunale che impedisca il sorgere di diseconomie dovute alla
impossibilità di gestire in maniera autonoma le infrastrutture museali create dall’ente locale.
Spesso ciascun comune organizza la propria offerta museale da solo senza tenere conto delle
sinergie che possono essere instaurate con le realtà vicine per la creazione di economie di
scala che permettano una gestione più razionale ed efficiente e al tempo stesso un più
efficace accesso alle risorse economiche.
Soltanto alla fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 del XX secolo in Italia si inizia a ragionare
in termini di reti e di sistemi museali e al contempo si introducono strumenti e indicatori di
natura economica che in precedenza erano completamente avulsi dal settore dei beni
culturali.
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La descrizione
Alla fine degli anni ’80, con la L.R. 89/90, la Regione Toscana inizia a lavorare per dare
maggiore razionalità al fenomeno museale in ambito regionale. La legge tra le altre cose
auspica la creazione di "sistemi museali" attraverso la gestione associata dei propri musei da
parte degli enti locali. In questo contesto si sono creati i presupposti per la costituzione del
Sistema dei Musei Senesi. Il primo passo concreto in questa direzione è stato la deliberazione
del Consiglio Provinciale n°231 del 1993 con la quale si stanziano cinque miliardi e settecento
milioni di lire. In questo ambito viene anche definita quella che potremmo chiamare la
missione del Sistema dei Musei Senesi:
“[Il SMS] …è stato istituito allo scopo generale della valorizzazione dei beni culturali e delle
strutture museali ed in particolare alla previsione di forme di coordinamento gestionale e
promozionale delle varie realtà esistenti nel territorio provinciale (...) determinando gli impegni
reciproci di comune azione in un ambito coordinato teso ad attivare le più efficaci sinergie (...)
tra gli obiettivi che questo “strumento organizzativo in rete” si propone, vi è quello di
individuare le possibili relazioni tra le opere esposte nei musei, l’offerta e la domanda di cultura
in generale della provincia senese: l’attenzione è dunque riposta nella ri-definizione dell’offerta
del museo, il quale tende a divenire un servizio complesso”
Insieme agli interventi della Regione Toscana hanno rivestito particolare importanza i
finanziamenti dell’Unione Europea da una parte e quelli della fondazione del Monte dei Paschi
dall’altra
4
.
Con la deliberazione n. 255 del 19 dicembre 1994 il Consiglio Provinciale approvava lo schema
di convenzione con i Comuni interessati alla realizzazione del "Sistema dei Musei Senesi”.
“[La convenzione] …costituisce lo strumento più idoneo a favorire il coordinamento, anche in
previsione della creazione di itinerari museali e culturali e del collegamento con le istituzioni
culturali di studio, di ricerca e di formazione esistenti su tutto il territorio della provincia. Per il
raggiungimento degli obiettivi le parti contraenti convengono di attenersi a standard minimi e
unitari di funzionamento, allestimento, coordinamento di immagine e della promozione che
identificano il Sistema dei Musei Senesi. Gli standard potranno essere articolati sia per le
tipologie di museo, sia per aree territoriali sia per tipologia della sede museale;
- in particolare, gli obiettivi istituzionali della Convenzione possono essere individuati
in:
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La Fondazione MPS è una comproprietà dell’Amministrazione Provinciale di Siena e del Comune di Siena. Essa
costituisce un importante volano finanziario per tutte le attività culturali della città di Siena e del suo territorio
provinciale.
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a) la promozione e il coordinamento della realizzazione, dell’eventuale riordino
funzionale ed espositivo dei musei di proprietà o in gestione degli enti locali senesi.
b) la creazione di itinerari turistici museali e culturali che contribuiscono alla valorizzazione
economica del territorio mediante anche il coordinamento delle attività scientifiche,
didattiche, turistiche e gestionali
5
”
La convenzione individua inoltre una commissione, “Il Comitato di programmazione”, in cui
sono rappresentati tutti gli enti proprietari o gestori delle istituzioni museali aderenti al sistema
6
.
Sono stati poi stipulati accordi con le Sovrintendenze statali per quanto riguarda la tutela, il
restauro e la salvaguardia delle opere che ricadono sotto la loro giurisdizione e con le curie
vescovili proprietarie di alcune strutture museali presenti nel territorio provinciale. Si tratta
quindi di un organo di gestione complesso che si riunisce due volte all’anno e definisce gli
indirizzi generali del sistema. Le decisioni inerenti alla singola struttura museale sono invece
adottate dall’ente proprietario d’accordo con l’Amministrazione Provinciale senza che venga
coinvolto il Comitato di Programmazione.
L’attuazione della convenzione ha rivestito un’importanza fondamentale nell’adeguamento
delle strutture museali esistenti agli standard minimi richiesti dal Sistema e alla creazione di
nuovi poli museali. L’intervento del Sistema nell’ambito del quadro senese segue due macro
indirizzi.
Il primo volto ad adeguare le strutture museali esistenti a determinati standard allestitivi, di
dotazioni minime e di apertura come nel caso del “Museo dell’Accademia dei Fisiocritici” a
Siena dove si è proceduto a un restauro funzionale di tutto l’edificio e al riallestimento di
alcune parte del museo o il “Museo Civico e Pinacoteca Crociati” di Montepulciano dove il
vecchio allestimento è stato completamente sostituito da una nuova progettazione in linea
con gli standard fissati dal Sistema.
L’altro tipo di intervento che il Sistema ha operato è volto alla costituzione di nuove realtà
museali come per il “Museo della Terracotta” a Petroio dove all’interno di un palazzo
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Amministrazione Provinciale di Siena, Deliberazione del Consiglio Provinciale N° 8 del 1999
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Il comitato di programmazione “è costituito dal Presidente della Provincia o suo delegato, dal Rettore dell'Opera,
o suo delegato, dal Presidente dell'Accademia dei Fisiocritici o suo delegato, dai Sindaci, o loro delegati, dai
Comuni Proprietari e/o gestori dei musei facenti parte del Sistema dei Musei Senesi. Possono far parte del Comitato
di programmazione, con il solo voto consultivo, anche temporaneamente, rappresentanti di amministrazioni statali,
associazioni di volontariato, musei diocesani, musei privati e musei statali. Il Comitato di programmazione è
presieduto dal Presidente della Provincia o suo delegato; è convocato dal suo Presidente o su richiesta di almeno
un terzo dei suoi membri. Un dipendente della Provincia incaricato dal Presidente funge da coordinatore e
segretario”
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medievale si è progettata una nuova struttura museale. In questo caso, si è tentato di
interpretare la produzione della terracotta che ha caratterizzato e ancora oggi caratterizza
fortemente il paese. Una produzione che la comunità stessa interpreta come il patrimonio
culturale che la distingue dalle altre comunità.
In nessun caso si è trattato di costruire sedi espositive ex novo ma di operare restauri funzionali
alle attività museali di sedi individuate dai comuni e quasi sempre di notevole interesse storico-
architettonico. Anche in conseguenza di questo, i musei che fanno parte del Sistema dei Musei
Senesi, pur avendo dei caratteri distintivi che li connotano inequivocabilmente come
appartenenti al Sistema, non rispondono ad un unico criterio museografico. Viceversa ognuno,
pur nel rispetto degli standard imposti dal Comitato di Gestione, conserva le proprie peculiarità
sia per ciò che concerne la collezione ospitata, sia per quanto riguarda il contenitore che la
ospita.
Si è dunque proceduto alla creazione e alla definizione di un marchio distintivo, di una
segnaletica interna ed esterna ai musei immediatamente riconoscibile. Per ciascun museo è
stata prevista la creazione di un bookshop in cui vendere gli articoli di merchandising, si sono
pubblicate guide, depliant, cataloghi, manifesti. Ogni prodotto è fortemente caratterizzato
come appartenente al Sistema da un’unica veste editoriale, da un marchio, ecc. Infine un
accordo di collaborazione con la RAI - Radiotelevisione Italiana ha permesso di realizzare in
coproduzione materiali culturali ed informativi tra cui il sito internet, videocassette, Cd rom,
documentari, spot pubblicitari in più lingue.
I risultanti in termini di visite sono stati soddisfacenti. Da una media per gli anni ’90 di 1500
visitatori all’anno per museo si è passati alle circa 10.000 presenze attuali con un incremento
del 75%. Va tenuto presente naturalmente che i dati di partenza erano molto bassi, spesso si
aveva strutture aperte soltanto su prenotazione o comunque per brevissimi periodi nell’arco
dell’anno.