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porta, perché i ragazzi non vengono adeguatamente preparati alla rappresentazione. Gli
insegnanti si limitano a raccontare l’intreccio della vicenda e basta.
Cosa resterà allora dell’esperienza a teatro?
Rimarranno i ricordi degli splendidi costumi di scena, delle meravigliose scenografie, del
magico gioco delle luci, del bel suono dell’orchestra dal vivo….
Cosa ci racconteranno i ragazzi del senso dell’opera e dei vari personaggi che animavano
la vicenda?
Molto probabilmente la risposta più diffusa sarà quella che si capiva poco quello che i vari
personaggi stavano cantando (risposte tra l’altro confermate dal breve sondaggio che ho
fatto nella classe in cui ho svolto il tirocinio).
Di qui la necessità di educare a conoscere l’opera perché ‹‹chi è stato educato a conoscere
l’opera ha le chiavi per accedere a questo patrimonio. Chi non lo è, rischia di restarne
escluso per sempre›› [Delfrati 2002, p.4].
Quelli che oggi sono bambini un giorno saranno genitori e se non sono stati educati al
linguaggio operistico, come potremo pensare che insegneranno ai loro figli ad apprezzarlo?
Da tali quesiti e riflessioni è nata la mia idea di realizzare un progetto di ascolto incentrato
su un’opera lirica appunto, con lo scopo di avvicinare i ragazzi a questo repertorio che essi
sentono molto distante perché lontano dai loro interessi e di rendere consapevoli gli
studenti che anche l’opera, alla pari delle canzoni, del cinema e della pubblicità è portatrice
di significati. Inoltre volevo far scoprire loro come anche la lirica può coinvolgerli
emozionalmente, perché il carattere dei personaggi, le passioni che li dominano e i
sentimenti che esprimono parlano direttamente all’animo di chi ascolta.
Il titolo che ha guidato tutto il percorso è stato l’Elisir d’amore, progetto che svolto con
molta soddisfazione presso la Scuola Secondaria di I° grado ”Francesco Costantino
Marmocchi” a Poggibonsi (SI).
La tesi nasce come approfondimento di tale percorso.
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PER COSTRUIRE UN PERCORSO SULL’OPERA
1.1 - L’OPERA NEI LIBRI DI TESTO
Come viene presentata l’opera nei libri di testo adottati nelle Scuole Medie?
Cosa viene fatto per rendere accattivante il genere operistico?
Quali strategie didattiche privilegiano? Rendono operativi i ragazzi o adottano un
approccio totalmente trasmissivo?
Le informazioni fornite sono corrette?
Cercano di avvicinare i ragazzi all’opera?
A partire da questi criteri ho notato come alcuni vi dedicano ampio spazio approfondendo
il genere con proposte operative molto interessanti, altri purtroppo trattano l’argomento in
maniera molto superficiale. Questo è quanto è emerso dalla rassegna che ho realizzato su
una quindicina di libri di testo adottati nel passato ed altri molto recenti, quindi attualmente
in uso nelle scuole. Ho classificato i diversi approcci in questo modo:
- STORICO: il melodramma viene considerato come un fenomeno musicale nella sua
accezione storica, come una serie concatenata di eventi che è opportuno
conoscere. E’ la strada percorsa dalla maggioranza dei libri di testo, però
con alcune differenze, ho riscontrato infatti vari livelli di trattazione.
In Il linguaggio dei suoni [Della Casa M., 1981] c’è un rapido excursus
storico dell’opera lirica, nessun esempio musicale, poche illustrazioni, tre
soli intrecci (La favola di Orfeo, Rigoletto e l’Anello del Nibelungo) tra
l’altro non accompagnati da proposte operative di ascolto. Tutto
l’argomento viene esaurito nello spazio di un breve capitolo. Il metodo
utilizzato è quello trasmissivo ovvero si propone un sapere preconfezionato
che deve essere acquisito dagli allievi. Solo a fine capitolo compaiono due
proposte di ricerca che cercano di favorire l’apprendimento per scoperta: 1)
si invitano gli allievi a scegliere un personaggio di un’opera verdiana, ad
ascoltarne alcuni brani consigliati dall’insegnante e a stenderne una
descrizione e un commento;
2) si propone di cercare nella vicenda dei “Lombardi alla prima crociata” i
riferimenti alla realtà politica dell’800 italiano.
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Le proposte riguardano entrambe un solo autore (Verdi). Tutto ciò farebbe
pensare che il testo ne abbia fatto una trattazione esaustiva, ma non è così,
anzi l’autore non è inquadrato neppure storicamente.
Nuovi spazi musicali [Castello R., 1991] adotta un approccio storico ma il
genere è trattato in maniera molto sintetica. Ci sono delle schede di ascolto
in cui si presentano alcuni titoli (Le Nozze di Figaro, Guglielmo Tell,
Rigoletto) vengono fornite notizie riguardanti l’autore, l’intreccio, la
destinazione, l’organico strumentale e gli elementi strutturali interni: forma,
ritmo, andamento, intensità, velocità. Tutto viene raccontato, gli allievi
devono solo imparare tutto il discorso per poi rispondere alle domande
finali. In appendice sono presenti diversi brani trascritti in tonalità più
comode tratti dal repertorio operistico, ma la maggioranza di essi non sono
stati neppure menzionati fino ad allora. A mio parere è solo un elenco,
perché alcune arie mi sembrano molto difficili sia da suonare con il flauto
dolce che da cantare, in più non ci sono indicazioni riguardo alle modalità
di esecuzione e alle diverse possibilità di arrangiamento ecc.
La musica [Panichi G., 1992] si presenta molto minimale dal punto di vista
delle notizie storiche, ma ben corredato di illustrazioni, tanto che mi ha dato
l’impressione di essere un libro di storia dell’arte piuttosto che un libro di
musica. Di conseguenza sono poche le notizie riguardo al melodramma; gli
stessi autori vengono presentati da ritratti pittorici che occupano circa la
metà del foglio, un piccolo trafiletto fornisce alcune notizie biografiche e le
opere non sono mai presentate, c’è solo un elenco di titoli. A fine capitolo
c’è un questionario e una mappa concettuale da completare per i
collegamenti interdisciplinari. Sono forniti solo tre esempi di ascolto, tutti
tratti da Puccini,( Bohème, Tosca, Madama Butterfly) e sono presentati in
questo modo:
di Bohème viene proposto il duetto finale dell’opera con dialogo, la
partitura e i bozzetti dei costumi di Mimì, la consegna per l’ascolto è la
seguente: ‹‹osserva il grande contrasto di sonorità››;
gli altri due titoli sono presentati con il testo delle arie di “Vissi d’arte” e
“Un bel dì, vedremo” e i manifesti delle rispettive rappresentazioni, non ci
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sono consegne, ma solo un breve trafiletto finale che riporto: ‹‹Dopo aver
osservato attentamente i testi e i documenti relativi al compositore qui
trattato, organizza le informazioni in tuo possesso nella scheda che troverai
nel Quaderno per lo studente›› (p. 548).
Bravo bravissimo [Vacchi L. - Mioli P., 2000] dedica ampio spazio al
melodramma proponendone una veloce trattazione come genere musicale.
Nella parte relativa ai compositori invece la presentazione di ogni autore
viene accompagnata da una scheda biografica e dall’ascolto di un’aria tratta
dell’opera più significativa. Prima di procedere con l’ascolto si riassume la
vicenda e si presenta il personaggio che canterà l’aria indicandone le
caratteristiche vocali, espressive, ecc. Viene sempre fornito il testo dell’aria
e una breve partitura dei motivi più caratteristici da suonare con il flauto.
Nonostante si cerchi di incentivare la fase esecutiva, questa parte risulta
trasmissiva in quanto vengono fornite sia notizie riguardanti la forma
dell’aria, della melodia, il tipo di accompagnamento, di velocità, di ritmo e
di clima espressivo. Insomma, viene tutto raccontato.
Difficilmente interpretabile è la sezione denominata “ascolto attivo”. In
essa vi sono contenute domande, molte delle quali a risposta multipla,
relative al carattere del brano, al tipo di accompagnamento, allo stato
d’animo del protagonista, al tipo di struttura dell’aria. In realtà le risposte
sono tutte suggerite (in alcuni casi anche male, vedi allegato n.1 relativo a
LEPORELLO p.62) perché contenute nella stessa pagina della scheda.
L’allievo può rispondere anche senza ascoltare l’aria. Propongo un esempio
negli allegati (vedi allegato BELLINI n.2 pp.63-64). Inoltre per ogni opera
viene reiterato sempre lo stesso schema tanto che alla fine risulta ripetitivo.
La metodologia trasmissiva adottata non incentiva la partecipazione attiva e
non sollecita la comprensione espressiva o formale del brano proposto.
Mancano inoltre parti di approfondimento e di consolidamento e anche le
stesse domande finali di riepilogo sembrano di scarsa utilità perché le
risposte sono tutte contenute nella scheda.
In Suona subito! [Paoli R. - Leone L., 2007] c’è sempre una trattazione
storica; il percorso appare articolato e corredato di simpatiche vignette e
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numerose illustrazioni. Ogni epoca viene ampiamente trattata presentandone
gli autori più importanti e i titoli più significativi. Il metodo adottato è
sempre quello trasmissivo; non mancano proposte di ascolto accompagnate
da un piccolo riassunto della vicenda, da un breve inquadramento storico
dell’opera in questione e da schede di verifica atte a non lasciare l’ascolto
senza consegna. Da sottolineare la massiccia presenza di Verdi, presente
con ben quattro titoli (Nabucco, Ernani, Traviata e Aida).
Il libro si presenta in due volumi, uno dedicato alla storia della musica,
mentre l’altro come raccolta antologica. Ho consultato quest’ultimo e ho
riscontrato un solo brano tratto dal repertorio operistico da poter eseguire
con il flauto dolce (“Va pensiero”).
Anche Contesti musicali [Cervato S. - Putignano Poli L., 2005] si presenta
in due volumi e ha un approccio principalmente storico, pur non trascurando
la parte formale. Al melodramma viene dedicato ampio spazio, infatti viene
affrontato in maniera esauriente in tutti i suoi aspetti. Ogni momento storico
è accompagnato da delle domande a piè pagina, allo scopo di fare il punto
della situazione, da ascolti e da bellissime guide illustrate all’ascolto che
danno uno spaccato visivo molto intrigante delle opere proposte (vedi
allegato n.3 p.65). Le biografie dei più importanti musicisti sono
accompagnate dalle letture delle loro opere più significative. Inoltre sono
presenti due laboratori sull’opera (uno riguarda il “ Don Giovanni” e l’altro
“Rigoletto”) in cui vengono proposti ascolti anche molto lunghi (circa 10
minuti) corredati da sezioni di libretti, da esempi musicali e da domande
volte a mettere in luce alcune caratteristiche musicali dell’aria o del
personaggio proposto. Sono presenti anche degli spartiti arrangiati ( per
esempio il duetto: “Là ci darem la mano”- Don Giovanni) allo scopo di
favorire l’attività esecutiva. La grande novità è la scheda staccabile che
correda la fine di ogni unità: essa è organizzata in due facciate: da un lato
sono presenti delle domande aperte, delle collocazioni di autori e opere
nello spazio e nel tempo, allo scopo di verificare quanto acquisito, dall’altro
delle domande a risposta multipla, dei testi da completare, delle ricerche da
effettuare su internet per l’autovalutazione. Tra i libri ad approccio storico
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passati in rassegna, quest’ultimo è sicuramente quello che preferisco, perché
pur utilizzando un metodo trasmissivo, risulta molto accattivante nelle
illustrazioni che esemplificano molto bene gli ascolti .
Musical [Lajolo M. - Lipeti E., 2006,] è in due volumi, adotta un percorso
per genere e per autore. Tutto il tracciato è trasmissivo; infatti dopo le
notizie biografiche riguardanti il compositore si propone l’ascolto di un’aria
di cui si fornisce il testo , la contestualizzazione e le caratteristiche musicali.
La griglia che dovrebbe accompagnare l’ascolto è poco utile perché le
risposte alle domande spesso sono contenute nella stessa pagina. A fine
unità è presente una scheda per l’autovalutazione. Nel secondo volume sono
presenti diversi brani tratti dal repertorio operistico dotate di indicazioni
agogiche, livello di difficoltà, diverse proposte di arrangiamento e basi sulle
quali suonare o cantare.
- FORMALE: l’opera lirica viene considerata come un particolare genere di musica
vocale costituita da vari momenti, ciascuno dei quali riveste un ruolo
specifico: ouverture (introduzione), recitativo (secco o accompagnato,
manda avanti l’azione), aria (bipartita, tripartita, momento di declamazione
lirica), duetti, terzetti, concertato ( o finale d’atto).
Scorrendo le pagine di Allegro vivo [Rattazzi V. - Tammaro F.,1986]
ho avuto la sensazione di star sfogliando un glossario. Tutto viene trattato in
modo estremamente sintetico e asettico, non ci sono esempi né di autori, né
di titoli, scarsissime illustrazioni, inoltre è privo di parti operative per i
ragazzi. Il libro ha un approccio totalmente trasmissivo e non coinvolge in
alcun modo gli allievi. Si tratta però di un libro piuttosto vecchio di cui
sono state fatte delle riedizioni successive.
- PAROLE E MUSICA: l’opera viene presentata attraverso l’analisi della componente
testuale e musicale. Queste due dimensioni che nel canto si fondono,
concorrono a esprimere le caratteristiche del personaggio o della situazione.
Musica [Stefani G. - Tafuri J. - Spaccazocchi M.,1983] propone una
velocissima rassegna del genere canto con delle illustrazioni accompagnate
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da sbrigative didascalie. L’argomento viene esaurito nel giro di poche
pagine, però dedica un capitolo alla trattazione del “Barbiere di Siviglia” di
G. Rossini. I quattro personaggi principali: il conte d’Almaviva, Figaro,
Rosina e Bartolo vengono presentati con degli ascolti, ciascuno dei quali è
accompagnato da una scheda che spiega le caratteristiche principali del
personaggio e di come esse sono state tradotte musicalmente. Per il conte si
sottolinea come il testo dell’aria “Ecco ridente in cielo” utilizzi un
linguaggio aulico e arcaico e come questo linguaggio sia stato tradotto con
una melodia dall’andamento maestoso e dal fraseggio ornato. Figaro viene
presentato con l’aria “ Largo al factotum” e si sottolinea come il canto
quasi a scioglilingua sia aderente al carattere pratico del personaggio.
Dell’aria di Rosina si evidenzia come alcuni incisi melodici siano la
traduzione degli aspetti caratteriali del personaggio, di Bartolo si sottolinea
la voce roboante e grave . Ciascuna scheda non contiene parti operative:
gli ascolti non hanno consegne perché viene tutto spiegato.
Alla fine del capitolo c’è la seguente proposta: ‹‹dopo questa carrellata sui
personaggi del Barbiere di Siviglia, le conclusioni sono varie e sta a voi
tirarle. Potreste intanto andare a vedere e sentire per intero la loro vicenda.
Potreste anche rifare l’esperienza con i personaggi di un’altra opera››
(p.355). Questa proposta mi è sembrata poco motivante perché fino a questo
momento non si sono mai resi operativi gli allievi e non si può sollecitare la
loro curiosità e il loro interesse semplicemente invitandoli a scoprire la
trama della vicenda. Inoltre mi ha lasciato alquanto perplessa l’idea di
ripetere l’esperienza con altri titoli perché è come se gli autori avessero
fornito un buon modello di ascolto, però così non è in quanto si propone un
modello passivo. Il testo non affronta la dimensione musicale e la
dimensione testuale dell’opera lirica in maniera approfondita, c’è una
semplice rassegna dei vari personaggi che vengono caratterizzati dal tipo di
testo, dal tipo di melodia e dal tipo di timbro. Si impone l’acquisizione
acritica di alcune abilità, tutto il sapere viene proposto già preconfezionato e
gli allievi non sono chiamati a parteciparvi se non nell’invito finale.