L'intento del mio lavoro è di illustrare la storia con la minuscola,
quella della gente comune, che Almudena Grandes narra con tanta
maestria nelle sue opere, dove tutti gli esseri umani sono esseri storici
e tutti noi siamo come siamo, anche perché apparteniamo ad una
determinata epoca e, prigionieri del tempo, tutti noi siamo eredi di
quello che è stato prima e rappresentiamo un ponte d'unione per
quelli che vivranno dopo di noi.
La scrittura della Grandes è paragonabile, ad una tela in cui gli
svariati colori, i tratti marcati della matita e la dovizia di particolari
concorrono a trasmettere il fascino della semplicità e familiarità del
messaggio comunicato; non si può scrivere del nulla, del buio, non si
può scrivere di un posto che non abbia a che vedere con la realtà.
La scelta dell'argomento è giustificata dal voler cogliere gli aspetti
caratterizzanti una generazione di donne, presentate nella propria
quotidianità, raccontate da un'altra donna che ne interpreta e ne
descrive il vissuto, lo stato d'animo, i pensieri.
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Leggere Atlas de geografìa humana e Los aires dificiles ,
utilizzando quest'ultima come termine di paragone al fine di
supportare Poggettività della tesi, è stato un po' come guardarsi
dentro, cercare nel proprio essere tratti che potrebbero risultare
peculiari del genere femminile, lasciarsi coinvolgere nelle vite di altre
donne, le cui sofferenze, tribolazioni, titubanze ed infine speranze
riposte nel futuro, sembrano essere il filo conduttore che unisce i loro
destini, ci avvicina al mondo rappresentato e ci induce ad addentrarci
cercando dei possibili punti di riscontro nella realtà vissuta.
Il lavoro che segue non ha alcuna pretesa di assolutezza, ma vuole
spiegare solo alcune deduzioni, certo giustificate, ma che rimangono
pur sempre delle mere deduzioni.
L'universo femminile ha catturato la mia attenzione, persuadendomi
ad esplorarne le sfaccettature che lo compongono: in primo luogo il
proposito di contestualizzare, secondo una prospettiva socio-
letteraria, il suo sviluppo nel tempo, ed in seguito di esaminare le
specificità dell'espressione linguistica.
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Lo scopo di questo lavoro è di tracciare un percorso che ci guidi,
partendo da un'ottica riassuntiva della progressiva maturazione e
crescita della letteratura femminile, al microcosmo della scrittnìce,
addentrandoci nella conoscenza delle protagoniste femminili della
sua narrativa.
La proiezione nel macrocosmo letterario dell'immagine del
femminino di Almudena Grandes ha richiesto un grande impegno nel
conseguire tale intento.
Cercare di riuscire a cogliere nelle pagine di Atlas de geografìa
humana, uno tra i romanzi più famosi, se non il più famoso, di questa
autrice, ad esclusione dell'opera che ha segnato la sua iniziazione
letteraria titolata Le età di Lulù, una possibile conferma dell'esistenza
di una scrittura femminile contrapposta e distinta dalla maschile, ha
arricchito il cammino di fascino.
In sintesi, il mio obbiettivo sarà quello di presentare gli strumenti
necessari ( sia servendomi dell'analisi dei fenomeni linguistici, sia per
mezzo del confronto) a dimostrare le affinità e i punti di
incontro/scontro, in ambito letterario, tra due mondi virtuali:
femminile e maschile.
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CAPITOLO 1
PERCORSO EVOLUTIVO DELLA
LETTERATURA AL FEMMINILE
Vogliamo innanzi tutto indagare in che modo la posizione femminile,
una posizione senza potere, senza riconoscimenti ufficiali, senza
*
mestiere, ha trovato spazio nella letteratura.
Il coraggio, qualità tipica dell'eroe classico, maschio per definizione,
assume una diversa sfumatura se riferito alle donne.
La pazienza sembra essere stata, lungo i secoli, il requisito
fondamentale del coraggio femminile: la capacità di sopportazione.
Ma ad oggi sembra più affine ed adeguata la definizione che ne ha
dato HANNAH ARENDT1: "coraggio come volontà di agire e dì
parlare", desiderio di "inserirsi nel mondo ed iniziare una propria
storia". La scrittura è per le donne una fase di rinascita che esige lo
scambio e la comunicazione.
Come scrittrici e come lettrici le donne sono sempre state ai margini,
sempre dall'altra parte. La tradizione maschilista affonda le sue radici
molto lontano nel passato.
Del periodo greco-romano sono rimaste tracce sensibili di poche
figure femminili significative per la letteratura.
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Introduzione al testo TACITURNE E CORAGGIOSE, Ci vuole coraggio di M.R.Cutrufelli
Anche se le donne erano escluse dal potere culturale, il più grande
dei lirici greci fu una donna, Saffo, anche se della sua vita si sa poco
&
le sue opere ne delineano la singolare personalità artistica.
Tesiguità della presenza di donne nella letteratura dell'antichità,
dimostra che il loro accesso alla scrittura è stato ostacolato dalle
concezioni culturali che le mettevano in minoranza: alcune delle
poche che sono riuscite ad andare contro corrente sono Corinna di
Tanagra e Brossilla di Sicione.
Nel mondo romano, nonostante le restrizioni socio-giuridiche, le
donne erano maggiormente considerate rispetto al mondo greco e
perciò troviamo presenze più significative.
Anche nel Medioevo la presenza femminile nel mondo letterario non
fu molto rilevante.
La letteratura delle donne è sempre stata considerata minore anche
perché non copiosa e divulgata come quella maschile.
Effettivamente il numero delle scrittrici è stato inferiore a quello degli
scrittori, ma solo perché alle donne sono stati impediti la piena
espressione e l'accesso alla cultura.
-6-
La tradizione letteraria maschile si è imposta anche per la mancanza
di una corrispondente tradizione letteraria femminile, determinata
*
dalla difficoltà di accesso alle fonti del sapere.
Dalla metà del 700 alla metà dell'800, finalmente, riscontriamo una
rappresentanza di donne che scrivono e pubblicano e, a volte, con
grande successo, pochi nomi su tutte: Madame de Staél (1766-1817),
Tane Austen (1775-1817), Mary Wollstonecraft (1759- 1797).
Le donne che scrivono compiono una radicale rottura delle regole
sociali, e l'uscita dall'oscurità non è né lineare né semplice.
A partire dall'800, ma soprattutto nel 900, la donna raccontata subisce
una metamorfosi e ciò accade quando a scriverne è un'altra donna.
La narrazione biografica o finta autobiografica ha finito con l'apparire
una modalità privilegiata della scrittura femminile:
il nuovo soggetto letterario è identificato nel corpo femminile che
parla della propria storia, del privato, di molteplici verità, sino ad
allora taciute. Ci si affida al discorso diretto, immediato, all'uso della
prima persona.
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Leggere diventa in certi ambienti femminili una vera "bulimia", le
donne trovano nella letteratura uno strumento per arricchire le loro
^
conoscenze, analizzare i contenuti delle proprie letture e confrontarle
con la realtà che le circonda.
Curiosità per l'attualità ed interesse per l'avvenimento si fondono e
provocano una vera e propria "rivoluzione culturale" delle donne:
il romanzo diventa lo specchio della vita quotidiana e si trasforma
pian piano in una presa di coscienza dell'esistenza di un ambito
europeo delle donne, che si confronta sugli stessi problemi del
momento.
Un elemento costante della letteratura prodotta dalle donne diviene la
predilezione per i temi della conflittualità, dello scontro sociale ed
individuale.
Il tema del rapporto tra vita e letteratura è quello che domina la
riflessione di Virginia Woolf sulle donne e l'attività letteraria.
La Woolf viene considerata una figura importante nell'evoluzione del
romanzo del ventesimo secolo.
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NelP affrontare il tema delle donne e la narrativa, sul quale scrisse
diffusamente. Virginia Woolf partiva da una concezione generale :
Sosteneva che lo scrittore è sempre il prodotto della sua situazione
storica, e che le condizioni materiali della vita hanno un'importanza
determinante, pensiero che riscontriamo, attraverso l'applicazione nel
romanzo, essere condiviso da Almudena Grandes.
In AL FARO, la donna è al centro del romanzo,gli uomini non vi
compaiono che come personaggi secondari, oppure come vere e
proprie funzioni della donna. Somiglianzà che ritroviamo nella
scrittura, a noi temporalmente più vicina, della Grandes dove i
personaggi maschili sono per lo più figure che servono a far emergere
la femminilità delle figure più importanti, tutte donne.
La Woolf sostiene che la donna è vissuta in condizioni paralizzanti in
cui le era negato l'accesso all'istruzione e le era impedito produrre
letteratura. Fino alla fine del Seicento solo tjoche donne eccentriche
dell'aristocrazia, come la Duchessa di Newcastle e Lady Winchilsea,
ebbero la possibilità di dilettarsi nella scrittura.
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Solo con Aphra Behn, romanziera e drammaturga, ci troviamo per la
prima volta innanzi ad una scrittrice di livello professionale, fu lei la
*
prima donna a guadagnarsi da vivere scrivendo.
Secondo la Woolf il futuro della narrativa dipende dalla misura in cui
gli uomini impareranno a sopportare la libertà di parola delle donne:
sostiene che l'opera d'arte debba essere androgina, su questo punto
rileviamo un parallelismo con il pensiero della Grandes che ritiene
non debba esistere una differenziazione tra letteratura femminile e
letteratura maschile.
La tecnica impiegata da Virginia Woolf nei suoi romanzi consiste
nello spostarsi continuamente dalla coscienza di un personaggio a
quella di un altro, metodo altresì riscontrabile nelle opere di
Almudena Grandes, ed anche nel cercare di ricostruire la coscienza di
un narratore impersonale.
I romanzi della Woolf permettono anche al lettore di percepire la vita
sociale da diversi punti di vista.
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