Due opere in particolare sembrano segnare il passo negli anni
Venti del XX secolo, caratterizzato da speimentazioni e
cambiamenti spesso epocali, non solo in ambito strettamente
letterario: Ulysses di James Joyce nella narrativa, e The Waste Land
di T.S. Eliot in poesia.
Lo scrittore anglo-americano, autore del poema-capolavoro
sopracitato, studiò le applicazioni della nuova logica spaziale
sperimentata da Joyce proprio in Ulysses e notò come essa fosse
strettamente connessa ad una concezione particolare del mito,
chiamato a dar forma al caos e al disordine del mondo moderno.
Questa la tesi che lo stesso T.S Eliot espone in un saggio dedicato a
Ulysses e nel quale formula l’orma celebre definizione di “metodo
mitico”.
In using myth, in manipulating a conitinuous parallel between
contemporaneity and antiquity, Mr Joyce is pursuing a method
which others must pursue after him. (...) It is simply a way of
controlling, of ordering, of giving a shape and a significance to the
immense panorama of futility and anarchy that is contemporay
history.
2
2
T.S. Eliot , op.cit., p. 123, trad. it. di A.Serpieri, “Introduzione” in La terra desolata,
Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 1982, p.10. [Nell’usare il mito, nel manipolare un
continuo parallelismo fra il mondo contemporaneo e il mondo antico, Joyce sta seguendo un
metodo che altri devono seguire dopo di lui (…) E’ semplicemente un modo di controllare,
ordinare, dare forma e significato all’immenso panorama di futilità e anarchia che è la storia
contemporanea.]
Ed è proprio in The Waste Land che il parallelismo
presente/passato trova la sua espressione più articolata ed
emblematica.
Frank rileva inoltre come T.S. Eliot in The Waste Land sia
riuscito, attraverso la giustapposizione di frammenti isolati, ovvero
di riferimenti, citazioni e rimandi eterogenei, a superare il limite
della scrittura lineare e quindi della pagina stampata e a far sì che il
significato dei suoi versi non fosse più legato alla loro successione
temporale, ma alla loro percezione simultanea nello spazio. Questa
particolare visione dello spazio, che ha nella scrittura non lineare
una delle sue peculiarità, è ciò che legittima il confronto qui
suggerito tra la produzione letteraria modernista e The Waste Land
in particolare, con le recenti innovazioni tecnologiche ed
informatiche che stanno invadendo anche l’ambito letterario.
In particolare i collegamenti espliciti o solo suggeriti ad una
molteplicità di altri testi, a culture ed epoche differenti, la ricchezza
di riferimenti intra- ed extra-testuali, che sono alla base della
struttura originale dell’opera, sembrano essere il punto di contatto
più evidente tra il testo cartaceo originalmente pensato e realizzato
da T.S. Eliot e la logica ipertestuale.
In questa prospettiva si è articolata la struttura di questo lavoro.
Il primo capitolo, nello specifico, si sofferma sulla ridefinizione
delle categorie spazio-temporali nella produzione letteraria
modernista e in The Waste Land in particolare. Nel secondo capitolo
si tenta di illustrare il concetto di ‚proto-ipertestualità’ (facendo
riferimento a testi letterari che pur concepiti in formato cartaceo
sembrano anticipare molte caratteristiche dell’ipertesto) e
parallelamente di offrire anche una introduzione al vasto panorama
di guide ipertestuali e di ipertestualizzazioni di opere letterarie
circolanti in Internet. Il terzo capitolo sposta l’attenzione, più
specificatamente, sulle guide ipertestuali e sulle ipertestualizzazioni
di The Waste Land presenti on-line.
Nell’ambito di un panorama ampio e in continua evoluzione, si è
scelto di focalizzare l’attenzione su un ipertesto in particolare, che,
anche grazie ad un notevole supporto iconografico, appare il più
completo e meno dispersivo, caratteristica, quest’ultima, abbastanza
rara per le homepage comunemente diffuse in rete ed in particolare
per i siti riguardanti un poema così ricco di riferimenti e citazioni.
Oltre all’analisi delle caratteristiche fondamentali di questa
ipertestualizzazione, cioè degli aspetti dell’opera maggiormente
evidenziati, dell’uso delle immagini e dei suoni, del tipo di rapporto
che si instaura con il lettore e del ruolo di lettore-autore svolto dal
creatore di questo sito, sono stati illustrati, a titolo esemplificativo,
alcuni possibili percorsi di lettura di questa visione del poema-
capolavoro di T.S. Eliot. Si è tentato, inoltre, di illustrare come
alcuni percorsi di „attraversamento“ del poema suggeriti dai links
dell’ipertesto preso in esame mostrino interessanti punti di
„convergenza“ con le tesi suggerite da alcuni dei più noti saggi
critici. Si pensi, ad esempio, a come il doppio registro del poemetto,
di cui parla Serpieri, emerge con chiarezza, grazie ai colegamenti
suggeriti dall’autore dell’ipertesto, che oscillano continuamente tra
aulico e prosaico e attraverso ad esempio link con il „Book of
Common Prayers“, testo canonico del rito anglicano, e il
collegamento con il sito di un corso on-line per la lettura dei
tarocchi.
L’analisi dell’ipertesto è infine correlata da una serie di
immagini che riproducono le schermate inerenti alle pagine web
analizzate nel corso di questo capitolo così come sono visualizzabili
sullo schermo del computer.
Capitolo I.
1.1 La letteratura modernista e la nuova logica spazio-
temporale.
Considerato il maggior poeta anglo-americano, Thomas
Stearns Eliot, figura complessa ed eclettica del panorama
letterario del Novecento, nonch� premio Nobel per la
letteratura nel 1948, nacque a St.Louis nel Missouri il 26
settembre 1888. La sua famiglia si era trasferita nel Middle
West, ma le sue origini americane erano legate al New
England, dove sia il ramo degli Eliot che quello degli Stearns
si erano trasferiti nel corso del Seicento partendo
dall�Inghilterra. Dopo aver finito la scuola presso la Smith
Academy, and� a Harvard dove per otto anni studi� letteratura
(in particolare classica e rinascimentale), sanscrito, e quindi
filosofia, materia in cui si specializz�. Gli anni universitari e
l�ambiente intellettuale assai vivo della Boston anteguerra
furono di importanza fondamentale nella formazione di Eliot
che in questo periodo lesse Donne e i metafisici, gli
elisabettiani, i postsimbolisti francesi Laforgue e Corbi�re.
Sub� in quegli anni gli influssi dei dantisti di Harvard, un
interesse che ricever� poi un potente stimolo critico da Ezra
Pound.
Nel 1910, conseguito il Master of Arts, Eliot si rec� a
Parigi dove segu� le lezioni di Bergson alla Sorbona e studi�
Claudel, Andr� Gide e Dostoevskij. Tornato a Harvard,
divenne assistente di filosofia e cominci� a scrivere la tesi di
dottorato su F.H.Bradley. Nel 1914 con una borsa di studio si
rec� in Germania, presso l�Universit� di Marburg,
interessandosi soprattutto di fenomenologia.
Tuttavia, poco dopo il suo arrivo in Europa scoppi� la
guerra mondiale ed egli fu costretto a recarsi in Inghilterra,
dapprima a Oxford, dove studi� il greco, poi a Londra, dove
nel 1915 ebbe l�occasione di incontrare Pound e la giovane
inglese Vivienne Haigh Wood, che spos� nel giro di poche
settimane. I genitori di Eliot non approvarono il matrimonio
negandogli perci� ogni aiuto finanziario. Preoccupato per le
sopravvenute difficolt� economiche e per la fragilit� fisica e
mentale della moglie, nel 1916 Eliot accett� un modesto
incarico di insegnate. Alcuni mesi dopo riusc� a trovare un
lavoro pi� proficuo presso la Lloyd�s Bank di Londra dove
rimarr� otto anni.
Nel 1917 apparve la sua prima raccolta di poesie, Prufrock
and Others Observations.
Era ormai una figura rilevante nell�ambiente degli artisti
londinesi. Conobbe Windham Lewis, J.Middleton Murry,
Roger Fry, ma soprattutto Leonard e Virginia Woolf (che gli
avrebbero pubblicato presso la loro Hogarth Press, la seconda
raccolta di poesie, Poems 1919, nonch� la prima edizione
inglese in volume di The Waste Land). Nel 1920 pubblic� la
sua prima raccolta di saggi, The Sacred Wood, che doveva
avere immediata e duratura influenza sulla critica
anglosassone. Nel 1921, in seguito ad un eccesso di lavoro, ed
anche a causa delle tensioni matrimoniali, le sue condizioni di
salute peggiorarono al punto da decidere di prendere una
vacanza in Svizzera dove consult� un noto neurologo di
Losanna. Durante il soggiorno elvetico scrisse quella che viene
considerata non solo l�opera poetica principale della sua
produzione letteraria, ma una delle pi� rappresentative
dell�intero Novecento: The Waste Land, che prima dell�opera
cesarea di Pound era di circa mille versi. Nel 1922 la
pubblicazione in volume del poemetto, definito da Pound un
�maledetto capolavoro�, ebbe una vasta risonanza in tutto il
mondo. Nello stesso anno Eliot fond� e cominci� a dirigere
una delle riviste letterarie inglesi pi� importanti del
Novecento, il Criterion.
Ma il poemetto The Waste Land, in particolare, era
destinato a scatenare una tempesta nel modo di fare poesia del
Novecento, scardinando le caratteristiche consolidatesi fino ad
allora e rispecchiando un mondo, quello del periodo tra le due
guerre mondiali, sconvolto da continui e radicali mutamenti.
�On or about December 1910 human character changed�
1
scrisse infatti Virginia Woolf nel saggio “Mr Bennett and Mrs
Brown” del 1924; in questo modo la scrittrice inglese
intendeva ribadire che il cambiamento in atto nel corso degli
anni �20 del XX secolo non riguardava unicamente il
panorama letterario, ma ogni singolo aspetto della vita umana.
Alla generazione di scrittori di quell�epoca, come Virginia
Woolf, T.S. Eliot, James Joyce, Marcel Proust e Ezra Pound,
era affidato il compito di descrivere quel cambiamento, quel
vento di sconvolgimenti che soffiava sull�intera Europa. In un
mondo che aveva ormai smarrito i suoi punti di riferimento ed
i suoi valori cardine, dove il reale appariva profondamente
mutato rispetto al passato ed in cui parole come �onore, patria,
fratellanza� avevano perso il loro significato originale,
spazzato via dagli orrori della prima guerra mondiale e
soppiantato dalle angosce sul destino dell�uomo, non era pi�
1
V.Woolf, �Mr Bennett and Mrs Brown�, in Collected Essays, Hogarth Press, London,
1966, p. 320. Ove non diversamente segnalato, le traduzioni sono di chi scrive.[Intorno
al Dicembre del 1910 mut� la condizione umana.]
possibile per gli intellettuali utilizzare tecniche di scrittura
tradizionali. Occorreva quindi sperimentare nuove forme,
nuove espressioni, nuove tecniche, in breve, un nuovo modo di
fare letteratura. La rottura con le tradizioni divenne sinonimo
di modernit� e per questo motivo le opere pi� importanti
scritte in questo clima, sebbene sviluppate secondo tecniche
differenti e difficilmente riducibili ad un�unica poetica, furono
accusate di sovversione e gli autori definiti modernisti.
Il mondo esterno a partire dagli ultimi decenni del XIX
secolo era difatti divenuto instabile e mutevole. Gli
sconvolgimenti causati dallo sviluppo scientifico e tecnologico
avevano riguardato soprattutto il modo di esperire due
categorie fondamentali della cultura occidentale, i concetti di
spazio e tempo. Nel periodo che va dal 1880 allo scoppio della
prima guerra mondiale una serie di radicali cambiamenti nella
tecnologia e nella cultura cre� nuovi, caratteristici modi di
pensare e di concepire lo spazio e il tempo. Innovazioni
tecnologiche come il telefono, la radiotelegrafia, i raggi X, il
cinema, la bicicletta, l�automobile e l�aeroplano posero il
fondamento materiale per una nuova concezione e talvolta per
una ridefinizione (soprattutto in campo culturale) di tali
categorie universali. Il fonografo e il cinema modificarono il
senso del passato e della distanza, il telefono e l�ora ufficiale
mondiale ristrutturarono l�esperienza del presente,
l�urbanizzazione diede vita ad un processo di diminuzione
dello spazio vitale, mentre la politica imperialista rappresent�
un impulso universale a pretendere pi� spazio. L�aprirsi del
campo anatomico interno del corpo umano per mezzo dei raggi
X propose una generale riconsiderazione di che cosa �
propriamente interno e cosa esterno nel corpo, nella mente e
negli oggetti fisici. Il formidabile sviluppo di ferrovie e
piroscafi a vapore e l�invenzione dell�automobile e
dell�aeroplano accelerarono enormemente i mezzi di trasporto,
e moltiplicarono i luoghi percorribili alle nuove alte velocit�.
2
L�introduzione dell�ora ufficiale mondiale alla fine del
XIX secolo rappresent� lo sviluppo pi� significativo nella
storia dell�affermazione del tempo cosiddetto �pubblico�. Tale
affermazione fu ritenuta fondamentale in quanto l�ora
universale e la puntualit� rispondevano pienamente alle
accresciute necessit� della popolazione mondiale, che accett�
largamente il concetto di tempo pubblico quale indicatore
appropriato di durata e successione. Ma il carattere assoluto
del tempo pubblico, anche in seguito agli studi dello scienziato
Albert Einstein sulla relativit�, fu messo in discussione da
2
S. Kern, The Culture of Time and Space 1880-1918., Harvard University Press,
Cambridge Ma, 1983;trad. it di B. Maj, Il tempo e lo spazio. La percezione del mondo
tra Otto e Novecento, il Mulino, Bologna, 1988
romanzieri, psicologi, fisici e sociologi, i quali indagarono il
modo in cui gli individui creano tanti tempi differenti quanti
sono gli stili di vita, i sistemi concettuali e le forme sociali.
Questi studiosi contrapponevano quindi un tempo eterogeneo,
relativo e privato, al tempo omogeneo, pubblico e assoluto.
Tale dicotomia non poteva non invadere il campo culturale e,
nello specifico, quello letterario. Gli scrittori dell�epoca
esplorarono l�eterogeneit� del tempo personale ed il suo
conflitto con il tempo pubblico nelle loro opere.
A la recherche du temps perdu di Marcel Proust si svolge
in un tempo pubblico chiaramente identificabile, dall� affaire
Dreyfus alla prima guerra mondiale. Ma il tempo personale del
suo narratore, Marcel, si muove con un andamento irregolare,
che � ripetutamente sfasato rispetto a quello degli altri
personaggi ed � irriducibile ad ogni sistema di riferimento. In
quest�opera Proust tent� di riprodurre il concetto di �durata�
(durée) del filosofo francese Henry Bergson: il tempo vissuto
consta di istanti differenti ed irripetibili che si compenetrano e
si sommano fra di loro alla maniera di una valanga, o di un
gomitolo di filo; esso si estende cos� non nello spazio ma nel
tempo.