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Percorsi di New Media Art in Sardegna.
Il caso studio della scuola scientifica del CRS4:
“EIA-Exploring Artificial Intelligence in Art”.
Introduzione
Le ricerche condotte per la realizzazione del lavoro di tesi sono
strettamente correlate all’esperienza vissuta in prima persona presso il
centro di ricerca CRS4, luogo in cui lavoro da vent’anni.
In collaborazione con Felice Colucci, collega ricercatore, abbiamo ideato
e realizzato la prima scuola scientifica in Sardegna dedicata allo studio
del rapporto tra nuove tecnologie e arte. La scuola, denominata “EIA-
Exploring Artificial Intelligence in Art”, è nata in primo luogo dalla
necessità di indagare il tema complesso dell’impatto delle tecnologie e
delle scienze sulla creazione artistica, attraverso una riflessione sul ruolo
dell’intelligenza artificiale nella produzione contemporanea. Inoltre, si
sentiva la necessità di condurre il CRS4, centro di ricerca protagonista
della svolta tecnologica degli anni Novanta, che ha recentemente
festeggiato i suoi primi trent’anni di vita, a riflettere sul ruolo che le
nuove tecnologie hanno in ambiti differenti dai settori più “tradizionali”
della ricerca scientifica. Questa operazione, che potrebbe essere definita
di “sbilanciamento” verso l’ambito delle scienze umanistiche, presenta
degli aspetti che ancora sono considerati sovversivi, perché il cammino
verso il ricongiungimento della tecnica scientifica all’arte, nel ricordo
della Techne (Τέχνη), richiede un grande sforzo di visione e di volontà di
superare i rigidi e anacronistici confini tra cultura scientifica e cultura
umanistica. Per un corretto inquadramento del caso studio si è cercato di
descrivere gli ambiti e i confini di quella che è chiamata “New Media
Art”, etichetta divenuta recentemente ufficiale per la grande varietà delle
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pratiche artistiche, a partire dalle problematiche connesse alla definizione
del termine e facendo riferimento all’ampia letteratura sul tema prodotta
negli ultimi decenni. Si è cercato anche di tratteggiare le caratteristiche
del new media artist, una figura dotata di ottime competenze tecnico-
informatiche, oltre che di qualità in ambito più strettamente creativo.
Si è scelto di concentrare l’attenzione sulla peculiarità della scena locale
contemporanea, riferendo delle sperimentazioni più significative del
contesto a partire dai primordi della Computer Art che riconducono al
lavoro dell’artista sardo Tonino Casula. L’indagine ha necessariamente
comportato una riflessione sui rapporti con la scena nazionale ed
europea, pertanto si è delineato un quadro delle principali
manifestazioni, dai festival alle mostre, che hanno contribuito a portare
sulla scena del sistema dell’arte la produzione connessa alla
sperimentazione tecnologica.
Infine, abbiamo ritenuto doveroso soffermarci al cambio di passo
introdotto dall’irrompere delle tecniche di Intelligenza Artificiale in
ambito artistico e abbiamo introdotto il caso studio con la presentazione
del CRS4, che fa uso di tali tecniche in ambito scientifico.
Successivamente ci siamo soffermati sull’esperienza della Scuola “EIA-
Exploring Artificial Intelligence in Art”, che ha permesso di attivare
localmente un dibattito sul rapporto arte, tecnologia e scienza,
proiettando la Sardegna a pieno diritto nei contesti contemporanei
europei decisamente più maturi e permeabili alle sollecitazioni della
New Media Art. La scuola scientifica del CRS4 è stata realizzata dopo
aver superato le selezioni per accedere al finanziamento di Sardegna
Ricerche dedicato alle "Scientific School 2018-2019”. Obiettivo
primario della scuola è stato, come si è detto, quello di indagare sul
rapporto tra intelligenza artificiale e arte, facendo dialogare
sinergicamente ricercatori di vari ambiti, dal mondo della scienza al
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settore umanistico, con coloro che operano nel mondo dell'arte
generativa e digitale, per approdare a una riflessione sulla produzione
legata alla creatività delle macchine. La scuola ha adottato un approccio
pratico, con l’analisi e la sperimentazione di algoritmi e procedure per la
creazione di contenuti artistici, coinvolgendo ricercatori impegnati nella
definizione di modelli generativi (GAN, RL, ecc.)
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. Per raggiungere
importanti risultati dal punto di vista formativo è stata prestata grande
attenzione all’identificazione di docenti attivi in importanti centri
riconosciuti per l’alto livello di ricerca sui temi oggetto della scuola:
dall’Università di Arte e Design di Karlsruhe, nota per gli studi in New
Media Art, Grafica, Disegno industriale, Scenografia, Scienza dell'arte e
Filosofia dei media, all’Istituto di Tecnologie della Comunicazione,
dell'Informazione e della Percezione della Scuola Universitaria
Superiore Sant’Anna di Pisa.
I risultati della scuola scientifica sono stati presentati anche in occasione
di “ManiFEST,” il festival d’arte, scienza e comunità tenutosi alla
Manifattura Tabacchi nel settembre del 2019, che ha visto la
partecipazione di personalità quali Michael Mondria, direttore di Ars
Electronica Solutions di Linz. Mondria ha espresso apprezzamento per
la qualità del lavoro svolto durante la scuola e ha incoraggiato i
promotori portando ad esempio le grandi trasformazioni di cui ha potuto
beneficiare la cittadina austriaca di Linz dopo l’istituzione nel 1979 del
Festival Ars Electronica, che nel tempo si è ingrandito e consolidato
quale realtà internazionale di indagine e sperimentazione sociologica,
artistica e tecnologica tra le più significative al mondo.
La seconda edizione della scuola scientifica, vincitrice ancora una volta
del bando di Sardegna Ricerche, che si sarebbe dovuta tenere durante
l’estate 2020, è stata purtroppo sospesa a causa dell’emergenza dovuta
1
GAN è acronimo di Generative Adversarial Network e RL di Reinforcement Learning
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alla pandemia da Covid19. Si attenderà un miglioramento della
situazione per poter svolgere le attività della scuola in presenza, affinché
gli aspetti più importanti legati alla relazione empatica tra discenti e
docenti possano avere piena soddisfazione. Ciò che ci auspichiamo è di
poter svolgere le attività della scuola scientifica durante l’estate 2021 per
continuare l’indagine sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e Arte,
facendo però un ulteriore passo in avanti verso lo studio di quello che
oggi viene definito il postdigital, concentrandoci cioè su quelle forme
artistiche che guardano verso l’umanizzazione delle tecnologie digitali
attraverso l’interazione tra sistemi digitali, biologici, culturali e
spirituali. D’altro canto, l’obiettivo che si intende perseguire con grande
determinazione è la crescita della comunità di artisti, ricercatori e
studenti che hanno preso parte all’edizione del 2019, attraverso nuove
opportunità di condivisione delle proprie idee ed esperienze in un
costante arricchimento culturale.
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Capitolo 1
La New Media Art
In principio era il bit.
Ponendosi l’obiettivo di fare una rapida incursione in quella che oggi
viene chiamata “New Media Art”, espressione controversa che non
pochi grattacapi ha creato e continua a creare a critici, curatori e artisti,
ritengo sia opportuno tenere a mente alcuni momenti cruciali della storia
tecnologica recente.
Il primo è l’uscita nel 1948 dell’articolo “La teoria matematica della
comunicazione”, del matematico e ingegnere americano Claude
Shannon
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, in cui veniva formulata l’ipotesi che le macchine potessero
scambiarsi informazioni attraverso il codice binario, composto solo dalle
cifre 0 e 1 e chiamando bit l’unità base di queste informazioni in codice
binario. Altra pietra miliare è posta nel 1953, anno in cui John Von
Neuman realizzò, con un gruppo di fisici e ingegneri, il primo calcolatore
programmabile.
Un ulteriore momento importante, in qualche misura conseguenza dei
primi due, che ha rivoluzionato il nostro modo di vivere e di pensare, è
il 1969: l’anno di nascita di internet, che al tempo si chiamava Arpanet,
ed era un progetto di scambio messaggi fra sedi universitarie, per
facilitare e velocizzare i lavori di ricerca. Nata come pratica di nicchia,
dagli anni ottanta iniziò a diventare una piattaforma pubblica di scambio
di informazioni digitali, di bit. Moli di dati via via sempre più ingenti
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C. E. Shannon, A Mathematical Theory of Communication, Bell System Technical Journal, vol. 27, pp. 379–
423 (luglio), 623–656 (ottobre), 1948.
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verranno scambiati da allora attraverso la rete formata da connessioni tra
computer, diventati nodi di una grande tela informatica dalla quale
ancora oggi e in misura sempre maggiore, siamo avvolti.
Chiunque oggi interagisca con il proprio “telefono intelligente”, lo
smartphone, invii una mail o scarichi dalla rete un contenuto digitale, è
in grado di farlo perché Shannon aveva ipotizzato quel sistema che
sarebbe stato alla base della rivoluzione digitale, Von Neumann aveva
pensato delle macchine in grado di elaborare i contenuti digitali, e perché
finalmente la “Rete”, tecnologia passata dall’ambito militare a quello
civile, ha velocemente creato la struttura in grado di far circolare
immense quantità di informazioni digitali. Queste innovazioni, che
hanno subito un’accelerazione sensibile nell’ultimo trentennio, tanto da
far definire questi anni l’epoca della “rivoluzione digitale”, hanno avuto
e continuano ad avere grande impatto sulla nostra società, che si trova
ad affrontare un cambiamento epocale, nei modi di comunicare, nel
modo di vivere le relazioni, nel modo di intendere la vita stessa. Luciano
Floridi, filosofo dell’Informazione e della Tecnologia all’Università di
Oxford, parla della trasformazione della nostra società in termini di
“quarta rivoluzione” che è soprattutto una rivoluzione dell’essere, della
comprensione di noi stessi e al centro della quale finalmente c’è
l’infosfera, lo spazio informativo dell’epoca digitale che coinvolge tutti
gli ambiti della vita, ponendo sfide sconosciute
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.
Quello che vorrei tentare di tracciare quindi, è un percorso che colga le
caratteristiche di una particolare forma artistica che, vivendo
nell’Infosfera, si nutre ed esiste grazie ai dati digitali, nell’ambito di una
società contemporanea che assiste, forse, anche ad un cambio nei
paradigmi estetici, interrogandosi sulle nuove forme di espressività e co-
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Luciano Floridi, Pensando l’infosfera, Cortina Editore, 2020