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dello studente, in debito di esami, all’interno del circuito di formazione, fino al
completamento del suo percorso di studi, senza alcuna limitazione per gli anni impiegati
al conseguimento di tale traguardo.
I dati sugli iscritti fuori corso del corso di scienze infermieristiche nell’a.a.
2001/2002 a livello nazionale rivelano una forte componente al primo anno (45,4% del
totale) che nel dettaglio territoriale, si manifesta molto più rilevante al Nord (59-62%)
che al centro (35%) ed al Sud (26%). Questi, confrontati con il tasso medio nazionale di
studenti fuori corso che è del 36% ne rivelano una sostanziale parità di studenti iscritti
fuori corso nell’anno 2002 (dati ISTAT: Università e Lavoro, statistiche per orientarsi).
Questo sembrerebbe un dato positivo, se non che la realtà dei fuori corso esistente in
Italia è di per sé un elemento negativo del percorso di formazione universitaria.
Un elemento che influenza chiaramente l’abbandono studentesco è lo standard
educativo stabilito dall’amministrazione della formazione infermieristica. Con
l’ingresso nell’organizzazione universitaria, si è avuto un adeguamento dei piani
didattici alla struttura delle lauree brevi triennali al fine di raggiungere livelli qualitativi
equivalenti a quelli dei paesi europei più avanzati in ambito sanitario.
In un contesto poi, in cui molti paesi avvertono la grave carenza di infermieri, la perdita
di potenziali infermieri futuri risulta ancor più grave se associata alla carenza cronica di
personale infermieristico presente nella sanità.
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), per la
regione europea ha previsto il raggiungimento di un rapporto di 6,9 infermieri per mille
abitanti in ambiente ospedaliero, a condizione che questi siano adibiti a proprie
mansioni. Questo parametro attualmente vede un difficile mantenimento se non
verranno attuate manovre correttive in quanto nell’ultimo quinquennio, il flusso di
nuovi diplomati a livello nazionale si è assestato sulle 3.200/3.500 unità all’anno,
numero insufficiente a coprire anche solo il turn over fisiologico del personale
infermieristico, che si aggira intorno alle 12.500 unità all’anno (3,5/4 per cento su
326mila infermieri iscritti agli Albi) (Rapporto sulla formazione universitaria infermieri
IPASVI, 2003).
Questo lavoro di ricerca si propone di analizzare il fenomeno dell’abbandono e dei fuori
corso all’interno del corso di formazione in scienze infermieristiche, a livello
internazionale e nazionale, indagando sull’entità di questo fenomeno nella realtà inglese
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ed americana e sui fattori che contribuiscono ad esso, nonchè analizzando le varie
strategie che negli anni sono state formulate per contrastare questa forma di perdita di
risorse umane oltre che economiche.
La presente analisi è strutturata in quattro capitoli.
Il primo descrive brevemente l’evoluzione della formazione infermieristica in Italia e
analizza le caratteristiche delle principali scuole di formazione infermieristica a livello
internazionale, la formazione inglese, americana e canadese, viene anche definito un
quadro della situazione della professione infermieristica in Italia.
Nel secondo capitolo sono presi in considerazione in ordine cronologico, i singoli studi
scelti nella revisione della letteratura. Vengono definiti gli obiettivi dello studio di
ricerca che sono l’individuazione dei fattori che influenzano e che favoriscono la scelta
di abbandono dello studente, la rilevazione del profilo tipico dello studente infermiere
che abbandona, e l’individuazione delle strategie che sono state attuate finora per
contrastare il fenomeno dell’abbandono.
Il terzo capitolo vede una analisi dei tassi di abbandono del corso in infermieristica a
livello nazionale e specificamente il polo universitario di Verona.
Il quarto capitolo contiene la discussione dei risultati ottenuti dalla ricerca sul fenomeno
dell’abbandono e dei fuori corso e contiene le conclusioni, i suggerimenti ed i contenuti
applicabili alla formazione infermieristica.
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CAPITOLO 1: ASPETTO STORICO DELLA FORMAZIONE
INFERMIERISTICA ITALIANA
L’istituzione del sistema formativo italiano si ha con l’emanazione del R.D.L.
25/8/1925, n.1832 e con il successivo regolamento di esecuzione RD 21/11/1929 n.2330
nel quale veniva fissata la durata dei corsi di formazione infermieristica in un periodo di
due anni e venivano posti tra i requisiti di ammissione il possesso della licenza
elementare.
Fino al 1971 la denominazione delle scuole per infermieri era di Scuole-Convitto
Professionali per Infermiere, le cui caratteristiche peculiari erano l’obbligo all’internato
e la preclusione agli uomini.
La soppressione dell’obbligo dell’internato e l’accesso agli uomini a tali scuole è stato
sancito dalla legge del 25 febbraio 1971, n.124 e dal D.P.R. del 13 ottobre 1975, n.867
con cui l’Italia si adeguava alla normativa europea, in conseguenza del recepimento
dell’accordo di Strasburgo (Benci, 2001).
A seguito di tali atti normativi, il corso per infermiere professionale assumeva
una durata di tre anni, veniva richiesto come requisito minimo di ammissione un
decennio di scolarità e vi era la fissazione di un programma base di 4600 ore di
formazione teorica e di tirocinio.
In questo periodo sul territorio italiano risultano presenti oltre 450 scuole di formazione
infermieristica, presentanti tra loro una grande difformità, sia a livello organizzativo che
di formazione degli infermieri che fornivano (Bozzi, 1996).
In seguito alla riforma degli ordinamenti universitari didattici, avutasi con la
legge del 19 novembre 1990, n.341 e con l’approvazione del decreto del Ministero
dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST) del 2 dicembre
1991, viene istituito il Diploma Universitario in Scienze Infermieristiche presso la
facoltà di Medicina (D.U.S.I.).
Il piano di studi relativo viene previsto dalla tabella XXXIXter annessa al decreto 30
settembre 1938, n.1652.
La formazione infermieristica diventa così universitaria. Nel 1996 un atto formativo del
MURST, il D.M. 24 luglio cambia gli ordinamenti didattici, con la tabella XVIIIter, e
ridenomina il corso di diploma universitario da scienze infermieristiche a D.U. per
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Infermiere (D.U.I.), sempre istituito presso la facoltà di medicina e chirurgia (Benci L.,
2001).
Il corso ha durata triennale e si conclude con un esame finale con valore abilitante e
rilascio del titolo di “infermiere” (responsabile dell’assistenza generale infermieristica).
Il corso di diploma prevede la presenza di attività didattiche e di tirocinio pari all’orario
complessivo stabilito dalla normativa comunitaria (il cosìdetto Accordo di Strasburgo)
ed è suddiviso in semestri.
L’attività didattica programmata è pari a 1600 ore complessive, mentre quella pratica è
di 3000 ore.
Con l’emanazione della legge 10 agosto 2000, n.251 che riconosce la laurea agli
infermieri italiani, si ha il raccordo tra la docenza infermieristica e l’identità
professionale non avutosi in precedenza e la denominazione a Corso di Laurea in
Infermieristica (C.L.I.), instaurando così una vera e propria formazione universitaria tale
da prevedere una organizzazione curriculare coerente con le direttive europee, con
ancora un piano di studi triennale di 4.600 ore, considerate, con un certo rigore, ore di
effettiva presenza degli studenti in teoria o in tirocinio. Al momento, la formazione
universitaria sta attuando uno sforzo verso un interpretazione dell’impostazione
didattica più flessibile con proposte di nuovi ordinamenti didattici che prevedano la
possibilità di svolgere attività diverse per il raggiungimento degli obiettivi formativi:
dalle lezioni teoriche, allo studio guidato correlato con le attività cliniche, alle attività
seminariali con la presenza di esercitazioni, attività tutoriali, attività di tirocinio, di
autoapprendimento e di autovalutazione (Artioli G., 2000).
L’università ha così l’incarico di formare tanti operatori quanti ne servono al Servizio
Sanitario Regionale di riferimento. La determinazione del fabbisogno formativo (del
numero di studenti da ammettere ai corsi) è attualmente determinato dalla Regione sulla
base delle reali necessità, in linea da quanto evidenziato dalle Aziende Sanitarie ed
Ospedaliere.
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1.1 La Formazione Infermieristica nel nord America
Gli Stati Uniti conservano una lunga tradizione nell’ambito della formazione
infermieristica. Questo ha comportato una notevole differenziazione dell’offerta che si è
tradotta in numerosi canali e livelli formativi.
L’accesso al diploma di infermiere (Registered Nurse o RN), è possibile dopo aver
completato le scuole superiori frequentando una scuola ospedaliera, il college oppure
l’università. Nella scuola ospedaliera, il programma si articola in tre anni solari, durante
i quali lo studente è tenuto ad effettuare circa 2000 ore di tirocinio e 1000 di teoria. Le
materie di insegnamento spaziano dal Nursing alla Biologia alla Matematica. Le scuole
ospedaliere mirano a formare gli infermieri “di corsia” di cui l’ospedale ha bisogno; per
questo motivo il tirocinio viene svolto quasi esclusivamente nelle strutture ospedaliere
in cui è collocata la scuola. Oggi queste scuole sono in forte diminuzione, anche se
resistono in zone a basso tasso di sviluppo universitario, per garantire il personale
infermieristico necessario al servizio sanitario.
Il college è un centro di formazione, di norma privato, che offre la possibilità di
acquisire, con la frequenza ad un percorso di due anni, un “associate degree in nursing”
riconosciuto per esercitare la professione di infermiere. Gli studenti frequentano due
anni all’interno del college, seguendo un programma teorico e pratico.
Negli Stati Uniti esiste un rapporto tra il prestigio del college e la possibilità di accesso
a determinati ambiti di lavoro o all’università, e la qualità dell’istituto è valutata
periodicamente da apposite commissioni nazionali.
La critica che viene rivolta ai programmi di scuola ospedaliera o di college, considerati
percorsi brevi, è quella di preparare più dei tecnici che dei professionisti dell’assistenza
a causa della scarsa conoscenza teorica in nursing prevista nei loro curriculi formativi.
Un accenno merita la formazione infermieristica in Canada, poiché da tempo
orientata alla laurea in scienze infermieristiche conseguita nelle facoltà di Nursing.
La formazione fornita nelle facoltà di Nursing si ispira alla scuola di pensiero del
“Caring” ed è incentrata sullo studio dell’assistenza che comprende la concezione e la
realizzazione del “prendersi cura di”.