36
Capitolo terzo: Un’analisi sulle famiglie italiane e la loro
rappresentazione pubblicitaria
3.1. La trasformazione degli stereotipi familiari all’interno della società
contemporanea
3.1.1. Società e stereotipi in continuo divenire
La trasformazione culturale degli ultimi tempi, resa possibile attraverso un rapporto di
interconnessione tra società, tecnologie e mass media, ha rivoluzionato radicalmente il modo di
pensare e vivere dei singoli individui. Oggi la società è in continuo divenire. La rivoluzione
tecnologica, accompagnata a quella sociale, ha caratterizzato un nuovo modo di intendere la
comunità. Gli individui non sono più così legati alle tradizioni e alle convenzioni sociali, inoltre si è
perso quel forte senso di collettività tipica delle società moderne. La società postmoderna è, come
definita da Zygmunt Bauman,
113
“liquida”:
114
una società incerta, fluida e velocizzata, priva dei
riferimenti sociali tradizionali. Nella nuova società di oggi la tradizione viene sorpassata
dall’intuizione. Gli individui sono immersi in un ambiente colmo di opportunità, dove qualsiasi cosa
sembra arrivabile. La grande offerta, però, mette in crisi gli uomini perché, di fronte a tante possibilità,
rischiano di non raggiungerne nessuna concretamente. Gli esseri umani si trovano quindi gettati in
una condizione in cui tutto è imminente; dove passato, presente e futuro tendono progressivamente
a fondersi. In questa nuova fase di “modernizzazione” il futuro appare ignoto e proprio per questo
motivo nessuno intende correre il rischio di lasciarsi sfuggire opportunità, occasioni ed esperienze
ancora sconosciute ma inevitabili. Nella società contemporanea le persone rinunciano ad elaborare
progetti a lungo temine in favore delle occasioni che si presentano nel corso del tempo.
Oggi gli individui sono al centro delle questioni sociali, vengono costantemente gettati nei
dilemmi della società contemporanea. Le attenzioni sociali che negli ultimi tempi si sono rivolte verso
tematiche quali l’ambiente, il politically correct, integrazione, l’identità di genere e sessuale, la
disparità salariale, la disabilità, si sono riversate anche sul singolo individuo. Egli, cercando di trovare
una propria identità e una propria direzione da seguire all’interno della società, sente il diritto e il
dovere di partecipare attivamente nelle questioni sociali. La forte necessità di identificarsi in qualcosa
spinge gli individui ad orientarsi verso questioni che gli permettono di avere uno scopo. Ogni singola
113
Zygmunt Bauman: (1925-2017) è stato un sociologo e filosofo di origini ebraiche. Sopravvissuto all’Olocausto ed
emigrato più volte per sfuggire alle persecuzioni, egli ha dedicato la sua vita alla Sociologia. Nei suoi ultimi lavori,
Bauman ha cercato di dare una definizione di Post-modernità per spiegare i ritmi frenetici e lo stato di precarietà in cui
l’uomo è destinato a vivere. Usando le metafore di modernità liquida e solida, egli distingue il passaggio dalla modernità
alla postmodernità, focalizzandosi sulle questioni etiche relative. Nei suoi libri sostiene che l'incertezza che attanaglia la
società contemporanea deriva dalla trasformazione degli individui da produttori a consumatori.
114
Bauman, Z., 2012, Modernità liquida, Gius Laterza & Figli Spa, Roma-Bari
37
azione, anche quella d’acquisto, si trasforma così per loro in un’esperienza di vita attraverso la quale
crescere e definirsi. Codeluppi afferma che questo trend è tipico delle società “ipermoderne” in cui
la vita quotidiana tende ad unire inestricabilmente quello che proviene dai massmedia con quello che
è direttamente vissuto dagli individui.
115
In una società in continuo divenire, caratterizzata dalla mutevolezza degli eventi, anche gli
stereotipi sociali tendono a subire evoluzioni nel corso del tempo, adeguandosi alla trasformazione
della concezione del mondo e alle aspirazioni della società. Solitamente si tende a considerare gli
stereotipi in senso negativo, tanto da risultare difficoltosa l’idea che gli individui riconoscano
esplicitamente di pensare ed agire in base ad essi. Anche nelle società postmoderne, nonostante la
molta attenzione degli individui nei confronti del sociale, gli stereotipi sono ancora ampiamente
diffusi. Essi, però, si sono adattati a convivere nel tempo con nuovi valori di razionalità e tolleranza,
trasformandosi così da espliciti ad impliciti e ancora più difficili da individuare.
Lo stereotipo è il risultato di un processo di categorizzazione: mettere insieme cose simili.
116
Di fronte alla complessità del mondo e alla grande quantità di informazioni che si ricevono ogni
giorno, gli individui hanno necessità nel ridurre le numerose quantità di dati ricevuti, con il fine di
comprenderli. Il sistema cognitivo, quindi, raggruppa le informazioni elementari dei singoli dati per
somiglianza, generando così delle categorie. Ogni categoria è composta da elementi che hanno in
comune dei tratti significativi.
117
La semplificazione attraverso categorie viene applicata
continuamente e in maniera involontaria. Essa rappresenta un modo inevitabile di conoscere e
comunicare. La continua esposizione a nuove informazioni rende gli individui incapaci di
comprenderli tutti. Le cornici cognitive, che permettono di orientare processo cognitivo
dell’individuo, sono dispositivi di controllo, di selezione, in grado di bloccare il flusso accelerato di
informazioni che altrimenti minaccerebbero la salvaguardia delle credenze sedimentate nel tempo.
Ciò si applica anche sugli individui: la categorizzazione permette di vedere gli altri in base ai possibili
criteri attraverso cui sono raggruppabili. Questo permette di attribuire ai singoli individui le
caratteristiche che tendono a definire l’intera categoria. Tale processo cognitivo prevede anche un
lato spiacevole perché, se da una parte è possibile con lo stereotipo dare una spiegazione del mondo
circostante, dall’altro si può incorrere nel rischio di cadere nei cliché tipici della società. Ciò avviene
soprattutto perché lo stereotipo, oltre ad essere il risultato di un processo di categorizzazione, è anche
il prodotto di un costante sviluppo da parte della società nell’assegnare senso alla realtà circostante.
115
Cfr. Codeluppi, V., Ipermondo, cit., p. 15
116
Cfr. Mazzara, B., M., 1997, Stereotipi e pregiudizi, Il Mulino, Bologna, p. 79
117
Cfr. Agostini, T., 2011, Alle radici della disuguaglianza: manuale di pari opportunità, Marcianum Press, Venezia, p.
107
38
Secondo Bauman, ogni gruppo sociale – distinto e separato dalla specificità della propria prospettiva
cognitiva, dalla posizione di classe, dall’appartenenza nazionale o dalla pratica professionale - è
confinato in una realtà parziale che gli impedisce di vedere la totalità. Quando essi riflettono
razionalmente sulla porzione di realtà che l’esperienza rende loro accessibile, tutti i gruppi tendono a
produrre le proprie distorsioni della verità.
118
Il processo di categorizzazione, messo in atto dagli
individui, sarebbe, quindi, in realtà distorto dalle credenze e dalle abitudini della collettività di cui ne
persone fanno parte.
3.1.2. Famiglie liquide: come il concetto di famiglia si è trasformato negli ultimi anni
La famiglia è l’elemento centrale di ogni società. Secondo l’enciclopedia Treccani essa è
«[L’]Istituzione fondamentale in ogni società umana, attraverso la quale la società stessa si riproduce
e perpetua, sia sul piano biologico, sia su quello culturale».
119
Non è facile dare una definizione
specifica di famiglia. Questo perché essa è il risultato di una moltitudine di trasformazioni che ha
subito nel tempo. Se in passato costituiva un’entità fissa, oggi la famiglia appare come una realtà
sociale in pieno mutamento. In particolare, negli ultimi decenni si è potuta osservare una
diversificazione delle forme familiari. Vi è stata, seguendo il pensiero liquido baumiano, una fusione
della famiglia che in poco tempo è passata dallo stato solido (tradizionale) ad uno liquido che prevede
una moltitudine di tipologie familiari diverse.
Le innovazioni tecnologiche e sociali acquisite nel tempo, hanno trasformato radicalmente il
modo di vivere e pensare dei singoli individui. I figli tendono a rimanere nella casa dei genitori più
del previsto, posticipando la transizione dallo stato adolescenziale a quello adulto. La permanenza
nella propria famiglia d’origine è dovuta da diversi fattori: l’aumento della scolarizzazione con il
conseguente allungamento dei tempi formativi, l’ostacolo nel trovare un’occupazione in grado di
sostenere i costi di un affitto e una vita regolare, le difficoltà di accesso al mercato delle abitazioni
compresa la laboriosità nel ricevere un mutuo in età giovanile. Tutti questi fattori, accompagnati da
un’economia sfavorevole, hanno spinto i giovani a ritardare, rispetto alle generazioni precedenti, le
tappe fondamentali verso la vita adulta, tra cui quella della formazione di una famiglia. Ciò comporta
un ritardo nella formazione di una coppia, rimandando conseguentemente anche il progetto familiare.
«Oltre un terzo dei giovani tra i 18 e i 34 anni che vivono con almeno un genitore dichiara di essere
occupato; questi giovani avrebbero, dunque la possibilità oggettiva di rendersi autonomi, ma per il
cambio di contesto culturale e [...] per le condizioni lavorative favorevoli continuano a coabitare con
i genitori» (Meli, 2019, p. 365). Tali aspetti hanno mostrato un cambio di prospettiva anche nei
118
Cfr. Bauman, Z., 2000, La solitudine del cittadino globale, Feltrinelli Editore, Milano, p. 120
119
URL: https://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/famiglia/
39
confronti del matrimonio: prima tappa fondamentale per il passaggio dalla giovinezza alla vita adulta
nella famiglia tradizionale, ora sempre più spesso questo evento è stato superato dalla convivenza.
Attualmente, infatti, sempre meno persone si sposano in favore quest’ultima.
Un altro aspetto che incide fortemente nel posticipo della formazione familiare è l’evoluzione
della figura femminile all’interno della società. Negli ultimi anni sono aumentate le donne all’interno
del mondo del lavoro. Per secoli la vita della donna è stata sconfinata al ruolo di regina del focolare,
madre premurosa e moglie attenta. Negli ultimi decenni la figura della donna casalinga è stata
sostituita dalla donna in carriera, che lavora ed ha una propria identità al di fuori dell’ambiente
domestico. Ciò comporta un ritardo nella realizzazione di una famiglia, nonché una diminuzione delle
nascite. Se da un lato questi comportamenti hanno un grosso impatto dal punto di vista demografico,
dall’altro l’autorealizzazione e la possibilità di prendere strade diverse da quelle precostruite per
l’individuo comporta un cambio con il passato, nonché una maggiore possibilità di scegliere della
propria vita. Spesso la scelta di non costruire una famiglia in favore della carriera è più una
conseguenza che una decisione presa. In Italia, infatti, la carriera è un forte ostacolo alla maternità e
viceversa: per le donne con una famiglia alle spalle un lavoro full time è difficile da mantenere. La
scarsa possibilità di asili nidi (in Italia solo il 6% dei bimbi fino ai tre anni usufruisce del servizio), il
mancato sostegno da parte dei datori di lavoro nel permettere alle donne di coniugarsi tra lavoro e
famiglia, nonché l’idea stereotipata e radicata che la figura femminile debba limitarsi nel mondo del
lavoro in favore della famiglia, spesso porta le donne a dover decidere tra carriera e figli. Le donne
che tendono a scegliere la famiglia finiscono per optare per lavori part-time a basso rendimento
economico o, nella peggiore delle ipotesi, a rinunciare al lavoro per dedicarsi al ruolo di madre. Quelle
che scelgono la carriera, invece, dispongono di un reddito più alto ma sono anche coloro che rinviano
ben oltre i trent’anni il momento di avere un figlio.
120
Un ulteriore elemento che caratterizza le strutture familiari è l’instabilità coniugale: sono
sempre di più le coppie che si separano. Da queste separazioni spesso si formano delle nuove famiglie,
a partire da quelle formate da una sola persona, le coppie senza figli, le famiglie monogenitoriali fino
ad arrivare a quelle composte: nate dalla fusione delle famiglie costruite antecedentemente. Se da un
lato questo comporta una semplificazione delle forme familiari (non vi sono più le famiglie
tradizionali tipiche di un tempo composte da padre, madre e molti figli), dall’altra le strutture familiari
si adattano a queste modificazioni rendendo più complessa la rete di relazione che si forma al loro
interno.
120
Redazione Repubblica, Lavoro e maternità: chi fa carriera fa figli più tardi tra mille difficoltà, Repubblica,
(15/04/2011)
40
Tra le diverse forme di famiglia presenti nella società italiana vi sono anche le famiglie miste.
Queste sono una tipologia da sempre esistente che però negli ultimi tempi, attraverso l’aumento dei
flussi migratori e la conseguente globalizzazione, ha conosciuto un significativo incremento e
rappresenta oggi un fenomeno dall’elevato valore simbolico.
121
Oltre ad essere una realtà sempre più
emergente, esse rappresentano anche una vera e propria rivoluzione culturale in quanto, l’incontro di
culture differenti, permette il mescolamento quotidiano dei saperi, delle pratiche, delle competenze,
delle differenti appartenenze culturali.
122
Secondo i dati Istat:
«Nel 2021 sono state celebrate 24.380 nozze con almeno uno sposo straniero, in aumento del 29,5% rispetto all’anno
precedente. I matrimoni misti (in cui uno sposo è italiano e l’altro straniero) ammontano a oltre 18mila e continuano a
rappresentare la parte più consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero (75,1%). Quasi i tre quarti dei
matrimoni misti riguardano coppie con sposo italiano e sposa straniera (13.703, pari al 7,6% delle celebrazioni a livello
nazionale nel 2021). Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono 4.595, il 2,5% del totale delle spose».
123
Altre realtà presenti all’interno della società contemporanea sono le famiglie monogenitoriali.
Da sempre presenti nella società italiana, le coppie omosessuali sono state riconosciute ufficialmente
come realtà familiare solamente attraverso la promulgazione delle unioni civili avvenuta nel 2016.
Nonostante ancora oggi ci siano delle polemiche sulla questione omogenitoriale, numerose solo le
famiglie composte da due genitori dello stesso sesso e i loro figli. Questa è una realtà che non può
essere ignorata, in quanto segno che le dinamiche sociali si stanno evolvendo.
Appare evidente che la famiglia come concetto universale tipica delle società moderne, non
esiste più realmente. Alle trasformazioni delle famiglie tradizionali si sono unite diverse dinamiche
sociali e demografiche che hanno modificato le strutture familiari. Oggi esistono numerose forme
liquide di famiglia e questi mutamenti si riflettono all’interno dei discorsi sociali, in particolare quello
pubblicitario, contribuendo a costruire un’immagine collettiva della realtà sociale e dei suoi modelli.
3.2. La famiglia al centro della strategia pubblicitaria di ieri e oggi
3.2.1. La pubblicità italiana e lo stereotipo della famiglia tradizionale
L’uso della famiglia all’interno della pubblicità risale alla seconda rivoluzione industriale, periodo
nel quale vi è stato un cambiamento nelle modalità comunicative usate per orientare i consumatori
121
Cfr. Di Rosa, R., 2012, Coniugalità e genitorialità nelle famiglie miste: confini o frontiere?, in Sottotraccia, Saperi e
percorsi sociali, n.7, Anno V, p. 87
122
Bordogna, T., M., 2015, I matrimoni misti: un fenomeno nazionale dalle peculiarità regionali, Treccani, Url:
https://www.treccani.it
123
Guarneri, A., Iaccarino, C., Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi | anno 2021, ISTAT, (06/03/2023), Url:
https://www.istat.it/it/files//2023/03/report-matrimoni-unioni-separazioni-2021.pdf
41
verso i prodotti pubblicizzati: dall’uso dei semplici volantini pubblicitari si è passati alla realizzazione
di campagne pubblicitarie, in grado di raggiungere ampi segmenti della popolazione (Cfr. Cap.1).
Per raggiungere la fedeltà del pubblico, i brand iniziarono a puntare su simboli e rappresentazioni
rassicuranti. Tali immagini dovevano essere vicine al consumatore, permettendo a quest’ultimo di
riconoscersi negli spot. Nelle pubblicità iniziarono così ad emergere luoghi del quotidiano: situazioni
riconoscibili da parte del pubblico. In questo tipo di rappresentazioni emerse fin da subito la centralità
della famiglia. Nelle società più tradizionali come quella italiana, l’immagine della famiglia era
incentrata maggiormente sull’unità familiare. Negli anni Cinquanta il modello maggiormente
presente nelle pubblicità era quello tradizionale, monorazziale, composta da una mamma, un papà e
i loro rispettivi figli. Una famiglia felice e numerosa, con funzioni e dinamiche relazionali ben definite
tra i diversi componenti. Questa idea di famiglia nucleare nel tempo si è diffusa anche
nell’immaginario collettivo sociale. L’attaccamento ai valori della famiglia tradizionale ha
comportato la diffusione di immagini semplificate, cristallizzazioni di ruoli e figure che invece nella
realtà sociale conoscono evoluzioni continue. Ciò ha provocato il consolidamento , nell’immaginario
collettivo, di un’immagine stereotipata della famiglia, specialmente negli spot. La pubblicità, infatti,
«non è soltanto uno strumento di carattere economico ma un discorso sociale in grado di incidere,
attraverso le sue rappresentazioni e grazie alla sua pervasività, sul contesto a cui appartiene» (Boero,
2017, p.14).
Nonostante le diverse trasformazioni avvenute all’interno delle famiglie sociali, la pubblicità
è quasi sempre stata fortemente attaccata ai valori tradizionali della famiglia nucleare. Tale
cristallizzazione porta a chiedere se vi è stata realmente un’evoluzione nella rappresentazione
pubblicitaria della famiglia nel tempo. Per rispondere a questa domanda è necessario ricordare che
l’interesse principale della pubblicità è quello di preservare ampi target di consumatori. I brand sono
insoliti nel lasciare l’idea tradizionale di famiglia perché è la società stessa a credere in
quell’immagine stereotipata. Se la pubblicità ha continuato ad osannare per anni la famiglia nucleare,
l’ha fatto per mantenere il rapporto di fiducia che negli anni ha costruito con una vasta parte del target
che credeva, e continua a credere, in quell’immaginario collettivo.
Negli ultimi tempi, però, l’immaginario tradizionale della famiglia sembra non riconoscere
più la società odierna. Le famiglie sono cambiate e sentono la necessità di essere riconosciute anche
nel mondo pubblicitario. Nelle pubblicità più recenti è solito notare due strategie diverse per
rappresentare la famiglia: una convenzionale e una anticonvenzionale. Entrambe le rappresentazioni
sono giuste. La differenziazione è data dal fatto che la prima è socialmente riconosciuta dalla maggior
parte del pubblico, la seconda prevede la rappresentazione della famiglia in un modo che rifiuta le
idee e i comportamenti convenzionali. Per “convenzionale” si intende il modello familiare dominante