Il presente studio nasce dalla volontà di tracciare un percorso diacronico
talora sincronico, riguardante tre momenti storici specifici sul movimento
cattolico viestano vissuti nell’odierna arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San
Giovanni Rotondo: gli anni ’20, gli anni ’40-’60 del Novecento e la
contemporaneità.
In primo luogo si analizzeranno specifiche sezioni degli Atti del sinodo,
convocato nel 1922, da mons. Pasquale Gagliardi, rilevate le condizioni socio-
religiose poco felici delle diocesi di Manfredonia e di Vieste in quegli anni
1
. Il
volume del sinodo è scritto interamente in latino, fatta eccezione per la sezione
dell’Appendice; per questo motivo, l’analisi partirà da una traduzione il più
fedele possibile al testo. In seguito, si sono comparate le norme esposte dal
vescovo Gagliardi con quelle del Codice di Diritto Canonico pubblicato nel
1917, al quale egli fa esplicitamente riferimento, e che definisce «per insigne
iuridicae sapientiae monumentum», promulgato «ut instauret in clero
ecclesiasticam disciplinam et in Christi ecclesia instaurentur». Sono, pertanto,
le parole stesse del vescovo a tracciare un percorso, da analizzare-approfondire-
comparare, che parte dalla Sessio Tertia, nella quale si approfondiranno le
coordinate concernenti la disciplina ecclesiastica. In questa sezione mi sono
soffermato sull’analisi del ruolo dei parroci, dei rettori e dei coordinatori delle
associazioni laicali presenti nelle due diocesi (facendo altrettanto luce sulla
presenza delle confraternite nella diocesi) e su quello della confraternita del SS.
Sacramento e delle associazioni catechistiche (di qui il monito del valore
assoluto dell’insegnamento del catechismo), fino all’importanza della creazione
e dell’incentivazione delle opere sociali (in particolar modo facendo riferimento
agli oratori e ai ricreatori festivi). A questo punto il sinodo diventa, per questo
1 Il volume degli Atti del sinodo è di grande importanza storica anche perché, per la prima
volta, è presentata la Serie Cronologica dei Vescovi ed Arcivescovi Sipontini.
2
studio, fil rouge, poiché permette di verificare le condizioni e la conseguente
attuazione della ricezione delle proposte sinodali, esposte dal vescovo Gagliardi,
nel complesso quadro della cittadina di Vieste.
Grazie alla ricerca e all’analisi delle pubblicazioni di alcuni storici viestani
2
è
possibile dipingere, a pennellate per lo più ampie, il contesto economico-sociale,
storico, politico e poi più caratteristicamente antropologico della Vieste della
prima metà del Novecento. In particolare, il quadro religioso è, in prima istanza,
connesso e comparato con quello nazionale, poi con quello più propriamente
pugliese.
Quando si parlerà specificatamente del contesto religioso viestano, si farà
riferimento innanzitutto alle confraternite operanti nel territorio, come esempio
di associazionismo laicale (sorte in un passato remoto); poi alle modalità di
ricezione e di attuazione dei moniti di mons. Gagliardi rispettivamente alle
figure di due sacerdoti viestani: don Luigi Fasanella (prima riguardo al suo
attivismo religioso, poi rispetto alla creazione-edificazione dell’oratorio e della
parrocchia di San Giuseppe operaio) e don Antonio Spalatro (specificatamente
rispetto al suo impegno sociale e alla promozione dell’insegnamento del
catechismo nella parrocchia del SS. Sacramento), dei quali si commentano e
parafrasano le rispettive pubblicazioni
3
.
2 Si pensi alle pubblicazioni degli storici viestani M. Aliota (Il mio paese, Vieste 1993), L.
Ragno (Vieste che cambia, Bari 1983) e M. Siena (Storia e folklore di Vieste, Vieste 1978).
3 «Perché questo libretto? (…) per fissare in poche pagine e in qualche foto la storia vera di
quest’angolo nascosto e silenzioso di Vieste, ove sorge l’Oratorio, la Scuola Materna e la
Chiesa della Parrocchia di San Giuseppe Operaio. È una storia da tramandare, perché tutti
sappiano come si sono svolte le vicende», in L. Fasanella, La Parrocchia di San Giuseppe
operaio narra la sua storia, Ancona 1988, p. 5.
3
Il secondo capitolo sarà impreziosito dalla voce narrante di don Francesco M.
Iannoli, egregio ereditiere e prosecutore del cammino di don Luigi Fasanella e di
don Antonio Spalatro.
Il terzo capitolo è un reportage che permetterà di confrontare i due momenti
del passato con la contemporaneità. Sarà indagata, interpretata e valutata,
pertanto, la situazione particolare della presenza attiva dell’Azione Cattolica
(nelle sue specifiche sezioni) nella parrocchia S. Maria Assunta nella
Concattedrale di Vieste. L’indagine è arricchita dalle parole vive degli
«informatori privilegiati» della parrocchia (ai quali è stata proposta
un’intervista), che espongono condizioni, finalità e necessità del proprio ruolo e
dell’esistenza del rispettivo gruppo, del quale sono messi a capo, all’interno del
quadro complesso e polifonico dell’Azione Cattolica parrocchiale e inter-
parrocchiale.
Premessa
Le due diocesi di Manfredonia e di Vieste sono giuridicamente distinte fino al
30 settembre 1986, anche se dal 1818 sono governate da un solo vescovo che è
Arcivescovo di Manfredonia (o Sipontino) e Amministratore Perpetuo di Vieste.
Dal 1986 le due diocesi sono fuse in un unico Ente Ecclesiastico civilmente
4
riconosciuto, e il suo pastore mantiene il titolo di Arcivescovo. Le diocesi
celebrano il sinodo
4
, indetto da mons. Pasquale Gagliardi
5
, nei giorni 23, 24 e 25
aprile del 1922
6
. Occorre, dunque, analizzare cause e vicende di questo evento,
che segna sia la storia della nostra diocesi
7
, sia le coscienze degli abitanti della
terra del Gargano, sia la cittadina di Vieste, ancora troppo isolata ed emarginata
per via della sua estrema perifericità.
1. L’epistola di apertura del sinodo a Papa Pio XI: Vieste ex città-diocesi
4 Norma 460 del Codice di Diritto Canonico del 1983, promulgato da Giovanni Paolo II: «Il
sinodo diocesano è l’assemblea dei sacerdoti e di altri fedeli della Chiesa particolare, scelti
per prestare aiuto al Vescovo diocesano in ordine al bene di tutta la comunità diocesana».
Testo reperibile sul sito web: http.//www.vatican.va/archive/cod-iuris-
canonici/ita/documents/cic_libroII_460-468_it.html#CAPITOLO_I.
5 V. Vailati-M. della Malva, L’Arcidiocesi di Manfredonia e la Diocesi di Vieste, Guida
storica anno santo 1975, Foggia 1975, p. 83: «Pasquale Gagliardi, nato a Tricarico (Matera) il
7 dicembre 1859. Eletto il 19 aprile 1897. Rinunciò l’1 ottobre 1929. Morì a Tricarico l’11
dicembre 1941». Dell’arcivescovo Gagliardi, mons. Vailati riferisce, nella stessa guida storica
del 1975, sia delle opere di restauro apportate, per volontà dello stesso, alla Cattedrale di
Manfredonia («Amò il decoro della Chiesa Metropolitana, dove apportò delle innovazioni», p.
62), sia delle vicende del Seminario Arcivescovile «Orsini» di Manfredonia (pp. 73-74). Di
mons. Gagliardi scrive M. Aliota in L’ospedale e la casa di riposo per anziani, Foggia 2003,
pp. 63-64: «Promosse la fondazione di asili infantili, di orfanotrofi e di case di ricovero,
riuscendo a provvederle dell’assistenza delle Suore. È il caso di Vieste. (…) Durante la guerra
mondiale (1915-1918), aprì un vero ufficio di informazioni per il comodo delle famiglie di
militari infermi, prigionieri o dispersi. Lenì le pene e il dolore di quanti a Lui facevano
ricorso; a nessun bisogno negò il suo aiuto materiale e morale, prodigandosi sempre al
meglio».
6 Synodus Diocesana Sanctae Sypontine et Vestanae Ecclesiae habita diebus 23,24, 25
mensis aprilis MCMXXII, Neapoli ex typis Francisci Giannini et filiorum, Cisterna Olei,
Napoli 1922. L’opera del sinodo diocesano si può consultare presso la Biblioteca del Palazzo
Vescovile a Vieste.
7 Vailati-della Malva, L’Arcidiocesi di Manfredonia e la Diocesi di Vieste, cit., p.90: in questa
sezione Vailati riporta la relazione «ad limina» dell’arcivescovo P. Gagliardi circa il numero
dei fedeli e degli ecclesiastici presenti nel 1900 nella diocesi. (riferisco di questa relazione
perché la successiva è redatta solo nel 1936, e in una nota dello stesso mons. Gagliardi si
legge che nel 1921 i sacerdoti della diocesi sono 136). Gli abitanti censiti di undici paesi della
diocesi (Manfredonia, Vieste, Monte S. Angelo, Vico del Gargano, San Giovanni Rotondo,
Cagnano Varano, Ischitella, Rodi Garganico, Carpino, Peschici e Rignano Garganico)
risultano essere di 101.815, rispetto al numero degli ecclesiastici che risulta essere di 207. A
Vieste su 10.000 abitanti, 19 sono ecclesiastici.
5
«Beatissime Pater,
ad synodum diocesanam celebrandum aggrediens, facere non possum,
quin cogitatione animoque ad Te advolem et ad pedes Sanctitatis Tuae
humillime provolutus cum omnibus sacerdotibus et fidelibus meae curae
concreditis, instanter rogem, ut Apostolica benedictione nobis adesse,
nostrisque laboribus vim et robur addere digneris. Cum huic Ecclesiae
praepositus sum, jamdiu quidem Synodus nec in Archidioecesi Sypontina
nec in Dioecesi Vestana, hodie coniunctis, olim separatis, celebrabatur;
post eas, quas Cardinalis Archiepiscopus Ursinus immortalis memoriae,
anno 1678 pro hac Archidioecesi et Dominicus Arcaroli Episcopus anno
1789, pro Dioecesi Vestana habuerant»
8
.
«Beatissimo Padre, avvicinandomi alla celebrazione del sinodo
diocesano, non posso fare a meno di accorrere a Te nelle mie riflessioni e
nei miei propositi, e prostrato molto umilmente ai piedi della Tua Santità
con insistenza Ti chiedo, affidandoTi gli affanni miei, di tutti i sacerdoti e
di tutti i fedeli, di proteggerci con la tua benedizione Apostolica, e che a te
convenga di somministrare forza e vigoria alle nostre fatiche. Sono stato
messo a capo di questa Chiesa, e già da tempo, certamente, né
nell’Arcidiocesi di Siponto né nella Diocesi di Vieste, oggi unite, un
tempo separate, viene celebrato un sinodo, dopo quelli che sono stati
celebrati da parte dell’Arcivescovo e Cardinale Orsini, memorabile,
nell’anno 1678 per questa Arcidiocesi,
9
e da parte dell’Arcivescovo
Domenico Arcaroli, Vescovo nell’anno 1789 per la Diocesi di Vieste».
Il documento della lettera di apertura del sinodo di mons. Gagliardi induce a
riflessioni. Innanzitutto le diocesi di Vieste e Siponto risultano «hodie
coniunctis, olim separatis». Il vescovo sta facendo, infatti, riferimento
all’affidamento della diocesi di Vieste, nell’anno 1818, in amministrazione
apostolica perpetua all’arcivescovo di Manfredonia. Don Marco della Malva,
sacerdote e storico viestano, riferisce della questione e, in particolar modo, della
stipula del Concordato tra Pio VII e Ferdinando I, che previde la riduzione delle
8 I sinodi citati sono due: il primo è quello svolto dall’arcivescovo e cardinale Vincenzo M.
Orsini, che amministrò la diocesi di Manfredonia dal gennaio 1675 al 20 gennaio 1680; il
secondo è quello celebrato da mons. Domenico Arcaroli, vescovo della diocesi di Vieste dal
26 marzo 1792 fino al 1817, anno della sua rinuncia.
9 Cit. hac Archidioecesi, ossia quella di Manfredonia.
6
sedi episcopali del Regno delle Due Sicilie da 147 a 92. «Per il clero
10
e per il
popolo viestano, questo fu motivo di trepidazione»
11
. Precisamente, l’articolo III
del Concordato recita: «si decise, di comune accordo, di fare una nuova
circoscrizione delle diocesi, sopprimendo quelle che avevano un reddito troppo
misero, quelle le cui sedi erano poste in paesi di nessunissima importanza e
quelle che i giusti e ragionevoli motivi avevano spinto a farlo». Per Vieste la
situazione è particolare, poiché in quell’anno la diocesi è sede vacante. La
cittadinanza assieme al clero si mostra, nella lettera di riposta a S.S. Pio VII, del
febbraio 1818, ben felice di essere accorpata alla sede episcopale di Siponto. Si
raccomanda la Sede viestana alla Santa Sede, così da essere allargato il territorio
proprio per «il comodo dei fedeli e le loro spirituali necessità». La questione si
ispessisce, ciò nonostante, poco dopo, ossia nel maggio del 1818, quando il
clero, l’autorità e il popolo della «Civitatis Apenistarum Regni Siciliarum citra
Pharum in Apulia» convengono nel mostrare al Papa il dissenso di accorparsi a
Siponto, a causa dei «pericoli della natura e degli uomini, dettati dall’impervietà
dei luoghi del Gargano». Il Papa rifiutò la nuova richiesta, sostenendo, tuttavia,
che «la Chiesa Arcivescovile Sipontina non avrà alcuna suffraganea; ora, e per il
tempo futuro, attribuiamo in perpetuo all’Antistite Sipontino l’amministrazione
della Chiesa Vescovile Viestana; e decretiamo che l’Arcivescovo Sipontino si
chiami Amministratore della Chiesa Vescovile Viestana, e che in tutti gli atti
apponga il titolo delle due Chiese (…)». Nel giorno di Pentecoste, 23 agosto
1818, si attua l’unione della Chiesa Cattedrale di Vieste a quella arcivescovile di
Manfredonia
12
. Don Pietro Perrone, segretario e uditore di S.E. mons. Eustachio
Dentice, suo arcivescovo, prende possesso della Chiesa vescovile di Vieste. La
10 Uno dei maggiori esponenti del clero viestano fu, nel 1818, il Rev.mo Sebastiano
primicerio Santoro, vicario capitolare della Cattedrale di Vieste.
11 Vailati-della Malva, L’Arcidiocesi di Manfredonia e la Diocesi di Vieste cit., pp. 137-151.
7