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Introduzione
Il contenuto del mio elaborato potrebbe essere inteso come una linea guida,
magari da sottoporre ad un confronto, non solo tra addetti ai lavori e
personalità della cultura, ma con l’Amministrazione Locale e con la
cittadinanza, perché sia fatta partecipe di un piano di ipotesi di progetto
finalizzate a porre in valore un patrimonio culturale che, per integrità e
completezza, ha ben pochi eguali nel panorama italiano ed internazionale.
L’obiettivo del mio lavoro è quello di promuovere Paestum, non solo dal
punto di vista archeologico, ma valorizzare e far conoscere, attraverso il
miglioramento dell’offerta, i luoghi meno frequentati dal grande pubblico,
perché spesso esclusi dagli itinerari turistici.
L’idea è partita da un’affermazione del Sottosegretario al Turismo
Simonetta Giordani, durante l’inaugurazione della XVI edizione della Borsa
Mediterranea del Turismo Archeologico, manifestazione tenutasi per la
prima volta all’interno dell’area archeologica di Paestum dal 14 al 17
Novembre 2013.
Descrivere Paestum utilizzando come chiave di sviluppo il “binomio
vincente Cultura-Turismo”.
È questo dunque il modello della strada che si intende intraprendere per
recuperare le posizioni perse negli ultimi anni dal nostro Paese nella
capacità di attrarre viaggiatori.
La mia ricerca è stata organizzata secondo quattro grandi categorie che si
riferiscono ad alcuni degli elementi caratterizzanti l’offerta turistica e la sua
gestione.
Esse sono: il paesaggio, l’analisi dei flussi turistici, la valutazione e
gestione e, la mobilità.
La prima tematica, quella inerente al Paesaggio, comprende i primi tre
capitoli.
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Nel capitolo iniziale, intitolato “Identità e ragioni del paesaggio”, effettuerò
un riferimento storico-geografico dell’area in questione facendo una
descrizione del patrimonio artistico-culturale ivi presente. Saranno
analizzati i periodi storici più rilevanti per la città, dalla preistoria alla
riscoperta, fino ad arrivare ai giorni nostri, senza dimenticare un accenno al
Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, nel quale è inserito il sito
archeologico.
Nel capitolo successivo, intitolato “Turismo archeologico: risorsa antica e
nuova vision per Paestum”, andrò a definire quello che può essere
considerato il fil rouge di Paestum: il Turismo Archeologico. Il sito non
vuole essere visto come classico sito archeologico passivo, ma vuole aprirsi
alla tecnologia, pensando ad un Museo Narrante, come quello di Hera
Argiva, alla foce del fiume Sele.
Nell’ultimo capitolo inerente a questa prima tematica, intitolato “La
scoperta dell’entroterra. Nuovi turismi”, vado a definire quelle tipologie di
turismo orientate alla valorizzazione delle risorse naturali ed ambientali;
Paestum infatti è sia un luogo con caratteristiche ambientali ormai intatte,
sia un luogo dell’interno, che tenta di costruire la propria immagine su
attrattive diverse da quelle costiere ed archeologiche.
La seconda tematica, quella inerente all’Analisi dei flussi turistici, è
composta dal Capitolo quarto. Nonostante le proposte di turismo siano
molteplici, il turismo archeologico rimane l’attrattiva principale per il
grande pubblico. Ciò è provato dall’indagine che è stata condotta prendendo
in considerazione i dati relativi alla verifica dei biglietti di ingresso del
Museo Archeologico Nazionale e della zona Archeologica. Gli arrivi dei
turisti italiani e stranieri sono stati suddivisi per Regione e Paese di
provenienza, considerando il periodo che va dal 2008 al 2012 per
analizzarne l’andamento. Questa parte dell’elaborato propone una visione
del sistema turistico paestano, che metta in risalto l'importanza di analisi
statistiche attente sui dati relativi al turismo archeologico e la conseguente
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opportunità di attuare strategie alternative, in termini organizzativi e
promozionali, alla luce delle informazioni ottenute. L'obbiettivo è dunque
fornire, basandosi sull'analisi dei dati esistenti, un quadro generale del
turismo archeologico in questa località, suggerendo alle imprese, ed in
generale a tutti gli operatori del settore, informazioni utili per orientare la
programmazione di azioni che aumentino la competitività delle rispettive
offerte.
La terza tematica, inerente alla Valutazione e Gestione, è ampiamente
esposta nel Capitolo quinto. Dai flussi turistici, proseguirò con l’analisi
delle strategie di sviluppo del mercato turistico paestano, descrivendo varie
azioni ed iniziative che sono state effettuate dalle amministrazioni locali e
dagli enti per promuovere Paestum.
La quarta ed ultima tematica, è riferita alla Mobilità, considerando che la
presenza di significative infrastrutture di trasporto incide sullo sviluppo del
turismo. Saranno analizzate le infrastrutture che consentono di arrivare in
prossimità dell’area, in modo da poter studiare il grado di accessibilità di
Paestum e le potenzialità di sviluppo per migliorarne i collegamenti.
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Premessa
Come ho già anticipato nell’introduzione, l’idea di partenza su cui ho
basato il mio lavoro, è stata la definizione del contesto paesaggistico e
culturale; far conoscere dunque il territorio paestano in tutte le sue
sfaccettature sfruttando la notorietà dei luoghi più conosciuti.
Ebbene, il paesaggio rappresenta una dimensione necessaria al grande tema
del turismo perché spendibile come approccio per la diffusione condivisa di
una forte identità dei luoghi.
Questa prima tematica evidenzia il valore delle risorse che connotano il
territorio, per seguire l’evoluzione nel tempo e le future potenziali
trasformazioni.
La scelta di partire dalla dimensione paesaggistica nella formulazione di un
percorso di riflessioni, vale perché si tende ad attribuire al paesaggio la
capacità di costruire una sintesi formale di un equilibrio difficile tra le varie
componenti che sono attive nelle azioni di trasformazione del territorio.
Il paesaggio, come sintesi positiva di un equilibrio tra dimensione naturale e
dimensione antropica, può servirsi proprio della presenza turistica per
determinare una domanda nuova e di qualità.
Paesaggio e turismo costituiscono un binomio che affonda le sue radici
nella cultura romantica del ‘700-‘800.
Dai monumenti architettonici e naturali dei grandi viaggiatori, dal Grand
Tour ecc.., l’evoluzione di questo rapporto è passato attraverso il consumo
turistico del paesaggio degli anni ‘60-‘70, fino alla globalizzazione del
turismo di massa che pone in secondo piano la specificità dei paesaggi
rispetto all’offerta di divertimento e servizi.
La crisi economica attuale ha reso inevitabile la ricerca della sostenibilità,
dello sviluppo in generale e dello sviluppo turistico in particolare, e
costituisce un urgente invito a ripensare l’interazione fra paesaggio e
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turismo. Il concetto di paesaggio da tematica di settore si è
progressivamente esteso a tutto il territorio:
“l’evoluzione del paesaggio non dipende solo dall’efficacia della tutela degli ambiti
di pregio ma anche alla riqualificazione di quelli degradati o non vincolati. La
manutenzione del paesaggio storico è in modo sempre più evidente interrelata alla
sua vitalità, alla sua capacità di trattenere gli abitanti, di generare lavoro, di attrarre
turisti senza perdere la propria identità, senza generare squilibrio nelle proprie
risorse. (cfr. Convenzione Europea del Paesaggio, 2000)”
L’evoluzione del paesaggio, per essere sostenibile e duratura nel tempo,
deve essere condivisa dalla comunità che lo vive; nella letteratura più
attenta emerge una convergenza verso l’interpretazione del paesaggio come
visione sintetica di un progetto di sviluppo locale.
Per paesaggio si intende infatti un sistema di relazioni: morfologiche,
percettive, sensoriali, ecologiche, culturali, capaci di creare un immaginario
condiviso, di generare senso di appartenenza, di suscitare attrazione; il
paesaggio sintetizza l’identità di un territorio, un’identità che rappresenta
una risorsa per la comunità che lo vive.
Il sistema di relazioni che sostanzia il paesaggio è un sistema dinamico, che
evolve nel tempo: la sua identità è un’identità evolutiva e la sfida per il
governo del territorio e per la programmazione turistica è quella di
promuovere lo sviluppo mantenendo la riconoscibilità di questa identità e la
sua unicità.
La programmazione turistica si pone allora non come tema economico di
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settore, ma come strategia di place branding
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integrata con la pianificazione
del territorio e del paesaggio.
In altri termini, se la pianificazione del paesaggio si sta già integrando con
la pianificazione territoriale, almeno a livello disciplinare e normativo
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, la
questione aperta è l’integrazione della programmazione turistica con la
vision dell’evoluzione del territorio, con l’immagine condivisa del suo
sviluppo; l’interazione del marketing turistico e territoriale
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con
l’immagine al futuro del paesaggio trasformato, condiviso dalla comunità.
1
Rappresenta quel complesso approccio multidisciplinare applicato alla promozione e
alla comunicazione dello spazio e del luogo (Anholt, 2004)
2
Le pagine sono consultabili in appendice - Normativa regionale governo e territorio
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Il marketing turistico può essere inteso come un componente del marketing territoriale.
Questi due si devono coordinare ed integrare affinchè si possa rendere sostenibile il
processo i creazione di valore degli stakeholder. L’attività di marketing turistico si
concretizza nella definizione di una value proposition che si articola su alcuni livelli
fondamentali quali:
o La destinazione;
o Le offerte combinate di risorse, beni e servizi messe a disposizione dei turisti;
o I singoli operatori/risorse;
La possibilità di differenziare l’offerta turistica di una destinazione dipende dunque, dalla
capacità di rendere unica la sua value proposition