Le  biciclette  da  corsa  invece  raccolgono  progressivamente  nuovi  adepti 
proprio fra i target che meno le amavano in precedenza, come donne, giovani, 
manager, gente di città. Il corridore della domenica è un appassionato evoluto 
e sofisticato, profondo conoscitore di tecniche e mezzi. Ma sono soprattutto le 
city bike o i cosiddetti modelli ibridi a spopolare tra i frequentatori dei parchi 
cittadini e fra i cicloturisti, meno delicate delle biciclette da corsa, abbastanza 
resistenti per andar per prati, reggere sellini per trasportare i figli, i cestini e i 
portapacchi da spesa, comodissime grazie ai cambi e ai rapporti montati.
1.1.2 L'innovazione
Solo  apparentemente  la  bicicletta  non  cambia  mai:  sempre  due  ruote,  due 
pedali  e  due  freni,  sempre  lo  stesso  movimento  per  imprimere  forza  e 
velocità..  Anche  il  telaio  nella  sua  forma  sembra  sempre  identico  e 
immutabile. In realtà la bicicletta oggi è più che mai un concentrato di ricerca, 
innovazione e tecnologia senza precedenti, indubbiamente più percepibile nei 
modelli estremi da corsa per le competizioni, o nei modelli di mountain bike. 
Anche i tradizionali modelli da passeggio  e da città ne hanno tratto vantaggio. 
Negli anni '60-70 apparvero modelli con ruote di piccolo diametro, pieghevoli, 
da riporre nel bagagliaio delle autovetture. Negli anni '80 apparvero le prime 
bici da sterrato, le mountain bike, tuttora best seller di vendita: il 47% delle 
bici  sul  mercato  è  di  questo  tipo.  Novità  di  forme,  fogge,  materiali  si 
susseguono stagione dopo stagione,  anticipando le  mode e  le  tendenze del 
momento.
2
1.1.3 Il mercato
<<La produzione si è assestata sui 3,2 milioni di pezzi di cui 1,7 destinati al  
mercato interno. Lontano il 1994, quando si arrivò a produrre 5,8 milioni di  
pezzi e superare i 3,1 milioni di pezzi all'export. Il saldo è comunque sempre  
in  attivo.>> (Montalto  MARK UP 2007) Ed  è  un  mercato  per  certi  versi 
tricolore, in particolare per quella fascia di alta gamma, estranea a qualsiasi 
crisi. Stiamo parlando del segmento delle bici da corsa: l'élite del mercato  sia 
per prezzo che per target. Un mondo fatto di artigiani, tecnologi, corridori e 
appassionati  disposti  a  spendere  somme  considerevoli  pur  di  accaparrarsi 
l'ultimo oggetto del desiderio.
Marchi gloriosi, evocativi di un passato carico di storia, costellano l'empireo 
del  mercato,  come  Pinarello,  De  Rosa,  Colnago,  Bianchi  e  tanti  altri.  Un 
nucleo forte e compatto grazie anche al contributo dei campioni che, smessi i 
panni del corridore, oggi si proiettano come produttori.
Le biciclette di maggior pregio, in particolare i modelli da corsa e velocità, 
vengono realizzati su telai leggerissimi (alluminio, fibra di carbonio e titanio), 
lavorati in Italia e completati da componenti che vengono spesso dall'estero, 
su indicazione e su misura per ogni cliente, come un abito cucito da un sarto. 
Esistono in Italia oltre 200 aziende produttrici e assemblatrici di biciclette, di 
cui solamente però le prime 5 sono produttrici in toto del prodotto bicicletta. 
Tutte  le  altre  sono  aziende,  in  genere  artigianali,  che  comprano  telai  e 
componenti e li assemblano a seconda delle richieste. L'Italia è comunque in 
assoluto il paese che fa tendenza in questo campo, soprattutto nel settore della 
corsa. Il telaio è oggetto d'innovazione  continua sia nel design: ha raggiunto 
pesi  incredibili  (poco  più  di  700  grammi),  viene  verniciato  con  polveri 
particolari  che ne garantiscono la tenuta negli  anni e  in tutte le condizioni 
climatiche.  Nuovi  rapporti  si  sono  aggiunti  al  cambio  che  oggi  arriva  a 
contemplare  11  marce  (Campagnolo),  shimano  ha  proposto  il  gruppo 
elettronico,  e  gli  accessori  non  si  contano.  Leggerezza  e  praticità  hanno 
3
contagiato  oltre  alle  bici  da  corsa  anche  altre  tipologie  di  due  ruote,  in 
particolare i modelli da passeggio. 
Le bici vengono acquistate in prevalenza nei megastore di articoli sportivi che 
si  sono ormai  tutti  attrezzati  per  fornire  assistenza e  servizi  anche  perché, 
paradossalmente, al crescere del parco circolante e dell'uso dei modelli in città 
corrisponde la sostanziale scomparsa delle piccole botteghe di quartiere per le 
ordinarie riparazioni. La commercializzazione, invece, è per lo più diretta per 
le bici di gamma alta: dalla casa madre al concessionario, dall'importatore al 
dealer e al negozio o, ancora, da entrambi alla catena e insegna specializzata. 
Negli ipermercati l'offerta è di fascia bassa o medio-bassa. Le biciclette per 
adulti e di marca sono talvolta oggetto di promozioni e offerte speciali. 
1.2 Le implicazioni della mobilità non motorizzata
1La  città  contemporanea  è  caratterizzata  da  una  notevole  complessità, 
determinata  dalla  presenza  di  caratteri  opposti  anche  entro  il  medesimo 
territorio urbano, in termini di qualità urbana, percezione dello spazio, così 
come  in  termini  di  sicurezza,  intesa  nelle  sue  diverse  sfaccettature.  Lo 
sviluppo  urbano  è  stato  fortemente  condizionato  dal  mezzo  motorizzato 
privato, che, in Italia soprattutto, è stato assunto come sistema di spostamento 
pressoché unico, a partire dagli anni '60.
Negli  ultimi  anni  ci  si  è  però  resi  conto  che  questa  organizzazione  della 
mobilità  fortemente sbilanciata verso il  mezzo privato contrasta  fortemente 
con  la  volontà  per  perseguire  uno  sviluppo  sostenibile  della  città  e  del 
territorio.
Quello  che  viene  richiesto  oggi  alla  pianificazione  urbanistica  è 
fondamentalmente l'elevazione della  qualità  della  vita  nelle  città  per  tutti  i 
cittadini  con  un'attenzione  rivolta  alla  situazione  attuale,  soprattutto  viene 
1Paragrafo redatto dalla X conferenza internazionale  “Vivere e camminare in città ” Brescia e 
Milano Giugno 2003
4
richiesto un occhio di riguardo alla mobilità sostenibile, e alle piste ciclabili, 
strumento indispensabile per l'utilizzo in sicurezza della bicicletta nelle aree 
cittadine e urbane.
Incentivando la mobilità non motorizzata si perseguono anche altri obiettivi, i 
principali attengono all'elevazione della qualità della vita e della sicurezza per 
tutti i cittadini con un'attenzione rivolta alla mobilità e all'uso di mezzi non 
motorizzati all'interno delle aree urbane. Al fine di perseguire l'obiettivo della 
mobilità non motorizzata è l'incremento della sicurezza del cittadino, ovvero la 
progettazione e lo studio di alternative al mezzo di trasporto privato, attraverso 
la  progettazione  e  realizzazione  di  molteplici  interventi  aventi  il  fine  di 
disincentivare  i  mezzi  privati  motorizzati  e  incentivare  quelli  pubblici  o 
meglio ancora l'uso della bicicletta. Questo passa attraverso la progettazione di 
aree e piste ciclabili, dove il cittadino si senta sicuro, sicurezza è da intendersi 
anche, e soprattutto, in termini di sicurezza stradale, che quindi diventa uno 
dei  punti  fondamentali  per  la  progettazione  e  creazione  di  una  mobilità 
sostenibile.   Le  politiche  attuabili  al  fine  di  raggiungere  l'obiettivo  della 
mobilità sono molteplici, poiché molteplici sono gli utenti della strada: sulle 
caratteristiche  di  mobilità  di  ciascuno  di  essi  si  può intervenire  al  fine  di 
garantire un'equa suddivisione della risorsa scarsa, la strada e la sicurezza dei 
vari  utenti  della  strada.  Non  tutte  le  politiche  che  si  possono  scegliere 
intervengono a livello diretto sulla sicurezza, ma sono soprattutto le politiche 
indirette  che  possono  far  aumentare  far  aumentare  la  sicurezza  stradale: 
moderazione del traffico, parcheggi a pagamento, trasporto pubblico di qualità 
sono  alcune  delle  politiche  che  mirano  ad  aumentare  la  sicurezza  perché 
cercano di ridurre il predominio e la pericolosità dell'automobile sulla strada, 
principale motivo dello scarso utilizzo della bicicletta nelle aree urbane.
Quindi,  una  delle  politiche  da  favorire  è  quella  dell'incentivazione  della 
mobilità  non  motorizzata  come  alternativa  modale  di  mobilità  in  questo 
5
scenario  odierno  ancora  vittima  della  dipendenza  dell'automobile  come 
incontrastato mezzo di trasporto.
I caratteri degli utenti non motorizzati, pedoni e ciclisti, sono tali da garantire 
sicurezza per se stessi e per gli altri utenti, ed inoltre rispondono a molti altri 
aspetti dello “sviluppo sostenibile” come la riduzione dell'inquinamento e il 
risparmio delle risorse energetiche. E' quindi di notevole interesse cercare di 
capire quale ruolo ha assunto, e può assumere a scala non solo urbana ma 
anche  territoriale  la  mobilità  non  motorizzata  come  strumento  per  portare 
avanti una politica di sviluppo sostenibile.
1.2.1 Risultati preliminari dell’analisi
Il protagonista storico della mobilità non motorizzata è il pedone, ma accanto 
a lui un posto di rilievo è riservato al ciclista. Entrambe le categorie e la loro 
mobilità per molto tempo sono state date per scontate ed hanno notevolmente 
risentito  degli  effetti  della  motorizzazione.  Il  movimento  ciclo-pedonale  è 
generalmente considerato il più elementare fra gli spostamenti, ma in realtà ha 
una natura complessa e difficile da dominare con una pianificazione apposita. 
Innanzitutto,  il  movimento  ciclo-pedonale  si  suddivide  in  necessario  e 
sufficiente:
 necessario quando deve essere realizzato obbligatoriamente, anche da chi 
abitualmente non rinuncia ai  mezzi motorizzati;  si  tratta di  spostamenti 
brevi o brevissimi, in cui ci si muove in bici o a piedi perché non esistono 
alternative; questo tipo di movimento è quello che di solito induce i ciclisti 
ad  infrangere  le  regole  del  codice  della  strada  nel  muoversi,  poiché 
vogliono  raggiungere  una  destinazione  il  più  alla  svelta  possibile,  dal 
momento che si sentono obbligati all'uso della bicicletta.
 sufficiente quando una persona sceglie di muoversi in bici o a piedi per 
6
compiere uno spostamento,  in ambito urbano,  che sia  composto da più 
tappe o che in generale non abbia una origine/destinazione unici o definiti; 
in  questo  caso,  garantire  lo  spazio  adeguato  e  il  comfort  diventa  assai 
complicato, in questo caso non esistono percorsi predefiniti, ma zone entro 
le quali ci si muove, ed entrano in gioco anche le attrezzature per le due 
categorie, pedoni e ciclisti, le quali si muovono più lentamente in questi 
casi e seguono più volentieri percorsi un poco più lunghi, ma sicuri, di un 
percorso diretto, se questo può garantire comfort.
Quando si parla di pedoni e ciclisti, si deve tener conto del fatto che si tratta di 
un  gruppo  di  utenti  ben  distinti  e  fondamentalmente  differenti  per 
caratteristiche tecniche,  necessità,  comportamenti,  modalità  di  spostamento. 
Inoltre il  movimento ciclo-pedonale è grandemente influenzato dai caratteri 
dell'ambiente in cui si muove: caratteri geometrici, caratteri tecnici, caratteri 
utilitari, condizioni dell'ambiente e manutenzione.
Infine il movimento ciclo-pedonale è caratterizzato da alcuni aspetti tecnici 
che  ne  determinano  i  pregi  a  livello  di  “sviluppo  sostenibile”:  ciclisti  e, 
soprattutto,  i  pedoni  si  muovono con una  velocità  ridotta  e  in  genere  non 
mettono a repentaglio la sicurezza degli altri utenti; lo sforzo muscolare che ne 
caratterizza  il  movimento,  garantisce  riduzione  dei  consumi  energetici  e 
dell'inquinamento;  generalmente  si  muovono  per  tratti  non  eccessivamente 
lunghi e ciò spinge ad una pianificazione urbana e territoriale che preveda 
zone ad uso esclusivo ciclo-pedonali e non a misura di vettura; infine ciclisti e 
pedoni godono di una grande libertà di movimento spesso incontrollabile, che 
vuol dire accessibilità potenziale molto alta in città ma anche forte esposizione 
al rischio di un conflitto con altri utenti motorizzati della strada.
La bicicletta rispetto ai pedoni presenta una serie di indubbi vantaggi e costi 
limitati  che ben si coniugano con il concetto di sviluppo sostenibile della città 
e del territorio. La bicicletta infatti garantisce mobilità per tutti, compresi i 
7