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azione di detossificazione dai radicali liberi e dalle forme reattive
dell’ossigeno (ROS) (Block et al.,1992; Brown et al.,1998; Buring et
al.,1997; Franceschi et al.,1994; Giovannucci et al.,1995; Hermes D.A. e
Mattson W.J. ,1992).
Antiossidanti sono quei composti che per la loro prerogativa di ossidarsi
facilmente costituiscono un bersaglio preferenziale delle molecole
ossidanti e proteggono quindi le cellule sia vegetali che animali, da stress
di tipo ossidativo. Sostanze di natura vegetale con accertata funzione
antiossidante sono rappresentate da carotenoidi, vitamine C ed E,
polifenoli, glucosinolati (Pietta P.G., 2000; Rice et al.,1995).
1.2 IL POMODORO COME ALIMENTO FUNZIONALE
L’azione protettiva degli ortaggi nei confronti dell’insorgenza di malattie
coronariche e tumorali non sembra essere dovuta ad una sola specie
chimica, ma è attribuita alla presenza di un insieme di composti: vitamine,
carotenoidi, flavonoidi e fenoli (Lasheras et al., 2002).
La comprensione dei meccanismi che regolano la biosintesi di tali
composti assunti con la dieta ed utili per la salute umana e l’identificazione
dei precisi steps biosintetici sui quali agiscono i fattori esterni in grado di
stimolarne od inibirne la formazione si può quindi tradurre in un
incremento della qualità dei prodotti di origine vegetale destinati
all’alimentazione umana.
Il pomodoro, unendo ad un limitato apporto calorico un elevato contenuto
in minerali, vitamine e antiossidanti, risulta un alimento ideale in linea con
gli attuali indirizzi nutrizionali. Esso può quindi essere di diritto ascritto alla
lista dei cosiddetti “functional foods”, definizione che si riferisce a quei cibi
che contengono ingredienti che svolgono funzioni salutistiche oltre ad
essere nutrimenti.
È “funzionale” infatti ogni alimento o ingrediente alimentare del quale
siano stati documentati effetti fisiologici benefici e una significativa
riduzione del rischio per patologie specifiche, non legati alle sole qualità
nutrizionali dell’alimento. Per quanto concerne la composizione in
fitochimici del frutto di pomodoro, il composto maggiormente
4
rappresentato è il licopene. Esso è il principale responsabile del colore
rosso del pomodoro maturo e si trova maggiormente nella parte più
esterna del mesocarpo, dove in seguito alla maturazione del frutto va a
sostituire la clorofilla.
L’impiego del pomodoro come alimento funzionale è allo stato attuale
suscettibile di impatto sulla prevenzione e la terapia di patologie quali le
malattie cardiovascolari (Block et al.,1992; Buring J.E., Henneckens
C.H.,1997), cancro alla prostata (Giovannucci et al.,1995), dell’apparato
digestivo (cancro dell’esofago, dello stomaco, del colon, del retto) (Cook-
Mozaffari, 1979) e della cervice uterina (VanEewyck, 1991). Il licopene
inoltre come importante antiossidante agisce anche contro l’ossidazione
del colesterolo LDL che e' considerata una delle cause piu' rilevanti nella
formazione della placca ateromasica responsabile a sua volta di vari
disordini vascolari quali per esempio l’ostruzione delle arterie coronariche,
le arteriopatie in genere e quindi un eventuale inizio e sviluppo
dell’arteriosclerosi (Kok F.1997) .
Il pomodoro ed i suoi derivati (succo, creme, salse, ketchup) oltre ad
essere un1ottima fonte di carotenoidi come il licopene contengono altri
importanti elementi nutritivi quali Vitamina E, Vitamina C (acido ascorbico),
fenoli semplici e complessi come i flavonoidi (Duthie e Croizer, 2000;
Pietta et al., 2000).
1.3 IL POMODORO: INQUADRAMENTO BOTANICO DELLA SPECIE
Il pomodoro è una pianta erbacea, dicotiledone, appartenente alla famiglia
delle solanacee il cui luogo di origine viene comunemente indicato in
quella larga regione che si estende dall’ Ecuador al Perù, dal Cile
settentrionale alle isole Galapagos. Il pomodoro originalmente aveva un
portamento strisciante e perennante, ma grazie al miglioramento genetico
ed alle condizione climatiche degli areali dove viene coltivato è diventato
una pianta eretta e annuale. Per quanto riguarda il fotoperiodo il
pomodoro si può considerare una pianta brevidiurna facoltativa nel senso
che in condizioni di 9 ore di luce e a temperature relativamente basse si
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ha un numero inferiore di foglie prima dell’emissione della prima
infiorescenza.
1.3.1 Il frutto di pomodoro (Lycopersicum esculentum Mill.)
Il frutto di pomodoro è una bacca carnosa costituita da epicarpo,
mesocarpo, endocarpo ed esocarpo. L’esocarpo è formato da cellule
poligonali, appiattite, gialle che formano una pellicola più o meno
resistente. Il mesocarpo è formato da grosse cellule tondo-ovali
fortemente vacuolate con parete molto sottile, contenente plastidi che alla
maturità completa risultano per lo più ripieni di cristalli di licopene ed altri
carotenoidi e il citosol ricco di principi sapidi e aromatici. L’endocarpo è
suddiviso in due o più logge o carpelli. Questi sono delimitati da pareti
radiali, su cui sono fissati i semi e contengono un liquido mucillaginoso, la
cui composizione è simile a quella delle pareti cellulari del mesocarpo
(cellulosa, emicellulosa, sostanze di natura pectica). La forma del frutto
può essere molto varia: globosa, appiattita, a ciliegia, ovoidale, cilindrica,
periforme, allungata. Le dimensioni variano anch’esse moltissimo: si va da
pomodori che pesano meno di 20 g a pomodori che pesano oltre 200 g.
La superficie della bacca può essere liscia, costoluta, semicostoluta.
Il colore dei frutti immaturi è dato essenzialmente dalla presenza di
clorofilla mentre la pigmentazione del frutto maturo è condizionata dalla
quantità totale di carotenoidi e dal rapporto fra i due principali pigmenti:
licopene (rosso) e β-carotene (giallo). Si conoscono diverse varietà
caratterizzate dal diverso contenuto in pigmenti che ne determina un
diverso colore del frutto che può presentarsi giallo (assenza di licopene),
rosso intenso (assenza di β-carotene) fino ad assumere le tonalità del
viola qualora siano presenti antociani nella polpa e nella buccia.
1.3.2 Composizione chimica delle bacche
L’azione protettiva degli ortaggi nei confronti dell’insorgenza di malattie
coronariche e tumorali non sembra essere dovuta ad una sola specie
chimica, ma è attribuita alla presenza di un insieme di composti: vitamine,
carotenoidi, flavonoidi e fenoli (Waling M. ,2004). La comprensione dei
meccanismi che regolano la biosintesi di tali composti assunti con la dieta
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ed utili per la salute umana e l’identificazione dei precisi steps biosintetici
sui quali agiscono i fattori esterni in grado di stimolarne od inibirne la
formazione si può quindi tradurre in un incremento della qualità dei
prodotti di origine vegetale destinati all’alimentazione umana.
Uno dei prodotti che si presta a questo tipo di ricerca è il pomodoro, uno
dei principali componenti della dieta mediterranea. Il suo identikit
nutrizionale è quello di un alimento naturalmente e intrinsecamente
moderno: ricco di acqua, povero in calorie, con un buon mix di minerali e
oligoelementi, e dotato di tutte le vitamine idrosolubili. Insomma, un
alimento leggero, rimineralizzante, dissetante, ad alta densità nutrizionale
e ricco di sapore. E per questo importante nel garantire un buon equilibrio
nutrizionale.
Il frutto di pomodoro risulta essere costituito da un'alta percentuale di
acqua, ben il 94%; inoltre, gli zuccheri, che a maturità completa sono
costituiti principamente dai carboidrati solubili fruttosio e glucosio,
costituiscono circa il 2,8% del suo peso fresco, mentre le proteine siono
piuttosto basse limitandosi all'1% ed i lipidi allo 0,2.
Nella componente acquosa del pomodoro sono disciolti molti sali minerali
e altri oligoelementi. Tra i primi predomina il potassio (297 mg ogni 100 g
di peso fresco), che aiuta l’organismo a ritrovare l’equilibrio idrico e quindi
combatte la ritenzione dei liquidi e l’ipertensione, ma sono ben
rappresentati anche il calcio (14 mg), fondamentale per la salute di ossa e
denti, e il fosforo (26 mg), che è una componente essenziale di molti
processi enzimatici e riveste un ruolo fondamentale nella contrazione
muscolare. Tra gli oligoelementi i più presenti sono ferro (in 100 grammi di
pomodoro se ne trovano 0,3 mg), lo zinco (0,11 mg) e il selenio (2,3 mcg).
Le fibre (2%) sono soprattutto cellulosa ed emicellulosa, e sono
concentrare nella buccia e nei semi.
La polpa, invece, risulta ricca in acidi organici che combinandosi con i
minerali, determinano le proprietà alcalinizzanti del pomodoro. Infatti, a
dispetto del suo sapore acido, quest’ortaggio ha un buon equilibrio acido-
basico. Inoltre grazie al suo sapore acidulo, il pomodoro stimola le
secrezioni dell’apparato digerente e prepara la buona assimilazione di
quel che si è mangiato.
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Per quanto concerne l'apporto vitaminico del frutto di pomodoro, esso
contiene tutte le vitamine idrosolubili, in particolare la vitamina C è la più
rappresentata (25 mg/100 g di peso fresco). Per quanto riguarda le
vitamine liposolubili, il frutto di pomodoro è una buona fonte di pro-
vitamina A, conosciuta anche come ß-carotene, la cui forma aldeidica è
importante ai fini della funzione visiva e che è uno dei componenti che
determinano il colore del pomodoro maturo. Infine, il contenuto di
flavonoidi è generalmente modesto, soprattutto rispetto a molti altri
prodotti orticoli (Croizer et al., 1997).
Elementi Valore medio
Acqua 94 g
Proteine 1 g
Grassi 0.2 g
Carboidrati 3.5 g
Fibre 2 g
Sali minerali
Potassio 297 mg
Fosforo 26 mg
Magnesio 20 mg
Calcio 14 mg
Sodio 6.30 mg
Nitrati 5.00 mg
Zuccheri
Fruttosio 1.54 mg
Glucosio 1.21 mg
Acidi organici
Acido Citrico 0.44 mg
Acido Malico 37.00 mg
Acido Ossalacetico 24.00 mg
Acido Acetico 8.00 mg
Acido Lattico 6.00 mg
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Amminoacidi
Acido Glutammico 337.00 µg
Acido Aspartico 121.00 µg
Leucina 30.00 µg
Lisina 29.00 µg
Serina 28.00 µg
Alanina 26.00 µg
Vitamine
Vitamina C 23000 µg
Pro-Vitamina A ( -carotene) 900-1271 i.u.
(1 i.u.=international unit=0.6 µg-carotene)
Vitamina B1 (tiamina) 55 µg
Vitamina B2 (riboflavina) 30 µg
Vitamina B3
(Acido pantotenico)
400 µg
Vitamina E (α-tocoferolo) 40-1200 µg
Tabella 1 Valori indicativi su 100 grammi di prodotto fresco, dei principali
componenti del pomodoro maturo (www.inran.it)
1.3.3 Origine della pianta di pomodoro
La pianta di pomodoro è comunemente indicata come proveniente
dall'America centro-meridionale, L'origine della pianta del pomodoro
sembra essere l'America del Sud, in particolare quella larga regione che si
estende dall’ Ecuador al Perù e dal Cile settentrionale alle isole
Galapagos, dove vive come pianta selvatica. La coltivazione della pianta
del pomodoro era già diffusa in età precolombiana e venivano utilizzate
solo come piante ornamentali in quanto veniva considerato infatti una
pianta velenosa a causa del suo alto contenuto di solanina. Da qui in
seguito si diffuse anche in America Centrale e a farla conoscere in Europa
furono gli Spagnoli nel XVI secolo ma ancora esclusivamente a scopo
ornamentale.
Non è chiaro in quale luogo ed in quale periodo il pomodoro da pianta
ornamentale e velenosa, circondata da leggende popolari,
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improvvisamente sia diventata per gli Europei pianta commestibile. La
pianta selvatica di pomodoro è caratterizzata dalla perennità e, grazie al
clima tropicale di questa regione, riesce a dare frutti durante tutto l'anno,
mentre le varietà coltivate, oltre ad aver perso la caratteristica della
perennità ed essendo, quindi, specie annualI, se coltivate all'aperto nelle
regioni Europee, hanno un ciclo stagionale limitato al periodo estivo.
1.4 ASPETTI ANATOMICI
1.4.1 Anatomia del frutto
Il pericarpo consiste in un esocarpo, o epidermide, un mesocarpo,
costituito da un parenchima con un fascio vascolare, e un singolo strato di
cellule costituenti l’endocarpo, che riveste le cavità loculari. Il pericarpo è
ulteriormente divisibile in parete esterna e pareti radiali (setti) che
separano cavità loculari adiacenti e la parete interna detta columella. Il
mesocarpo della parete esterna è composto principalmente da cellule
parenchimatiche le cui dimensioni sono massime nella regione centrale e
diminuiscono man mano che si procede verso l’epidermide e le cavità
loculari. Anche i setti e la columella presentano le stesse caratteristiche
cellulari del mesocarpo (Ho e Hewitt, 1988).
Talvolta la columella può apparire meno colorata del pericarpo a causa
dell’inclusione di ampi spazi di aria che rendono il tessuto più chiaro
(Figura 1).
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Fig. 1 Rappresentazione dell’anatomia del frutto di pomodoro in sezione
trasversale
1.4.2 Tasso di crescita e cambiamenti fisici
Il tasso di crescita del frutto può essere descritto da una curva ad
andamento sigmoidale suddivisibile in tre fasi. La prima è una fase di lenta
crescita che si protrae per 2-3 settimane con un peso del frutto che è
minore del 10% del peso finale (Archbold et al., 1982). La seconda fase,
che ha una durata di 3-5 settimane, è di rapida crescita. Infine, si ha un
periodo di lenta crescita di due settimane durante il quale si nota un
piccolo aumento di peso del frutto ed in cui hanno luogo intensi
cambiamenti metabolici. La lenta crescita iniziale risulta dalla divisione e
dalla successiva distensione cellulare, mentre la seguente rapida crescita
è interamente dovuta alla distensione (Monselise et al., 1978) e comporta,
Sezione biloculare
trasversale
Sezione longitudinale
Setti
Semi
Tessuto placentare
Columella
Parete esterna
del pericarpo
Fascio vascolare
Cavità loculari
Epidermide