Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
economie più avanzate. Da una parte, si considereranno i Paesi europei a sviluppo
tardivo (Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo) che hanno intrapreso una parte
consistente del processo di sviluppo nell’ambito della Comunità Europea e, dall’altra, si
analizzerà l’esperienza di crescita di alcuni Paesi del Sud Est asiatico (Corea del Sud,
Filippine, Indonesia, Malesia, Singapore, Tailandia e Taiwan) che si sono
autonomamente inseriti nella divisione internazionale del lavoro.
La riduzione del divario di produttività del fattore lavoro, caratteristica
principale del processo di catch-up, può essere interpretata secondo due ottiche
fondamentali. La prima attiene alla riduzione dello scarto di output per lavoratore
attraverso una contrazione –e al limite l’eliminazione- della differenza nelle dotazioni in
capitale fisico ed umano per lavoratore. Questa è la via tradizionalmente auspicata dai
modelli di crescita neoclassica, secondo i quali la transizione verso lo stato stazionario è
caratterizzata da periodi temporanei di intensa crescita.
Un’altra possibilità di ridurre il gap di produttività si presenta se si suppone che esso
derivi da un livello inferiore -rispetto all’economia leader- di produttività totale dei
fattori (di seguito TFP: Total Factor Productivity), cioè da una situazione di più o meno
marcata arretratezza in una serie di ambiti tra i quali: la diffusione della tecnologia, la
propensione del sistema economico all’innovazione, l’efficiente allocazione delle
risorse e la capacità di sfruttare le economie di scala.
Nella prima partesi questa trattazione, si procederà a valutare la rispettiva
importanza del processo di accumulazione dei fattori e della produttività totale
nell’ambito dell’esperienza di sviluppo dei due gruppi di economie.
In primo luogo, per mostrare la relazione esistente fra TFP e pattern di sviluppo
intrapreso da un’economia si presenterà, innanzitutto, la nozione di produttività totale
dei fattori per poi analizzare il ruolo che, secondo Easterly e Levine [2000], la TFP
ricopre nel determinare la crescita di ogni economia.
In secondo luogo, verranno considerate delle analisi riguardanti le due suddette fonti
della crescita economica nei Paesi del Sud Est asiatico. Questa rassegna di studi sarà
articolata nella delineazione dell’approccio metodologico seguito da ogni autore, nella
2
Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
presentazione sia dei risultati ottenuti nello svolgimento degli esercizi di contabilità
della crescita, che delle conclusioni relative al pattern di sviluppo intrapreso dalle
economie considerate ed, infine, nella spiegazione di questi risultati alla luce della
metodologia adottata e delle peculiarità di ogni economia.
In terzo luogo, si volgerà l’attenzione verso il continente europeo e dopo aver
individuato diversi “club di convergenza”, si passerà a considerare i Paesi europei a
sviluppo tardivo. Per quanto riguarda questi ultimi, saranno presi in esame (tramite la
stessa scansione utilizzata per gli studi concernenti i Paesi del Sud Est asiatico) sia degli
esercizi di contabilità della crescita che li comprendono tutti (in modo che l’omogeneità
metodologica consenta un confronto diretto fra le stime ottenute), che delle analisi
specifiche per ognuna delle quattro economie europee a sviluppo tardivo, al fine di
cogliere le peculiarità relative ad ognuna di esse.
Nella seconda parte, si valuterà il risultato che queste forze (il processo di
accumulazione dei fattori e la crescita della produttività totale) hanno prodotto nel corso
del sentiero di catch-up percorso da ogni economia.
In primo luogo, si analizzerà la traiettoria completa di rincorsa che i due gruppi di
economie hanno seguito a partire dal secondo dopoguerra.
In secondo luogo, verrà evidenziata e valutata l’eventuale affinità fra i due suddetti
processi di catch-up in termini di reddito pro capite nei confronti degli Stati Uniti. A
questo proposito, si procederà ad un confronto diretto delle fasi che hanno caratterizzato
la traiettoria di rincorsa dei Paesi europei a sviluppo tardivo, delle economie dei “tre
dragoni” –Corea del Sud, Singapore, Taiwan- e dei Paesi dell’ASEAN –Filippine,
Indonesia, Malesia, Tailandia-.
In terzo luogo, l’analisi di queste esperienze nazionali ci permetterà di identificare i
criteri secondo i quali condurre il confronto fra i pattern di sviluppo che hanno
caratterizzato i due gruppi di Paesi.
In conclusione, si riassumeranno gli elementi emersi nel corso di questa
trattazione precisando le modalità in cui il processo di integrazione europea ha
influenzato il pattern di sviluppo intrapreso da Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo. Si
3
Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
fornirà, inoltre, qualche spunto di riflessione circa il processo di allargamento ad Est
dell’Unione Europea.
4
Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
2. Europa vs. Asia, produttività totale vs. accumulazione
L’interesse per la crescita dei Paesi europei, pur avendo generato una copiosa
produzione letteraria ha, tutto sommato, dato origine ad un generale consenso sulla
natura del processo di crescita intrapreso dalle economie del vecchio continente. I Paesi
dell’Europa occidentale (sia quelli a sviluppo più antico, che quelli caratterizzati da uno
sviluppo tardivo [Fuà, 1985]) avrebbero, infatti, implementato un processo di crescita
intensiva, mentre le economie dell’Europa orientale sarebbero state caratterizzate da un
pattern di crescita di natura estensiva.
I quattro Paesi a sviluppo tardivo che si considerano in questa trattazione hanno visto la
loro traiettoria di sviluppo profondamente marcata, anche se in tempi e modalità
diverse
2
, dalla TFP e, come posto in evidenza dall’analisi di Dowrick e Nguyen [1989],
è stata la crescita della produttività totale a contribuire in maniera sostanziale alla
rincorsa di questi Paesi nei confronti dei loro partner europei.
Il dibattito sulla crescita delle “Tigri” asiatiche appare come una vera e propria
guerra combattuta a colpi di cifre [Felipe e McCombie, 2001] e di stratagemmi analitici
che spesso, a nostro avviso, sembrano più funzionali ad impedire una probabile
confutazione, che a fornire chiarimenti circa la via di sviluppo intrapresa da questo
gruppo di economie.
Alla luce delle analisi che sono state presentate non ci sembra che siano state addotte
argomentazioni tali da poter mettere in discussione le conclusioni cui pervenne
Krugman [1994] circa la natura estensiva della crescita registrata a partire dagli anni
’60-‘70 dalle NIEs asiatiche. In particolare, fra quelle considerate, riteniamo che le
analisi di Kim e Lau [1994] e Lau [1996], possano meglio rendere conto del pattern di
2
In Irlanda, ad esempio, l’incremento di TFP è stato generato dal trasferimento di know-how da parte
delle società multinazionali ed ha costituito la forza trainante della straordinaria crescita negli anni ’90. In
Grecia, al contrario, il declino della crescita della TFP si configura come la causa più probabile della
deludente performance dell’economia a partire dagli anni ’80 (si faccia riferimento, a questo proposito, ai
sottoparagrafi che in questa trattazione sono stati dedicati ad ogni Paese).
5
Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
sviluppo scelto
3
dalle (presunte) “Tigri” del Sud Est asiatico. I loro studi econometrici,
infatti, non solo forniscono delle spiegazioni teoretiche approfondite e complesse (nel
senso che considerano numerosi punti di vista fra le infinite sfaccettature che
caratterizzano la sfera economica: dalla diffusione della tecnologia e delle capacità
manageriali, alla possibilità di una piena utilizzazione delle capacità produttive), ma
consentono, inoltre, di valutare l’esperienza delle NIEs asiatiche anche alla luce delle
tendenze di lungo periodo che caratterizzano le economie capitaliste occidentali
4
.
In quest’ottica, la crisi del 1997 può essere interpretata come il portato di un pattern di
sviluppo a marce forzate che si è rivelato incapace a far avanzare la frontiera delle
possibilità produttive, una volta raggiunta la “massa critica” (di capitale fisico e di forza
lavoro impiegata nel processo produttivo) indispensabile ad innescare un processo di
crescita intensiva. Questa debolezza intrinseca alla sfera reale ha trovato nei mercati
finanziari un terreno molto fertile per attecchire. E che la crisi sia poi passata alla storia
associata all’aggettivo «finanziaria» non deve fungere da specchietto per le allodole ed
indurre a trascurare altri elementi (non direttamente quantificabili), i quali possono aver
impedito che venissero conseguiti degli incrementi di produttività totale. Vincoli relativi
alla congruenza tecnologica ed alle capacità sociali [Abramovitz e David, 1999] hanno,
probabilmente, rivestito un ruolo cruciale, rendendo incapaci le “paper tigers”
[Krugman 1994, pag.69] di superare il loro stato di arretratezza [Gerschenkron, 1962].
Tuttavia è necessario sottolineare che nelle analisi di Krugman [1994], come in quelle di
Young [1992 ;1994 ;1995] ed, in parte, negli studi di Kim e Lau [1994] e Lau [1996]
viene focalizzata l’attenzione sui decenni 1970 e 1980, mentre Sarel [1997] considera
anche gli anni ‘80 e ’90. Quest’ultimo studio citato fornisce, da un lato, delle stime della
crescita della TFP in Malesia, Indonesia e Tailandia prossime ai livelli calcolati per i
Paesi dell’OCSE e, dall’altro, dei valori più elevati (rispetto agli studi di Young e Kim e
Lau) circa l’apporto della produttività totale nell’ambito del processo di crescita della
3
L’intervento delle autorità pubbliche ha rivestito un ruolo di primaria importanza nella definizione del
pattern di sviluppo intrapreso dalle economie in questione [OCSE, 1994].
4
In particolare, gli autori confrontano, nei due gruppi di economie, l’andamento dell’elasticità del
prodotto rispetto all’impiego di capitale e lavoro e l’evoluzione dei rendimenti di scala.
6
Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
Corea del Sud, di Singapore e di Taiwan. Tenendo conto di quanto detto, si potrebbe
supporre che il processo di catch-up da parte dei suddetti Paesi del Sud Est asiatico sia
stato caratterizzato da una sequenza di fasi in cui il contributo della TFP riveste un ruolo
di crescente importanza (anche se in misura relativamente inferiore rispetto ai Paesi
dell’OCSE) una volta raggiunta, nel processo di accumulazione del capitale, la “massa
critica” cui si faceva riferimento in precedenza
5
.
A conferma dell’individuazione di diverse fasi in seno alla crescita delle NIEs asiatiche
si riscontra, nell’ambito della letteratura che si è interessata alla performance di questi
Paesi, un cambiamento di prospettiva [OCSE,1994]. La prima “corrente” di matrice
neoclassica, che si fondava sull’esperienza delle NIEs fino al 1973, sottolineava
l’importanza dell’apertura verso l’esterno ed il passaggio ad un regime di cambi
flessibili per consentire l’armonizzazione dei prezzi nazionali con quelli che si
stabiliscono sui mercati internazionali. Negli anni ’80, si sviluppò un secondo filone
(facente riferimento a quanto accaduto nelle NIEs asiatiche fra la fine degli anni ’70 e la
metà della decade successiva) che enfatizzava l’importanza del ruolo svolto dai governi
nazionali sia nell’indirizzare il comportamento degli agenti economici, che
nell’instaurare un contesto sociale favorevole alla realizzazione del potenziale di
crescita [Helpman e Krugman, 1989; Scott e Lodge, 1985; Porter 1990]. Tra gli anni ’80
e gli anni ’90 nacque un terzo indirizzo teorico, che si interessava al processo di
5
Welfens [2000, pag.66] individua una serie di fasi che caratterizzano il processo di rincorsa. In
corrispondenza dei livelli più bassi di reddito pro capite rispetto all’economia leader è indispensabile
(come cornice in cui tracciare la traiettoria di sviluppo) conseguire la stabilità istituzionale e garantire
l’effettività della legge. In seconda battuta, devono essere fornite le condizioni essenziali per dare avvio al
processo di accumulazione dei fattori produttivi e quindi, da una parte, incentivare la formazione del
capitale sostenendo il risparmio nazionale e la costituzione di un mercato dei capitali e, dall’altra, porre in
essere delle politiche volte all’incremento della partecipazione al processo produttivo e all’innalzamento
dei livelli di istruzione della popolazione. Una volta raggiunto un livello di accumulazione tale da
permettere la produzione di merci competitive sui mercati internazionali (in particolare di beni prodotti
dal settore manifatturiero), investire nell’economia in questione diventa redditizio ed il conseguente
afflusso di FDI permette il trasferimento non soltanto di progresso tecnico incorporato nei beni capitali,
ma anche del fattore O-I [Fuà, 1985]. Questo insieme di capacità di nuova acquisizione consente, a sua
volta, la “produzione” di innovazione nei Paesi a sviluppo tardivo. L’ultima fase individuata dall’autore,
quella che consacra il successo di un’esperienza di rincorsa, è il generare flussi di FDI in uscita, capacità
che denota l’avvenuto inserimento in uno stadio della divisione internazionale del lavoro abbastanza
elevato da poter delocalizzare la produzione delle merci ad alta intensità di lavoro nelle economie che
attraversano le primissime fasi del loro processo di sviluppo economico.
7
Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
innovazione tecnologica e di sviluppo delle risorse umane, riflettendo la tendenza della
produzione letteraria concernente i Paesi dell’OCSE (così come in questa trattazione
abbiamo avuto modo di evidenziare).
Collocando queste tre correnti in una prospettiva dialettica si potrebbe sostenere che
dall’opposizione tra liberalizzazione e politiche di intervento macroeconomico ed
industriale sia scaturito il terzo filone di ricerca, che non si limita ad includere i
precedenti, ma li sussume fornendo degli interessanti spunti di riflessione circa
l’interazione fra i fattori che hanno concorso nel decretare il successo delle NIEs
asiatiche.
Per questo motivo ci sembra, in conclusione, di poter confermare quanto detto in
precedenza circa la validità delle conclusioni cui sono pervenuti Kim e Lau [1994] e
Lau [1996], i quali, pur giungendo a dei risultati del tutto massimalisti
6
, contemplano la
possibilità che il progresso tecnico (il cui contributo viene colto attraverso la variabile
tempo) si “celi” dietro qualche altra variabile di cui gli autori non hanno tenuto conto.
6
E’ opportuno ricordare che viene quasi completamente esclusa ogni forma di progresso tecnico che non
sia incorporato nei beni capitali (la proporzione di progresso tecnico incluso nel capitale è pari all’80%
[Lau 1996, pag. 89]).
8
Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
3. La rincorsa a confronto
Dall’analisi dell’andamento del processo di catch-up intrapreso dai PSR e dalle NIEs
asiatiche nei confronti degli Stati Uniti, emerge che entrambi i gruppi di Paesi sono stati
caratterizzati da un periodo di forte rincorsa nei confronti dell’economia leader.
La prima similitudine fra le due tendenze riguarda la (tutto sommato
7
) prossimità
spaziale (espressa in termini di rapporto fra reddito medio pro capite di ciascun gruppo
di Paesi e quello prodotto dall’economia statunitense) sia dei blocchi di partenza da cui
PSR e NIEs asiatiche danno avvio al loro processo di convergenza (25,7% per i PSR -
pari a 2457$- nel 1950 e 13,4% per le NIEs -pari a 1991$- nel 1968), che dei traguardi
a cui giungono i Paesi in questione (47,4% per i PSR –pari a 7720$- nel 1975 e 38,1%
per le NIEs –pari a 10091$ nel 1997). Tuttavia, lo starter non sembra aver
contemporaneamente dato il via a tutti i partecipanti a questo inseguimento. Come,
infatti, si evince dai riferimenti temporali appena menzionati, i PSR e le NIEs asiatiche
partono separati da un lasso temporale di circa venti anni: i primi avviano il loro
processo di rincorsa nell’immediato secondo dopoguerra, mentre le “Tigri” sembrano
dover attendere la fine degli anni ’60 e l’inizio della decade successiva.
La seconda analogia risiede nel fatto che ognuno di questi due sentieri appare
caratterizzato da due fasi distinte: una prima fase di rincorsa sostenuta ed una fase
ulteriore quasi esplosiva, che prelude ad un rallentamento della crescita del reddito
nazionale ed al conseguente arresto del processo di catch-up.
Questa constatazione del tutto qualitativa necessita un approfondimento. Il Grafico 1
costituisce un sistema di assi cartesiani che rappresenta sull’asse delle ascisse l’arco
temporale di riferimento in cui si inscrivono le due traiettorie di rincorsa, mentre
sull’asse delle ordinate viene individuato lo spazio percorso da ogni corridore in questa
maratona sui generis.
7
E’ utile ricordare che si conduce un confronto fra delle economie attualmente avanzate ed un gruppo di
Paesi non del tutto omogeneo dal punto di vista del livello di sviluppo. Le Filippine, l’Indonesia, la
Malesia e la Tailandia sono, infatti, dei Paesi in via di sviluppo o, secondo un registro linguistico
politicamente più corretto, delle economie emergenti.
9
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Grafico 1: Rincorsa a confronto
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PSR
NIEs asiatiche
Fonte: Maddison [2001]
La Tabella 1 mostra i risultati relativi alla velocità di rincorsa (espressa in punti
percentuale di reddito pro capite che l’economia inseguitrice guadagna annualmente nei
confronti del leader e calcolata come segue:
media
V
t
s
=
∆
∆
con s, t e v che rappresentano
rispettivamente spazio, tempo e velocità) dei PSR e delle NIEs asiatiche rispetto agli
Stati Uniti
8
.
8
L’arco temporale scelto per evidenziare le fasi di rincorsa è stato scandito secondo i seguenti criteri:
- l’annata 1973 funge da spartiacque più per obbedienza alla consuetudine di individuarla come la fine
della “età dell’oro” delle economie occidentali che per determinare con precisione una data significativa
per i due gruppi di economie in questione (infatti, da una parte, il processo di rincorsa nei PSR rallenta a
partire dal 1975 e, dall’altra, le NIEs asiatiche iniziano a crescere velocemente dalla fine degli anni ’60);
- il secondo dei due periodi considerati (1973-1998) è stato ulteriormente suddiviso (anche senza
rispettare gli estremi dell’arco temporale considerato) al fine di evidenziare con più efficacia le fasi di
rincorsa che caratterizzano le NIEs asiatiche ed in modo che potessero essere messe in corrispondenza
con le fasi individuate (tra il 1950 ed il 1973) per i PSR.
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Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
Tabella 1 Cinematica della rincorsa: PSR e NIEs asiatiche
PSR NIEs
t∆ s∆
media
V
t∆ s∆
media
V
1950-1973 20,15 0,84 1950-1973 5,56 0,23
1950-1966 9,05 0,53 1950-1966 0,26 0,02
1966-1973 11,10 1,59 1966-1973 5,30 0,76
1973-1998 5,93 0,24 1973-1998 17,95 0,72
1968-1986 6,43 0,36 1968-1986 11,90 0,66
1973-1986 -1,77 -0,13 1973-1986 7,47 0,53
1986-1998 7,71 0,65 1986-1996 12,48 1,25
1996-1998 -2,00 -1,00
Fonte: Maddison [2001]
Anche dal punto di vista quantitativo emergono delle affinità fra i sentieri di crescita
seguiti dai PSR e dalle NIEs asiatiche. La prima fase cui si alludeva in precedenza è
compresa fra il 1950 ed il 1966 per i quattro Paesi europei (in 16 anni percorsero una
distanza pari a 9 punti percentuale ad una velocità media di rincorsa dello 0,53% annuo)
e tra il 1968 ed il 1986 per le “Tigri” del Sud Est asiatico (che avanzarono ad una media
dello 0,66% annuo coprendo 11,9 punti percentuale in 8 anni), mentre la fase esplosiva
sembra essere compresa fra il 1966 ed il 1973 per i quattro Paesi europei (che
viaggiarono ad una media dell’1,59% annuo) e tra il 1986 ed il 1996 per le NIEs
asiatiche (che procedettero ad una media dell’1,25% annuo, coprendo 12,5 punti
percentuale in 12 anni).
Le medie relative ad ogni gruppo di Paesi sono state ottenute a partire dalle stime
concernenti il reddito pro capite di ogni economia. Questo procedimento permette di
considerare come oggetto di analisi l’economia di ogni singola entità nazionale
[Kuznets, 1951;1966], anche se un tale approccio metodologico è soggetto a due limiti
11
Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
principali. In primo luogo, non si tiene conto del diverso impatto, dal punto di vista
demografico, della taglia di ogni Paese. In secondo luogo, i risultati di questa sorta di
“cinematica della rincorsa” potrebbero essere distorti sia dalla scelta dei Paesi che
compongono i due campioni
9
, che dalla possibilità che le medie aritmetiche possano
“celare” la straordinaria performance di un ristretto numero di economie, tanto più che i
due gruppi di Paesi non sono affatto numerosi.
Il Grafico 2 mostra il processo di rincorsa nei confronti degli Stati Uniti che ha
caratterizzato ciascuno dei PSR. La tendenza media di queste quattro economie a
sviluppo tardivo sembra essere fortemente influenzata dagli andamenti di Spagna e
Portogallo che dal 1966 (anno in cui la Spagna raggiunge l’Irlanda) al 1988 (data a
partire dalla quale la Grecia scende al di sotto del livello relativo raggiunto dal
Portogallo) fungono da estremi di una banda che racchiude la tendenza dei quattro Paesi
in questione.
Grafico 2 Rincorsa: singoli PSR-USA
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Irlanda
Spagna
Portogallo
Gre c ia
Fonte: Maddison [2001]
9
Così come De Long [1988] eccepì rispetto alle conclusioni cui pervenne Baumol [1986].
12
Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
Il Grafico 3 mostra l’andamento del processo di catch-up dei Paesi del Sud Est asiatico
nei confronti degli Stati Uniti d’America. E’ alquanto evidente che esistano due
andamenti diversi: da una parte l’eccezionale catch-up di Singapore, Taiwan e Corea
del Sud, dall’altra il lento progresso da parte di Malesia, Tailandia, Indonesia e
Filippine.
Grafico 3 Rincorsa: singole NIEs-USA
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Filippine
Tailandia
Malesia
Corea del
Sud
Taiwan
Singapore
Indonesia
Fonte: dati Maddison [2001]
Di seguito, si proseguirà nell’analisi a livello disaggregato delle traiettorie di rincorsa
mettendo in evidenza le peculiarità nazionali che hanno determinato l’andamento delle
curve relative al processo di catch-up intrapreso da ogni economia.
Il confronto verrà, inizialmente, scandito secondo le fasi individuate dal Grafico 1 e
dalla cinematica della rincorsa presentata nella Tabella 1 di questa seconda parte per poi
presentare (senza la possibilità di una comparazione) il periodo che segue la fine della
13
Pattern di sviluppo a confronto: la periferia europea e il Sud Est asiatico Preview
“fase esplosiva” nei PSR e che ci interessa particolarmente, in quanto a partire dal 1973
inizia il processo di integrazione dei PSR nella CEE.
Questa comparazione verrà articolata considerando, da una parte, i Paesi europei a
sviluppo tardivo e suddividendo, dall’altra, il gruppo delle NIEs asiatiche in due
sottoinsiemi: i tre dragoni (Singapore, Taiwan e Corea del Sud) ed i Paesi
dell’ASEAN
10
(Malesia, Tailandia, Indonesia e Filippine). Questa distinzione non è
solamente motivata dalla differenza di performance dei due insiemi di Paesi, ma risulta
anche funzionale ad evidenziare lo scarto temporale con cui i due gruppi di economie
hanno dato avvio alla promozione delle esportazioni
11
.
10
L'ASEAN (Association of South East Asian Nations, associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico) fu
fondata l'8 agosto 1967 nel corso di un incontro tra i ministri di Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore e
Tailandia, tenutosi a Bangkok. Il Brunei entrò a farne parte nel 1984, dopo aver ottenuto l'indipendenza. Il
Vietnam, primo membro comunista dell'associazione, fu ammesso nel 1995. Dal 1997, anche Laos e
Myanmar ne fanno formalmente parte, mentre la Cambogia ha aderito nel 1998. Scopo dell'ASEAN è
promuovere lo sviluppo economico e la stabilità politica, favorendo la reciproca collaborazione
economica, sociale e culturale. Nel 1991 l'ASEAN ha giocato un ruolo centrale nel determinare la fine
della lunga e sanguinosa guerra civile in Cambogia.
11
Senza voler entrare nel dibattito teoretico circa la direzione del nesso causale che lega crescita
economica ed esportazioni (export-led growth vs. growth-led export; a questo proposito si veda OCSE
[1994, pag.33 e sgg.] ed i riferimenti ivi presenti), come emergerà dalle analisi che seguiranno, appare
evidente che esiste una correlazione positiva fra l’evoluzione del processo di sviluppo delle NIEs
asiatiche e la promozione delle esportazioni. Per questo, nel rendere conto dell’esperienza nazionale dei
Paesi del Sud Est asiatico, si metteranno in particolare evidenza i mutamenti occorsi nel regime
commerciale di queste economie.
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