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Introduzione
L’obiettivo di questa tesi di laurea è affrontare lo studio della psicoterapia
sistemico – relazionale come possibile trattamento dei diversi disturbi
psichiatrici derivanti da cattivi stili di attaccamento radicati nella personalità dei
pazienti e nel sistema delle loro famiglie. Non mi soffermo, quindi, a
considerare i pazienti con disturbi pervasivi dello sviluppo o con altri problemi
biologici ma considero i problemi psichiatrici della personalità legati ai diversi
stili di attaccamento e come questi ultimi possono trovare beneficio nell’utilizzo
della psicoterapia sistemica e nella sua applicazione all’interazione sistemico –
familiare; ciò consentirà di raggiungere una nuova dimensione di dialogo nelle
relazioni familiari.
Il primo argomento che prendo in esame sono i possibili pattern (sicuro,
insicuro e ambivalente) della teoria dell’attaccamento. Essi sono visti e analizzati
in parallelo (anche se non sempre in relazione diretta) alle ampie possibilità di
sviluppo di alcuni disturbi psichiatrici che sono presi in considerazione.
Il contesto di riferimento è lo studio e la risoluzione di questa tematica nella
scuola di riferimento che è la psicoterapia familiare sistemico – relazionale.
La tematica centrale del progetto a cui sopra mi riferisco è la cibernetica che è
presente sia nel sistema: famiglia, sia nella diade: madre – bambino. Questo è il
punto di contatto tra la teoria dell’attaccamento e la nostra scuola di
psicoterapia.
La Teoria dell’attaccamento viene considerata, in una dimensione più larga e
moderna di quello che intendevano gli autori Bowlby e Ainsworth, sia come
attaccamento di coppia che familiare e non soltanto come relazione base madre
– bambino/a.
Faccio, quindi, riferimento all’epistemologia che io definisco cibernetica, cioè
l’autoregolazione sistemica come punto di contatto relazionale tra la teoria
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dell’attaccamento, i vari disturbi psichiatrici di personalità e la psicoterapia
sistemico relazionale.
L’attaccamento o relazione – diade madre – bambino/a è la prima relazione
diadica che obbligatoriamente si considera in una famiglia come sistema di
relazioni, e J. Bowlby lo sapeva. Inizialmente, infatti, il suo interesse era l’intera
famiglia come insieme sistemico che si autoregola ed eco-regola, e come
soprainsieme della relazione dell’attaccamento.
E’ evidente che la psicoterapia basata sull’attaccamento per eccellenza è la
psicoterapia sistemica familiare.
La cibernetica è la scienza che studia l’autoregolazione dei sistemi e quindi delle
dinamiche psicologiche di relazione partendo dalla comunicazione. Nel nostro
caso ovviamente non ci riferiamo ai sistemi artificiali, facciamo piuttosto
riferimento anche alla teoria dei sistemi biologici di L. von Bertalanffy: in senso
familiare, come reti neurali, di diagnosi, come studio del ruolo sociale (prima
cibernetica o dei controlli automatici, della prima comunicazione in famiglia) e
come studio nella riprogrammazione in psicoterapia (seconda cibernetica,
controlli adattivi pilotati dal terapeuta, comunicazione terapeutica di come il
paziente dialoga in famiglia, comunicazione della comunicazione) delle
esperienze sociali e familiari del paziente. Il sintomo del paziente può avere una
casualità traumatica circolare o lineare, personale o nel ciclo vitale della famiglia
che in terapia va affrontato e superato o raggirato come evento nodale. Anche
l'attaccamento è da considerarsi come uno schema omeostatico di controllo
cibernetico della relazione con la madre da parte del bambino, sebbene fino al
ventiquattresimo mese circa ne è inconsapevole.
La teoria dell’attaccamento in quanto sistemica trova piena esplicazione nella
psicoterapia sistemico – relazionale.
La tesi è costituita di cinque capitoli di cui l’ultimo riguarda le conclusioni.
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Il primo capitolo discute della teoria dell’attaccamento e dei pattern di
attaccamento, questo secondo argomento è discusso nel paragrafo dedicato
alla strange situation.
Nel secondo capitolo ho trattato lo sviluppo dei disturbi psichiatrici come
patologie della personalità partendo dal concetto di normalità psicologica e
psichiatrica e affiorando sulle differenze e i punti di contatto tra la patologia del
singolo e la patologia del gruppo – famiglia.
Nel terzo capitolo mi sono soffermato ad approfondire la psicoterapia sistemica
– relazionale.
Nel quarto capitolo ho parlato dei disturbi psichiatrici che riguardano questa
nostra indagine e del trattamento sistemico – relazionale.
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PARTE I – CAPITOLO I – La Teoria Dell’Attaccamento E I Pattern Di
Attaccamento
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1.1 Cosa è La Teoria dell’Attaccamento
Nel 1951 John Bowlby si rese conto che i bambini orfani ospedalizzati e
istituzionalizzati nella clinica Tavistock dove lavorava come direttore e medico
psicologo avevano seri problemi nel relazionarsi con qualsiasi persona e con
qualsiasi autorità.
Erano per la maggior parte aggressivi, carenti, deprivati, diffidenti e pericolosi e
si rese conto che questo dipendeva dalla loro mancanza infantile delle figure di
accudimento genitoriali, nelle fasi neonatali e postnatali. Egli nel 1958 si era già
da tempo interessato alle teorie di Konrad Lorenz e i coniugi Harlow sulle
moderne teorie etologiche evoluzioniste dell’imprinting e del legame di
attaccamento nelle scimmie macachi – reshus.
J. Bowlby Iniziò così a convincersi che anche nell’uomo, queste teorie dovevano
avere un’importante influenza.
Prendendo prova dalle teorie sulle sensazioni tattili dei coniugi Harlow
1
, J.
Bowlby
2
affermò che nell’uomo come in centinaia di altre specie, il legame di
accudimento e affezionamento non dipendeva quasi per nulla dalle persone che
fornivano il cibo ma dai caregivers in quanto (prima ed oltre il cibo) fornivano
protezione, calore, affetto, le cosiddette dinamiche di attaccamento e possibilità
di esplorazione del mondo circostante al neonato come una “base sicura”
3
.
1.2 La Strange Situation
Nel 1954 iniziò l’importante collaborazione di John Bowlby con la
ricercatrice e psicologa canadese Mary Salter Ainsworth che aveva già nei suoi
precedenti lavori di dottorato affrontato la tematica dei genitori come una base
1
Tra il 1958 e il 1965.
2
John Bowlby, 1969/1982.
3
Mary Salter, 1940; Mary Ainsworth e John Bowlby, 1965.
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sicura per lo sviluppo, per l’esplorazione dell’ambiente circostante e per
l’apprendimento dei neonati. Ella arricchì le teorie di Bowlby con le sue
precedenti esperienze in Uganda sulle interazioni diadiche e nel 1978 si occupò
di individuare un sistema efficace di classificazione e studio dei possibili tipi di
attaccamento nei bambini nella fascia di età fra gli undici e i venti mesi. Nacque
quindi la Strange Situation che distinse i primi tre pattern di attaccamento:
sicuro (B), evitante/distanziante (A), ansioso ambivalente/resistente (C).
Successivamente gli studi dell’equipe di un’altra studiosa dell’attaccamento Mary
Main nel 1985 portarono all’individuazione della quarta ed ultima categoria di
attaccamento ovvero il pattern disorientato/disorganizzato (D). Questo quarto
pattern di attaccamento fu scoperto dalla ripetizione della strange situation e
dalla riesamina di tutti i casi che non erano stati precedentemente catalogati
dall’equipe di M. Ainsworth e colleghi.
La strange situation (SS) consiste in sette fasi consecutive e ordinate in una
sala per i giochi infantili. Ciascuna fase dura circa tre minuti, alle quali la madre
(ovvero la principale figura di attaccamento) e il bambino/a vengono sottoposti:
Fase 1: Il/la bambino/a e la mamma vengono fatti accomodare e iniziare a
giocare insieme nella sala – giochi (dove possono essere osservati da uno
specchio dagli operatori della SS).
Fase 2: Nella stanza entra e si siede in silenzio una persona estranea alla diade,
successivamente questa inizia a dialogare prima con la madre e poi proverà a
coinvolgere anche il/la bambino/a a giocare anche con lui/lei
(l’operatore/operatrice entrata precedentemente).
Fase 3: La madre esce con una scusa quasi improvvisamente, lasciando il
bambino con l’estranea.
Fase 4: Rientra la mamma ed esce l’operatore estraneo al bambino.
Fase 5: Il/la bambino/a viene lasciato solo/a dalla madre nella stanza dei giochi.
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Fase 6: Rientra l’operatore estraneo al bambino/a e cerca di consolarlo/a per
essere rimasto/a da solo/a e in mancanza della mamma.
Fase 7: La mamma del bambino/a rientra nella stanza.
Da questo schema di avvenimenti stressanti per il piccolo che è la strange
situation emergono i quattro possibili modelli di comportamento di esplorazione
e reazione ovvero di attaccamento del piccolo: il bambino sicuro si turba un
poco quando la madre esce ma non si scompone troppo, gioca con la persona
sconosciuta nella fase tre e si lascia da lei consolare nella fase sei, il bambino
insicuro – evitante è piuttosto disinteressato alle fasi di entrata ed uscita della
mamma come anche dell’estraneo dalla stanza, quando la mamma rientra alla
fine la rimprovera o la picchia ma non si lascia consolare dall’estraneo nella fase
sei; il bimbo insicuro – ambivalente ha comportamenti incoerenti tra di loro e
lascia intravvedere ansia e dipendenza dal comportamento della madre,
essenzialmente protesta e piagnucola, nella fase cinque e sei si dispera ma si
lascia consolare dall’estraneo con molte difficoltà, il bambino con mappa di
attaccamento disorganizzato è riconoscibile in quanto nella SS si comporta in
maniera stereotipica imprevedibilmente (pianto, rabbia, confusione) ai
comportamenti di abbandono momentaneo della madre dalla stanza, ne è
anche notevolmente sorpreso.
Ovviamente ad ogni genere di attaccamento del bambino/a corrisponde la
tipologia genitoriale, ed in particolare:
al bambino sicuro corrisponde una mamma confortevole, protettiva
fiduciosa e sicura, poco ansiosa, sensibile e pertinente alle richieste di
cure ed esplorazione del piccolo.
Le madri dei bambini insicuri ambivalenti si rivelano viscose, ansiose o
preoccupate e intrusive o ipercontrollanti rispetto i loro bambini e spesso
non li lasciano liberi di esplorare l’ambiente circostante;