collettive destinate ad avere effetto sulla distribuzione di risorse
economiche e sulla ripartizione di valori sociali e politici nel territorio
degli Stati membri nell’ambito di una sfera pubblica che non è tuttavia
definita una volta per tutte.
La tesi da me presentata riguarda, fra le varie istituzioni
rappresentative, il Parlamento europeo. Esso ha sede a Strasburgo ed è
composto da 736 europarlamentari eletti direttamente dai cittadini
dell’Ue ogni 5 anni.
Nel capitolo I di tale lavoro, ho ripercosso le principali tappe
storiche della nascita dell’Unione europea, della sua evoluzione e
trasformazione, del ruolo del Parlamento europeo nella stesura del
Trattato di Lisbona, allargando lo sguardo ai poteri del Parlamento
europeo nell’ambito della formazione degli atti comunitari. Tali poteri
sono una risposta all’esigenza di rafforzare la legittimità democratica
del Parlamento europeo e che sembrano inaccessibili al cittadino a
causa della complessità del loro funzionamento.
Nel secondo capitolo ho messo in risalto i partiti politici europei,
considerati attori importanti per lo sviluppo dell’Ue e come si sono
evoluti.
2
La mia scelta ha privilegiato i gruppi parlamentari del
Parlamento europeo in quanto essi costituiscono il fuoco analitico più
utile per lo studio dello sviluppo degli europartiti. Successivamente ho
affrontato i fattori istituzionali ed elettorali che possono
rispettivamente favorire o ostacolare l’istituzionalizzazione degli
europartiti. Infine ho elencato gli europartiti allo stato attuale.
Il terzo capitolo è diviso in due parti riguardante il sistema
elettorale europeo e la nuova legge elettorale per le elezioni degli
eurodeputati italiani al Parlamento europeo.
Il sistema elettorale europeo è un sistema uniforme e
differenziato, basato su due livelli: uno a livello europeo regolato da
norme comunitarie che contengono principi uguali per tutti i Paesi
membri e il secondo livello regolato da singole leggi nazionali che
contengono disposizioni con validità territoriali.
La seconda parte di tale capitolo riguarda la nostra disciplina
elettorale che ha introdotto, per la prima volta, la famosa soglia di
sbarramento del 4% condivisa tra i due maggiori partiti del nostro
paese PDL e PD. Tale modifica trasforma il sistema proporzionale
3
precedente per le elezioni del Parlamento europeo in uno scrutinio più
moderno e più razionale.
Infine l’ultima sezione è dedicata alle recenti elezioni europee del
giugno del 2009. Esse si possono considerare le più grandi elezioni
democratiche dell’Occidente.
Per far risaltare meglio l’importanza delle elezioni europee ho
scelto di fare un confronto tra queste e i precedenti appuntamenti
elettorali, per cercare di verificare se il voto europeo abbia assunto
finalmente una sua identità specifica, oppure se sia ancora oggi
influenzato dalle vicende politiche nazionali dei singoli Paesi membri.
Inoltre ho scelto il confronto con le precedenti elezioni politiche con
lo scopo di evidenziare un aspetto caratteristico delle elezioni europee
come “elezioni di medio termine” (mid-term elections) per esprimere
un giudizio sulla conduzione del governo di un partito di
maggioranza, e talvolta, per esprimere un voto sanzione nei confronti
di questa.
Un confronto con le elezioni politiche è stato proficuo per
mettere in luce le differenze di comportamento sia degli elettori che
4
dei partiti, e quindi le differenze di significato che questi attribuiscono
alle due diverse elezioni.
5
Capitolo I
IL PARLAMENTO EUROPEO NELL’AMBITO
DELL’ARENA ISTITUZIONALE E POLITICA
DELL’UNIONE EUROPEA.
1.1. ORIGINI, SVILUPPO E FUNZIONI DEL
PARLAMENTO EUROPEO.
Tra le istituzioni comunitarie, il Parlamento europeo è stato
protagonista di un processo evolutivo straordinario, segnato non solo
da successi ma anche da fasi di stallo. Questa evoluzione non è altro
che una manifestazione in piccola scala del generale processo di
rafforzamento degli aspetti sovranazionali dell’integrazione europea.
Sin dal 1952 operava all’interno della Comunità Economica del
Carbone e dell’Acciaio (CECA) sotto la veste di Assemblea comune
(solo dieci anni dopo, nel marzo del 62, l’Assemblea avrebbe adottato
definitivamente il nome di Parlamento europeo), composta da
rappresentanti dei Parlamenti nazionali, soggetti scelti non dai singoli
cittadini europei ma dai parlamenti nazionali
2
. Nata inizialmente con
pochi poteri e, soprattutto, la totale assenza di iniziativa legislativa, la
2
L’Assemblea parlamentare era composta da 78 membri, pero si dovrà aspettare il 1979 per avere la
prima elezione a suffragio universale. Cfr. Piero Ignazi e Lucia Serena Rossi, in Sergio Fabbrini (2002:
151-170)
6
sua unica funzione era quella di fornire una “vigilanza” alle funzioni
svolte dell’Alta Autorità
3
.
Cinque anni dopo la firma del Trattato della Ceca, il 25 marzo
1957, fu firmato a Roma il Trattato della Comunità Economica
Europea (Cee). Il Trattato in pratica manteneva l’Assemblea
parlamentare
4
ma, introdusse, grazie alla diplomazia Italiana, le
elezioni a suffragio universale (art.138)
5
. Questa norma non ebbe
effetti immediati sia perché il Trattato non prevedeva una data precisa
per le elezioni, sia perché nacquero delle divergenze
sull’interpretazione dell’articolo che prescriveva una procedura
elettorale uniforme. Si dovranno attendere gli anni Settanta per
riprendere nuovamente l’obiettivo sancito nel Trattato di Roma (Cee),
le elezioni del Parlamento europeo (art.138). Intanto il processo di
integrazione si spinse verso una maggiore evoluzione dei poteri
dell’Assemblea parlamentare con la firma del Trattato di
3
Nel progetto della CECA l’inclusione di un’Assemblea di tipo parlamentare non era essenziale per Jean
Monnent, che riteneva che le decisioni necessarie per la gestione dell’industria europea del carbone e
dell’acciaio dovessero essere essenzialmente di tipo tecnico e che non ci fosse bisogno quindi di un
controllo parlamentare diretto. Cfr. Luciano Bardi e Piero Ignazi (2004: 14).
4
Il trattato attribuiva all’Assemblea poteri legislativi limitati alla facoltà di esprimere opinioni sulle
proposte della Commissione con nessuno o pochissimo impatto sulla produzione legislativa. Op. cit.
Luciano Bardi e Piero Ignazi (2004: 17)
5
Il Protagonista di questa norma fu Gaetano Martino, protagonista del rilancio europeo a metà degli anni Cinquanta,
Martino, all'epoca ministro degli Affari esteri, fu il promotore della Conferenza di Messina a cui partecipano i
ministri degli Esteri della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), tenutasi a Messina (in casa sua) dal
1º giugno al 3 giugno 1955.
7
Lussemburgo
6
1970 e nel 1975 il Trattato di Bruxelles con la modifica
relativa alla << dichiarazione comune del Parlamento Europeo, del
Consiglio e della Commissione relativa all’istituzione di una
procedura di concentrazione
7
>I Trattati non vennero considerati vere
e proprie riforme di quello di Roma poiché si limitavano ad emendare
alcuni articoli
8
.
Grazie a questi Trattati i poteri in materia di bilancio sono stati a
lungo i più importanti del Parlamento, quantomeno sul piano formale,
attribuendogli per la prima volta il potere di controllo in tema di
bilancio economico comunitario, influenzando la destinazione del
budget delle spese non obbligatorie. Un compito che non si ferma solo
all’approvazione del bilancio della Comunità Europea, ma si estende
anche al controllo su come vengono utilizzate le risorse comunitarie,
valutando anno per anno la responsabilità politica della Commissione
in materia di budget. Sempre in tale periodo, ritornando al concetto di
6
Trattato firmato il 22 aprile 1970 dagli Stati membri della Comunità europea. Il Trattato di
Lussemburgo era il risultato del superamento di profonde crisi politiche scoppiate tra gli Stati membri a
partire dal 1965 quando, per la prima volta, la Commissione europea propose l’istituzione di un bilancio
autonomo, finanziato cioè con risorse proprie della Comunità, e il rafforzamento dei poteri del
Parlamento europeo. Solo il 21 aprile 1970 venne raggiunto a Lussemburgo un accordo definitivo per la
realizzazione di quella sostituzione dei contributi finanziari degli Sati membri con risorse proprie della
Comunità concordata all’indomani del vertice dell’Aja del 1969. In tal modo si conferiva alla Comunità
una solida autonomia finanziaria che costituiva il necessario presupposto per la sua indipendenza dai
poteri nazionali.
7
Conosciuto anche con il Trattato di attribuzione al potere di bilancio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale
dell’Ue, in 22/04/1975 N° 89
8
Cfr. Giuseppe Mammarella e Paolo Cacace (2006).
8
prima sull’obiettivo sancito dall’art.138, nel 1976 il Consiglio europeo
approva un importante documento che mira ad aumentare la
democraticità delle istituzioni comunitarie <<l’atto relativo
all’elezione dei rappresentanti dell’Assemblea Comune a suffragio
universale>>. Il documento rappresenta l’avvio della procedura per le
elezioni dirette Parlamento Europeo
9
. La partecipazione alle elezioni
europee fu in media del 65%, una delle più alte nella storia delle
elezioni europee. Queste elezioni rappresentano l’iniziò di una prima
legislatura in cui il Parlamento diventa protagonista di varie vicende
comunitarie.
Negli anni Ottanta, si assiste a vari tentativi di riforme
istituzionali comunitarie, fra i quali spicca il progetto di Altiero
Spinelli. Il nucleo fondamentale di questo progetto era la volontà di
attribuirgli il potere di iniziativa insieme al Consiglio dell’Unione, se
la Commissione europea si fosse rifiutata di procedere in tal senso
10
.
La proposta di Spinelli venne votata e approvata con 258 voti
favorevoli, 35 contrari e 23 astensioni. Possiamo dire che questo dava
vita ad una sorta di via di mezzo tra una confederazione e una
9
Elezioni che si tennero per la prima volta il 7 - 10 luglio 1979. Cfr. Idem
10
In tal proposito veda, Luciano Bardi, Piero Ignazi (2004: 24)
9
federazione: l’Unione europea, in cui, il Parlamento europeo aveva
notevoli poteri legislativi e di controllo. Al progetto aderirono in
maniera entusiasta il Presidente della Commissione Europea, Jacques
Delors e, addirittura, il Presidente della Repubblica francese
Mitterrand: tutto sembrava volgere a favore dell’azione intrapresa
dall’Assemblea di Strasburgo
11
. Ma il Consiglio europeo di Milano,
nel giugno 1985, riuscì a far cadere nell’oblio il progetto Spinelli, di
fronte ad un nuovo progetto di Trattato, presentato congiuntamente dal
cancelliere tedesco Helmut Kohl e con l’approvazione del Presidente
di turno dell’Ue Bettino Craxi.
Questo nuovo Trattato, ossia l’Atto Unico Europeo, firmato il 17
febbraio 1986, rappresenta un importante svolta storica, che
rappresentava la prima e non ultima riforma dei Trattati della
Comunità politica europea, e stabiliva il principio che la riforma dei
Trattati era uno strumento non solo utile ma anche talvolta necessario
per superare le crisi o, comunque, dare risposte a problemi importanti
della CE.
L’Atto Unico Europeo ha introdotto una nuova procedura che
attribuiva al Parlamento poteri colegislativi, che si potevano definire
11
In tal proposito veda Giuseppe Mammarella e Paolo Cacace (2006: 191-196).
10