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1– INTRODUZIONE
1.1 Lo striscione, espressione del mondo Ultras
Il presente lavoro intende esaminare la lingua del tifo organizzato
attraverso la sua principale forma di espressione, lo striscione, un lungo
drappo di stoffa sorretto o esposto da persone che, in questo caso,
assistono a una partita di calcio (lo striscione nasce principalmente come
forma di comunicazione soprattutto nelle manifestazioni di tipo politico,
o manifestazioni di altro genere). Con la nascita delle tifoserie
organizzate infatti si è manifestata l’esigenza innanzitutto di mostrare il
proprio nome e la propria fede (spesso scegliendo nomi e simboli
battaglieri e intimidatori), per poi, gradualmente, creare drappi
autocelebrativi, di sostegno alla propria squadra e ai propri beniamini, e
infine striscioni strettamente legati a fatti al di fuori del tema sportivo.
Insieme ai cori di sostegno per le proprie squadre, e le coreografie
che spesso accompagnano le partite considerate di “cartello”, gli
striscioni rappresentano il mezzo per eccellenza che permette ai
cosiddetti gruppi Ultras di far sentire la propria voce, il proprio pensiero,
e non sono rare le occasioni in cui trattano argomenti assolutamente
estranei al panorama calcistico.
Molto spesso attraverso lo striscione si rivendica la propria ‘libertà’
e il proprio onore come gruppo, si attacca il potere sotto forma della Lega
Calcio e delle forze dell’ordine
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(rei di sopprimere il movimento ultrà e la
sua mentalità), si sottolinea la propria appartenenza ad una città o a una
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Il regista Ricky Tognazzi tentò di descrivere il complesso mondo dei gruppi ultras con il
film Ultrà (1990). Il film non fu ben accolto dalle tifoserie romane, tant’è che l’attore
protagonista Claudio Amendola fu costretto per un periodo a vivere sotto scorta, reo di aver
mostrato nel grande schermo che in Curva Sud si usavano i coltelli.
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determinata regione geografica (in casi di stracittadina poi le tifoserie
tendono a sottolineare in maniera marcatissima chi sia il vero ‘padrone’
del panorama calcistico locale, sottolineando un palmares piø prestigioso,
la data di fondazione piø antica e anche ‘l’onore’ durante gli scontri
fisici), si omaggiano tifosi illustri deceduti, ci si prende gioco delle
tifoserie avversarie sottolineando i piø classici luoghi comuni appartenenti
alla loro area di appartenenza, si prende spunto da argomenti attinenti
l’attualità o relativi alla sfera televisiva per rendersi visibili nel panorama
nazionale in maniera dura, pungente e molto spesso umoristica. In questi
casi lo striscione si propone come espressione artistica molto simile alla
scritta muraria, in quanto con essa condivide una serie di caratteristiche
come l’assoluta mancanza di controllo, vicinanza/sovrapponibilità con il
parlato, accessibilità intesa come ampia possibilità di espressione da parte
di chi scrive, fruibilità da parte di chi legge e disponibilità per il
ricercatore di un notevole numero di testi e di dati
2
.
1.2 Studi linguistici sul ‘pianeta calcio’
Occorre sottolineare che, nonostante la linguistica sia stata una delle
prime discipline umanistiche ad occuparsi del calcio (il primo saggio in
proposito risale addirittura al 1939 ed è stato scritto da Giacomo
Devoto), i lavori dedicati fino a oggi a questo sport si sono occupati « da
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Cfr. STEFINLONGO, 1998, pp. 132-133 esamina in questo saggio le caratteristiche
salienti presenti nelle scritte murarie,come la mancanza di controllo (chi scrive si pone su un
piano di assoluta gratuità,di volontà di esibizione ma anche di trasgressione e
provocazione), vicinanza/sovrapponibilità con il parlato (non si accettano le regole
costrittorie della testualità scritta e non si rispettano volutamente sia le convenzioni di legge,
in quanto le scritte sono esposte e soggette a letture plurime e collettive).
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una parte della lingua sul calcio e, dall’altra, della lingua del calcio »
3
;
rari invece gli studi sugli slogan creati dalle tifoserie organizzate, che
«costituiscono probabilmente la forma di comunicazione di massa piø
innovativa e fraintesa degli ultimi vent’anni »
4
. Si è finora analizzato la
lingua delle cronache calcistiche e si è studiata la terminologia calcistica,
mentre è mancato un vero e proprio studio sugli slogan creati dagli
Ultrà, fatta eccezione per qualche contributo specifico.
Il saggio del 1998 di Andrea Podestà sulla lingua degli Ultras a
Genova, dove viene focalizzata l’attenzione principalmente sulle scritte
murarie che mostrano vere e proprie battaglie verbali tra le due principali
tifoserie di Genoa e Sampdoria ( gli Ultras ‘Tito Cucchiaroni’ e la ‘Fossa
dei Grifoni’).Tali scritte, è facile intuire, spesso ricalcano gli argomenti
che poi vengono ripresi negli striscioni esposti allo stadio. Le differenze
piø rilevanti stanno nel fatto che i muri sono ‘fogli’ molto piø ampi, i
testi quindi sono spesso piø lunghi rispetto a quelli brevi e di immediato
impatto esposti in Curva, e poi sono spesso oggetto di veri e propri ‘botta
e risposta’, con esponenti della tifoseria avversaria che correggono,
cancellano o sminuiscono le scritte fatte dagli avversari. Concentrato
esclusivamente sugli striscioni è invece il recentissimo lavoro del 2007
di Anna Maria Boccafurni che focalizza comunque l’attenzione
esclusivamente alle due squadre della Capitale
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, Roma e Lazio,
sottolineando in maniera precisa i diversi fenomeni del parlato dialettale
romano che i tifosi romani (per tradizione i piø originali e fantasiosi nel
panorama nazionale) utilizzano largamente. Il saggio di Claudio
Giovanardi sul linguaggio sportivo (2006), esamina esclusivamente la
lingua che caratterizza la cronaca sportiva, quindi il punto di vista di chi
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Cfr. PODESTA’,1998, pag. 99.
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Cfr. DAL LAGO - MOSCATI, 1992, pag. 120.
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A Roma esistono anche altre società calcistiche che orbitano nel panorama
professionistico, la piø nota è la Cisco Roma, in passato chiamata Lodigiani.
5
deve raccontare l’evento con assoluta imparzialità e chiarezza, per essere
il piø chiaro possibile nei confronti di chi legge, ascolta o guarda.
1.3 I Gruppi Ultras, fenomeno sociale
In Italia il fenomeno-striscioni è particolarmente interessante anche
perchØ il nostro è uno dei pochi Paesi dove esistono delle tifoserie
organizzate
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, i gruppi Ultras appunto, che portano avanti una mentalità
che pone gli stessi appartenenti a guardia di una fede, una fede che deve
essere esaltata e difesa (soprattutto quando il gruppo affronta delle
trasferte in città considerate ostili, almeno dal punto di vista dei rapporti
tra le differenti tifoserie, dove si arriva spesso allo scontro fisico
rischiando di non poter piø entrare allo stadio
7
); essere ultrà significa
6
Il fenomeno del tifo calcistico nasce in Italia negli anni ’50, pionieri sono i
FEDELISSIMI GRANATA 1951 a Torino. Il movimento inizia a diffondersi anche in
Gran Bretagna (con gli Hooligans), anche se vi sono delle differenze: in Gran Bretagna
viene lasciato molto piø spazio ad azioni spontanee, mentre in Italia si tende a coordinare i
vari elementi in un'unica voce. Anche le forme estetiche del tifo risentono di questa
differenza: in Gran Bretagna si predilige l'impatto vocale a quello visivo e non si usano i
tamburi che contraddistinguono le colorite curve italiane. Nel corso degli anni '60 queste
nuove strutture aggregative iniziano a svilupparsi intorno alle grandi squadre dell’epoca e i
loro membri si distinguono dai supporter tradizionali per il modo attivo ed organizzato di
incoraggiare la loro squadra del cuore. Ogni gruppo Ultras ha allora un proprio nome
simbolico ed uno striscione dietro cui radunarsi. Nascono le coreografie per sostenere la
propria squadra: si cantano inni, gli stadi si riempiono di bandiere, si lanciano coriandoli e
si accendono i primi fumogeni. Parallelamente nasce anche la competizione con i gruppi
ultras di altri squadre. Lo sviluppo dei gruppi Ultras negli anni '70 coincide con un periodo
piuttosto tempestoso della società italiana, toccata a piø riprese da episodi di violenza e
terrorismo (cosicchØ gli Ultras, risentendo del clima di generale violenza,si abbandonano
spesso in atti di vera e propria guerriglia urbana), mentre negli anni ’80 il modello italiano
si espande decisamente in tutto il resto d'Europa, soprattutto tra i paesi latini (Spagna,
Portogallo, Francia), Svizzera e tra le ex repubbliche della disciolta Jugoslavia (Slovenia,
Croazia, Serbia).Negli anni ’90 i gruppi Ultras sono stati spesso al centro di gravi episodi
di violenza e, piø recentemente, uniti nella protesta contro il cosidetto’ calcio moderno’
governato dal denaro e dalle pay tv (Sito web http://it.wikipedia.org/wiki/ultras).
7
Come evidenziato nel sito dell’ Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive il
divieto di accesso in luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive (DASPO) è una
misura di prevenzione atipica ed è caratterizzata dall’applicabilità a categorie di persone
6
acquisire una nuova forma mentis, un nuovo modo di pensare e di
dividere l’esperienza della curva e di mantenerla anche fuori dello
stadio
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, per questo è significativo uno striscione esposto dagli
‘Sconvolts’
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cagliaritani: essere Ultras, esserlo nella mente. E non
sorprende se per alcuni tifosi « perdere o vincere conta fino a un certo
punto: l’importante è esistere e portare alto il nome della propria citta’.
Sempre
10
». La diffusione capillare dei gruppi organizzati, quindi, che
interessa le squadre maggiori così come le compagini di piccoli centri
che militano in categorie inferiori, offre l’interessantissima prospettiva
di analizzare i diversi fenomeni linguistici che gioco-forza mostreranno
differenze evidenti soprattutto tra l’area meridionale e quella
settentrionale.
che versino in situazioni sintomatiche della loro pericolosità per l’ordine e la sicurezza
pubblica con riferimento ai luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive,
ovvero a quelli, specificatamente indicati, interessati alla sosta, al transito o al trasporto di
coloro che partecipano o assistono alle competizioni stesse. Il provvedimento può essere
disposto anche per le manifestazioni sportive che si svolgono all’estero: può essere altresì
comminato dalle competenti Autorità degli altri Stati membri dell’Unione Europea per le
manifestazioni sportive che si svolgono in Italia. Il DASPO può essere comminato anche
nei confronti di soggetti minori di anni 18, che abbiano compiuto il quattordicesimo anno
di età e in tal caso, il divieto è notificato a coloro che esercitano la patria potestà.
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Cfr. BOCCAFURNI, 2007, pag.42 evidenzia come la mentalità ultras sia caratterizzata
dalla condivisione di stili espressivi e motivi che portano gli ultras a essere tali anche
prima e dopo la partita, nella vita di ogni giorno.
9
Gli SCONVOLTS, nati nel 1987, sono il principale gruppo organizzato della tifoseria
cagliaritana.
10
Cfr. BOCCAFURNI, 2007, pag.43.
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1.4 Il corpus degli striscioni e il loro valore linguistico
Per il presente sondaggio è stato selezionato un corpus di 94
striscioni che si possono datare in un arco di tempo compreso tra i primi
anni ’90 e quest’ultima stagione ( nel senso calcistico del termine),
appartenenti a diverse tifoserie di numerose città d’Italia sparse in
diverse aeree del territorio italiano, numerosi tifosi italiani che
esponevano i loro slogan durante partite della nazionale italiana, e anche
esempi provenienti da alcune tifoserie straniere. Fonte del corpus i testi
dello scrittore, autore televisivo e teatrale Cristiano Militello
11
, che ha
trattato l’argomento in maniera scanzonata ed ironica (senza nessun
intento sociologico o linguistico) evidenziando nella sua raccolta come
molto spesso gli striscioni costituiscano un qualcosa che va oltre la
semplice partita di calcio, si tratta di una ‘partita nella partita’ dove la
vera anima di questo sport è rappresentata da tutti coloro che con innata
passione seguono la loro squadra in giro per l’Italia spinti principalmente
dalla convinzione di mostrare alle tifoserie avversarie la loro foga e la
loro presunta superiorità in fatto di tifo. Numericamente saranno
sicuramente maggiori gli esempi relativi a città che, avendo due squadre,
si sfidano nella stracittadina, partita in cui sono impegante due squadre
della medesima città
12
, che per qualunque tifoso è la gara piø importante
della stagione; ed è proprio in queste occasioni che i tifosi danno il
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Cristiano Militello, oltre ad aver pubblicato tre libri con gli striscioni piø curiosi delle
curve italiane, è il presentatore di una nota manifestazione che si svolge a Montalto di
Castro (Viterbo) ideata dal giornalista Giancarlo Dotto e giunta alla sua quinta edizione. La
manifestazione, che prende il nome dal celebre radiocronista sportivo Sandro Ciotti,
premia lo striscione che si è distinto nella stagione precedente per simpatia e originalità.
Nell’edizione 2009 l’onore è andato a una tifosa del Torino che, stanca delle deludenti
prestazioni della sua squadra, espose un rassegnato Meno male che sono ubriaca (Corriere
dello Sport – Stadio, 10/10/2009 ).
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Cfr. GRADIT s.v. stracittadina. Il termine stracittadina viene comunque utilizzato
raramente, in quanto sostituito dal termine inglese derby.