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“Il suono più persistente che si riverbera
attraverso la storia degli uomini è il battito
dei tamburi di guerra”.
(Arthur Koestler)
INTRODUZIONE
La parabola esistenziale di Paul Hindemith, è sempre stata segnata da uno stringente
quanto inquietante parallelismo con gli avvenimenti cruciali di un’epoca storica
difficile, travagliata, violenta, ricca di traumatiche trasformazioni.
Il periodo che va infatti dall’infanzia fino alla prima giovinezza, negli anni della
rapidissima ascesa economica della Germania, sarà segnato da un’inquietudine di
fondo che condurrà direttamente allo scoppio della Grande Guerra, i cui
avvenimenti sociali coinvolgeranno in prima persona il compositore (i lutti, la fame,
la perdita del padre in guerra, ecc.).
Alla fine del primo conflitto mondiale, in una Germania colpita dalla guerra civile,
umiliata e prossima al tracollo totale, Paul compie i suoi primi passi da compositore,
fra desolazione ed esaltazione, in perfetta aderenza con lo spirito del tempo.
L’esperimento repubblicano di Weimar, il contesto più appropriato per la fulminea
affermazione del compositore, si chiuderà negli anni Trenta, trascinando la Germania
nel baratro di una crisi economica, sociale e culturale senza precedenti; anche in
questo caso Hindemith si troverà a diretto contatto con tale dramma tedesco.
Egli assisterà in questo periodo all’affermazione di un nuovo potere ideologico e
politico, il Nazionalsocialismo, che si rivelerà molto critico nei confronti del suo
operato artistico, portando il compositore ad emigrare negli Stati Uniti.
Tuttavia anche dopo la seconda guerra mondiale i rapporti tra Hindemith e la sua
patria non saranno idilliaci, ritenendo l’opera di “denazificazione” americana un atto
di ipocrisia.
La sua è stata un’esistenza travagliata all’interno del secolo breve, definito da alcuni
storici come l’epoca più violenta della storia dell’umanità; farà eccezione solo
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l’ultimo decennio di vita di Hindemith (1953-63), trascorso nella tranquilla cittadina
svizzera di Blonay.
Andres Briner, allievo di Hindemith e poi negli anni Ottanta presidente del Consiglio
della Fondazione Hindemith, ha comparato l’esistenza del compositore con quella di
Thomas Mann, riguardo i rapporti col nuovo potere.
Entrambi infatti si rifugeranno prima in Svizzera e poi in America (dove
acquisiranno cittadinanza americana), vivendo le vicende legate al
nazionalsocialismo con molto patimento.
Ed ancora, sia Hindemith che Mann rifiuteranno le allettanti offerte della nuova
Germania denazificata, trasferendosi entrambi in Svizzera dal 1952, portandosi un
bagaglio sentimentale di amarezza, delusione, rabbia e diffidenza per una patria
tedesca che non riconoscono più come la loro.
Entrambi presero una posizione di istintiva “impolitica” (cit. di Mann
1
) che non deve
essere erroneamente considerata come un disimpegno verso la vita sociale a cui
invece essi dimostrarono grande operosità, piuttosto invece rivendicazione della
priorità della coscienza creativa individuale nell’attività artistico-letteraria.
Ed è su questo punto che nel 1930 avverrà la rottura tra Hindemith e Brecht.
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E’ interessante riscontrare che la parabola artistica del compositore sarà sempre
accostata a quella di letterati, pittori o scultori, in virtù di quel particolare fenomeno
di universalismo umanistico che ha caratterizzato la sua carriera.
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Hindemith era anche un amante della cultura italiana, la quale ha fatto spesso da
musa ispiratrice per molte sue opere di rilievo quali: “Nobilissima visione” del 1938,
ispirato dagli affreschi francescani di Giotto nella Chiesa di Santa Croce a Firenze,
l’Orfeo di C. Monteverdi e il “Neues vom Tage”, tradotta anche in lingua italiana.
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Tale amore però non venne mai ricambiato dal bel paese il quale, dalla morte di H. in
poi, non mostrò un autentico interesse nell’accrescere il suo apprezzamento per il
compositore, con una certa latitanza anche della musicologia italiana.
1
Da le “Considerazioni” di Th. Mann.
2
Oltre ad essere a anche l’anno di “Appello alla ragion pura” di Mann.
3
Ian Kemp sostiene che sotto il profilo della brillantezza creativa e della multiformità delle nuove
idee, l’opera di Hindemith non può essere paragonata a nessun’altra opera coeva, tranne che nel
campo della pittura, dove invece riscontra affinità con il pittore francese Georges Braque.
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La “prima” italiana eseguita a Napoli nel 1954.
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Hindemith ha fatto della musica il proprio centro esistenziale, in una delle società più
travagliate dell’epoca, sconvolta da rivolgimenti politici, economici e culturali.
Basti pensare al passaggio dall’epoca guglielmina a quella repubblicana degli anni
Venti, con in mezzo la grande Guerra, fino al “dodicennio nero” del Terzo Reich di
Hitler (1933-45).
È proprio in questo contesto storico-culturale che Hindemith trova la giusta
ispirazione per le sue opere, sia godendo di un’eredità storico - musicale, sia
proponendo una nuova e originale linea artistica, caratterizzata da una forte
dedizione alle ragioni dell’arte e da forti impulsi creativi.
Sono da segnalare due interessanti coincidenze cronologiche.
La prima: l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando nel giugno del 1914 (la
miccia della Grande Guerra) coincide esattamente con il periodo in cui Hindemith
inizia a sentirsi un autentico musicista e un compositore a tutti gli effetti. Inizierà a
comporre il Quartetto per archi n.2, considerato il punto di partenza di un percorso
creativo lungo e fertile.
La seconda: mezzo secolo più tardi, nel 1963, la fine di tale carriera artistica
coinciderà con l’assassinio del presidente John Kennedy.
Anche se semplici coincidenze, destano comunque una certa impressione la chiusura
del cerchio vitale del compositore entro due fatti sanguinosi, gravidi di suggestioni.
Riflettendo sulle funzioni educative e sul ruolo sociale della musica, possiamo
affermare quindi che tutta la carriera di Hindemith si sia svolta in un contesto
eccezionalmente ricco di tensioni e di stimoli, anche contraddittori, nella paradossale
vicenda di un progresso che non riesce a controllare i propri impulsi autodistruttivi.
Il vasto lascito artistico del compositore può essere considerato come una civile e
umana risposta di fronte alla possibile deriva di una barbarie contemporanea.
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“Dio usa le guerre per insegnare la geografia alla gente”
(Ambrose Bierce)
CAPITOLO 1
LA GIOVENTÙ
Paul Hindemith nasce il 16 novembre del 1895 ad Hanau, nel cuore della Germania,
ai primordi di un ventennio di irresistibile crescita economica ed industriale che
porterà la Germania a diventare la seconda potenza economica dopo la Gran
Bretagna per quasi un ventennio.
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Il padre, Robert Rudolf, appassionato di musica, era un pittore precario i cui legami
affettivi con la famiglia d’origine e con i figli erano molto problematici.
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La madre, Marie Sophie, proveniva da una famiglia di contadini e pastori della Bassa
Sassonia. Meno problematica del marito, nutrì per tutta la sua esistenza buoni
rapporti con Paul ed i suoi fratelli minori, Rudolph e la sorella Antonie (detta Toni).
Hindemith si può collocare all’interno di una società pervasa da un “ottimismo
inquieto”, un sentimento molto diverso da quello che pervadeva i suoi coetanei
austriaci (tra cui Weber e Berg), pregni di quella decadenza derivante dal processo di
“finis Austrie”.
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Gli anni della prima infanzia di Hindemith sono contraddistinti da una forte
espansione coloniale, da una politica di rafforzamento della flotta e da una certa
aggressività in politica estera che mirava alla militarizzazione del Paese
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; una politica
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Il settore industriale aveva sorpassato quello agricolo grazie ad una politica commerciale che
favoriva le esportazioni e lo sviluppo di nuove tecnologie, con conseguente aumento dei redditi e
della capacità di acquisto.
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Numerosi contrasti contrassegnavano i rapporti tra Robert e i suoi genitori, che si opposero alla sua
scelta di perseguire la carriera musicale, inconsapevole di quel tipo di conflittualità generazionale di
cui lo Jugendstil aveva fatto uno specifico programma con una specifica dichiarazione d’intenti.
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Lo storico Michael Sturmer definirà la Germania col termine “Ruhelose Reich” (“Impero inquieto”),
indicando un inquietudine contrassegnata dal folle ottimismo di chi, pur vedendo una possibile
imminente rovina persiste nelle sue scelte di sviluppo autodistruttivo.
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Sostegno alle nuove tecnologie belliche, aumento vertiginoso del numero delle navi da guerra,
riarmo dei contingenti di terraferma preparato all’attuazione del “Piano Schlieffen”, elaborato dal
Capo di Stato Maggiore Alfred Von Schliffen tra il 1891 ed il 1905, che prevedeva un veloce attacco ad
ovest, contro le truppe francesi (con successivo ripiegamento ad est contro i russi).
Tale piano ispirerà le successive mosse militari di Hitler nel 1940.
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piuttosto che condurrà in modo abbastanza sornione a coltivare sentimenti bellici e
che, con le sue strategie diplomatiche, nascondeva alla pubblica opinione il vero
obiettivo: il predominio sulle altre potenze (in primis l’Inghilterra).
Tra il 1899 ed il 1902 H. vive con i nonni paterni nell’Alta Slesia (l’odierna Polonia),
ma il padre Rudolf era insoddisfatto dell’educazione impartita al figlio dai suoi
genitori.
Robert infatti aveva impostato per il figlio un regime educativo molto rigido, il quale
prevedeva un precocissimo studio della musica con relativo sviluppo dell’orecchio
musicale, a detta sua perso nel soggiorno coi nonni.
Nel 1902, tornato a casa a Mulhheim sul Meno, inizia lo studio del violino prima con
Eugen Reinhardt e poi, nel 1907 a Francoforte, con la svizzera Anna Hegner,
tramite la quale Hindemith stringerà un legame con la cultura elvetica che sarà
determinante nella sua vita.
Sempre a Francoforte, nel 1909 si iscrive al conservatorio, immergendosi nella vita
culturale della città, caratterizzata da forti stimoli culturali, teatri, sale da concerto e i
primi cinematografi.
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Egli infatti suonerà in orchestrine da ballo, nei caffè e nei cinema, la cui musica
“leggera” costituirà quella linfa vitale che gli tornerà utile più avanti nella vita.
Nel 1908, quasi tredicenne, entra nella classe di Adolf Rubner, primo violino
dell’Orchestra dell’Opera
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e, nel 1912, entra nella classe di composizione, studiando
col pronipote di Felix B. Mendelssohn, Arnold, di stampo conservatore.
La composizione più antica che conosciamo di H. è “7 Lieder fur sopran oder tenor
mit klavier gleitning”, mostrando una certa propensione per la musica liederistica, in
omaggio soprattutto a Schubert e Schumann.
Nel 1911, con la crisi marocchina, si crea una certa tensione in Germania facendo
temere un conflitto con Francia ed Inghilterra.
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Francoforte era in quel periodo una città industriale in forte espansione demografica grazie anche
all’incorporazione delle periferie, alla concentrazione delle industrie e al richiamo di lavoratori dalle
campagne. Tale fenomeno interesserà gran parte della Germania (in particolare Lipsia, Dusseldorf,
Monaco, Hannover e Berlino).
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Fondatore del famoso “Rebner Quartett”. Egli rimarrà sbalordito dalle precoci doti musicali di
Hindemith, nell’esecuzione degli Studi di Kreutzer.
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Il biennio 1911-12 sarà caratterizzato da una forte crisi dell’occupazione, scioperi di massa e
fratture sociali.
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Allo scoppio della Grande Guerra il padre si arruolerà volontario sul fronte
occidentale, sconvolto da un senso di profonda insoddisfazione personale (comune
ad almeno due generazioni di tedeschi), frustrazione per una brutta esistenza e
desiderio di riscatto personale.
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Intanto Paul, per volere paterno, forma il Frankfurter Kinder Trio, con Paul al
violino, la sorella Antonie al pianoforte e il padre che accompagnava alla cetra.
Intorno ai diciassette anni (1912) si può attribuire l’inizio effettivo dell’attività
creativa di H., non scevro da difficoltà.
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Nell’estate del 1913 i rapporti diplomatici tra Germania e Russia si complicano non
poco: la classe politica tedesca impone con una nuova legge un massiccio incremento
della produzione di armamenti.
Più ci si avvicina alla guerra e più Hindemith compie dei passi avanti verso la sua
evoluzione artistica ed umana. Tale evoluzione, in linea con le tendenze del tempo, gli
impedirà di percepire ancora la fragilità delle proprie certezze, non permettendogli di
cogliere quelle implicazioni culturali e spirituali della guerra stessa.
Solo la sconfitta del 1918 apporterà al compositore e alla nazione un senso di
(tardiva) consapevolezza.
Mentre a livello politico inizia a defilarsi in maniera sempre più minacciosa lo
spettro del primo conflitto mondiale, Paul compie la sua maturazione artistica,
divenendo primo violino del Neuen Theater di Francoforte e continuando a seguire le
lezioni di composizione con Bernhard Sekles che, rispetto al suo predecessore (A.
Mendelssohn), aveva una mente più dinamica, aperta alla contemporaneità, oltre che
vent’anni in meno.
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Con Sekles Paul inizia a sperimentare nuove tecniche compositive, iniziando a
germogliare le prime gemme della sua personalità stilistica.
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All’inizio del 1914 i rapporti tra Paul ed il padre si complicano irreversibilmente.
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Tali ragioni costituiranno la base spirituale che costruirà il consenso unanime alla guerra.
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Nel 1912 entra nella classe di composizione, studiando col pronipote di Felix B. Mendelssohn,
Arnold, di stampo conservatore. Con lui, tre composizioni gli creeranno difficoltà ed insoddisfazione:
le Variazioni per pianoforte, il Grande Rondò per clarinetto e pianoforte e la Sonata per violino e
pianoforte.
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Con lui Hindemith acquisirà una certa consapevolezza e sicurezza di se destinate a crescere negli
anni.
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Il vero punto di partenza sarà l’Andante e lo Scherzo per pf, clarinetto e corno, op.1.