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ovvero il 36% dell’intera popolazione europea sarà collegato da una
telefonia via etere sempre più competitiva, che tenderà ad appropriarsi di
parte della quota di mercato ancora appannaggio della telefonia fissa.
A questo punto risulta di fondamentale importanza un quadro generale del
mercato italiano delle telecomunicazioni, osservando con attenzionione le
motivazioni che hanno portato alla libera concorrenza all’ interno dello
stesso e che hanno dato il via ad un improvviso aumento dell’ offerta di
servizi fortemente differenziati da parte di nuovi operatori telefonici. In
questo senso, il 1998 e’ stato l’ anno del cambiamento: ad esso si fara’
riferimento nel proseguimento dell’ elaborato.
1.1 IL MERCATO ITALIANO DELLE
TELECOMUNICAZIONI.
Il 1998 è un anno importante per il mercato delle telecomunicazioni in
Italia, segnato com’è da un insieme di fatti rilevanti per lo sviluppo del
settore.
Si è avviata la liberalizzazione anche nell’area dei servizi nazionali di
fonia, a eccezione delle comunicazioni su rete commutata in ambito
urbano.
Dopo un lungo periodo di incertezza relativamente alla costituzione
dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (la cosiddetta
Authority), nella prima metà del 1998 il Parlamento ha provveduto a
nominare i componenti delle Commissioni, che si sono insediate a Napoli
e hanno adottato i regolamenti per l’operatività e il funzionamento
dell’ente. Si è così conclusa una fase del processo di liberalizzazione
contrassegnata dalla mancanza di un arbitro del mercato e dal conseguente
elevato livello di conflittualità fra gli operatori attivi in Italia i quali, privi
di referenti istituzionali, si sono trovati ad agire in una situazione in cui le
competenze erano demandate di volta in volta al Ministero o all’Autorità
Garante della Concorrenza.
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Ha preso avvio il rilascio delle licenze per l’esercizio pubblico delle reti di
telecomunicazione e la fornitura dei servizi di telefonia: ciò ha fatto
registrare un boom inatteso delle richieste e delle licenze concesse.
È proseguito il processo di ribilanciamento tariffario, con il progressivo
aumento delle tariffe urbane come compensazione per la riduzione dei
costi nelle comunicazioni interurbane e internazionali.
Si sono moltiplicate le alternative di abbonamento ai servizi radiomobili le
cui tariffe sono entrate in diretta competizione con quelle praticate dai
gestori di rete fissa, almeno in alcuni segmenti come le chiamate
internazionali veicolate tramite collegamento Internet.
1.1.2 L’evoluzione della struttura dell’offerta:
alleanze e strategie degli operatori presenti in
Italia.
Con l’avvio della concorrenza, anche in Italia il settore delle
telecomunicazioni risulta sempre più interessante sotto il profilo
puramente investitorio e finanziario. Aumentano così le partecipazioni di
società finanziarie nel capitale delle aziende di telecomunicazione: alcune
realtà di recente costituzione dedicano le proprie iniziative di “venture
capital” alle attività degli operatori presenti da tempo nei servizi di
telecomunicazione o riconvertiti al nuovo mercato.
Va dunque delineandosi uno scenario di mercato in cui molte delle
principali aziende attive in Italia potrebbero subire consistenti e repentini
cambiamenti negli assetti proprietari, sotto la spinta di forti pressioni
finanziarie. Le principali società hanno attuato rilevanti aumenti di capitale
o collocato le proprie azioni sul mercato, per garantirsi la disponibilità
delle ingenti risorse economiche necessarie ad affrontare adeguatamente
l’attuale competizione del settore.
4
1.1.3 Classificazione degli attori in relazione
all’attivita’ svolta.
Con la formalizzazione delle licenze concesse dal Ministero per l’esercizio
delle reti di telecomunicazione, la definizione dei diversi operatori attivi
sul mercato italiano diventa più complessa e articolata. Occorre ricordare
che la licenza non è un prerequisito indispensabile per operare sul
territorio italiano, ma consente di siglare accordi di interconnessione con i
gestori di infrastrutture in base ai listini approvati dal Ministero.
Gli operatori attivi in Italia sono classificati in base ai seguenti criteri°:
• Per “gestori di infrastrutture” si intende la proprietà e la gestione
operativa di reti di telecomunicazione (terrestri, cellulari e satellitari)
allo scopo di fornire capacità trasmissiva (condivisa tra operatori
“consociati”) al gestore e agli altri fornitori di servizi secondo
accordi di interconnessione.
• Per “servizi di trasporto” si intende la fornitura a terzi di servizi di
commutazione e di trasmissione (fonia, dati e immagini) per mezzo
di infrastrutture proprie o di proprietà dei gestori di infrastrutture.
• Per “servizi a valore aggiunto” si intende la fornitura a terzi di servizi
di trasmissione (fonia, dati e altro) arricchiti di componenti a valore
aggiunto che vanno al di là del puro trasporto, per mezzo o possedute
dai gestori di infrastrutture.
• Per “ contenuti “ si intende la fornitura a terzi di servizi che
prevedono la realizzazione diretta di materiale informativo o di
intrattenimento ( escluso quindi il solo trasporto di materiale prodotto
°
fonte ASSINFORM, articolo Il mercato Italiano delle telecomunicazioni: andamento generale e previsioni per il
futuro pubblicato sul sito web de “ Il Sole 24 Ore “ il 12 / 12 /1999
5
da terze parti ) distribuito impiegando infrastrutture proprie o
possedute dai gestori di infrastrutture.
Rientrano in questa categoria gli operatori che svolgono almeno una della
attivita’ sopra elencate.
1.1.4 La struttura del mercato delle
telecomunicazioni.
L’analisi condotta sul settore italiano delle telecomunicazioni tiene conto
dei flussi finanziari che interessano il mercato, risalendo quanto più
possibile a monte della catena tra produttore e cliente finale. Per quanto
riguarda gli apparati, viene quindi preso in considerazione il fatturato
realizzato dai produttori/importatori di apparecchiature (infrastrutture,
sistemi e terminali) e non la spesa effettua a dal cliente finale (a meno che,
in caso di vendite dirette e senza passaggi intermedi, essa non coincida con
il fatturato del fornitore). Per quanto concerne i servizi, a causa di un
evidente passaggio incrociato di traffico che può essere originato da un
gestore e transitare sulla rete di uno o più altri operatori prima di giungere
a destinazione, è opportuno compiere alcune precisazioni:
il corrispettivo del traffico fisso-mobile, fatturato dai gestori fissi e fino al
1998 di competenza degli operatori mobili, viene “depurato” della quota
spettante al gestore mobile, cioè della quota per l’utilizzo
dell’infrastruttura cellulare;
il corrispettivo del traffico mobile-fisso fatturato dai gestori mobili viene
“depurato” della quota spettante agli operatori di rete fissa;
il corrispettivo del traffico fisso-fisso viene fatturato dai gestori di rete
fissa, eventualmente “depurato” delle componenti di costo definite dagli
accordi di interconnessione spettanti ai gestori che hanno visto transitare le
comunicazioni sulle proprie reti;
6
i fornitori di contenuti erogano un servizio fatturato dal gestore che ne
consente il trasporto, ottenendo la quota di spesa che deriva da tariffe
premio o da accordi predefiniti con i gestori (come nel caso dei servizi
basati sul “Short Message Service” cellulare); tutti questi servizi vengono
scorporati dal traffico di fonia e sono considerati come servizi a valore
aggiunto.
Questa descrizione mira a semplificare una realtà sempre più complessa e
ha l’obiettivo di esplicitare, pur in modo approssimato, gli adattamenti
messi in atto dagli operatori al fine di sfruttare le molteplici nicchie offerte
dalla liberalizzazione.
La struttura evidenzia i flussi monetari legati al passaggio di prodotti o
all’acquisto di servizi per una successiva rivendita.
La catena del valore assume l’aspetto di un insieme stratificato in cui si
sviluppa una molteplicità di operatori che agiscono sul mercato con
sfaccettature e ruoli diversificati, a volte ponendosi in diretto contatto con
il cliente finale e a volte utilizzando i canali distributivi che meglio di altri
riescono a veicolare i prodotti/servizi commercializzati (figura 2)°.
°
fonte ASSINFORM, articolo Osservatorio SMAU sull’ information and Communication Technologye pubblicato sul
sito web de “ Il Sole 24 Ore “ il 03 / 11 /1998
7
1.1.5 La distirbuzione di prodotti e servizi di
telecomunicazione: situazione attuale ed
evolutiva.
La liberalizzazione dei servizi ha aperto nuove possibilità di approccio al
cliente finale, che sono state mutuate dalle esperienze estere o create
appositamente per rispondere a specifiche esigenze del mercato italiano.
Nella fase iniziale di apertura del mercato (1994-1996), si può rilevare
come nelle attività di vendita fosse prevalente il contatto diretto: era
frequente il ricorso a figure dotate di elevata professionalità e di esperienza
maturata presso i gestori di servizi in Italia e all’estero. Già nel corso del
1997 si era notato un graduale cambiamento nelle strategie commerciali
delle aziende che operavano nel settore in competizione con il gestore ex
monopolista. Esse andavano riposizionando il proprio target verso un
segmento di clientela medio-basso che richiedeva forzatamente una
struttura commerciale più capillare, ma al contempo meno esperta e spesso
proveniente da settori di attività non necessariamente affini alle
telecomunicazioni. Nel corso del 1998 al consolidamento e al
miglioramento delle strutture preesistenti si è affiancata la creazione di reti
indirette per la distribuzione dei servizi e dei prodotti di
telecomunicazione, con una ricerca particolarmente accurata di canali
alternativi a quelli tradizionali.
A margine delle catene distributive, si rileva la presenza di nuove figure
professionali che vanno affermandosi sotto l’impulso della
liberalizzazione. Una menzione particolare va fatta per le società di
consulenza, che aiutano i clienti a orientarsi di fronte alla molteplicità delle
proposte commerciali.
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1.1.6 Andamento generale del mercato.
Anche nel 1998 il mercato italiano delle telecomunicazioni registra una
crescita a doppia cifra (11%), superiore agli incrementi medi dei Paesi
europei. L’andamento è tanto più significativo se si considera che l’attesa
era orientata a un calo tendenziale dei ricavi da parte dei gestori, a causa
della maggiore competitività del mercato indotta dalla liberalizzazione. Il
giro d’affari del settore si attesta a 53.720 miliardi di lire, con variazioni
omogenee fra la componente apparati e quella dei servizi (tabella 1). Per
valutare adeguatamente il peso del settore nell’economia italiana, basti
pensare che la quota di PIL (calcolata a prezzi costanti riferiti al 1995)
generata dalle telecomunicazioni è pari al 2,4%, mentre rappresentava il
2,2% nel 1997°.
L’elevata dinamica del mercato è sorretta dai servizi di comunicazione
cellulare, che consentono al comparto di realizzare prestazioni
particolarmente positive nelle sue diverse componenti (apparati e servizi).
1.1.7 Infrastrutture e reti di telecomunicazioni.
Il segmento delle infrastrutture, dopo aver mostrato per diversi anni valori
crescenti di spesa, registra nel 1998 un rallentamento del giro d’affari. Gli
investimenti operati dai gestori di servizi di telecomunicazione ammontano
a 8.000 miliardi, con un calo dell’1,2% rispetto al valore di 8.100 miliardi
dell’anno precedente.
All’interno del segmento, è ancora una volta la rete radiomobile a mostrare
una variazione positiva.
Mentre gli investimenti per le reti fisse sono inferiori a 5.000 miliardi
complessivi (-12,5% rispetto al 1997), quelli per le reti mobili aumentano
del 25% e sono legati in gran parte alla volontà dei gestori di allestire
°
fonte ASSINFORM, articolo Il mercato Italiano delle telecomunicazioni: andamento generale e previsioni per il
futuro pubblicato sul sito web de “ Il Sole 24 Ore “ il 12 / 12 /1999
9
l’infrastruttura indispensabile al nuovo servizio DCS1800. Questo standard
opera su “microcelle” con limitato raggio di copertura e comporta
l’installazione di una elevata quantità di antenne per offrire agli utilizzatori
un’adeguata disponibilità di canali di comunicazione, soprattutto nelle aree
urbane più densamente popolate°.
Va infine ricordato che, con la liberalizzazione delle reti di
telecomunicazione, i gestori che operano in Italia e sono concessionari di
licenza possono scegliere se realizzare infrastrutture di rete fissa di loro
proprietà oppure siglare accordi di interconnessione con Telecom Italia.
Gli operatori decideranno quindi di investire in infrastrutture solo se esse
saranno pienamente giustificate dal numero dei clienti e consentiranno di
ottenere rapidi ritorni in termini di profitti.
Come già accennato, una delle ragioni che spiegano l’andamento negativo
della componente infrastrutture è la distonia esistente fra l’installazione
degli apparati e la loro effettiva fatturazione: ciò significa che gli effetti
contabili di buona parte delle apparecchiature già operative slittano al
1999.
°
fonte Verdone R., dispense dalle lezioni, 1998
10
1.1.8 Sistemi e terminali.
Il segmento degli apparati di telecomunicazione destinati al mercato degli
utenti finali segna un risultato particolarmente positivo: la crescita si
attesta a oltre il 34%, per un valore di 5.850 miliardi che rappresenta il
42% circa del valore totale del mercato apparati contro il 35% del 1997. Il
dato rispecchia il fatturato dei produttori e degli importatori di
apparecchiature in termini di prezzo di trasferimento al mercato e non
tiene conto dei ricarichi derivanti dai diversi passaggi alle reti distributive.
Come avviene da diversi anni, la voce di spesa più rilevante è quella dei
telefoni cellulari che continuano a segnare crescite da primato. Secondo le
stime, nel 1998 sono stati venduti circa 9 milioni di telefonini, per un
valore di oltre 3.100 miliardi di lire e una crescita che sfiora il 70%
sull’anno precedente. A questo ennesimo successo contribuisce il gran
numero di nuovi abbonati, ma anche il consolidamento di un consistente
mercato di sostituzione, favorito dall’introduzione dei terminali dual-band
GSM900-DCS1800.
Gli apparati di rete proseguono il loro trend di espansione, anche se la
crescita è inferiore a quella della telefonia cellulare. Nel 1998 il valore dei
prodotti destinati alla realizzazione di reti locali e geografiche dei soli
utenti finali raggiunge 1.380 miliardi, con un aumento del 21%°.
In generale, la telefonia fissa è ormai da considerare come un
complemento di quella cellulare, con gli effetti che ne conseguono
sull’andamento del giro d’affari. Il calo di oltre il 9% sembra causato dalla
assoluta “consumerizzazione” di un segmento in cui i margini sono ormai
ridottissimi e le politiche di prezzo devono essere riviste con cadenze
ravvicinate per mantenere posizioni competitive.
°
fonte Le comunicazioni mobili in Italia: una storia ricca di significato, articolo pubblicato sul sito web di Telecom
Italia