6
inquinanti pericolosi. Inoltre i processi elettrochimici di depurazione presentano
anche un’ottima compatibilità ambientale in quanto il reagente principale,
l’elettrone, è un “reagente pulito” e spesso non è necessario aggiungere altri
reagenti; inoltre, l’alta selettività di questi processi permette di prevenire la
produzione di prodotti indesiderati che a loro volta presenterebbero problemi di
smaltimento e depurazione.
Alcune applicazioni delle tecnologie elettrochimiche nel campo
ambientale riguardano la rimozione ed il recupero di ioni metallici (Ag, Cu, Ni,
Sn, Zn, Cd); la generazione e rigenerazione di reagenti redox (ClO
–
, H
2
O
2
, Ag
II
);
la rimozione di gas nocivi (H
2
S, NO
X
, SO
2
); la conversione e
l’immagazzinamento di energia (batterie e celle a combustibile); la concentrazione
e la separazione di fluidi di processo (elettrodialisi e scambio ionico
elettrochimico); la produzione di specie chimiche (Cl
2
, O
2
, OH
–
, H
2
); la
protezione dalla corrosione (protezione anodica e catodica, anodi sacrificali).
In questo lavoro sperimentale sono state applicate tecnologie
elettrochimiche per la depurazione di acque contenenti un colorante azotato
specifico dell’industria tessile, il rosso metile. Si sono in particolare svolte prove
di abbattimento del carico inquinante con due diversi tipi di anodi:
ξ Biossido di piombo (PbO
2
)
ξ Diamante drogato con boro (BDD)
Per ciascun elettrodo sono state fatte variare alcune condizioni operative,
come la densità di corrente, il pH della soluzione, la temperatura, la portata di
ricircolo.
7
2 FONDAMENTI DI ELETTROCHIMICA
Per definire un sistema elettrochimico è necessario individuare due
tipologie di conduttori, rispettivamente elettrodi ed elettroliti. I primi
costituiscono le estremità del sistema e possono essere: metalli, composti a
conducibilità metallica (grafite) o semiconduttori; i secondi sono sostanze in fase
liquida o allo stato puro (sali fusi) o in soluzioni con solventi polari caratterizzate
dalla proprietà di condurre corrente elettrica per migrazione ionica.
Una reazione elettrochimica è un processo chimico eterogeneo che
coinvolge il trasferimento di carica da o verso un elettrodo, attraverso l’interfaccia
tra quest’ultimo e l’elettrolita. Il trasferimento di carica può essere un processo
catodico, nel quale una specie stabile è ridotta attraverso acquisizione d’elettroni
da un elettrodo. Esempi di tali reazioni, importanti nelle tecnologie
elettrochimiche, sono:
2H
2
O + 2e
–
οH
2
+ 2OH
–
(2.1)
Cu
2+
+ 2e
–
οCu (2.2)
Alternativamente il trasferimento di carica può essere un processo anodico, in
altre parole una specie stabile è ossidata attraverso la sottrazione d’elettroni da un
elettrodo; esempi rilevanti sono:
2Cl
–
οCl
2
+e
–
(2.3)
2H
2
O οO
2
+ 4H
+
– 4e
–
(2.4)
Un processo elettrochimico avviene in presenza di un anodo e un catodo,
collegati attraverso un circuito elettrico esterno, ed immersi nell’elettrolita che è il
responsabile del movimento di elettroni da o verso gli elettrodi. Perché non ci sia
accumulo di cariche positive e negative è necessario che il numero di elettroni
acquistati al catodo sia uguale al numero di elettroni ceduti all’anodo. Nel
processo di elettrolisi, illustrato in figura 2.1, è possibile avere anche una
membrana selettiva per cationi che ha il compito di separare l’anolita dal catolita.
8
e
-
Anodo CatodoCationi
e
-
e
-
Anioni
o
Cationi
Anioni
o
Cationi
Circuito esterno
Anolita Catolita
Membrana selettiva
Fig 2.1– Schema del processo di trasporto di carica nell’elettrolisi
L’uguaglianza di elettroni, che passa attraverso ciascuna superficie
elettrodica e nel circuito esterno, rappresenta il modo per studiare le reazioni
elettrodiche e le celle elettrolitiche. La corrente i, infatti, è la velocità alla quale si
muovono gli elettroni nel circuito esterno, ma è anche una comoda misura della
velocità delle reazioni elettrodiche e delle trasformazioni chimiche globali nella
cella. Inoltre, la carica q che passa attraverso il circuito esterno fornisce una
misura quantitativa delle trasformazioni chimiche che avvengono sugli elettrodi.
La relazione tra la quantità, in moli, di una specie chimica prodotta o
consumata (m) in una reazione elettrodica, e la carica q che ha attraversato il
sistema durante il processo, è espressa dalla legge di Faraday:
Fn
ti
Fn
q
m
(2.5)
dove F è la costante di Faraday (96485 C / mol), ed n è il numero di elettroni
scambiati in un intervallo di tempo t(in secondi).
La trasformazione chimica complessiva che avviene in una cella
elettrochimica è determinato da entrambe le reazioni: quella anodica e quella
9
catodica. Ad esempio la reazione globale del processo di scarica di un
accumulatore al Piombo si ottiene sommando la reazione anodica:
Pb + SO
4
2–
οPbSO
4
+2e
–
(2.6)
con la reazione catodica
PbO
2
+ 4H
+
+ SO
4
2–
+ 2e
–
οPbSO
4
+ 2H
2
O (2.7)
ottenendo
PbO
2
+ Pb + 2SO
4
2–
+ 4H
+
ο2PbSO
4
+ 2H
2
O (2.8)
Analogamente la reazione globale di elettrolisi dell’acqua si ottiene sommando le
reazioni (2.1) e (2.4):
2H
2
O ο2H
2
+ O
2
(2.9)
Per valutare se la reazione è favorita termodinamicamente è necessario
conoscere il potenziale di equilibrio della cella (o potenziale reversibile), che si
ottiene sottraendo il potenziale di equilibrio anodico da quello catodico:
E
e
Cella
= E
e
C
– E
e
A
(2.10)
questo è legato all’energia libera della reazione globale attraverso
l’equazione di Gibbs:
∋G = –nFE
e
Cella
= –nF (E
e
C
– E
e
A
) (2.11)
Sperimentalmente si ricava che il potenziale di equilibrio, nel caso
dell’accumulatore al piombo, è positivo e quindi la variazione di energia libera
associata alla reazione di ossidoriduzione (2.8) è negativa; perciò tale processo
risulta termodinamicamente favorito. Al contrario la reazione (2.9) presenta un
valore di energia libera positivo, dal momento che il potenziale di equilibrio è
negativo, per questo la reazione di elettrolisi dell’acqua è termodinamicamente
sfavorita e può avvenire soltanto fornendo energia al sistema. Viceversa, una cella
che combina la riduzione dell’ossigeno e l’ossidazione dell’idrogeno è capace di
fornire energia (fuel cells O2 – H2).
10
Quindi dal punto di vista termodinamico, la reazione globale di cella può
avvenire spontaneamente e la corrente può circolare nel caso in cui la reazione
abbia un’energia libera negativa. Nel caso in cui sia positiva occorre invece
fornire dall’esterno del sistema, attraverso gli elettrodi, una tensione maggiore del
potenziale di equilibrio.
Tali conclusioni non considerano però la velocità con cui ha luogo il
processo chimico, cioè la corrente che circola nel sistema. La velocità del
processo chimico dipenderà dalla cinetica delle due reazioni elettrodiche. Alcune
di queste reazioni sono piuttosto veloci e determinano sull’elettrodo una densità di
corrente vicino al potenziale di equilibrio; altre invece sono lente e per ottenere la
densità di corrente richiesta è necessaria eccedenza dell’effettiva differenza di
potenziale detta sovratensione Κ.
Inoltre, per far avvenire la reazione, è necessario fornire energia al sistema
cosa che determina una caduta ohmica iR
Cella
all’interno della cella (dove R
Cella
rappresenta la resistenza interna della cella, che è funzione delle proprietà
dell’elettrolita, della forma degli elettrodi e del tipo di cella). Di conseguenza, la
tensione di cella reale sarà data da:
E
Cella
= E
e
C
– E
e
A
– 6| Κ | – iR
Cella
(2.12)
Entrambi i termini Κ e iR
Cella
aumentano incrementando la densità di
corrente sull’elettrodo e possono essere considerati come inefficienze attraverso le
quali l’energia elettrica viene convertita in calore; tale fenomeno deve essere
preso in considerazione in un eventuale bilancio termico in quanto è in grado di
modificare le condizioni termodinamiche del sistema
L’efficienza di energia percentuale è definita come:
> ≅
Cella
A
e
C
e
A
e
C
e
RiηEE
100EE
%E.E.
ƒ
(2.13)
11
2.1 CINETICA DEI PROCESSI DI ELETTRODO
Per valutare gli aspetti cinetici di un processo d’ossidoriduzione sulla
superficie inerte si considera la reazione seguente:
O + ne
–
R (2.14)
dove specie ossidate e ridotte si ritengono stabili e solubili nel mezzo elettrolitico.
In realtà la reazione consiste in un acquisto d’elettroni da parte della specie O che
si trasforma in R; l’ossidoriduzione avviene grazie ad un susseguirsi di stadi che
in questo caso si possono supporre tre:
elettrodo
massa di Trasporto
soluzione
O O ο (2.15)
elettrodo
elettroni di Trasporto
elettrodo
R O ο
(2.16)
soluzione
massa di Trasporto
elettrodo
R R ο
(2.17)
Come si può notare la reazione avviene se la specie O raggiunge
l’elettrodo e se dalla superficie di questo è rimosso il prodotto R. Siccome lo
stadio più lento è quello che determina la velocità d’esecuzione di tutta la
sequenza sarà proprio questo che influirà significativamente sulla velocità di
riduzione e quindi sulla densità di corrente catodica. Comunque questo esempio
non corrisponde alla situazione reale in quanto spesso vengono coinvolti non solo
stadi elettrochimici ma anche reazioni chimiche vere e proprie e/o trasformazioni
fisiche quali adsorbimento e cambiamenti di fase.
ξ Reazioni chimiche:
Le specie che si formano in seguito al trasferimento d’elettroni possono
non essere stabili nel mezzo elettrolitico e rappresentare perciò intermedi di
reazione che possono subire ulteriori cambiamenti chimici prima di dare il
prodotto finale. In condizioni favorevoli si può formare un unico prodotto, ma
comunemente si hanno reazioni competitive che conducono a miscele di
prodotti.
12
ξ Adsorbimento
La sequenza di reazioni da (2.15) a (2.17) suppone che il trasferimento
d’elettroni alla superficie elettrodica avvenga senza formazioni di legami tra
la superficie ed O oppure R. In realtà potrebbe essere necessario
l’adsorbimento all’elettrodo di reagenti, intermedi o prodotti. Spesso il ruolo
dell’adsorbimento è molto importante nelle tecnologie elettrochimiche come
ad esempio nell’evoluzione d’idrogeno su platino. Infatti, l’adsorbimento
degli intermedi costituisce lo stadio chiave, poiché permette che la reazione si
avvenga con un minor fabbisogno energetico.
ξ Trasformazione di fase
La reazione elettrodica può coinvolgere la formazione di una nuova fase
(elettrodeposizione di un metallo o formazione di bolle quando si produce un
gas) o la trasformazione di una fase solida in un’altra (reazioni). La
formazione di una nuova fase è anch’essa un processo a più stadi.
2.1.1 Trasferimento di elettroni
In una cella in cui avviene reazione d’ossidoriduzione come (2.14)
l’equilibrio è determinato dall’equazione di Nernst (2.18) che mette in relazione il
potenziale d’equilibrio (o reversibile) E
e
, con le concentrazioni delle specie
chimiche partecipanti alla reazione stessa:
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
÷
≠
•
♦
♥
♣
φ
φ
R
0
ee
c
c
ln
Fn
TR
EE
Ι
(2.18)
dove c
O
φ
e c
R
φ
sono le concentrazioni, rispettivamente, di O e di R nella
soluzione, ed E
e
Ι
è il potenziale standard della coppia redox O/R.
Nella situazione in cui vi sia il potenziale di equilibrio non si osserva
nessuna corrente, per cui sulla superficie elettrodica si avrà un equilibrio
dinamico: la riduzione di O e l’ossidazione di R avvengono alla stessa velocità, e
quindi la composizione della soluzione non cambia. Questa condizione può essere
scritta in termini di densità di corrente:
–I
C
= I
A
= I
0
(2.19)
13
dove I
C
e I
A
sono rispettivamente le densità di corrente di riduzione e di
ossidazione. Il loro segno è diverso perché le due reazioni determinano, nel
circuito esterno, un flusso di elettroni in direzioni opposte; per convenzione la
densità di corrente anodica è positiva e quella catodica negativa.
Ad un potenziale E la densità di corrente misurata è data da:
I = –I
C
+ I
A
(2.20)
Le correnti parziali dipendono dalla costante cinetica e dalla
concentrazione della specie elettroattiva alla superficie dell’elettrodo:
–I
C
= nFk
C
c
O
(2.21)
I
A
= nFk
A
c
R
φ
(2.22)
Si può esplicitare la costante cinetica in funzione del potenziale elettrico
applicato:
÷
≠
•
♦
♥
♣
TR
EeFα
expKK
C
CC
O
(2.23)
÷
≠
•
♦
♥
♣
TR
EeFα
expKK
A
AA
O
(2.24)
dove ∆
C
, ∆
A
sono coefficienti di trasferimento catodico e anodico; k
C
°, k
A
° sono le
costanti cinetiche standard (a E = 0V rispetto all’elettrodo di riferimento).
Sostituendo nella (2.20) si ottiene la densità di corrente circolante ad un
determinato potenziale:
↵
↓
→
↑
÷
≠
•
♦
♥
♣
÷
≠
•
♦
♥
♣
φ φ
TR
EeF
expcK
TR
EeF
expcKFnI
OCR
O
A
COA
∆ ∆
(2.25)
Introducendo la sovratensione Κ, che misura la variazione del potenziale
sperimentale da quello di equilibrio:
Κ = E – E
e
(2.26)