del religioso o forse è qualcosa che, semplicemente, non si avvicina molto al
profano e al tangibile. Si scopre, così un'affinità fra dono e magia, entrambe
categorie paradigmatiche di un confine conteso, quello della ragione: «la magia
mette in discussione una certa concezione della razionalità epistemologica,
quella positivista, il dono una certa concezione della razionalità pratica, quella
utilitarista» (Dei, Aria, 40:2008).
Di sicuro affrontando un tema come quello dell'incontro con l'altro e
dell'ospitalità, stiamo parlando di un campo in cui c'è una componente che si
stacca dalla materialità, dal utilità e, in sostanza, dal terreno, un campo fertile
per gli antropologi. In questo senso posso affermare che qui non si parla solo di
“divani”, che solitamente poggiano saldamente sul pavimento, ma della
dimensione relazionale e trascendente che possono offrirci; è proprio quello
che cercherò di spiegare attraverso questa etnografia che, per essere tale, deve
comunque avere inizio da un campo, più o meno calpestabile.
La ricerca si situa in tre diversi luoghi antropologici: uno è quello del
dono e della reciprocità, uno è quello del turismo e dell'autenticità, uno è quello
delle nuove tecnologie e della virtualità. Come si capisce dal titolo, il campo è
percorribile a condizione che accettiamo di camminare su questa superficie con
tre diversi tipi di scarpe.
Prima ancora di presentare i dati etnografici che ho raccolto e di discutere
la mia interpretazione sul materiale che ho elaborato, è importante individuare
due punti fondamentali da cui ha origine anche il mio interesse a sviluppare
l'intero lavoro. Il progetto Couchsurfing incorpora per sua stessa natura due
critiche fondamentali che appartengono alla società odierna: una è la critica al
consumo, l'altra è la critica alla nozione di diversità come pericolo. Queste due
critiche hanno un particolare valore all'interno della società contemporanea e si
può prevedere che saranno determinanti nello sviluppo di nuovi modelli sia
negli aspetti tecnici (modelli economici, modelli di sviluppo urbano) sia nella
sfera sociale e relazionale, interessando non solo l'ambito dell'azione e della
programmazione ma anche la gerarchia di valori a partire dai quali si
prenderanno tali decisioni.
10
Breve nota sul funzionamento e glossario
Intendo qui spiegare brevemente il funzionamento del sistema di scambio
di ospitalità in modo che i lettori che non conoscono il sito, possano
immaginare tecnicamente come è strutturato e come lo si utilizza.
Couchsurfer: persona iscritta al sito Couchsurfing.com.
Host: persona che ospita.
Guest: ospite.
Referenza: commento lasciato reciprocamente dalle persone che si sono già
incontrate attraverso rapporti di ospitalità o incontri tramite il sito; si tratta di
brevi descrizioni testuali, non anonime, in cui si esprime l'opinione sulla
persona e sul tempo che si è condiviso insieme.
Profilo: è la pagina personale, ovvero la pagina che contiene informazioni sulla
persona (interessi, età occupazione, descrizione personale), foto, referenze (sia
quelle ricevute da altri sia quelle che si sono lasciate agli altri), gruppi di
interesse a cui si appartiene.
Le pagine del sito sono organizzate a grandi linee in questo modo:
- Pagina couchsearch. Attraverso questa pagina è possibile selezionare i
parametri della propria ricerca, ad esempio: paese, città, sesso (dell'host),
disponibilità ad ospitare, età.
- Risultati della ricerca. In base ai parametri impostati nella ricerca otteniamo i
risultati delle persone che in quel particolare luogo rispondono alle
caratteristiche richieste; la selezione compare sotto forma di piccole schede
con le informazioni principali, una foto, la percentuale di risposta alle richieste,
la data dell'ultimo log in (cioè l'ultima volta che hanno avuto accesso al sito).
- Pagine dei profili personali. Una volta ottenuti i risultati si possono leggere
uno a uno i profili dettagliati in cui sono raccolte tutte le informazioni che
l'utente ha deciso di inserire. Attraverso i profili personali è possibile contattare
l'utente scrivendo una richiesta.
- Pagina dei messaggi. Contiene tutti i messaggi ricevuti e mandati attraverso il
sito.
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1. Premesse
«Come viaggiare, pure scrivere significa
smontare, riassestare, ricombinare; si viaggia
nella realtà come in un teatro di prosa,
spostando le quinte, aprendo nuovi passaggi,
perdendosi in vicoli ciechi e bloccandosi
davanti a false porte disegnate sul muro».
Magris, C., L’infinito viaggiare
1.1 Premesse metodologiche
Dopo aver introdotto i motivi che hanno influito sulla scelta di studiare
questo progetto, passerò qui alla spiegazione di come la ricerca è stata
organizzata.
Per studiare il fenomeno dal punto di vista antropologico, mi sono
concentrata su alcuni nodi che vengono toccati quando si “fa” Couchsurfing: le
relazioni sociali nella città contemporanea, l'incontro con lo straniero e il
turismo, il dono dell'ospitalità, la reciprocità, la fiducia e infine la
comunicazione e le identità on-line . Sono temi sicuramente ampi ed importanti
da affrontare in un unica tesi ma proprio perché sono racchiusi in un unico
fenomeno, ho voluto mantenerli insieme, in quanto ognuno offre un apporto
alla spiegazione di questo sistema e sarebbe stato difficile tentare di
semplificare il discorso sacrificandone uno; nell'insieme rispecchiano la
complessità dell'esperienza.
Il metodo che ho seguito per indagare tali questioni è l'etnografia, pratica
costitutiva della disciplina antropologica che cerca di restituire il punto di vista
“nativo”, interno al gruppo di riferimento, attraverso la partecipazione e grazie
a quella capacità che si apprende solo attraverso la pratica, il “saper fare”
(Olivier de Sardan 1995).
Il progetto di tesi ha preso forma sotto la guida della professoressa Tosi
Cambini, scegliendo di descrivere il fenomeno attraverso uno studio sul campo
che avrebbe coinvolto otto città italiane. Ho deciso di circoscrivere lo studio al
contesto nazionale per due motivi. Innanzitutto per ragioni linguistiche. I tempi
in cui si svolgono le visite solitamente consistono di uno o due giorni; data la
natura di tali interazioni, l'unica possibilità che avevo di poter parlare
13
approfonditamente per cogliere anche i diversi livelli della comunicazione e le
sfumature nell'uso di certe parole, è stato quello di usare la lingua di ho
padronanza completa; anche il rapporto con gli ospiti è stato differente proprio
per il fatto che provenivo dallo stesso paese e parlavo la stessa lingua. Per
molti sono stata il primo ospite italiano ed era “strano” per loro comunicare
nella madrelungua senza la formalità a cui spesso la seconda lingua obbliga;
questo mi ha messo in una immediata relazione di confidenza con loro e la
comunanza di un certo tipo di background culturale, da cui è stato possibile
partire per parlare di altro. In secondo luogo, l'idea di indagare la tematica
dell'ospite in Italia mi è subito parsa interessante per riflettere sull'attribuzione
di generosità e di accoglienza tipica con cui vengono dipinti gli italiani e, più in
generale, i popoli mediterranei.
Ho selezionato le città prendendo come campione le prime otto per
popolazione residente1, escludendo Firenze, in cui al momento sono
domiciliata e dove avrei potuto eventualmente contattare successivamente le
persone.
L'itinerario ha preso forma e ha coinvolto: Torino, Genova, Palermo,
Roma, Napoli, Bari, Milano e Bologna; trascorrendo una settimana in ogni città
la raccolta di dati è durata all'incirca due mesi. Fare ricadere la scelta sulle città
mi ha dato la possibilità di maggiori incontri dato che il maggior numero di
iscritti si concentra nelle città o nelle zone limitrofe. Ho anche avuto occasione
di riflettere sulla natura di queste relazioni e sul motivo per cui nascono e si
mantengono proprio nelle città. Nelle realtà urbane contemporanee spesso le
parole chiave, trasmesse dai mezzi di comunicazione, sono sicurezza e
diffidenza (in un'accezione negativa), se non addirittura conflitto.
Parlare di ospitalità e di apertura, nel concreto del manifestarsi di questi
rapporti creati volontariamente fra “abitanti locali” e “viaggiatori globali”,
significa offrire uno spunto per pensare alle possibilità di arricchimento che la
tecnologia e la mobilità umana portano con sé: più che un monito alla
1
http://www.comuni-italiani.it/citta.html
14
tolleranza, una constatazione sul bisogno umano di interazione e di
innovazione.
Per distinguere analiticamente le fasi della ricerca ci ricolleghiamo allo
schema di Olivier de Sardan sulla produzione dei dati:
A) Criterio di selezione del campione
Il criterio di selezione è stato quello di contattare tra i 15 e i 20 membri in
media, cercando di differenziare il più possibile il target in base all'età, al sesso,
all'origine (nativo o meno della città), all'appartenenza al gruppo Couchsurfing
della città, all'esperienza con CS; in base alle risposte e alle disponibilità ho
stabilito i giorni di permanenza o un appuntamento per incontrarsi durante la
giornata. Il processo di selezione è durato per tutto il corso della ricerca.
L'individuazione dei diversi contatti, infatti, avveniva all'incirca una settimana
prima del mio arrivo nel luogo di destinazione, seguendo quelli che sono i
tempi con cui generalmente si fanno le richieste nel sito e non potendo, del
resto, pianificare con precisione la mia localizzazione a priori.
La questione della selezione delle persone da contattare è stata più che
mai problematica; inizialmente alla ricerca di un criterio il più possibile
scientifico, mi sono confrontata fin da subito con la completa impossibilità di
seguire un metodo di selezione statisticamente significativo per vari motivi che
intendo esplicitare:
– Innanzitutto per una questione di limiti di tempo e di risorse
nell'organizzazione della ricerca; ogni città ha in media trecento membri
iscritti (ma in alcuni casi si superano anche i mille); avendo intenzione di
instaurare rapporti il più possibile stretti e approfonditi con i miei
interlocutori, non era pensabile oltrepassare il limite massimo di dieci o
quindici incontri alla settimana (di cui tre o quattro più prolungati, di
ospitalità)
– Nel funzionamento del sistema, l'istinto è una componente essenziale, a
primo impatto si stabilisce che una persona ai nostri occhi è affidabile;
anche per me è stato così. Non avrei mai potuto essere ospitata da una
persona che non mi ispirava fiducia, in questo senso mi sono attenuta al
15
funzionamento del sito e al modo in cui le persone selezionano i possibili
host: la scelta non è mai completamente razionale e non potrebbe scaturire
da un semplice calcolo casuale; essa non è nemmeno motivata
dall'impulsività in quanto ci sono elementi che permettono di dedurre
alcune informazioni, determinanti nella decisione di affidarsi ad un
estraneo piuttosto che ad un altro; avrò modo di approfondire tutte queste
questioni successivamente.
– Pur avendo diversificato il più possibile le richieste nei limiti di quanto
spiegato sopra, mi sono dovuta scontrare con due barriere.
Prima di tutto la disponibilità stessa dei membri, avendo viaggiato nel
periodo che va da fine luglio a fine settembre, tradizionalmente dedicato
alle ferie, soprattutto nelle grandi città; secondariamente ho riscontrato una
maggioranza di iscritti maschili e dunque una minore quantità di occasioni
per incontrare punti di vista femminili; anche questa questione verrà
approfondita successivamente.
– I miei spostamenti sono stati guidati talvolta anche dal passaparola, dal
consiglio per contatto diretto; farmi guidare dai consigli delle persone che
via via andavo incontrando, seguendo le loro reti di relazioni è stato un
modo per essere partecipe fisicamente alla rete già costituita.
B) Metodo di contatto
Il primo modo con cui mi sono messa in contatto con i vari host è stato
via mail. Spiegando le motivazioni che mi portavano a visitare la loro città, ho
chiesto ospitalità ed eventuale disponibilità ad essere intervistati per discutere
sulle loro esperienze con il sito. Inizialmente ho utilizzato una mail-tipo che
giravo ai diversi potenziali contatti, modificando solo le differenziazioni di
base (il nome, il genere nell'uso delle parole o nel coniugare i verbi)
mantenendo lo stesso corpo della mail, pensando di scrivere mail dirette e
personalizzate al secondo contatto. Dopo le prime interviste mi sono resa conto
che uno dei comportamenti che veniva considerato più “sconveniente” è
proprio quello di ricevere mail copia-incolla; per questo motivo ho deciso di
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scrivere di volta in volta le richieste alle singole persone in base alla quantità di
tempo di cui disponevo, al mio stato emotivo e alla situazione in cui mi
trovavo, rendendole, se non realmente personali (in quanto, in sostanza si
somigliavano sempre) quanto meno più contestuali, al contrario di una richiesta
unica pensata prima della partenza. Dopo il primo contatto solitamente ci
scambiavamo direttamente il numero di telefono per accordarci più
rapidamente sulle date e sulle modalità di incontro.
La seconda modalità di contatto è stata quella di scrivere un post sui
gruppi delle diverse città2; dopo la prima settimana, avendo avuto la possibilità
di capire l'importanza e il funzionamento dei gruppi nella città, ho pensato di
scrivere un post sul forum del gruppo città prima del mio arrivo ad ogni tappa
(es. il gruppo “Genova e dintorni” o “Palermo e dintorni”), esplicitando il mio
ruolo e il mio interesse e rendendomi disponibile ad incontrare chiunque avesse
avuto voglia di raccontarsi; questo è stato un modo molto efficace di incontrare
i membri, spesso fra i più attivi e disponibili ma anche couchsurfers meno
esperti che avevano desiderio di condividere le loro esperienze o ancora
persone che erano interessate nello specifico alla mia ricerca; in tre casi
attraverso questi contatti mi è stata offerta, e ho ricevuto, ospitalità, pur non
avendo direttamente fatto richiesta.
Le persone coinvolte nella ricerca, riassumendo, sono state:
- Gli host, ovvero coloro che mi ospitavano.
- Le persone collegate in qualche modo agli host (nella loro rete
amicale/familiare, colleghi).
- Le persone che io avevo contattato ma non avendo possibilità ad ospitarmi si
erano rese disponibili ad incontrarmi per chiacchierare o per essere intervistate.
- Le persone che mi contattavano via internet rispondendo ai miei post sui
gruppi delle città.
2
Gruppi in cui si può liberamente iscrivere chi ha interesse per una città, chi ci abita; si tratta di
sottogruppi della comunità, spontanei e autogestiti dai membri
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C) Raccolta dei dati:
Tramite interviste registrate con registratore audio
Le interviste hanno preso la forma di colloqui aperti, poco strutturati, in
cui io intervenivo introducendo un tema e cercando di lasciare il più possibile
le persone libere di raccontarsi attraverso le loro esperienze. Ho generalmente
seguito una scaletta che mi sono preparata precedentemente alla raccolta dati e
che riassume i punti di mio interesse; successivamente alcuni punti si sono
meglio definiti, altri si sono aggiunti, altri ancora sono scomparsi; dopo ogni
colloquio avevo l'impressione di aver aperto un piccolo spazio per una nuova
domanda. Il canovaccio che mi ha guidato è il seguente:
Ipotesi di intervista
● Motivazione
-Perché e in che occasione hai scelto di provare questo metodo?
-E’ l’unica comunità on line di cui fai parte?
-Quali sono le differenze più evidenti di questo sistema rispetto al modo di
viaggiare tradizionale?
● Esperienza
-Come funziona il sistema? Cosa offre questo sito?
-Che tipo di viaggi hai fatto?
-Che tipo di persone hai incontrato?
-Che tipo di persone ti hanno contattato?
-Racconto di alcune esperienze
● Fiducia
-Quanto conta il fatto di vedere le foto? E le referenze?
-Come fai a fidarti delle persone?
● Reciprocità e legame
-Cosa ti aspetti da chi ospiti?
-Cosa ti aspetti da chi ti ospita?
-Hai mai avuto o dato qualcosa in cambio?
-Che relazione si è creata con queste persone? Hai mantenuto i rapporti?
Ho intrapreso molte conversazioni senza l'uso del registratore e ho
riscontrato una maggiore libertà, sia mia, che non mi dovevo attenere ai tempi
“dell'intervista”, sia degli interlocutori, meno vincolati alla pressione di dover
rendere un pensiero coerente e lucido a tutti i costi. In altri casi, avere la
possibilità di raccontarsi è stato gratificante e proficuo dal loro stesso punto di
vista: mi è stato dimostrato apprezzamento per la possibilità offerta di
sistematizzare il loro pensiero riguardo al funzionamento della comunità. Un
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esempio lo ritrovo in una referenza lasciatami da una ragazza che ho
intervistato, in cui ad un certo punto afferma:
«In treno abbiamo fatto una lunga conversazione a proposito del CS3 che in un certo
senso mi ha aiutato a rispondere alla domanda: 'e io come partecipo al progetto CS2?'
» (trad. nostra)
In alcuni casi ho notato una differenza nella qualità delle conversazioni
nei casi in cui c'è un prima, quando la discussione è inquadrata nell'intervista
registrata e un dopo in cui si prosegue la chiacchierata liberamente; nel
secondo momento riscontravo una maggiore sincerità e rilassatezza nel parlare
a registratore spento, come rileggo fra le pagine del diario di campo:
«La parte più interessante dell'intervista con Giordano probabilmente è quella finale,
quella che non ho registrato. Nella prima le sue frasi sono spesso frasi fatte, quasi
modi di dire, convincimenti morali, il tono è posato, quasi preparato, sembra quasi un
attore che risponde alle domande dei giornalisti, la seconda parte dopo che lui avvicina
la mano al registratore per coprirlo e io lo spengo.. è quella più vera e reale dove sento
il sentimento di disapprovazione, risentimento e delusione verso i membri del gruppo
a cui aveva offerto la sua amicizia e il cibo»4
In un solo caso il registratore è stato un blocco reale al procedere
dell'intervista, causando un'inaspettata reazione di imbarazzo e agitazione nel
mio interlocutore, in seguito alla quale ho deciso di non utilizzare lo strumento;
non escludo che la reazione si sia protratta, nonostante i miei tentativi di
sdrammatizzazione, anche a causa della mia inesperienza e “grazie” alle mie
doti empatiche per cui ho reagito emotivamente, senza poter gestire la
situazione in altro modo. L'occasione mi è servita per riflettere sulla natura
poco neutrale e oggettiva delle tecniche di documentazione, anche quelle
ritenute meno “invasive”; qui il registratore non ha assolto alla sua presunta
funzione, quella della registrazione di suoni, proprio a causa della sua stessa
natura; avendo bloccato, o meglio modificato, la comunicazione, ha creato una
3
Acronimo che sta per Couchsurfing
4
Dal diario di campo del 28 Luglio
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diversa relazione con l'interlocutore, aprendo una diversa dimensione
partecipativa.
Tramite colloqui liberi con i membri della comunità che incontravo
quotidianamente.
In molti casi mi è capitato di avere discussioni molto interessanti con
persone in situazioni casuali o in cui non sarebbe stato producente
incominciare un'intervista strutturata; queste discussioni sono servite più che
mai, soprattutto alla mia personale riflessione, come momenti per fissare alcuni
punti importanti o per svilupparne altri collaborando attivamente e
costruendomi idee e ipotesi insieme ai miei interlocutori. Riporto, a questo
proposito, una nota dal diario di campo:
«Problematizzare insieme è diverso da 'chiedere per ottenere' e poi successivamente
interpretare in base al problema che ci si era posti in partenza»5
Lo stile con cui il lavoro si costruisce è sicuramente più simile ad una
riflessione a più voci che ad un'indagine rigorosa di verifica di principi teorici.
Attraverso “l'osservazione partecipante” nel ruolo di ospite
L'osservazione partecipante permette di studiare una realtà “se non
'dall'interno' in senso stretto, almeno accanto a quelli che la vivono”, sia
attraverso l'osservazione del ricercatore che attraverso l'interazione vera e
propria nel contesto (Olivier de Sardan 1995). Questo posizionamento, anche
attivo, è determinante alla qualità stessa dei dati che si vanno raccogliendo: la
perturbazione del campo di osservazione ne è risultato e implicazione. La
presenza dell'etnografo fa la differenza sul campo, e il suo modo di essere
recettivo sarà costitutivo del tipo di osservazioni che compierà. Oltre al ruolo
di testimone e di “interagente”, l'etnografo acquisisce la sua conoscenza anche
attraverso quella che viene definita impregnazione, in quei momenti in cui
“non è al lavoro” ma, vivendo in prima persona in un contesto quotidiano
5
Dal diario di campo del 1/08/08
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incorpora, a livello inconscio, concetti e aspetti della cultura che studia, che
possono essere determinanti alla costruzione del sapere.
La questione dell'osservazione partecipante è, probabilmente, la parte più
difficile da rendere in poche righe: cercare di restituire a parole la varietà che si
incontra nella molteplicità dei modi di vivere e l'intensità delle esperienze
vissute sembra riduttivo. Raccontare la condizione in cui, per studiare il
fenomeno, mi sono immersa per diverse settimane è un po' come tentare di
descrivere un fondale marino pieno di specie diverse di pesci e di vegetazione
sconosciuta in continuo cambiamento; nel corso della scrittura di questo testo
proverò a ricordare il nome delle varie specie marine incontrate.
D) Problemi di natura etica
Mi sono posta la questione del mio ruolo in questa ricerca e delle
motivazioni per cui lo stavo facendo: sto forse pubblicizzando un servizio, un
prodotto? Devo prendere in considerazione l'idea di cambiare il nome del sito?
La risposta a queste domande me la sono data leggendo direttamente sul
sito riguardo all'organizzazione e alla sua natura giuridica. Couchsurfing nasce
in America, è una organizzazione registrata, Couchsurfing Inc. (incorporated,
ovvero marchio registrato) come no-profit; pur avendo la dicitura .com, viene
spiegato, c'è un errore generale nel considerare tutte le organizzazioni segnate
dal .com come for-profit, in quanto non è necessariamente consequenziale il
legame; inoltre il sito esiste anche nella versione .org. Il caso citato è quello
degli Emirati Arabi, dove era stato bloccato l'accesso attraverso il .com,
essendo disponibili entrambe le versioni c'è la garanzia di una maggior
accessibilità, nei diversi paesi.
Sul sito non compaiono pubblicità ed è mantenuto interamente da
volontari e dalle donazioni che i suoi membri volontariamente devolvono per il
mantenimento e lo sviluppo del progetto.
Pur avendo preso ad oggetto della ricerca specificamente il sito del
Couchsurfing, farò riferimento anche ad altre due organizzazioni di scambio
ospitalità che sono nate prima di quest'ultimo: Servas, un'organizzazione non
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