2
I.1.1 Azione per il campo gravitazionale.
L’azione per il campo gravitazionale si scrive in genere (in assenza di costante cosmologica)
A
1
16 ΣG
Rd Π
U
≥
1
16 ΣG
R(x) g(x)d
4
x
U
≥
Equazione I.1-1
Quest’espressione ha il pregio della covarianza, ma contiene derivate seconde, nelle quali è
lineare. Esse si possono, in virtù del teorema di Gauss, scaricare ai bordi. Se tuttavia, come
nel nostro caso, il campo non garantisce di annullarsi al bordo, dovremo sottrarre a
quell’espressione un termine di quadri divergenza
1
, ottenendo
A
1
16 ΣG
d
4
x gR ω
Π
gw
Π
> ≅
U
≥
w
Π
{g
∆ Ε
∗
∆ Ε
Π
g
∆ Π
∗
∆ Ε
Ε
Equazione I.1-2
O, in forma esplicita,
Κ Ο Π
Κ Κ Ο Ο Π Π
Ο Κ Π
Σ
χχ χ
χχχ
ω ω
≥
gGggxd
G
A
U
4
16
1
con
Κ Ο Ο Κ Π Π
Ο Κ Κ Π Π Ο Κ Κ Ο Π Ο Π Κ Κ Ο Ο Π Π Κ Κ Ο Ο Π Π
χχ χ
χχχ χχ χ χ χ χ χχχ
{
ggg
gggggggggG
4
1
2
1
2
1
4
1
Equazione I.1-3
1
Per esempio [1] Cap. XI § 93
3
Quest’ultima espressione non contiene derivate seconde: variandola si ottengono
direttamente le equazioni di Einstein, senza scaricare termini al bordo. Da questo punto di
vista si presta bene alla nostra trattazione. Sostituendovi la decomposizione ADM
2
dello
spazio tempo
÷
÷
÷
÷
÷
≠
•
♦
♦
♦
♦
♦
♥
♣
3
)3(
2
1
321
)3(2
)4(
N
gN
N
NNNgNNN
g
ij
ij
ji
Π Θ
Equazione I.1-4
k
ijk
ij
jiij
gg
N
N
NNNgN
N
NNN
g
Γ
Π Θ
÷
÷
÷
÷
÷
≠
•
♦
♦
♦
♦
♦
♥
♣
)3()3(
2
3
2)3(2
1
321
)4(
1
1
Equazione I.1-5
- dove
jk
g
)3(
rappresenta la metrica tridimensionale indotta sulle ipersuperfici space-like
che foliano lo spazio tempo e
i
NN , sono detti rispettivamente Lapse Function, and Shift
Vector - si ottiene
≥
U
VTxdA
4
Equazione I.1-6
2
Vedi per esempio [2],[3],[4]
4
dove T soltanto contiene le derivate temporali di
jk
g
)3(
(che da ora in poi scriveremo
solo
jk
g ). O In forma esplicita,
mlnl
m
m
m
mnlm
m
nlnl
lnnlllnnlnnl,
)(
nl
nl
)(lnnl
lnnl,
)(
NgNgNgNg
N
g
G
T
gggg
N
g
G
T
gTggTT
ω ω ω ω
χ χ χ χ χ χ
χ χ
χ χ
21ln
16
1
216
1
(...)
2
1
)1(
2
12
Σ
Σ
con
&&&
Equazione I.1-7
Ricordiamo che con g si indica il determinante della metrica spaziale, mentre
vale
gNg
4
.
Vediamo che non compaiono derivate temporali di N e
m
N , che pertanto non
rappresentano variabili dinamiche, ma solo moltiplicatori di Lagrange. Il termine indicato
con (…), nel secondo membro della prima equazione, corrisponde alla somma di una
derivata totale nel tempo più un termine di divergenza spaziale. La derivata totale è data da
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
ω
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
ω
dt
dN
N
g
N
N
g
dt
d
m
m
l
l
è bordoal termine il mentre
Sia ora il dominio U costituito da un ipercilindro avente per basi due delle superfici space-
like della decomposizione ADM e per generatrici le linee vettoriali del campo
∆
t ; allora i
due termini cui sopra sono costanti e non entrano nella variazione dell’azione. L’argomento
della derivata temporale contiene, infatti, solo derivate spaziali, che sono assegnate sul
bordo time-like, mentre l’argomento della divergenza contiene solo derivate temporali, che
sono assegnate sui bordi space-like.
5
Sostituendo nell’Equazione I.1-3la decomposizione ADM si trova, con laboriosi calcoli,
V Ng
( 3)
R ω
χ m
Ng(g
ml
g
χ m n
g
m χ m
g
nl
) ω
m
g
nl > ≅⊥
1
2
T
(1)
lm
A
..
lm χ l χ m T
(1)
χ l χ m
A
..
lm χ l χ m {16 ΣG
2N
g
g
n χ n
g
l χ l
1
2
g
nl
g
χ n χ l
♣
♥
♦
•
≠
÷
Equazione I.1-8
Osserviamo che
mllm
∆
χ χ
rappresenta l’inverso di
lnnl,
)(
T
χ χ
2
nello spazio delle matrici simmetriche
di rango tre. Inoltre, nell’espressione di V, compare già il termine di divergenza spaziale che
darà luogo all’energia di ADM.
I.1.2 Hamiltoniana per il campo gravitazionale; calcolo di
ADM
E.
Dall’ Equazione I.1-7 si trova subito il momento coniugato
nl
)(ln
lnnl,
)(
nl
TgT
12
χ χ
χ χ
& Σ
Equazione I.1-9
e quindi la densità di Hamiltoniana
VT∆TT∆∆
ln
)(lnnl
nl
)(
ln
)(lnnl
nlln
lnnl
nl
χ χ
χ χ
χ χ
χ χ
χ χ
χ χ 1,11,,
2
1
2
1
ΣΣ ΣH
Equazione I.1-10
Sostituendo dalle precedenti si ottiene finalmente
6
≥
≥
≥ ≥
6 ω
χ χ
χ
6 ω
χ χ
χ
ω ω
ω {
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
{
÷
≠
•
♦
♥
♣
{
m
m
mm
m
m
m
nlm
nlmmnmml
mADM
lj
l
j
l
l
l
lnl
nl
adm
U
j
j
U
NNNN
N
g
dS
G
ggggggNdS
G
E
g
gP
R
G
g
g
G
P
EPNNPxdxdH
2
)(
)3(
)3(
)(
33
16
1
16
1
2
162
116
con
Σ
Σ
Σ
Σ
Σ Σ Σ Σ
Σ
H
Equazione I.1-11
dove
l
)3(
rappresenta la derivata covariante rispetto alla metrica tridimensionale
ij
g .
Mentre per P e
j
P abbiamo ritrovato semplicemente la consueta espressione per
superhamiltoniana e supermomento di ADM
3
, la
)( ADM
E da noi calcolata rappresenta una
generalizzazione rispetto al caso di spazio-tempo asintoticamente piatto. Osserviamo da
principio che il secondo termine dipende solo dal valore di
nl
g sul bordo. Si consideri nel
generico punto della superficie una terna ortogonale con asse 1 normale alla superficie
stessa: per 2,1 m le derivate parziali sono assegnate sulla superficie, mentre l’ unico
termine non assegnato è quello relativo ad 1 m , che è identicamente nullo.
Se ci rifacciamo al caso asintoticamente piatto, la nostra scrittura di
)(adm
E si riduce alla
solita: per φ νR , si ha 1, οgN mentre
ijij
g Γ ο e si ottiene dall’Equazione I.1-11 la
più familiare
≥
6 ω
ω ω
llmlmlmADM
hhdS
G
E
Σ16
1
)(
Equazione I.1-12
Con
ijijij
gh Κ .
3
Confronta per esempio [2],[3],[4],[5]
7
Le equazioni del moto che si ottengono variando l’azione
≥
6
ADM
i
inl
nl
EPNNPgA &Σ
Equazione I.1-13
rispetto a
ij
ij
g Σ e
sono
ij
adm
ij
s
s
ij
ij
nl
s
s
ij
ij
g
E
g
P
N
g
P
N
P
N
P
Ng
Γ
Γ
Σ
Σ Σ
Π
Π
Π
Π
Π
Π
Π
Π
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
ω ω
ω
ω
ω
ω
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
ω ω
ω
ω
ω
ω
)(
)(
&
&
Equazione I.1-14
Mentre variando l’azione rispetto a
Π
N si ottiene il constraint
0
0
j
P
P
Equazione I.1-15
Usando le parentesi di Poisson, si verifica che è sufficiente imporre il vincolo sui dati
iniziali, perché questo sia soddisfatto dalle soluzioni delle equazioni di Hamilton a tutti i
tempi. Nel caso dei vincoli di supermomento, un modo molto veloce per sincerarsene è
usare il teorema della Noether: l’ hamiltoniana espressa nell’ Equazione I.1-11 è invariante
per trasformazioni di gauge
)(
)3(
jiijij
hh [ χ
Equazione I.1-16
cui corrispondono le quantità conservate
8
j
ij
ij
ij
ji
g
gxd
dt
d
xd
dt
d
[
Σ
[ Σ [
÷
÷
≠
•
♦
♦
♥
♣
≥ ≥
)3(3
)(
)3(3
0
Equazione I.1-17
Abbiamo pertanto, nel caso del campo gravitazionale, una dinamica hamiltoniana con
vincoli del tutto analoga a quella del caso elettromagnetico, illustrata in§ I.4Appendice.I: al
moltiplicatore di Lagrange Ι(potenziale scalare dl campo EM), corrispondono, nel caso
gravitazionale, gli
Π
N . Anch’essi possono essere scelti con una certa libertà, e ciò
corrisponde a fissare il “gauge dinamico”. Ciò è conseguenza diretta del fatto che anche nel
caso gravitazionale il constraint può essere posto già solo sul dato iniziale. Con tale scelta
del dato iniziale, il constraint non rappresenta più equazioni linearmente indipendenti
rispetto a quelle del moto. Non può essere quindi usato per eliminare i moltiplicatori di
Lagrange, che restano così parametri liberi. La libertà di scelta è in questo caso limitata dal
fatto che gli
Π
N interpretano un significato fisico nella decomposizione ADM cui non
possono venir meno. Per esempio è impossibile scegliere 0 N : otterremmo una metrica
semidefinita. Esaurita la libertà di gauge dinamico con la scelta degli
Π
N , resta ancora il
gauge statico sul dato iniziale.
Per l’Equazione I.1-15, i vincoli di superhamiltoniana e di supermomento fanno si che l’
energia on-shell si riduca al termine di ADM.
≥
6 ω
χ χ
χ
ω
nlm
nlmmnmml
mADMshellon
ggggggNdS
G
EH
Σ16
1
)(
Equazione I.1-18
9
§ I.2 Quantizzazione su Background.
I.2.1 Il funzionale di Schrödinger.
Come in [6],[7], considereremo la dinamica del campo gravitazionale su di un Background,
soluzione statica delle equazioni di Einstein, e ne quantizzeremo le fluttuazioni. Al solito
introdurremo
ijijij
hg Κ
Equazione I.2-1
ed useremo la metrica del Background
ij
Κper alzare ed abbassare gli indici di
ij
h .
Promuoveremo l’ hamiltoniana, i momenti e le coordinate ad operatori sullo spazio dei
funzionali di Schrödinger )]([ <
ij
h , ossia
ijij
ijijij
ij
ij
ij
hHH
hxhxh
h
xh
ix
ˆ
,
ˆ
ˆˆ
][
ˆ
][
ˆ
ˆ
Σ
Γ
Γ
Σ
< <
< <
rr
r
r
Equazione I.2-2
Lo spazio di Hilbert dei funzionali sarà costituito dal nucleo degli operatori
Π
P
ˆ
, avremo
cioè
0
ˆ
<
Π
P
Equazione I.2-3
che esprime in forma quantistica il vincolo dell’Equazione I.1-15 . Il prodotto interno di
tale spazio sarà dato da
< χ < ∋ < χ <
≥
FP
hD
Equazione I.2-4
10
dove hD rappresenta una misura sullo spazio funzionale, mentre
FP
∋è il determinante di
Fadeev-Popov per la trasformazione di Gauge che scriviamo
ijjiijij
hh [ [ χ
Equazione I.2-5
j
rappresenta la derivata covariante della metrica tridimensionale
ij
g . Nell’
approssimazione lineare che adopereremo in seguito (Hamiltoniana al secondo ordine,
equazioni dinamiche per i campi al primo, vincoli al primo) il determinante di Fadeev-
Popov potrà essere trascurato
4
: in questa approssimazione di campo debole il gauge è
lineare in
ij
h . Si riduce, infatti, a
ijjiijij
DDhh [ [ χ
Equazione I.2-6
dove
j
D rappresenta la derivata covariante della metrica tridimensionale
ij
Κ, e non dipende
da
ij
h .
I.2.2 Valutazione dell’energia di funzionali test gaussiani.
Esattamente come in [6], [7], [8] procederemo alla valutazione dell’ energia su funzionali
gaussiani. Taglieremo l’hamiltoniana al secondo ordine, nell’ ipotesi che le fluttuazioni
quantistiche siano piccole (ciò vale per i modi stabili, naturalmente). Questo ci permetterà
uno studio esatto dell’ energia dei modi stabili (che come noto si distribuiscono con legge
gaussiana)
5
, e l’ individuazione di eventuali modi instabili. Tale studio non ci restituirà il
funzionale relativo ai modi instabili. Quest’ ultimo non può certo avere forma gaussiana:
come noto i modi instabili crescono fino a raggiungere una configurazione classica, di
minima energia tra quelle raggiungibili, ed attorno a questa effettuano oscillazioni
quantistiche.
4
Vedi [6].
5
Vedi per esempio [9] Cap. VII f, pp. 195 edizione citata