INTRODUZIONE
Non ci si può avvicinare alla figura di Leone Caetani senza rimanere profondamente
colpiti dalla persona, dal lucido vigore intellettuale, dal carattere e dal modo di
interpretare la lotta e l‘azione politica: si tratta di una nuova figura di intellettuale
che, unendo l‘azione alla riflessione, ha inciso profondamente nell‘anti-fascismo
italiano ed è diventato punto di riferimento per gli orientalisti ed utile consigliere per
politici avveduti come, per esempio, Salvemini.
Caetani seppe stimolare non poco l‘interesse per un Oriente finalmente guardato
senza pregiudizi, anche grazie ai suoi monumentali Annali dell’Islam
1
il più
importante dei progetti che cercò di portare a termine, il fulcro della sua vita di
studioso. Come pure sicura importanza ebbero il suo anticlericalismo, le riflessioni
intorno al concetto di ‗decadenza‘ ed a quello di ‗crisi‘ e, infine, l‘idea complessa e
multiforme della storiografia.
Questo lavoro intende riflettere su vita e dottrina di Caetani, a partire dal ritratto
tracciatone da uno dei suoi allievi più brillanti Giorgio Levi Della Vida
2
. Muoverò,
quindi da una breve contestualizzazione storica, per poi analizzare la prospettiva di
ricerca di Caetani, anche per cogliere l‘attualità del suo discorso sull‘incontro tra
Oriente e Occidente in una dimensione antiriduttivistica. Compito degli storici è,
oggi, restituire spessore all‘azione politica ed intellettuale di questo importante e
1
L. Caetani, Annali dell’Islam, Milano-Roma, Hœpli-Fondazione Caetani della Reale Accademia dei Lincei, 1905-
1926.
2
G. Levi della Vida, Fantasmi ritrovati, Venezia, Neri Pozza, 1966.
1
troppo spesso trascurato protagonista della cultura italiana contemporanea, perché,
come ha auspicato Fulvio Tessitore, ―forse, sviluppando le intuizioni del Caetani,
anche il problema fondamentale [ … ] potrà trovare una soluzione nella direzione
nella direzione di una migliore conoscenza reciproca e, dunque, di un maggiore
rispetto, che è condizione di collaborazione e di pace. Un impegno che tutti dobbiamo
avvertire come il primo dei nostri servizi‖
3
.
3
F. Tessitore, Introduzione a L. Caetani, in Id., Islam e Cristianesimo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2002, p. 19.
2
CAPITOLO PRIMO
PROFILO BIO-BIBLIOGRAFICO
1.1 - La vita
Leone Caetani, principe di Teano e duca di Sermoneta, nacque a Roma, il 12
settembre 1869, e morì a Vancouver, il 25 dicembre 1935).
La sua nobile famiglia annovera personaggi autorevoli, come papa Bonifacio VIII,
Onorato Caetani, Ministro degli Esteri nel secondo governo Di Rudinì nonché
sindaco di Roma, Michelangelo Caetani, noto dantista e governatore di Roma
all‘epoca dell‘adesione al Regno d'Italia. Il nome della famiglia deriva dalla città di
Gaeta, di cui la famiglia è originaria.
Leone Caetani s'appassiona giovanissimo alla civiltà medio-orientale e ne diventa
profondo intenditore, anche grazie ai numerosi viaggi che compie in quei luoghi. Nel
1901, quasi contemporaneamente alle nozze con la principessa Vittoria Colonna,
appartenente ad una famiglia per secoli ostile ai Caetani, il principe fa di palazzo
Caetani, in via delle Botteghe Oscure, la propria residenza e la sede di una ricca
biblioteca: lì, con l'aiuto di accademici insigni e giovani studiosi, quali Giuseppe
Gabrieli, Michelangelo Guidi e Giorgio Levi Della Vida, inizia la pubblicazione di
quegli Annali dell'Islam, che attraggono l'attenzione degli orientalisti europei. Mentre
progetta l'impianto di un Dizionario bio-bibliografico italiano, Caetani viene eletto
deputato per il Partito democratico costituzionale. Tra il 1888 e il 1894 viaggia per i
3
paesi dell'Africa mediterranea e dell'Asia. Si laurea, nel 1892, in Storia presso
l'Università ―La Sapienza di Roma‖, con una tesi su "Paolo Alaleone de Branca,
maestro delle cerimonie pontificie".
Impara presto le lingue orientali (tra cui l‘araba, la turca e la persiana) e avvia studi di
orientalistica che intendono privilegiare i caratteri originari dell'impero islamico,
anziché la polemica ideologico e religiosa. Nel 1905 esce il primo volume degli
Annali dell'Islam, mentre i nove successivi escono tra il 1907 e il 1926, sebbene siano
tutti praticamente ultimati già prima del 1915.
Di simpatie socialiste, Caetani vota contro l'intervento, voluto da Giolitti, in
Tripolitania e Cirenaica, assumendo posizioni radicali e anticlericali, spesso accanto a
Salvemini, opponendosi al progetto di riforma del sistema elettorale in senso
proporzionale.
Diventa socio corrispondente dell‘Accademia dei Lincei nel 1911, e socio nazionale
dal 1919. Mentre il suo matrimonio va a pezzi, Caetani continua gli studi e, finita la
guerra, si occupa dell'assistenza agli ex-combattenti. L'impossibilità di sposare la
nuova compagna e di riconoscere la figlia lo costringe, nel 1927, a stabilirsi presso
Vancouver, dove vivrà fino alla morte, circondato dall‘affetto della nuova famiglia e
curando l‘azienda agricola acquistata con quanto realizzato dalla vendita dell‘enorme
patrimonio di famiglia.
Per preservare al meglio il prezioso patrimonio scientifico e culturale nel frattempo
raccolto e collezionato, Caetani promuove, sin dal 1924, l'istituzione, presso
l'Accademia dei Lincei, della "Fondazione Caetani per gli studi musulmani". Nel
4
1928 ottiene la cittadinanza canadese, mentre quella italiana gli viene tolta dal
Regime nell'aprile del 1935, cosa che comporta anche la sua decadenza da socio dei
Lincei.
Il bilancio finale e complessivo della sua vita lo tracciò egli stesso, scrivendo
all‘affezionato Levi della Vita (che nel 1939 andrà anche lui in America): ―Sono
diventato quello che gl'inglesi chiamano un failure… non sono riuscito a nulla‖
4
.
Alla fine degli anni novanta al suo nome gli è stata dedicata una scuola nel comune di
Cisterna di Latina, città a lungo sottoposta al dominio dei Caetani.
4
G. Levi della Vida, Fantasmi ritrovati, op. cit., p. 68.
5
1.2 – La testimonianza di Levi Della Vida
Nel volume Fantasmi ritrovati il più fedele amico-allievo di Leone Caetani, Giorgio
Levi Della Vida, rivela un lato umano persino inaspettato della personalità del suo
maestro, partendo dall‘analisi dei tratti caratteristici della sua nobile famiglia;
colpisce, qui, il tratto misto di ammirazione, devozione e timore con cui l‘allievo
acquista man mano sempre più familiarità con il maestro: ― […] un senso addirittura
fisico di distanza proveniva già dalla sua statura smisurata, eredità degli avi polacchi
[…] la piccolezza della testa appariva appena attenuata dalla cornice di una barba a
punta […]. Sobrio nel gesto, pacato nel tono della voce, era di una cortesia
impeccabile […]‖
5
.
E‘ importante, prima di procedere, ricordare l‘avvertenza di Levi Della Vida: ―Se le
pagine che seguono troveranno qualche lettore, vorrei che tenesse sempre presente
che esse non si propongono di dare la biografia di coloro che vi si incontrano come
figure di primo piano né ancora meno di discutere i meriti o i demeriti di ciascuno di
essi, ma soltanto da rappresentarli quali sono apparsi all‘autore: questi non ha voluto
né vuole sostituire il proprio giudizio a quello della storia, che è possibile sia diverso
dal suo‖
6
. Alla luce di tale accortezza, Della Vida descrive Caetani con profondo
rispetto e stupore, in quanto era piuttosto raro che un aristocratico del suo calibro si
accingesse a portare avanti un lavoro scientifico per puro amore per la conoscenza, al
di fuori da ogni interesse economico ed accademico.
5
Ibidem, p. 52.
6
Ibidem, p. 18
6
Secondo il parere di Levi Della Vida, uno dei momenti determinati della vita di
Caetani fu il rifiuto della grave malattia del figlio, cosa che determinò non solo la
crisi e la fine del suo matrimonio, ma anche l‘impossibilità di portare a termine la
colossale opera degli Annali dell’Islam: ―Non saprei dire quando la minorazione
psichica del giovinetto si sia manifestata totale e irrimediabile: non l'ho più riveduto
se non moltissimi anni più tardi […], quando suo padre era morto da un pezzo ed era
lui, Onorato VI, il duca di Sermoneta. O piuttosto ne era la caricatura, grottesca e
tragica quasi fosse uscita da un delirio fantastico: la gigantesca statura paterna
rattrappita e ingoffita dalle spalle incurvate e dal collo rientrante; il testone tozzo con
una faccia color rosso acceso e due occhi bovini dove lo sguardo imbambolato era
esagerato dallo spessore delle lenti da miope; il passo saltellante e il gesticolare
scomposto di un burattino‖
7
.
7
Ibidem, pp. 56-57.
7
1.3 - Gli studi e la Fondazione Caetani
Laureatosi a Roma, nel 1892, dopo aver studiato l'arabo, l'ebraico, il persiano, il
sanscrito e l'assiro (forse anche il turco) con vari docenti, fra cui Ignazio Guidi e
Giacomo Lignana, Leone Caetani avviò il grandioso piano di scrivere una storia del
primo Islam, con un'introduzione sul periodo precedente l'azione politica e spirituale
di Maometto; tale opera doveva essere basata sulle fonti islamiche accessibili, da egli
stesso collazionate con instancabile fervore e con l‘aiuto di capaci collaboratori (tra
essi Levi Della Vida, Gerardo Meloni e Michelangelo Guidi). Degli Annali dell'Islam
così progettati uscirono solo 10 volumi, in grado di coprire però il significativo
periodo di attività del profeta dell'islam e quello dei primi quattro califfi "ortodossi".
Le vicende politiche ed umane distrassero definitivamente Caetani dall'obiettivo
inizialmente proposto. Ma l‘opera intrapresa rimane memorabile, anche per
permettere agli studiosi di consultare materiali altrimenti difficilmente reperibili.
L'istituzione della Fondazione Caetani, presso la Reale
Accademia Nazionale dei Lincei, risale ai primi anni Venti, e
conserva, oltre agli stampati ed ai manoscritti orientali originali o
riprodotti, migliaia di schede e di appunti dello stesso Caetani.
Una vita, quella del principe Leone Caetani, che, emergendo
adesso dal "suo" stesso archivio, appare densa di eventi ed iniziative, non solo
culturali. La Fondazione dispone di abbondante materiale che, in 922 cartelle,
costituisce, assieme all'importante biblioteca, l‘eredità lasciata dal principe
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