8
In risposta alle dinamiche mutazioni del mercato, sta prendendo sempre
piø piede un noto strumento manageriale, che, dagli anni 80, ad oggi ha
conquistato sempre maggiori consensi e ottenuto proficui risultati:
l esternalizzazione o outsourcing. Il concetto alla base di questa strategia Ł tanto
semplice quanto efficace: affidare a terzi specializzati, o ad operatori nati
appositamente, attivit , processi o interi rami azi endali, con l obiettivo di
migliorare l efficienza e l efficacia dell azienda. Il rapporto con questi operatori
esterni, che, in ottica di outsourcing, prendono il nome di outsourcer, Ł
l elemento essenziale su cui si basa l applicazione di questa strategia:
raggiungere una solida intesa, fino a stringere vere e proprie partnership, Ł la
chiave del suo successo.
Naturalmente, questo strumento a disposizione della gestione aziendale
non Ł esente da difetti e conseguenti critiche fondate, tanto che alcuni degli
aspetti magnificati da chi se ne fa convinto promotore, sono stati proprio il freno
maggiore alla sua diffusione di massa, specialmente in Europa, in particolar
modo in Italia.
Questo lavoro si pone l obiettivo di dare maggiore chiarezza al concetto di
outsourcing, spiegandone i fondamenti e delimitandone opportunit e limiti
teorici ed applicativi. Infatti, l unico modo per poter condividere l entusiasmo
che sta attorno a questa strategia o per poterla definire pericolosa e, quindi, meno
allettante, Ł essere coscienti dei vantaggi e degli inconvenienti che pu apportare
al sistema azienda, valutandone il conseguente miglioramento o meno del
rapporto costi/benefici.
Il primo capitolo tratta specificatamente del concetto di esternalizzazione
o outsourcing. Nella prima parte si parla della nascita e dell evoluzione di questa
strategia, dopodichØ, si passa ad analizzarne gli aspetti peculiari, quali le attivit ,
processi o rami esternalizzabili, le figure coinvolte, i vantaggi e i limiti, i modelli
applicativi e, aspetto forse piø importante, la figura dell outsourcer come partner.
Dopo aver affrontato la necessit del monitoraggio degli outsourcer e le difficolt
nella gestione delle partnership, il capitolo si conclude con il concetto di
9
insourcing, cioŁ del rientro, e switching cost, cioŁ il cambio di fornitore, e
un analisi delle prospettive future.
Il secondo capitolo affronta la recente evoluzione del mercato italiano e gli
effetti dell applicazione dell outsourcing da parte delle aziende che vi operano.
L analisi Ł riferita, in special modo, all evoluzione e all innovazione che le
nuove tecnologie hanno apportato al sistema gestionale, con particolare
riferimento alle reti informatiche. Vengono affrontati specificatamente i riflessi
di questi cambiamenti nella gestione delle risorse umane e i vantaggi che le
aziende traggono da esternalizzazione sempre piø spinte di servizi e attivit .
Nel terzo capitolo viene analizzata l applicazione pratica e i risultati di una
strategia di outsourcing, commentando il caso di una promettente azienda
italiana: la Locman S.p.a., nota impresa impegnata nel campo dell orologeria.
Dopo una presentazione della societ , del suo marke ting e una breve disamina
dei suoi bilanci dal 2001 al 2004, vengono inquadrate ed analizzate le
esternalizzazioni messe in opera dal 2002 al 2004, in modo da rendersi conto di
come funzioni l outsourcing nella realt operativa.
10
11
Capitolo 1:
Opportunit e limiti
dell outsourcing
12
13
1.1 Esternalizzazione o Outsourcing
Il concetto di azienda flessibile non Ł nuovo fa parte della teoria del
management gi dagli anni 60. Oggi per la prima vo lta si presenta lo scenario
giusto per metterlo in pratica grazie a due fattori: l accelerazione del
cambiamento che costringe le imprese ad essere rapide nelle loro decisioni, e la
disponibilit di strumenti tecnologici capaci di so stenere questa rapidit Le
imprese per mantenere la loro competitivit devono obbligatoriamente puntare
sulla differenziazione, sul costante miglioramento dei servizi e dei beni che
propongono al mercato. Operazione possibile solo se ci si muove in fretta senza
dare il tempo ai concorrenti di tenere il passo Og gi le imprese devono
concentrarsi sul loro business principale ricorrendo all outsourcing per il resto,
e devono puntare in modo deciso sull innovazione di prodotto, dei processi e dei
servizi ai clienti (Antonio Piroso, Amministratore Delegato di Meta Group
Italia)
1
.
Le aziende hanno cominciato alla fine degli anni Settanta ad affrontare i
problemi legati alla rigidit che produce inerzia n ella conduzione degli affari in
un ambiente sempre piø vincolato alla rapidit dei processi. La logica della
struttura verticale della produzione ha ceduto il posto all organizzazione
orizzontale dell attivit d impresa 2.
Lo scenario qui sopra descritto permette di inquadrare perfettamente una
delle necessit piø evidenti dell azienda moderna: la flessibilit , la capacit e
velocit di adattamento. Seguendo questa tendenza, che ormai Ł divenuta un
assioma per il controllo e governo d azienda, la classe dirigenziale si sta
1
da Piø flessibili con l outsourcing di Emil Abir ascid, Il Sole 24 Ore, 15/04/2004, pag. 7
2
da Outsourcing: facciamo il punto di Felice Aloi , PMI n. 4/2002, Edizioni IPSOA, pag. 53
14
spingendo sempre di piø su una pratica allo stesso tempo interessante e criticata,
ideale e pericolosa: l esternalizzazione o outsourcing.
L outsourcing Ł l assegnazione ad imprese esterne della gestione di
determinate attivit o processi produttivi. Lo scop o Ł di concentrare le proprie
risorse su attivit a maggior valore aggiunto o sul core business 3.
A partire dagli anni 80 ha acquisito sempre maggiori consensi ed
importanza il concetto di outsourcing di attivit o processi dell azienda: in
particolare, negli Stati Uniti, la gestione aziendale si Ł focalizzata con
convinzione sul core business e sulle attivit a qu esto strettamente legate. Tutto
questo, appunto, esternalizzando le altre attivit aziendali che possono essere
portate a termine con migliore qualit , a costi min ori ed evitando di duplicare
investimenti, da operatori esterni la cui mission Ł proprio quella di fornire lo
specifico servizio o bene necessario.
L outsourcing rappresenta l evoluzione dei meccanis mi relazionali
dell economia nella sua accezione di combinazione ottimale dei fattori
produttivi. L esternalizzazione Ł intesa come l acquisizione dall esterno di
risorse utili per la migliore gestione della propria attivit 4.
Il termine outsourcing si pensa nasca o dalla contrazione delle parole
outside e resource, cioŁ collocare all esterno le risorse di cui l azienda si
avvale, oppure dall unione di out (provenienza dall esterno) e source o sourcing
(arrivare alla fonte). Outsourcing significa, quindi, attingere da una fonte esterna
ed indica la formula organizzativa mediante la quale l imprenditore si avvale di
un organizzazione specializzata e dedicata allo svolgimento di un attivit o
funzione aziendale con l obiettivo di ottimizzarne i risultati: in sostanza
l outsourcing Ł una tecnica di gestione imprenditoriale.
In italiano, outsourcing diventa esternalizzazione, dare all esterno una
parte delle proprie attivit , processi o rami. Un s inonimo soventemente utilizzato
nella nostra lingua Ł terziarizzazione: questa seconda espressione non Ł adatta,
sebbene usata poichØ calzante, a tradurre il conceto di outsourcing poichØ indica
3
da Outsourcing: facciamo il punto di Felice Aloi , PMI n. 4/2002, Edizioni IPSOA, pag. 52
4
da Outsourcing tra teoria e strategia: fattori di successo e possibili sviluppi , Amministrazione &
Finanza, n. 9/2004, Edizioni IPSOA, pag. 24
15
il passaggio da un economia industriale ad una basata sul terziario; nel prosieguo
della trattazione non sar utilizzato.
In Italia, vuoi per la caratteristica tendenza della classe dirigenziale a
recepire molto lentamente le innovazioni, specialmente provenienti da oltre
oceano, vuoi per la convinzione generale dominante che qualunque attivit
aziendale sia strategica e vada controllata direttamente, o semplicemente per la
mancanza di un offerta qualificata, abbiamo assistito ad una generale diffidenza e
conseguente rifiuto iniziale dell esternalizzazione. Soltanto negli ultimi anni,
grazie all ampliamento dei mercati, locali ed internazionali, il governo aziendale
ha cominciato a credere in questa pratica.
Le parti che interagiscono in un rapporto di outsourcing sono
essenzialmente tre:
• L outsourcer, provider, vendor o fornitore, cioŁ la parte che produce i beni
o servizi realizzati in precedenza internamente dalla parte cedente;
• Il committente o outsourcee, cioŁ la parte che cede all esterno un attivit o
un ramo per avvalersi dell outsourcer;
• Il cliente o costumer, cioŁ il destinatario del bene o servizio prodotto, sia
questo esterno, quindi quello finale, o interno, cioŁ facente parte ancora
del processo produttivo.
Questa suddivisione delle parti in causa pu variar e nel caso in cui
l outsourcee e costumer siano lo stesso soggetto, che usufruisce del prodotto o
servizio esternalizzato, mantendedolo direttamente o indirettamente nel processo
produttivo.
Particolare importanza riveste, invece, il caso in cui il cliente finale sia un
terzo soggetto che si interfaccia direttamente con l outsourcer: in questo caso il
committente dovr essere estremamente attento nel c ontrollare che il bene o
servizio fornito, sia quello stabilito poichØ, in caso di difetti o disservizi, il
costumer riverser il proprio malcontento sull outs ourcee stesso. Questo Ł uno
16
degli aspetti dell outsourcing che genera piø diffidenza su questa pratica, poichØ
intacca il cliente, il centro attorno a cui ruota il concetto stesso di azienda.
Qualunque attivit collaterale a quella che rappres enta la mission
aziendale, cioŁ che non fa parte del core business, pu essere gestita fuori della
stessa, quando, dall analisi dei risultati economici e qualitativi che si potrebbero
ottenere, si evince che si possano ottenere evidenti miglioramenti. Alleggerire la
gestione aziendale, snellendola dei fattori produttivi necessari a tali attivit o
rami periferici, assieme alla maggiore qualit e, s pesso, maggiore economicit
dei servizi resi da operatori specializzati a cui ci si pu rivolgere, pu portare ad
un ottimizzazione dei risultati.
Oltre all eventuale diminuzione dei costi e l aumen to dei benefici, in
termini di miglioramento delle prestazioni e del livello qualitativo di ci che
l azienda offre al mercato, esistono tutta una serie di ragioni o finalit che
rendono l outsourcing una strategia vincente:
• Recuperare risorse finanziarie da dedicare ad attivit che creano maggior
valore aggiunto;
• Riorganizzare il ricorso alle risorse umane, diminuendone il numero o
impiegandole in progetti alternativi per il sostegno, l ampliamento e il
rilancio aziendale;
• Snellire, semplificare la complessit aziendale, ra ggiungendo un livello di
flessibilit idoneo al settore in cui opera, spesso dopo aver riscontrato
difficolt nel mantenere un know how interno adegua to (questo aspetto
spesso non Ł neanche preso in considerazione).
• Migliorare la qualit e ridurre i costi (il risparm io o ottimizzazione dei
costi Ł, in genere, quella prevalente, ma Ł anche quella piø discussa);
• Focalizzare l attenzione sul core business (questa molto dipendente dal
tipo di attivit svolta e dall effettiva possibilit di definire l attivit
primaria);
17
La crescita aziendale, obiettivo naturale dell impresa perseguibile grazie
anche all esternalizzazione, porta sempre piø verso i mercati internazionali, ed Ł
da questi che le imprese si aspettano i maggiori vantaggi. Spostare in parte o
totalmente le aziende i paesi diversi da quello di origine, spesso in quelli del cos
detto terzo mondo, permette innanzi tutto un beneficio in termini di costi, dovuto
principalmente alla minore tutela del lavoro e dell ambiente, porta ad un
ampliamento dei settori in cui operare e alla possibile successiva formazione di
nuova domanda per consumi in mercati dapprima inesistenti.
Altro elemento chiave che porta all esternalizzazione e conseguente
concentrazione delle dimensioni aziendali Ł la maggiore flessibilit che questa
acquisisce, necessaria per affrontare il mercato. Oggi Ł sempre piø richiesto un
continuo adattamento, i cicli di vita dei prodotti e servizi sono sempre piø brevi:
questo scenario ha portato una buona parte delle aziende rivolgersi, alcune in
modo massiccio, altre in modo piø discreto, al mondo dell outsourcing.
Trasferendo a specialisti alcune delle attivit o p rocessi interni, l azienda si
immette nel circolo virtuoso della flessibilit , ch e rappresenta uno dei principali
fattori critici di successo.
E. F. Schumacher affermava, dopo la crisi economica degli anni 70, che
small is beautiful , rilanciando il ruolo della pi ccola e media impresa, vincente
rispetto alle grandi industrie, perchØ piø flessibile ai cambiamenti di mercato.5 Se
fino a qualche anno fa, questo motto si rivolgeva perfettamente alle piccole
imprese che prosperavano, o cercavano di farlo, in un economia basata sulla
grande industria, oggi, invece, si adatta all idea di concentrazione,
miniaturizzazione della media e grande impresa, nell ottica di snellimento, per
meglio reagire ai cambiamenti, cos da avere piø possibilit di sopravvivere e
conquistare nuovi mercati.
5
rielaborato da Giuliana Ventricelli, Outsourcing. Conviene davvero esternalizzare? ,ETAS, 2004, pag.4