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INTRODUZIONE
All’interno di questo elaborato sarà trattato l’argomento dell’omosessualità sotto
vari aspetti con riferimento all’omosessuale moderno.
Il titolo “omosessuali moderni” riprende il testo scritto da Barbagli e Colombo
perchØ è mia intenzione analizzare una delle varie sfaccettature
dell’omosessualità al giorno d’oggi: le strategie di visibilità nel tempo libero.
L’omosessuale moderno è colui che imposta la relazione sull’uguaglianza, sul
desiderio, non interpreta piø i comportamenti omoerotici come attivi e passivi e
la differenza di età tra i due partner è minima. Esso dispone di luoghi di incontro
organizzati ed esclusivi e di una rete di attività commerciali e di servizi.
Il primo capitolo prevede un’analisi evolutiva del significato di omosessualità. I-
nizialmente verranno mostrati i quattro tipi di relazioni omosessuali (dal modello
pederastico classico fino all’omosessuale moderno) che si sono sviluppati nel
tempo; successivamente esporrò l’importanza che essa ha avuto dalla seconda
metà dell’Ottocento, fino ai giorni nostri.
Inizialmente l’omosessualità viene identificata come “vizio” e comportamento
volontario, in seguito come malattia e perversione, per arrivare al significato o-
dierno di identità sessuale.
Dagli anni Cinquanta in poi si sviluppano nuovi studi di ricerche sociologiche,
primo fra tutti è la ricerca di Bell e Weinberg, i quali concludono che
l’omosessualità non è una patologia. Successivamente, a metà degli anni No-
vanta, Barbagli e Colombo compiono una rilevante indagine nazionale che li
porta ad analizzare stili ed esperienze di vita di gay e lesbiche. Una nuova ri-
cerca, questa volta locale (nella città di Torino) viene effettuata da Saraceno, la
quale riprendendo i dati della ricerca nazionale, li unisce ai suoi.
Dopo questa breve introduzione verrà illustrato il percorso che una persona af-
fronta per arrivare a definire omosessuale la propria identità. Esso è il coming –
out, il quale si compone di diverse fasi: la prima attrazione verso una persona
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dello stesso sesso, il primo rapporto omosessuale, la prima confidenza e la
scoperta e la scelta di definirsi tale. Questo percorso è visto come lungo e dolo-
roso ma necessario per identificare se stessi.
Il secondo capitolo prende corpo con l’omosessualità vissuta in famiglia: come
affrontare la questione con i familiari, che strategie di visibilità usare e che rischi
si corrono. Le stesse questioni sono affrontate nel secondo paragrafo, con rife-
rimento al mondo della scuola e del lavoro, i quali sono maggiormente impron-
tati sull’eterosessualità. Infine vengono trattati gli spazi pubblici che gli omoses-
suali si creano per affrontare meglio la propria vita. Esistono cinque tipi di spazi
in cui gay e lesbiche possono esprimersi liberamente: gli spazi sociali e ricreati-
vi, quelli politico – associativi, gli esercizi commerciali, le strutture di servizio e i
luoghi del sesso.
L’ultimo capitolo si prefigge di chiarire l’obiettivo iniziale della tesi: le strategie di
visibilità adottate da gay e lesbiche. Il primo paragrafo riguarda l’opinione pub-
blica, cioè l’idea che il mondo giovanile ha oggi nei confronti di omosessuali. La
maggior parte dei giovani ha un atteggiamento permissivo e tollerante nei con-
fronti dell’omosessualità, sono ormai pochi quelli che la considerano un proble-
ma.
In seguito sarà illustrata la ricerca empirica effettuata nella città di Torino:
l’oggetto d’analisi sono tre locali appartenenti alla categoria GLBT (gay, lesbi-
che, bisessuali, transgender), un cocktail cafè culturale, un discobar e una di-
scoteca. L’obiettivo è analizzare le dinamiche di visibilità/invisibilità attraverso
l’organizzazione degli spazi del tempo libero. La tecnica utilizzata è quella
dell’intervista semistrutturata, rivolta ai proprietari o organizzatori dei locali. Sa-
ranno descritti i locali secondo alcune dimensioni d’analisi riprese poi nella trac-
cia d’intervista.
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Capitolo 1: IL PERCORSO BIOGRAFICO: COME
COSTRUISCONO LA PROPRIA IDENTITA’ GAY E
LESBICHE NELLA NOSTRA SOCIETA’.
1.1 PER UNA DEFINIZIONE DI OMOSESSUALITA’
Definire l’omosessualità non è un atto molto semplice, poichØ ne sono esistiti
modelli molto diversi nel corso del tempo. Essi si basano su principi che regola-
no la scelta e il rapporto: pratiche sessuali (chi fa che cosa), modalità di rappor-
to (quale partner si sceglie) e profili d’identità (chi è virile, quindi piø simile
all’idea di genere maschile, e chi femminile, quindi piø simile all’idea di genere
femminile, sia tra gli uomini sia tra le donne). Nel momento in cui i modelli di
genere, quello maschile e quello femminile, diventano meno rigidi,
l’omosessualità viene maggiormente accettata a livello sociale (Saraceno,
2003).
Andando indietro nel tempo, troviamo quattro tipi di relazioni omosessuali im-
portanti, due dei quali riguardano solo gli uomini.
Il modello pederastico classico, il primo dei quattro, si fonda su relazioni struttu-
rate in base all’età e di tipo gerarchico (ci sono un superiore potente e un infe-
riore). La caratteristica principale è, quindi, un’asimmetria sociale, dalla quale
ne deriverebbe una sessuale, in altre parole, il rapporto è costruito sulla dise-
guaglianza: il superiore, poichØ piø potente e piø anziano, è colui che penetra
ed è, di conseguenza, considerato attivo; l’inferiore, quindi piø giovane, è colui
che si fa penetrare ed è quello passivo (Barbagli, Colombo, 2007).
Il secondo tipo, il modello pederastico improprio o modificato, si presenta molto
simile al modello precedente: le relazioni sono strutturate in base all’età, hanno
luogo fra persone di sesso maschile ed è presente un’asimmetria sia sociale sia
sessuale fra i due partner. La differenza per la quale viene detto “improprio”, ri-
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siede nel fatto che tra le due asimmetrie non vi è corrispondenza, infatti, il par-
tner attivo non è piø quello anziano, ma quello giovane. Le cause che spingono
quest’ultimo ad avere rapporti sessuali con il primo sono di diversa specie: egli
può farlo per ricevere in cambio ricompense materiali e sociali, oppure perchØ
in quel momento non sono disponibili rapporti eterosessuali. La condizione su
cui si basa questo contratto, è di svolgere un ruolo attivo, perchØ solo in questo
modo può mantenere l’onore ed essere considerato virile dagli altri (Barbagli,
Colombo, 2007).
Il terzo tipo appare simile al modello eterosessuale, caratterizzato da relazioni
basate sulla trasformazione di genere; esse hanno luogo tra adulti di sesso sia
maschile sia femminile. In tale modello, uno dei partner rinuncia al proprio ge-
nere (maschio se uomo, femmina se donna), per assumere il ruolo,
l’abbigliamento, il modo di muoversi opposto a quello considerato naturale. Ciò
farà si che tra due uomini, uno sarà “effeminato”, quindi simile a una donna e,
tra due donne, una sarà “mascolinizzata”, quindi simile ad un uomo(Barbagli,
Colombo, 2007).
Gli omosessuali moderni, infine, rappresentano il quarto tipo. Essi adottano il
principio di eguaglianza, nel quale le relazioni non sono piø caratterizzate da
un’asimmetria nØ sociale nØ sessuale, non vi sono piø un superiore e un inferio-
re, ma i due partner hanno lo stesso potere e lo stesso status. Il rapporto ses-
suale non è piø, quindi, tra un soggetto e un oggetto, come nel primo e nel se-
condo caso, ma entrambi provano il desiderio (Barbagli, Colombo, 2007).
L’omosessualità, come significato moderno del termine (attrazione verso perso-
ne dello stesso sesso), nasce nei paesi occidentali in un periodo abbastanza
recente, intorno alla seconda metà dell’Ottocento. ¨ il momento del cambia-
mento, la sessualità è studiata scientificamente dalla medicina e dalla psicolo-
gia, dando vita alla sessuologia. Si studiano i desideri delle persone, quelli che
portano agli atti sessuali e, si ritiene che la sessualità normale sia quella che
coincide con la riproduzione. L’attenzione si sposta, di conseguenza,
sull’omosessualità, spiegata, inizialmente, come un comportamento volontario
dell’individuo “viziato” e quindi punibile. In seguito nuove interpretazioni presen-
tano l’omosessualità come un istinto sessuale innato che, quindi, non dipende
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dalla volontà dell’individuo. Si può, quindi, dire che essa Ø considerata dappri-
ma una perversione morale, poi una malattia. Soltanto negli anni Cinquanta,
negli Stati Uniti, la sociologia ha cominciato a occuparsene, indagando gli stili di
vita e le esperienze delle persone omosessuali, individuate sulla base della loro
autodefinizione, cioè si chiede, a chi si riconosce in una definizione di persona
omosessuale, la disponibilità a compilare un questionario o a rispondere alle
domande di un intervistatore, riferite alla propria identità (Bertone, 2009).
Un altro modo è di inserire le persone in base al loro grado di omosessualità,
cioè individuando chi dichiara un’attrazione per persone dello stesso sesso o ri-
porta esperienze di rapporti sessuali omoerotici. Queste ricerche permettono di
non limitarsi alla distinzione categorica tra omosessuali ed eterosessuali, ma di
studiare le carriere sessuali delle persone cogliendo la complessità dei desideri
e le varietà delle esperienze. Quindi l’omosessualità è costruita attraverso tre
dimensioni: identità (come ci si autodefinisce), attrazione (da chi si è attratti),
pratiche (cosa si fa con chi).
Nel 1970, a San Francisco, Bell e Weinberg (Bertone, 2009) realizzano una ri-
cerca quantitativa che li porta a sostenere l’importanza di distinguere tra diversi
tipi di omosessualità, analizzando non soltanto la loro vita sessuale, ma anche
le loro caratteristiche sociali e i contesti in cui vivono. Confrontando un campio-
ne di uomini omosessuali e uno di eterosessuali, essi concludono che i compor-
tamenti degli omosessuali erano tanto vari quanto quelli degli eterosessuali e,
sostengono che l’omosessualità non sia una patologia, mostrando come vi sia-
no anche tipi di omosessuali ben integrati nella società.
Nel campo della sociologia della devianza si sviluppano studi empirici che con-
siderano l’identità omosessuale come un’etichetta (un’identità che gli altri attri-
buiscono ad una persona e in cui questa finisce poi per riconoscersi) (Bertone,
2009). Nascono due teorie ampie e antitetiche riguardanti l’omosessualità mo-
derna. La prima, l’essenzialismo, giudica la sessualità come un fenomeno e-
sclusivamente individuale e crede che l’omosessualità sia una caratteristica og-
gettiva delle persone, riconducibile a fattori biologici o psicologici. La seconda, il
costruzionismo, assegna grande importanza ai fattori sociali e culturali e pensa
che le preferenze e le identità sessuali (omosessuale o eterosessuale) siano