Introduzione
2
Il secondo capitolo dà un panorama di tutte le disposizioni normative, che
negli anni si sono succedute sia a livello Comunitario, che nazionale. L’analisi parte
dalla pubblicazione nel 1987 del “Libro Verde sullo sviluppo dei servizi ed apparati
di TLC”, per arrivare fino ai nostri giorni con la creazione dell’Authority delle
Telecomunicazioni, in Italia regolamentata dalla Legge Maccanico. Ma il primo vero
passo verso la liberalizzazione del mercato delle TLC, in Italia, si è avuto con
l’approvazione della Concessione GSM, che di fatto rotto il monopolio di Telecom
Italia, permettendo la nascita ( anche se nel solo segmento della telefonia mobile )
del primo gestore privato di un servizio di telefonia: OMNITEL Pronto Italia.
Il terzo capitolo tratta in modo approfondito gli aspetti caratterizzanti
OMNITEL: la sua storia, i risultati della gara di appalto emanata dal Ministero delle
Poste e delle Telecomunicazioni, il ruolo degli azionisti, l’organigramma interno, e
le strategie societarie per conquistare sempre maggiori quote di mercato. Un
paragrafo del capitolo è dedicato ad un aspetto molto particolare della telefonia
mobile: i rischi per la salute pubblica derivanti dall’esposizione ai campi magnetici
generati dalle antenne di trasmissione e dagli stessi telefonini, problematica questa
molto sentita, ma al tempo stesso poco conosciuta.
Con il quarto capitolo si iniziano a trattare le problematiche della separazione
contabile, ossia il processo attraverso il quale si suddivide la situazione patrimoniale
complessiva di una società in tanti conti economici e patrimoniali per ciascuna delle
differenti attività in cui la società è coinvolta. L’intento del capitolo è quello di dare
un quadro generale sulle diverse metodologie e sistemi utilizzati nella redazione dei
bilanci per le attività separate, senza entrare nello specifico di una società di
telecomunicazione mobile. Si è, anzi, seguito il modello di riferimento ideato dalla
OFTEL ( Office of TELecomunication) per la separazione della British Telecom.
Il quinto capitolo analizza i principali elementi della gestione di OMNITEL:
partendo dai dati del bilancio 1996 relativi agli investimenti effettuati, si arriva ad
analizzare quali sono stati gli elementi che hanno portato agli incrementi delle voci
immobilizzate. Particolare attenzione è stata data alle procedure interne di gestione
Introduzione
3
del fondo svalutazione crediti, essendo OMNITEL, una società che prima eroga il
servizio e solo in un secondo tempo riceve il pagamento dello stesso, particolarmente
esposta al rischio frodi ed insolvenze.
Infine, il sesto capitolo tratta tutte le metodologie ed analisi che hanno
portato alla redazione del bilancio di separazione contabile all’interno di OMNITEL:
si parte dall’analisi delle singole voci di costo e ricavo e del capitale impiegato, per
arrivare, attraverso “ribaltamenti” successivi a capire le percentuali di assorbimento
relative alle attività OPI.
CAPITOLO I
Il mercato delle Telecomunicazioni
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
5
1.1 Le telecomunicazioni: scenario competitivo in
rapida evoluzione.
1.1.1 ASPETTI GENERALI.
La liberalizzazione completa del mercato delle telecomunicazioni, avvenuta il
I° gennaio del 1998, non crea automaticamente uno scenario competitivo, in quanto è
prima necessario creare la concorrenza e cioè un insieme di operatori di servizi di
telecomunicazione capaci di sottrarre mercato al competitore dominante: l’attuale
monopolista.
Creare la concorrenza non è un passaggio facile ed automatico, come si
potrebbe pensare, perché bisogna considerare che il gestore dominante ha già
acquisito una base di clienti, costituita da una nazione intera ( ed il cliente stesso è da
sempre stato abituato a colloquiare con una solo figura nel campo delle
telecomunicazioni ).
La creazione di uno scenario competitivo, e quindi la nascita di nuovi
operatori, è ora facilitata dalle nuove regole e scenari ( liberalizzazione e
privatizzazione), ma anche dalla globalizzazione del mercato in termini sia
geografici, sia di convergenza di industrie diverse (le famose 4C: comunicazione,
computers, contents e consumer electronics ) a cui si devono aggiungere significative
evoluzioni tecnologiche ed applicative.
Chi vuole diventare un concorrente importante nelle telecomunicazioni deve
conoscere molto bene le difficoltà del settore, darsi una strategia realistica, che tenga
conto del potere detenuto dal monopolista, ed avere la capacità di seguirla.
Innanzitutto il nuovo operatore ha un vantaggio considerevole: non ha un
passato da difendere, strutture organizzative da modificare, uomini da cambiare. Il
nuovo operatore non teme la discontinuità, ma anzi si avvantaggia delle
perturbazioni che la sua presenza sul mercato ha creato: può darsi piani operativi e di
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
6
investimento e strutture organizzative che tengano conto della nuova realtà. Il nuovo
operatore non avrà le economie di scala
1
proprie del monopolista, ma potrà godere di
strutture più leggere e quindi operare a costi più bassi.
1.1.2 LE CAUSE DELLA TRASFORMAZIONE DEL SETTORE.
Nel passato regime monopolistico il settore delle telecomunicazioni era
caratterizzato da un mercato molto particolare, nel quale il gestore pubblico si
trovava in una situazione di monopsonio verso i propri fornitori, che avevano quote
di mercato inaccessibili agli altri operatori.
2
Ora la situazione è profondamente diversa a causa di una serie di fattori, che di
seguito si cercherà di illustrare. (Grafico 1 )
3
.
1
Con il termine “economia di scala”, si intende l’utile che si ricava in termini di unità
prodotte o di risparmio di costi medi unitari, dall’ampliamento o dall’aumento di attività di
un impianto, di una fabbrica, o di un’attività economica in generale.
2
A. Properzi :Il marketing delle telecomunicazioni dal monopolio alla concorrenza, cap. 1.1
3
F. Vergnano: Tamburi di latta, parte IV, Il telefono del duemila.
IL MONOPSONIO
Con questo termine si intende una forma di concorrenza imperfetta caratterizzata
dalla presenza sul mercato di una pluralità di venditori, in concorrenza perfetta tra di loro,
ma di un solo compratore, chiamato monopsonista, che accentra nelle sue mani la
domanda ed impedisce l’accesso sul mercato ad altri acquirenti. Esempi di monopsonio
sono rappresentati da un governo, che agisce da unico compratore di un determinato
prodotto o di fattori della produzione; da una sola impresa che agisce come unica
acquirente di un prodotto, ad es. agricolo, o di una materia prima.
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
7
GRAFICO 1: FATTORI CHE HANNO DETERMINATO LA NUOVA POLITICA
DELLE TELECOMUNICAZIONI
CAMBIAMENTI
COMPETITIVI
RIVOLUZIONE
TECNOLOGICA
GLOBALIZZAZIONE
VARIAZIONI NEL
CONTESTO DI
REGOLAMENTAZIONE
BISOGNI DEI
CONSUMATORI
IMPORTANZA
STRATEGICA DI UNA
POLITICA DI
TELECOMUNICAZIONE
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
8
Il primo elemento importante del cambiamento è stata l’INNOVAZIONE
TECNOLOGICA, che ha fatto venire meno i vantaggi legati alle economie di
scala, che giustificavano la presenza di un monopolio naturale
4
( con questo termine
si intendono particolari caratteristiche dell’attività economica, che portano di solito
alla concorrenza distruttiva, per cui nell’interesse pubblico risulta preferibile
concedere un monopolio a quell’impresa che riesce a produrre a condizioni di
vantaggio per tutte le altre. In questo caso lo Stato controlla i prezzi praticati
dall’impresa in modo da evitare casi di abuso. Sono esempi di questo tipo di
monopolio naturale alcune imprese di servizi, come quelle dell’acqua e del gas ).
La principale innovazione tecnologica si può identificare nella digitalizzazione.
Assistiamo alla progressiva scomparsa della “trasmissione analogica”: non c’è più
analogia tra la forma del segnale acustico di partenza e la forma del segnale elettrico
che percorre la rete. La voce umana viene trasformata in impulsi elettrici discontinui,
codificati e trasmessi come una successione di numeri binari ( sono i bit). Tale
trasformazione è stata molto sofferta per molte società di telecomunicazione, che
dovevano effettuare dei forti investimenti per smantellare la rete analogica e creare
quella digitale, tuttavia essa è stata imposta dal continuo aumento delle telefonate: il
sistema tradizionale analogico, nei momenti di forte traffico, può creare dei problemi
di trasmissione, quali ad esempio la sovrapposizione casuale di una conversazione
durante il suo percorso. Nel nuovo sistema digitale questo non può avvenire perché
ogni stazione ripetitrice intermedia genera nuovamente l’intera successione di
numeri che codificano il segnale, eliminando sia i disturbi, sia le sovrapposizioni.
L’altra innovazione è stata il passaggio dalla tecnologia elettromeccanica a
quella elettronica
5
. La commutazione, ossia la connessione tra le varie tratte di
trasmissione per portare il segnale da un abbonato all’altro avveniva attraverso delle
4
F. Vergnano: Tamburi di latta, parte II, I pericoli dell’isolamento
5
Currier: Monopolio e concorrenza, introduzione.
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
9
centrali che erano costituite da un insieme di relais: gli utenti venivano individuati
secondo un piano di numerazione in cui a ogni numero corrisponde una ben precisa
uscita. Le apparecchiature di commutazione analizzavano il numero composto
dall’utente ed i relais “aprivano” i circuiti e le altre centrali per permettere il
collegamento richiesto, una volta stabilito il collegamento una parte della struttura
della centrale restava a disposizione dei due utenti per tutta la durata della
conversazione. Ora la commutazione viene gestita da computers, che attraverso dei
software molto sofisticati riescono a smaltire un numero molto maggiore di
chiamate, attraverso una gestione adattiva che tiene conto dello stato complessivo
della rete riuscendo così a far fronte alla variabilità della domanda ( picchi di
telefonate nelle ore di punta ), cosa impensabile nei sistemi di comunicazione
elettromeccanici, che utilizzavano regole rigide, portando inevitabilmente ad un
sovradimensionamento della rete.
Tali sistemi elettromeccanici, oltre ad avere delle forti limitazioni tecniche,
erano caratterizzati da una serie di elementi, che favorivano la situazione
monopolistica nel settore delle telecomunicazioni. I principali elementi erano i
seguenti
6
:
interdipendenza strutturale: necessità di collegamenti punto a punto nella
trasmissione tra le varie centrali, con forte limitazione nella capacita di
commutazione;
economie di scala: il costo della rete di trasmissione è una funzione
decrescente della capacità di collegamento, aumentando il numero di collegamenti,
indipendentemente dalla distanza, venivano abbattuti i costi di rete, portando ad una
situazione di rendimenti crescenti.
esternalità di rete: l’obiettivo era quello di realizzare un “servizio universale”
in modo da raggiungere il maggior numero possibile di utenti;
6
Properzi: Il marketing delle telecomunicazioni, dal monopolio alla concorrenza, cap. I.
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
10
economie di densità: creare una rete locale molto fitta, in modo da permettere
la costruzione di una rete con costi fissi che si ripartivano nel tempo.
Secondo elemento del cambiamento è stata la PRESSIONE ESERCITATA
DAI CONSUMATORI
7
. Per la prima volta i bisogni dei consumatori diventano
l’obiettivo fondamentale per tutte quelle aziende, che fino ad oggi hanno operato in
condizioni di stabilità del mercato, senza avere bisogno di confrontarsi con la
competizione. Lo scopo delle imprese è quello di creare e conservare i consumatori:
vengono così definite delle nuove politiche di marketing, diverse a seconda del tipo
di cliente da soddisfare, monitorandone continuamente i bisogni e gli orientamenti.
Terzo elemento è la CONCORRENZA
8
: il mercato stesso opera da
selezionatore, favorendo solo gli investimenti che si rendono effettivamente utili per
il cliente. Tuttavia in un settore come quello delle telecomunicazioni, in cui i ritorni
sugli investimenti effettuati avvengono solo nel lungo periodo e sono necessari
accurati lavori di pianificazione e di standardizzazione, la concorrenza non sempre
porta a degli standard qualitativi migliori e si rischia di creare dei sistemi non
compatibili tra di loro.
Passo fondamentale per capire la concorrenza e la sua potenzialità nello
sviluppo del settore, è quello di individuarne i diversi tipi che coesistono sul mercato
mondiale
9
. Sostanzialmente la concorrenza agisce su più livelli, coinvolgendo figure
differenti a seconda di come è strutturato il mercato ( ossia mercati in cui vige ancora
un sistema fortemente monopolizzato, e mercati in cui sono state avviate forme di
deregolamentazione ), tuttavia la vera competizione nelle telecomunicazioni si
svolge sui servizi offerti e non sulle tecnologie adottate: al cliente poco importa se la
sua comunicazione sfrutta un sistema di codifica digitale o analogico.
7
Vergnano: Tamburi di latta, parte IV, Il telefono del duemila.
8
Vergnano: Tamburi di latta, parte IV, Il telefono del duemila.
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
11
Un primo livello di concorrenza è quello tra carriers, che offrono servizi
sostanzialmente omogenei tra di loro. Si trova in quei Paesi in cui si è sviluppata una
forte politica di deregolamentazione, quali ad esempio gli stati Uniti e la Gran
Bretagna. Tuttavia in questi Paesi i nuovi entranti svolgono un ruolo del tutti
marginale: è il caso della liberalizzazione del mercato britannico, in cui dopo più di
dieci anni dall’inizio della deregolamentazione la British Telecom ha ancora una
quota complessiva di mercato del 73% ( e circa il 90% per le linee fisse residenziali
), è vero che in Gran Bretagna operano centocinquanta concorrenti, ma le loro quote
di mercato sono minime.
Un secondo livello di concorrenza è quello tra servizi diversi, in particolare tra
i servizi a valore aggiunto ( tali servizi sono ad esempio il “numero verde”, il tanto
discusso “144”, ora sostituito dal “166”, la possibilità di richiedere il numero di
abbonati tramite un sistema “on line” , le “carte di credito telefoniche” ) e i servizi
tradizionali. Lo sviluppo dei servizi a valore aggiunto si è sviluppato in modo molto
più lento del previsto, perché manca ancora un’effettiva integrazione con la
commutazione, per cui molti servizi a valore aggiunto perdono gran parte dei
vantaggi potenziali.
Un terzo livello di concorrenza è quello che avviene attraverso l’integrazione
verticale degli utenti, i quali producono da soli una parte dei servizi di
telecomunicazione, che potrebbero acquistare sul mercato.
Quarto elemento è la GLOBALIZZAZIONE
10
: oggi non esiste più nessun
settore (sia a bassa, che ad alta intensità tecnologica ) che non abbia un certo grado di
internazionalizzazione, sia anche solo a livello di approvvigionamento di materie
9
Currier: Telecomunicazioni, monopolio e concorrenza, Introduzione.
10
Vergnano: Tamburi di latta, parte IV, Il telefono del duemila.
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
12
prime. Grazie soprattutto alle innovazioni tecnologiche - già viste in precedenza -
aumenteranno i rapporti tra le nazioni, questo creerà la necessità di abbattere le
barriere dovute al tempo e alla distanza.
Quinto elemento è rappresentato dalle VARIAZIONI NEL CONTESTO DI
REGOLAMENTAZIONE
11
. L’inizio di questo processo ( che sarà trattato
ampiamente nel capitolo sulla regolamentazione nel settore delle telecomunicazioni )
si fa generalmente risalire al I° gennaio 1984, quando negli Stati Uniti la Federal
Communication Commission ( FCC ) decise lo scorporo delle attività della AT&T:
la “ deregulation” e la successiva fase di “riregolamentazione” si estese
progressivamente dagli Stati Uniti, alla Gran Bretagna ed al Giappone, per arrivare
infine ai Paesi dell’Unione Europea. La liberalizzazione è stata l’obiettivo principale
della politica della Comunità europea per le telecomunicazioni.
1.1.3 LE FASI DELLA TRASFORMAZIONE
Le fasi della transazione verso un mercato di libera concorrenza sono
sostanzialmente tre ( come è illustrato nel grafico 2
12
):
Fase 1: tutte le operazioni sono strettamente controllate dai Governi centrali.
11
Properzi: Il marketing delle telecomunicazioni dal monopolio alla concorrenza, cap. 1.2
12
Vergnano: Tamburi di latta, parte II, I pericoli dell’isolamento.
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
13
GRAFICO 2: LE FASI DI TRANSIZIONE VERSO UN MERCATO DI LIBERA
CONCORRENZA
FASE 1
Settore delle
telecomunicazioni
completamente
regolamentato
Monopolio di proprietà
dello Stato
Fornitura
monopolistica dei
servizi a valore
aggiunto
FASE 2
Privatizzazione degli operatori
Concessione di licenze private
per operare nelle zone non
servite dal servizio nazionale
Apertura alla concorrenza in
alcuni mercati selezionati
FASE 3
Deregulation
guidata
Mercato
completamente
libero
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
14
In questa fase, tutto il settore delle telecomunicazioni è completamente
regolamentato. Lo Stato possiede l’unica rete di telecomunicazioni esistente, e
fornisce in monopolio i pochi servizi a valore aggiunto.
Fase 2: si assiste alle prime aperture alla concorrenza attraverso varie modalità:
ξPrivatizzazione degli operatori pubblici
ξConcessione di licenze private per gestire reti di comunicazioni in zone non
coperte dal servizio pubblico
ξTimida apertura alla concorrenza in alcuni segmenti di mercato, quali i servizi
a valore aggiunto e la telefonia mobile.
Questa seconda fase è sicuramente la più delicata perché una liberalizzazione
improvvisa può prendere in contropiede non solo gli operatori del settore, ma anche
gli stessi consumatori, non abituati a trattare con nuove figure nel campo delle
telecomunicazioni. È necessario quindi attuare una “ concorrenza guidata” , ossia si
devono fissare i termini della concessione in modo che il nuovo operatore ( o i nuovi
operatori ) abbia buone possibilità di successo, attraverso una parità di trattamento
nell’interconnessione alla rete dell’operatore pubblico, e soprattutto una politica
tariffaria che non danneggi i nuovi entrati, che non godono delle economie di scale
del gestore pubblico. La concorrenza ha in questa fase dei lati negativi: a parità di
livello di efficienza, due società possono avere dei costi complessivi maggiori di
quelli del monopolista, scaricando i maggiori costi di gestione sui consumatori finali.
La privatizzazione ha dei grandi vantaggi, in quanto crea una struttura di
gestione, che permette all’ente pubblico di operare con criteri di economicità; sposta
la logica del management su obiettivi di costi / benefici; chiarisce il processo
decisionale e stabilisce le responsabilità.
Fase 3: la deregolamentazione vera e propria, a sua volta divisa in due parti:
ξDeregulation guidata
Capitolo I: Il mercato delle telecomunicazioni
15
ξMercato completamente libero
In questa fase si vedono i veri vantaggi della liberalizzazione del mercato delle
telecomunicazioni:
ξForte accelerazione dei servizi di telecomunicazione.
ξMiglioramenti complessivi nella crescita economica di tutte quelle industrie
legate al settore ( quindi anche le imprese manifatturiere ).
ξGli utenti di reti fisse competitive ( come si vede in Gran Bretagna e negli
Stati Uniti ) hanno la possibilità di accedere ad una vasta gamma di servizi a valore
aggiunto, ed in più hanno un significativo risparmio sulle bollette.
ξCreazione di nuovi posti di lavoro: si stima che in Italia, con l’introduzione di
un regime di concorrenzialità nella rete di telefonia mobile si avranno 50.000 nuovi
posti di lavoro in cinque anni.
ξ Crescita del traffico telefonico interurbano superiore al 50% ( come è stato
registrato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti dopo la liberalizzazione).
1.1.4 DIMENSIONI DEL MERCATO MONDIALE DELLE
TELECOMUNICAZIONI.
Per concludere questo rapido discorso sul settore delle telecomunicazioni e
sugli sviluppi futuri, è necessario fornire alcuni dati sulla dimensioni del settore
Secondo gli ultimi dati forniti dalla UIT ( Union International
Télécommunications ) nel 1994 gli abbonati al sevizio telefonico erano così ripartiti
( TAB. 1)