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RISULTATI
I 28 articoli esaminati sono stati suddivisi per tematica (vedi tabella 1): 9 articoli
trattavano in generale l’allenamento contro resistenza di cui 4 svolti in ambiente
scolastico, 2 studiavano la metodologia di periodizzazione, 2 utilizzavano la
metodologia d’allenamento a contrasto (“contrast training”), 3 l’allenamento di tipo
vettoriale, 3 l’allenamento isoinerziale, 4 l’allenamento pliometrico, 2 la “core
stability” e infine 3 l’allenamento dello sprint. In questa sessione si andrà ad analizzare
e a confrontare gli articoli più rilevanti per ogni sotto-tematica.
ARGOMENTI ARTICOLI
Resistance training 5
Scuola 4
Periodizzazione 2
Contrast training 2
Allenamento vettoriale 3
Allenamento isoinerziale 3
Pliometria 4
Core training 2
Sprint training 3
Tabella 1 – Panoramica degli argomenti analizzati
Resistance training
L’allenamento contro resistenza è risultato essere un tipo di allenamento molto
utilizzato per allenare il giovane adolescente tra i 13 e i 18 anni. Molti degli studi
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analizzati hanno analizzato gli effetti positivi che questo tipo di allenamento instaura
sulla performance sportiva e sui miglioramenti individuali nel singolo soggetto (vedi
tabella 2).
Studio Numero,
sesso, tipo
Età Metodo Intervento Misure Risultati
Gourgoulis e
altri (2019)
12, f, nuoto 12-14 s.r.c. 11 settimane,
con paracadute
resistente:
- 3x(6x15m), rec.
60s
- 2x(4x25m), rec.
90s
- 50,100,200
m
- cinematica
Il gruppo
d’intervento è
migliorato su
tutte le distanze;
no differenze
significative
cinematica
Amara e altri
(2021)
22, m, nuoto 16-17 s.r.c 9 settimane,
allenamento
concomitante:
- in acqua con
paracadute
- 2 sessione di
palestra per parte
alta
- 1RM panca
piana
- sprint test
- cinematica
Il gruppo
d’intervento è
migliorato su
tutte le variabili
Bar Kohavi
e altri (2018)
42, m, calcio 16-19 s.r.c. 10 settimane, 2
sessioni
d’allenamento di
rinforzo muscoli
d’anca
- forza
eccentrica
muscoli
addutori-
abduttori
- rapporto di
forza
Entrambi i
gruppi di
intervento
hanno
migliorato gli
esiti primari
Tabella 2 - s.r.c. = studio randomizzato controllato; RM = ripetizione massima; f = femmina; m =
maschio
Gourgoulis e altri, hanno effettuato uno studio (2) con lo scopo di valutare l'effetto
sulle prestazioni e le caratteristiche cinematiche di base della bracciata nello stile libero
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in giovani nuotatrici attraverso un allenamento in acqua di 11 settimane con un
programma con maggiore resistenza data dall’utilizzo di un paracadute acquatico. 12
nuotatrici tra i 12 e i 14 anni sono state abbinate a coppie in base alla loro migliore
prestazione nei 50 m di nuoto a stile libero e poi sono state assegnate in modo casuale
ad un gruppo sperimentale o ad uno di controllo. Entrambi i gruppi hanno seguito
esattamente lo stesso programma, in termini di volume e frequenza, di allenamento per
il nuoto. L'unica eccezione è stata che il gruppo sperimentale ha eseguito un
allenamento di sprint con maggiore resistenza tirando un paracadute acquatico, mentre
il gruppo di controllo ha eseguito gli stessi sprint senza paracadute. Prima e dopo il
programma di intervento, è stata valuta la migliore prestazione di entrambi i gruppi nei
50, 100 e 200 metri di stile libero. Inoltre, è stata calcolata la cinematica di base sulle
caratteristiche della nuotata durante i 50 m nuotando lentamente con la massima
intensità. Il programma specifico d’intervento in acqua consisteva, il lunedì e il
giovedì, in 3 serie alla massima intensità di 6 x 15 m con 60 secondi di riposo tra le
ripetizioni e 5 minuti di riposo tra le serie e, il martedì e il venerdì, in 2 serie alla
massima velocità di 4 x 25 m con 90 secondi di riposo tra le ripetizioni e 5 minuti di
riposo tra le serie. Il mercoledì e il sabato le nuotatrici avevano solo il programma
comune di allenamento di nuoto e la domenica avevano il giorno libero. I risultati del
seguente studio indicano miglioramenti nelle migliori prestazioni sui 50, 100 e 200
metri solo nel gruppo sperimentale. Modifiche significative relative alla cinematica
sono state riscontrate solo nella velocità media di nuoto nel gruppo sperimentale
mentre non sono stati osservati cambiamenti significativi nella lunghezza della
bracciata, la velocità di bracciata e la durata della fase propulsiva e non propulsiva in
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entrambi i gruppi. Soprattutto riguardo ai parametri tecnici dei giovani nuotatori, essi
sono fortemente legati al miglioramento delle prestazioni ed è stato trovato che la forza
degli arti superiori ha un effetto positivo sulla capacità di superare la resistenza
all’acqua e, a sua volta, sulla velocità e sull'efficienza del nuoto. Pertanto si suggerisce
che una maggiore forza sia correlata a una maggiore produzione di forze propulsive
nell'acqua e a un miglior rendimento di potenza, influenzando così la meccanica della
bracciata e la prestazione (3).
Interessante è vedere come anche nello studio di Amara e altri (4) sono stati valutati
gli effetti di un programma di allenamento contro resistenza sempre in una popolazione
di soggetti di giovani nuotatori, in questo caso di genere maschile e di età superiore.
Lo studio appena citato infatti ha preso in considerazione 22 nuotatori maschi tra i 16
e i 17 anni. La durata del protocollo sperimentale era di 9 settimane rispetto alle 11
dello studio di Gourgoulis e altri. Le misure raccolte nei due studi sono state simili
(sprint e cinematica), ma nello studio di Amara e altri c’è stata l’aggiunta di una misura
relativa alla forza massima (1 RM panca piana). Amara e altri hanno svolto un
intervento per il gruppo sperimentale che consisteva in sessioni di allenamento
concomitante (“concurrent training”) mentre il gruppo di controllo continuava con
l’usuale programma di allenamento con 6 allenamenti settimanali in acqua con sessioni
sull’aerobico a bassa intensità o sessioni ad alta intensità o interval training. Per il
gruppo sperimentale 2 sessioni a secco in palestra in giorni non consecutivi venivano
eseguite attraverso l’esercizio di panca piana e lanci di una palla medica; dopo il
riscaldamento, gli esercizi di panca piana e lancio della palla medica sono stati eseguiti
con un'intensità variabile tra il 60% e l'80% dell'1RM della panca piana, valutato
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precedentemente, e con il peso della palla medica variabile tra 2 e 5 kg. Il numero delle
serie variava nel tempo da 3 a 6. Il numero di ripetizioni variava tra 6 e 12 ripetizioni
e 3 minuti di recupero sono stati impostati tra le serie e i due esercizi. In acqua invece
sono stati eseguiti sprint alla velocità massima 4 volte a settimana dopo il
riscaldamento. Il lunedì e il giovedì, i nuotatori hanno eseguito 3 serie da 4 ripetizioni
× 15 m. Il martedì i nuotatori hanno eseguito 2 serie da 4 ripetizioni × 25 m e, il
venerdì, hanno eseguito 2 serie da 4 ripetizioni × 25 m. Il recupero negli allenamenti
di lunedì e giovedì è stato di 60 secondi tra una ripetizione e l’altra e 5 minuti tra le
serie, mentre il recupero negli allenamenti del martedì e del venerdì è stato
rispettivamente di 90 secondi e 5 minuti di riposo tra ripetizioni e serie. Anche in
questo caso gli autori suggeriscono l’implementazione di questo tipo di protocollo per
aumentare le prestazioni nel nuoto in giovani atleti, dove il gruppo sperimentale ha
migliorato in tutte le variabili misurate con differenze significative rispetto al gruppo
di controllo.
Bar Kohavi e altri, nella loro ricerca hanno voluto indagare gli effetti di 10 settimane
di intervento con esercizi contro resistenza sui muscoli dell’anca in 42 giovani
giocatori maschi di calcio under 19 (5). Infatti, lo studio parte dalla osservazione che
le patologie all’inguine sono tra le più frequenti in questo tipo di sport e che le lesioni
legate agli adduttori d'anca sono state descritte come quelle più correlate alle patologie
d’inguine e rappresentano la seconda lesione muscolare più comune tra i giocatori di
calcio (6). Attraverso uno studio randomizzato controllato i soggetti sono stati divisi
in 2 gruppi di intervento e 1 gruppo di controllo. I gruppi di intervento svolgevano due
tipi di esercizi: esercizi Copenhagen per gli addutori d’anca (CA, “Copenhagen
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adductor exercises”) ed esercizi di scorrimento eccentrico per gli abduttori e adduttori
d’anca (SH, “sliding hip exercises”). Il gruppo di controllo invece ha svolto per l’intera
durata dello studio un programma di mobilità per l’arto inferiore. Le misure che sono
state prese hanno compreso la valutazione della forza eccentrica massima sia per gli
adduttori che gli abduttori d’anca e misure sul loro rapporto in termini di forza. Lo
studio è durato 10 settimane e consisteva in 1 settimana di pre-test, 8 settimane di
intervento e 1 settimana di post-test. Il numero di serie è aumentato da 2 nelle settimane
da 1 a 3, a 3 nelle settimane da 4 a 6, infine a 4 nelle settimane da 7 a 8. Il numero di
ripetizioni per serie variava da 6 nella settimana 1 a 10 nelle settimane 3, 6 e 8, con un
aumento progressivo del carico totale di lavoro. Entrambi i gruppi di intervento hanno
migliorato gli esiti primari dopo 8 settimane relativi alla forza eccentrica dei muscoli
d’anca e hanno migliorato il rapporto tra la forza dei muscoli abduttori e adduttori.
Inoltre sono state osservate differenze significative con il gruppo di controllo, dove il
gruppo sperimentale è migliorato di più nella forza eccentrica dei muscoli addutori-
abduttori e nel loro rapporto di forza. Lo studio di Bar Kohavi e altri, rispetto ai due
precedentemente analizzati sul nuoto che utilizzavano un intervento più globale, indica
che l’esercizio mirato contro resistenza su determinati distretti muscolari può dare
benefici alla prestazione ma può anche essere utile per la prevenzione degli infortuni.
Infatti, dato che bassi livelli di forza dei muscoli adduttori e asimmetrie di forza tra i
muscoli antagonisti di adduttori e abduttori d’anca sono stati considerati come fattori
di rischio intrinseci per lesioni all'inguine nel mondo calcistico, sia gli esercizi CA che
quelli SH potrebbero essere implementati nei regimi di allenamento dei giovani
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giocatori di calcio per avere potenzialmente un effetto preventivo sulle lesioni
all’inguine e ai muscoli d’anca.
Periodizzazione
La periodizzazione dell'allenamento è un approccio strutturato e pianificato di
organizzazione dell’allenamento in periodi e fasi specifici, ciascuno mirato a
raggiungere determinati obiettivi di prestazione. Questo concetto è ampiamente
utilizzato in vari campi dell'allenamento sportivo, compresa la preparazione atletica.
L'obiettivo principale della periodizzazione è massimizzare le prestazioni evitando il
sovrallenamento e riducendo il rischio di infortuni. Due studi hanno valutato diverse
periodizzazioni di allenamenti che includevano anche esercizi contro resistenza in un
gruppo di atleti di giovane età (vedi tabella 3).
Studio Numero,
sesso, tipo
Età Metodo Intervento Misure Risultati
Bent R.
Rønnestad e
altri (2019)
16, m,
hockey su
ghiaccio
16-18 s.r. 6 settimane,
periodizzazione a
blocchi:
- forza/pliometria:
settimane 1, 3, 4, 6
-HIT: settimane 2, 5
- VO2 max
- salto verticale
- 30 s sprint
- forza
massima
isocinetica
estensione
ginocchio
Miglioramenti del
gruppo di
periodizzazione a
blocchi (VO2 max,
estensione
ginocchio)
Gavanda e
altri (2018)
47, m,
football
americano
17-18 s.r. 12 settimane,
periodizzazione a
blocchi:
- resistenza/endurance
settimane 1:4
- ipertrofia 5:8
- forza massima 9:12
- 1RM squat e
panca
- composizione
corporea
(massa magra
e massa
grassa)
- 40 yrd sprint
- CMJ
- lancio palla
medica
Entrambi i modelli
di periodizzazione
sono risultati
efficaci per le
qualità valutate
Tabella 3 - m= maschio; s.r.= studio randomizzato; HIT= high intensity training