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costituirà la ricerca di come è affrontato dal sistema informativo
italiano l’argomento Brasile. Un tema questo particolarmente
rilevante in questo periodo storico in cui i movimenti
antiglobalizzazione stanno tentando di dare rilevanza ai cosiddetti
Paesi Poveri. Per questo specifico argomento, ma anche per la
panoramica generale e per alcuni dati tecnici, saranno utilizzate
anche fonti orali.
La scelta del Brasile non è stata casuale ma motivata da precise
ragioni:
-Per un motivo puramente pratico, perché ho avuto occasione di
viverci per un periodo sufficiente alle mie ricerche. (Solo dall’Italia
sarebbe stato molto più difficile raccogliere materiale perché i
testi sono veramente pochi, per non dire nulli, la televisione digitale
parabolica non trasmette canali brasiliani e il Consolato non
dispone di registrazioni specifiche sui telegiornali).
-Perché è interessante notare come in un paese culturalmente
dominato dalla fantasia e da suggestioni magiche, dove quindi
l’irrazionalità predomina sulla ragione, s’inserisca una forma di
informazione ma che poi è anche una forma di comunicazione e, se
vogliamo anche sempre più di intrattenimento, notoriamente
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ritenuta formale, paludata. Insomma, nella televisione madre delle
telenovelas, com’è il serio telegiornale.
-Perché, in ogni modo, il Brasile è un paese affascinante e davvero
molto lontano dal “Nostro Mondo”.
E chissà se, attingendo a modelli stranieri, la nostra televisione non
si riesca in qualche modo a migliorare?
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CAP.1: UNO SGUARDO D’INSIEME
Sembra doveroso, prima di procedere alla trattazione specifica
dell’argomento, comunicare qualche informazione generale che
possa essere utile a conoscere un po’ meglio il Brasile. Anche se
risulta un compito non facile data la vastità e varietà della materia.
Tanto più che in Italia si tende ad avere un immagine piuttosto
stereotipata del Paese in esame, che molto spesso non corrisponde
alla realtà, o per lo meno solo ad una parte di essa.
La Repubblica federale del Brasile, questo il nome ufficiale, una
confederazione di stati con capitale Brasilia, è il più grande Paese
dell’America latina con un estensione pari a 28 volte quella italiana.
Il suo territorio è occupato per buona parte dalla foresta tropicale
più grande del mondo, l’Amazzonia, e per il resto da regioni
montuose coperte da foreste o quasi totalmente deserte. La sua
popolazione è di circa 160 milioni di abitanti (San Paolo con 17
milioni di abitanti è il terzo agglomerato urbano del mondo, mentre
Rio de Janeiro ne ha “solo”11 milioni). La lingua parlata è il
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portoghese, anche se il Brasile ha ottenuto l’indipendenza dal
Portogallo già nel 1822. Proprio un portoghese, Pedro Alvares
Cabral, nel 1500, era stato lo scopritore del Brasile.
La popolazione brasiliana è molto eterogenea, comprende tribù
autoctone, che hanno avuto pochi contatti con l’esterno nonché
discendenti dei colonizzatori portoghesi e degli africani deportati
nel diciassettesimo secolo. Tra i gruppi di immigrati in data più
recente spiccano italiani e giapponesi. La comunità italiana è molto
grande e attiva. I nostri emigranti, ad inizio secolo, sono sbarcati,
poverissimi, dopo aver attraversato l’Oceano. Ora occupano posti di
rilievo all’interno della società.
Nonostante il Paese sia fortemente cattolico, il livello di criminalità
è tra i più alti del mondo, soprattutto nelle città. Le rapine a mano
armata e i crimini legati al traffico di droghe sono i reati più diffusi.
I poliziotti, mal pagati, sono spesso accusati di violenze e omicidi.
Le squadre della morte, che si ritiene siano legate alla polizia,
hanno spesso preso di mira i ragazzi di strada delle città. Solo negli
ultimi cinque anni, secondo i dati della Commissione parlamentare
di indagine sulla violenza contro i minori, sono stati 16414 i
“meninos de rua”, cioè i ragazzi di strada, assassinati dagli
8
squadroni della morte. Mentre almeno sette milioni sono i bambini
e gli adolescenti che vivono abbandonati per le strade delle
principali città
2
.
La condizione atroce dei detenuti alimenta la
violenza nelle carceri sovraffollate. Nelle zone rurali sono invece
comuni gli episodi di violenza per il possesso dei terreni.
Un altro grave problema del Brasile riguarda l’alta percentuale di
analfabetismo, attorno al 15% circa, ma oltre tre milioni di bambini
non frequentano mai la scuola, soprattutto quelli residenti nelle
regioni del Nordest, dell’Amazzonia, ma anche gli abitanti più
poveri delle grandi città. Qui, nei quartieri ghetto, le favelas, si
raggiunge anche il 90% di analfabetismo. La percentuale del Pil
spesa nell’istruzione è tuttavia simile a quella dei paesi europei.
Però è mal distribuita. L’istruzione primaria rimane scarsa mentre
molti ragazzi benestanti ricevono borse di studio da parte delle
università statali. Delle 95 università del Brasile, 55 sono pubbliche.
A livello economico, le immense risorse naturali consentono al
Paese di essere il maggior produttore mondiale di caffè, il secondo
di semi di soia e uno dei maggiori esportatori di zucchero e succo
d’arancia. Ci sono anche ampi giacimenti di oro, argento e ferro.
2
www.abcsolidarietà.freeweb.supereva.it/schebra4.htm?p
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Inoltre il Brasile è anche uno dei più importanti produttori di
acciaio. Tuttavia le dissestate finanze regionali rischiano di mettere
a repentaglio la stabilità economica. Gli investimenti esteri sono
frenati dalle imposte sulle attività economiche e dalla corruzione.
La priorità è data alla privatizzazione di compagnie statali. La
vulnerabilità dell’economia è causata dalle fluttuazioni dei prezzi
delle materie prime. E molto spesso anche dall’instabilità politica
tipica del Paese.
Il Brasile è una Repubblica democratica federale con 27 Parlamenti
regionali e un Congresso nazionale. Dal 1995c’è l’elezione diretta
del presidente. La giovane democrazia brasiliana, nata nel 1985
dopo che per più di vent’anni il Paese era stato governato da una
dittatura militare di destra capitanata dal generale Castelo Branco, è
afflitta da un debole sistema basato sulle persone più che sui partiti.
Questi, che non hanno programmi ideologici prestabiliti, formano
coalizioni traballanti, costretti poi a lunghe contrattazioni per far
approvare le leggi del Congresso. Il peso preponderante dei piccoli
partiti e la corruzione sono altri problemi, come testimonia la
destituzione nel 1992, dell’ex presidente Collor de Mello, accusato
di frode. Anche il sistema dei mas media è accusato di essere
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corrotto. Infatti, le licenze di radio e tv sono molto spesso assegnate
sulla base di favori politici e la politica editoriale è fortemente
influenzata dal governo. Ora il presidente è Fernando Cardoso
eletto nel 1994 e poi rieletto anche nel 1998. Il governo sta
cercando di emendare la costituzione del 1988 rivelatasi
impraticabile. Lo stato non riesce a far fronte ai suoi impegni per il
benessere sociale, mentre i governi locali, designati per mitigare il
potere federale, duplicano le funzioni, aumentando i costi totali. I
riformisti chiedono provvedimenti per ridurre l’evasione fiscale e
nel 1995 hanno ottenuto la fine del monopolio statale e l’apertura
agli investitori esteri nei settori petrolifero, minerario, delle
telecomunicazioni, e postale. Altro obiettivo importante è una
riforma elettorale che riduca il peso dei piccoli partiti nel governo.
Comunque, quanto più i politici brasiliani ostacoleranno le riforma
di Cardoso, tanto più gli sponsor internazionali s’irrigidiranno. I
piani di riduzione fiscale, approvati dal Congresso e ora passati alla
regioni, potrebbero determinare una crisi tra i governi locali e
quello federale, nonché ritardare la riforma dell’ormai arcaico
sistema tributario. Con Argentina, Paraguay e Uruguay, il Brasile
gioca un ruolo di primo piano nel Mercosur (organizzazione che
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cerca di tutelare gli interessi economici dell’America del Sud). Il
paese sta svolgendo un compito fondamentale nelle negoziazioni in
corso con gli Stati Uniti sulla natura dell’area di libero scambio per
le Americhe. Un possibile e analogo accordo con l’Unione Europea
darebbe ulteriore impulso al ruolo di leader del Brasile nella
regione. Il paese, comunque, sta portando avanti la propria
campagna per avere un seggio permanente in un allargato Consiglio
di sicurezza dell’Onu e vuole mantenere l’imparzialità nelle sue
relazioni internazionali. La crisi finanziaria che ha scosso il Brasile
nel 1998-1999 ha sottolineato l’importanza della sua stabilità per
l’economia mondiale.
Si teme che la recente crisi nella vicina Argentina possa avere
ripercussioni economiche anche sul Brasile. La sua già traballante
situazione economica sembra essere così esposta ad un ulteriore
rischio.
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CAP.2: STORIA DELLA TELEVISIONE BRASILIANA
2.1 18 settembre 1950
Una data precisa segna la nascita della televisione brasiliana: 18
settembre 1950 (la prima televisione dell’America latina è stata la
messicana “Canale 4” inaugurata sempre nel 1950 poco prima della
nascita di quella brasiliana, negli Stati Uniti si poteva guardare la
televisione già da nove anni, mentre per il battesimo ufficiale della
televisione italiana bisognerà aspettare la domenica del 3 gennaio
1954. In quel giorno ci fu, infatti, l’inaugurazione ufficiale, alle ore
ventuno, nella città di San Paolo, della prima emittente televisiva
nel Paese, la PRF-3 TV. Subito dopo ribattezzata “TV Tupi”
3
. In
quello storico lunedì andò in onda l’inno della televisione e poi il
programma “Tv na Taba”
4
. Siccome c’erano pochi televisori a San
Paolo, furono installati degli apparecchi in una piazza centrale della
3
Grande nazione indigena del sud del Brasile.
4
Villaggio di indios.
13
città e nel “Jockey Club”, affinché più persone potessero assistere
alla nascita della famosa televisione
5
.
Alla “Tv Tupi” di San Paolo, trasmessa sul canale 3, si affiancò, il
20 gennaio dell’anno seguente, anche “Tv Tupi” di Rio de Janeiro
che trasmetteva invece sul canale 6. Le due “Tupi” all’inizio erano
abbastanza differenti. Infatti, a San Paolo la televisione prese
spunto da modelli radiofonici mentre a Rio da modelli teatrali. La
Radio, che nel Brasile era nata come mezzo di comunicazione
d’elite (nel 1923, anno della sua diffusione nel Paese, gli apparecchi
ricevitori erano tutti importati), era diventata sempre più popolare.
Anzi negli anni 50 stava entrando nella fase chiamata “epoca d’oro
della radio brasiliana”. Mentre gli attori di teatro di San Paolo
consideravano la televisione un’arte minore, quelli di Rio de Janeiro
si trasferirono da subito nel nuovo media. E, fra i pionieri della
televisione, ci furono anche molti personaggi che provenivano dal
mondo del circo.
Il protagonista della nascita della televisione brasiliana, comunque,
fu sicuramente Francisco de Assis Chateaubriand Bandeira de
Melo. Un uomo polemico, secondo alcuni, ma, senza dubbio,
5
Historia da comunicacao no Brasil. Tempos heroicos. Rafael Casè.
14
coraggioso e intraprendente. Nel 1950, Assis Chateaubriand era il
proprietario di quello che poteva essere considerato il più grande
impero della comunicazioni del paese: “Diarios e Emissoras
Asocidas”, un’impresa che comprendeva diversi giornali (“Diario
da Noite”, “Diario de Sao Paolo”), riviste (“O Cruzeiro”) e stazioni
radiofoniche (“Radio Tupi”). Un’impresa che era cresciuta e si era
sviluppata da quando il giovane giornalista, e futuro impresario,
comprò nel 1924 a Rio de Janeiro, “O Jornal”.
Negli anni 50 l’industria brasiliana stava vivendo un florido
periodo, un processo di crescita, e i centri urbani cominciavano a
trasformarsi attraverso alcune strutture basilari. Attività
commerciali, finanziarie, settore terziario si stavano espandendo. A
livello politico, proprio in quegli anni, Getulio Vargas aveva
occupato il posto del generale Gaspar Dutra nella presidenza dello
Stato.
Il nuovo mezzo di comunicazione, nato proprio in quegli anni,
sarebbe diventato nel giro di poco tempo, una della maggiori
attrazioni di massa e una questione economica molto importante.
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2.2 I tempi eroici degli anni cinquanta
Nell’anno di fondazione della “Tv Tupi”, esistevano solo duecento
apparecchi televisivi in tutto il Brasile e l’unica emittente televisiva
era a San Paolo. Solo l’anno seguente fu installata un’emittente
anche a Rio de Janeiro nella sede precaria della stazione radio
“Tamoio”. Il primo problema che si presentò alla nuova emittente
carioca fu la localizzazione dell’antenna per trasmettere. Il “Diario
Associados group” che aveva dato vita alla tv “Tupi”di San Paolo,
voleva collocare l’antenna sul colle del Corcovado, vicino alla
statua del Cristo Redentore. Ma la proposta trovò la dura
opposizione del clero locale. Così si dovette ripiegare sulla collina
del Pan di Zucchero, anch’essa molto alta.
Durante i primi due anni di vita, la televisione non era nient’altro
che un giocattolo elettronico per le elite brasiliane
6
. Il prezzo di un
apparecchio televisivo era solo di poco inferiore a quello di un
automobile.
6
Communication for a new world. Brazilian perspectives.
16
Per renderlo un mezzo di massa e non più solo per pochi, Assis
Chateaubriand escogitò di collocare alcuni apparecchi televisivi su
pubbliche piazze.
L’esperimento funzionò perché le vendite di apparecchi televisivi
aumentarono. Così come le emittenti. Dopo la “creatura”di
Chateaubriand altre stazioni sorsero a San Paolo: la “Tv Paulista” il
14 marzo del 1952 e la “Tv Record”il 27 settembre 1957.
A Rio de Janeiro la “Tv Rio canale 13”si serviva di un canale
concesso a “Radio Mauà”, che era l’emittente ufficiale del
Ministero del Lavoro, per inaugurare le sue trasmissioni nell’estate
del 1955.
Anche la città di Belo Horizonte, capitale della regione del Minas
Gerais, ebbe in quegli anni la sua prima emittente. L’8 settembre
del 1955 fu inaugurata la televisione “Itacolomi”.
Intanto i programmi andavano proliferando. Molti seguivano
modelli nordamericani. Gli sponsor, che erano principalmente
grandi multinazionali, abbandonavano la radio per la televisione. Le
emittenti tentavano di superare il modello di linguaggio
radiofonico, visto che serviva sempre più un linguaggio specifico
per questo nuovo poderoso mezzo di comunicazione. Fra tutti i
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programmi, quelli delle emittenti di Assis Chateaubriand erano
sempre più innovative. E alcune di queste erano già destinate a
segnare per sempre la televisione brasiliana. Uno su tutti il
programma “Noite da gala” trasmesso sia da “Tv Tupi” sia da “Tv
Rio”. Uno spettacolo che durava quasi due ore con battute di
humor, attrazioni musicali e un corpo di ballo degno di Hollywood.
Alla fine degli anni ‘50 la televisione è in piena espansione e si
presenta alla soglia dei ’60 ormai come un importante mezzo di
comunicazione di massa, destinato a svilupparsi ulteriormente.