Executive Summary
II
In letteratura il punto di partenza è stato quindi la ricerca di una visione customer-
centrica del problema, partendo dalla storica contrapposizione tra l’innovativo modello
delle 4C con quello tradizionale delle 4P di Kotler. Questo sostanziale cambio di punto di
vista e la evidente focalizzazione sul cliente finale, ora punto fermo attorno al quale
vengono sviluppate tutte le strategie di marketing, hanno permesso nel tempo la nascita e
lo sviluppo di tematiche quali RSI – Responsabilità Sociale d’Impresa -, Branding, Web-
Marketing, Rete d’Impresa e, più recentemente, Marketing Esperienziale. Questi approcci
offrono tutti modalità molto differenti per raggiungere l’obiettivo comunicativo, ma proprio
questo garantisce la loro applicabilità in contesti anche molto differenziati.
Lo scopo della ricerca è stato quindi quello di suggerire alle PMI come sfruttare questi
nuovi strumenti in relazione al proprio contesto operativo tramite la realizzazione di un
modello di valutazione strategica. A livello operativo, il lavoro si propone di fornire un
modello di riferimento dal quale gli imprenditori delle PMI operanti in contesti B2B
possono trarre, in funzione del posizionamento della loro impresa e rispetto ad alcune
variabili di segmentazione, alcune linee guida qualitative per creare e mantenere una
relazione con il cliente finale. La progettazione di tale modello ha seguito un processo
basato su tre momenti distinti:
ξ dapprima sono state effettuate 8 interviste presso alcune grandi imprese
operanti sul mercato italiano B2B (Imq, Brembo, Magneti Marelli, Tetrapak
direttamente, Bosch e Basf con fonti indirette), da cui sono emersi i principali
trend in atto e le priorità di applicazione degli strumenti. Esse sono state
selezionate principalmente in relazione al fatto che, pur essendo aziende B2B,
hanno nel tempo dimostrato di aver investito abbondantemente ed
efficacemente nel contatto con il cliente finale, ed era sicuramente interessante
cercare di capirne le ragioni strategiche. In questa fase si è quindi realizzato un
Executive Summary
III
modello interpretativo, allo scopo di determinare in quali contesti fossero
riscontrabili determinate azioni;
ξ successivamente si è effettuata la modellizzazione vera e propria, agendo
nell’intenzione di costruire un modello normativo in grado di indicare alle
aziende come comportarsi in presenza di determinate caratteristiche
contingenti. Il processo è stato focalizzato su un contesto distrettuale: il
distretto legno – arredo “Brianza”;
ξ si è proceduto infine al tentativo di validazione sul campo del modello,
sostanzialmente tramite un pre-test esplorativo, tramite 8 interviste presso
alcune PMI appartenenti al distretto industriale “Brianza” (F.lli Mascheroni,
O.D.S, Tabu, Mia, Caimi Export, F.lli Broggi, Vincenzo Lietti e Gi.Elle.Esse);
A livello operativo le interviste sono state condotte in entrambi i momenti con il
medesimo assunto teorico: la replicazione teoretica. Si è cercato cioè di considerare
contesti molto diversi, ma tutti di successo, con l’aspettativa di trovare soluzioni operative
differenti. La scelta della generazione di case-study è invece legata innanzitutto al
fallimento di un precedente tentativo di analisi tramite questionario, ma soprattutto alla
convinzione che tale modalità fosse la più adatta per comprendere le dinamiche presenti
in contesti così differenti.
Per quanto riguarda la modellizzazione, essa è stata un’operazione piuttosto laboriosa
in relazione al fatto che in letteratura non si sono rilevati contributi utili agli scopi del
lavoro, ma soprattutto in considerazione alla specifica tematica considerata, le PMI, così
complessa e variegata a priori. Il processo ha seguito due fasi logiche distinte:
ξ segmentazione “strutturale”, all’interno della quale si sono tenute in
considerazione dimensioni aziendali, tessuto industriale di riferimento e
tipologia di mercato servito;
ξ segmentazione “strategica / decisionale” , dove si sono considerati approccio di
fondo (in termini di orientamento alla competizione o alla collaborazione),
strategicità di prodotto per il cliente (specificando se si tratta dell’intermedio o
di quello finale) e risorse a disposizione;
Executive Summary
IV
La combinazione del risultato di ciascuno dei due processi precedenti ha portato alla
definizione della rappresentazione seguente. In particolare il primo è visibile sull’asse delle
ordinate, dove sono rappresentati i tre cluster risultanti:
ξ INDUCTED JOB. Sono le aziende piccole e piccolissime, con un mercato quasi
completamente locale. Tale condizione le racchiude all’interno dei confini
dell’ampio mondo del mercato dell’indotto delle grandi aziende.
ξ MIDDLE CLASS. Sono aziende di piccole e medie dimensioni rivolte ad un
mercato prevalentemente nazionale.
ξ TOP CLASS. Sono le aziende di più grandi dimensioni che si confrontano
prevalentemente con un mercato internazionale. Costituiscono quindi le
eccellenze del distretto, e sono i committenti di gran parte dell’indotto locale.
Per quanto riguarda il secondo asse, la cui segmentazione è visibile sulle ordinate, si
distinguono quattro scenari di riferimento:
ξ Low Potential. È la situazione meno auspicabile; non ci sono molte risorse da
investire, e il prodotto non è comunque strategico per la filiera di riferimento. È
importante spostarsi da questa condizione, muovendo sia verso la ricerca di
fondi, che verso il miglioramento di strategicità di prodotto.
ξ Fund Raiser. Il prodotto è molto strategico, ma ci sono a disposizione pochi
fondi per le attività di marketing e comunicazione. È necessario trovarne per
incrementare le proprie attività.
ξ Researcher. In opposizione al caso precedente, in questo contesto le risorse
sono molte ma il prodotto è poco strategico. È opportuno fare ricerca per farlo
diventare tale.
ξ High Potential. È sicuramente la condizione a cui tendere: molte risorse e un
ottimo prodotto sotto il profilo strategico.
Executive Summary
V
All’interno della presente matrice appaiono alcuni cluster indicati come “not available”;
tale denominazione trae origine da alcune indicazioni emerse da una ricerca effettuata nel
distretto di riferimento, che indica come la spesa di marketing sia più che proporzionale
alle dimensioni aziendali: è chiaro quindi che tali scenari, nelle ipotesi definite, non
possano non essere considerati altro che delle eccezioni. A livello operativo ove possibile
si è scelto di servirsi dell’approccio ad eliminazioni successive teorizzato da M. Porter che,
al fronte di un processo di selezione più laborioso ma sicuramente indispensabile in un
contesto così poco strutturato, garantisce risultati robusti.
Per individuare quali fossero gli strumenti adatti ad ogni cluster evidenziato è stato
necessario tenere in considerazione i risultati emersi dalle interviste alle grandi aziende:
ξ Le grandi aziende B2B credono nel contatto con il cliente finale ed investono su
di esso con precise e coerenti strategie di marketing;
ξ La priorità di applicazione degli strumenti segue un ordine ben preciso: tutte
hanno inizialmente investito in politiche di branding tradizionale; si sono poi
eventualmente orientate ad applicazioni relative all’amplio mondo della
RSI/CSR e, ove anche tali strumenti sono risultati inefficaci o non coerenti con
le strategie aziendali, sono state studiate soluzioni ad hoc con leve collaterali
(caso Brembo);
ξ Ove fossero presenti tematiche sensibili all’opinione pubblica sono stati fatti
investimenti al fine di sfruttare positivamente tale aspetto (caso IMQ o BASF);
Executive Summary
VI
ξ È di estrema importanza considerare la coerenza degli strumenti utilizzati con
la strategia aziendale ed il contesto operativo. Non sempre gli stessi strumenti
portano ad i medesimi risultati in situazioni diverse;
ξ Talvolta un brand già conosciuto potrebbe voler essere caricato di nuovi valori
che altrimenti difficilmente verrebbero percepiti dal consumatore (caso
Tetrapak).
ξ In tutti i casi considerati i risultati a consuntivo della campagna si sono
dimostrati positivi: la brand awareness complessiva è aumentata e con essa
anche i fatturati, in funzione della domanda indotta. Nessuno degli intervistati
è stato però in grado di determinare che percentuale dell’aumento sul totale
fosse attribuibile a tali operazioni.
Considerando di volta in volta le caratteristiche di ogni strumento, alla luce dello
scenario considerato e dai trend sopraccitati, si è in conclusione potuto determinare il
modello complessivo. Esso, nella versione aggregata, è rappresentato nella figura
seguente:
In esso sono raffigurate le relazioni “scenario-strumento” che sono apparse
significative in sede teorica. Anche in questo caso il risultato è stato ottenuto facendo
ricorso al già citato approccio delle eliminazioni successive, semplicemente sondando
l’applicabilità di ciascuno strumento al singolo cluster in relazione alla compatibilità delle
caratteristiche evidenziate.
Executive Summary
VII
Infine la fase di pre-testing ha compreso la seconda fase di interviste, che ha visto
come interlocutori alcune realtà industriali del distretto “Brianza”, selezionate in modo da
essere diffuse in modo capillare all’interno del modello.
Tramite questi case-studies si sono perseguiti alcuni obiettivi distinti:
ξ Capire le strategie attuali e future delle aziende considerate, in relazione al
fatto che la coerenza con il modello ne avrebbe rappresentato la validazione;
ξ In caso di incoerenza, comprenderne le motivazioni e l’opinione in merito da
parte dell’intervistato;
ξ Ottenere delle considerazioni circa il tema dell’enfatizzazione del distretto
industriale;
ξ Determinare alcune linee guida per il corretto utilizzo del modello;
A livello pratico si è riscontrato che il modello ha operato in modo sufficientemente
efficace in 21 linee guida su 25 complessivamente proposte, come ben visibile nella
tabella seguente. La valutazione, in particolare, è stata effettuata osservando la
rispondenza tra quanto previsto e quanto realmente implementato (o in progetto),
considerando positivamente un allineamento totale o parziale delle due componenti. Data
la già citata limitatezza del campione considerato, si ritiene però maggiormente
significativa la persistente diffusione all’interno del modello di tutti gli strumenti
Executive Summary
VIII
presentati, piuttosto che il mero dato quantitativo. Un ulteriore interessante conferma
viene poi dal raffronto tra i risultati ottenuti in contesti simili, semplicemente confrontando
tra loro aziende appartenenti al medesimo cluster. Dalla tabella si nota come esse siano
rappresentate dalle coppie “Tabu – Caimi Export” e “F.lli Mascheroni - Vincenzo Lietti”,
ancor più significative in quanto rappresentano le condizioni estreme valutate dal modello.
Sempre dalla medesima tabella seguente si può verificare come i risultati riscontrati siano
nei due scenari praticamente sovrapponibili. In particolar modo è apprezzabile la
similitudine per le imprese “Top Class” che, più strutturate e dotate di veri e propri piani
strategici di marketing, offre al modello un valore aggiunto sicuramente superiore all’altro
caso.
A valle della stesura e dell’applicazione, seppur parziale, del modello di valutazione si
evidenziano vantaggi e svantaggi di un suo possibile utilizzo:
Executive Summary
IX
Vantaggi:
ξ È caratterizzato da una profonda facilità interpretativa. Chiunque, anche senza
alcuna preparazione manageriale, è in grado di utilizzare la matrice e trarne
delle conclusioni qualitative;
ξ Consente di entrare a conoscenza di tematiche che potrebbero non essere
note all’utilizzatore;
ξ Permette di avere un quadro complessivo di tutti gli strumenti che un’azienda
in uno specifico contesto dovrebbe utilizzare;
ξ Permette di effettuare confronti teorici con gli strumenti utilizzati
presumibilmente dalla concorrenza;
ξ Consente di capire preventivamente in che senso investire in relazione ad un
mutamento prevedibile del contesto operativo;
Svantaggi:
ξ Richiede grande esperienza e profonde conoscenze teoriche per la scelta degli
strumenti operativi, in relazione alle variabili da considerare di volta in volta;
ξ È limitato al contesto distrettuale manifatturiero;
ξ I casi di studio, seppur significativi, sono in numero limitati e geograficamente
concentrati tanto da non permettere di considerare il modello completamente
validato; in particolare si ritiene che il risultato ottenuto si limiti ad essere un
positivo pre-test che potrebbe giustificare un futuro investimento in un’analisi
su amplia scala;
Executive Summary
X
English Version
The actual economic and competitive context has pointed out how it is important to
invest correctly in marketing and communications activities, especially to avoid wasting of
resources. This is really true in small-medium companies – SMEs – which in their
characteristic unfortunately have a chronic lack of founds.
For this we decided to focus on them, mainly considering the fact they represent
about 98% of Italian companies (by Istat). Another decision was to focus the work on
b2b market, considering we have found for this theme a lack of support in literature.
The starting point was the fact that some authors found uneasiness in actuating
effective marketing activities by the companies, limited as they are to the simple direct
communication on the supply chain. In the b2b world in fact the information usually is
only shared between really near players, and its quality level depends to the kind of
relation they have. Simply one obtains more information much more is his power, the
economic value of the transaction or finally the profundity of the relation. The result is
that each player to take some decisions uses information not reflecting the real situation
of the market, and the perspective diverges.
For these we decided to understand how it is possible to shift the point of view on the
final customer trying a direct connection with him.
The literature starting point was the research from a customer-centric view of the
problem, mainly from the historic opposition between the 4C model and the 4P Kotler’s
one. This substantial change of point of view and the focus on the final customer allowed
the development of CSR, Branding, Web-Marketing, Net of Companies and, recently, the
Experiential Marketing. All these approaches offer a different way to reach the
communication objective, and this is the guarantee of their applicability also in various
different scenarios.
Executive Summary
XI
Above all the target of the research was to suggest to SMEs some ways to use these
levers, considering their context, by the creation of an evaluation model. Operatively the
work aims to propose a model from which the entrepreneurs can extrapolate, in relation
to the positioning of their company and some variables, some qualitative guide lines to
create and manage the relation with the final customer. To construct it, a three step road-
map was followed:
ξ First 8 interviews to some of the most representative b2b companies in Italy
were made (Imq, Brembo, Magneti Marelli, Tetrapak directly, Bosch and Basf
indirectly); from this survey some trends and priorities in using levers emerged.
These firms were selected because, also being b2b, they demonstrated in their
stories to have invested al lot and effectively to connect to the final customer,
and was mainly important to understand the reasons why. In this situation we
used an “interpretative model” to understand what lever was used in different
contexts;
ξ Secondly we worked aiming to obtain a “normative model”, to indicate to the
companies the way to behave in relation to specifics contingent variables. The
process was focused on a district context: “legno – arredo Brianza”;
ξ Finally we tried to validate the model with an explorative pre-test with 8
interviews to some SMEs within the “Brianza” district (F.lli Mascheroni, O.D.S,
Tabu, Mia, Caimi Export, F.lli Broggi, Vincenzo Lietti e Gi.Elle.Esse);
All the interviews was driven by the same principles: theoretic replication. We tried to
consider various different success contexts aiming to find different operative solutions. To
do this we have chosen the case study’s way in relation to the past failed attempt to do a
survey, but mainly to the conviction it was the much more right way to understand
dynamics in such different situations. Referring to the modeling operation, it was really
laborious especially because of the theme, SMEs, is various and complex and “a priori”.
To model is the result of two combined logic phases:
ξ “structural” clustering, in which we considered dimensions, context and kind of
served market of the company;
Executive Summary
XII
ξ “strategic / decisional” clustering, in which we considered main approach
(competitive or collaborative), strategic configuration of the main product and
resources;
The result of the two process is represented in the next matrix. Vertically there are 3
clusters by the first one:
ξ INDUCTED JOB. They are the smallest and micro companies, with a mainly
local market. These circumscribes them into the borders of inducted works;
ξ MIDDLE CLASS. They are small and medium companies with a relevant
national market share;
ξ TOP CLASS. They are the biggest in the context and they confront mainly to
the international market. They are simply district’s excellence cases and are
often the commitments of the inducted works.
Referring to the second axis, which can be seen horizontally, we defined 4
scenarios:
ξ Low Potential. Is the worst situation: there are no resources and no
strategic items for the supply chain. It is important to move from such a
condition both to collect some money and to improve the product;
ξ Fund Raiser. In this we find strategic products but lack of funds for the
marketing budget and communications activities. It is necessary to find it;
ξ Researcher. Opposite to the last description the company has now
resources but the product is low strategic. It is really important to research
to obtain it.
ξ High Potential. Is the scenario to tend to: lot of funds and highly strategic
product.
Executive Summary
XIII
In this we can find some clusters called “not available”; such a name comes out from
a research done in the district that point out how the marketing spending is more than
proportional to dimensions of the company: it is clear that these scenarios, considering
the hypothesis we have done above, could not be considered nothing but an exception.
Operatively the “successive elimination approach” by M. Porter was chosen which, in
relation to a laborious but indispensable process in such a de-structured context,
guarantees effective results.
To choose the really right lever we considered also the results coming out from the
interviews to the great companies. They are:
ξ B2b companies believe in direct contact to the final customer and they invest on
it with coherent marketing strategies;
ξ The priority in levers application follows a precise order: each company have
initially invested in traditional branding, then typically turned to other applications
like CSR and, in case of low effectiveness of these, they studied “ad hoc”
solutions (remember Brembo’s case study);
ξ Where sensitive themes are found, companies invested in order to take
advantage of it (Imq or Basf);
ξ It’s mainly important to consider the coherence between the levers and the
company’s strategy and the operative context: the same effort always not
produce the same result in different situations;
Executive Summary
XIV
ξ Often an already known brand have to be charged with new values than
otherwise could not be perceived by the final customer (Tetrapak);
ξ In every considered cases the campaign results are positive: the brand
awareness and the turnover raised up, mainly in relation to the inducted market.
Nobody was in the position to determine what percentage of the increase was
attributable to such operations.
Considering each time the characteristic of the instrument, referring to scenarios and
trends described, we completed the model. This is represented in aggregate way in the
next table:
In this you can found the relations “scenario-lever” that appeared to be much more
meaningful. Also in this case we referred to the Porter’s approach, simply verifying the
applicability of each lever in each cluster.
Finally the pre-test process comprehended the second wave of interviews, this time to
some factories located in the Brianza’s district and selected to full all the scenarios
described.
Executive Summary
XV
This was made with some main objectives:
ξ To understand actual and future strategies of the considered SMEs, mainly
believing that a coherence with the model would represent its validation;
ξ To understand the reasons of eventual incoherence with the guide lines and
the opinion about it by the entrepreneur;
ξ To obtain some considerations about the industrial district theme;
ξ To determine some guide lines in using the model;
Back to a more practical level, considering the guide lines given to each company, we
found the model effective in 21 on 25 proposed. The evaluation was mainly done
observing the coherence between what previewed and what implemented and considering
positive a total or partial alignment. In relation to the few case studies, we considered
more significant the persistent diffusion of all the levers in the model than the quantitative
value. Another vary interesting confirm comes out from the comparing between
companies from the same cluster. From the table we noticed that he results by the two
cases “Tabu – Caimi Export” and “F.lli Mascheroni – Vincenzo Lietti”, much more
significant because at the antipodes in the model, could be overlapped. In particular was
really appreciate the similitude in the “Top Class” cluster, with more structured and with a
real marketing strategy companies, which offer a much more value added than the other.