2
Di “lui” i mass media hanno parlato molto, in modo anche parziale e limitante, con toni spesso
sensazionalistici o forse un po’ snob
1
. Ma, per esperienza quotidiana, citando il termine weblog un
buon numero di persone risponde: “Quella cosa che assomiglia a un diario personale?” o, più
candidamente, affermare di averne sentito giusto parlare o, ancor più sinceramente, di non sapere di
cosa si parla. Una fama direi quindi piuttosto fragile, che non contempla le potenzialità e le risorse
messe a disposizione dal weblog. Questo non significa che il blog sia stato finora sottovalutato e
meriti una riscoperta, al contrario credo anzi che in alcuni scenari è stato forse anche
sopravvalutato.
La mia intenzione è allora capire più da vicino cos’è il blog: descriverlo, esplorarlo, analizzarlo,
confrontarlo, anche criticarlo. Vedremo come si presenta, in cosa si riconosce, quanto è difficile
definirlo in modo esaustivo, quanto impegnativo classificarlo.
Ma questo è solo un passo preliminare.
Mi interessa conoscere i blogger, gli utenti del weblog. Non tanto da un punto quantitativo ma quasi
personale, capire cioè cosa fanno con il loro blog, perché lo hanno scelto, cosa cercano e magari
cosa temono.
E il passo successivo, strettamente connesso, considererà le relazioni che vanno a instaurarsi tra i
blogger. È un punto molto interessante (“logiche di collegamento, citazione e confronto”) in quanto
attinge alle risorse in termini di interazione e dialogo messe a disposizione dal blog.
Apprezzeremo la propensione del nuovo strumento nel creare relazioni tra soggetti in Rete
valorizzando però, in parallelo, le peculiarità individuali.
Fino ad arrivare al cuore della questione: il ruolo del weblog nel contesto della Rete. Ammesso che
di ruolo si possa comunque parlare.
Una precisazione lessicale: in alcune parti dell’elaborato utilizzo il termine sito come sinonimo di
weblog/blog, per questioni di variatio ma, si vedrà, i due lemmi non sono del tutto sovrapponibili
Voglio introdurre fin da ora anche alcuni neologismi che si ritroveranno più volte nel testo, allo
scopo di favorirne familiarità e comprensione:
Blogger: l’utente di weblog
Blogosfera: l’insieme dei weblog
Vib/blogstar/A-list: blogger famoso e molto seguito
1
Conosciuto comunque un periodo di massima copertura tra la fine del 2002 e la prima metà del 2003 la notiziabilità
del blog è andata via normalizzandosi.
3
Figura 1-1: Weblog
4
CAPITOLO 1: LE IMPRESSIONI DEL
WEBLOG
1.1 PRIMO IMPATTO COL WEBLOG
Il primo impatto è quello che conta
Detto popolare
Il primo impatto col weblog può generare diversi esiti: il più frequente è l’impressione di essere di
fronte a una pagina web un po’ particolare.
In fondo il blog è una pagina web ma se ne osserviamo un certo numero, a livello molto
superficiale, notiamo già alcuni elementi ricorrenti che in un sito web non si troverebbero così
frequentemente. Li ho evidenziati col colore: su tutti la disposizione del testo in ordine cronologico,
le sezioni archivio, blog che leggo e altri elementi aggiuntivi (nel nostro esempio ho evidenziato
l’rss). Il layout del testo è l’aspetto più emblematico: il termine weblog nasce dalla crasi dei termini
web e log, ovvero “diario di Rete” e, come in un diario, gli interventi sono raccolti per giorno e ora
di inserimento.
Prese solo queste peculiarità, è legittimo chiedersi se il blog non sia soltanto una tipologia di sito
web e non qualcos’altro. Il dubbio c’è e rimane perché, e lo vedremo nel corso dell’intero studio, le
differenze tra la “classica” pagina web e il “nuovo” blog sono sottili, si giocano sul più:
Il blog è una pagina Web con un qualcosa in più
Questa prima definizione, estremamente vaga e quasi assiomatica, ci aiuta ad entrare nell’ottica del
blog, una dimensione piuttosto fuzzy, e ad introdurci a un primo fondamentale livello di analisi,
quello della struttura.
5
1.2 STRUTTURA: IMPRINTING
Imprinting: rapida forma di apprendimento estremamente limitata [..]
importante nel riconoscimento della specie
Curtis, Barnes, Le scienze biologiche
Nella precedente riflessione abbiamo rilevato come la struttura tra gli elementi di maggior
caratterizzazione del blog: andiamo ad analizzarla con maggior attenzione.
Facciamo di nuovo riferimento alla figura 1.1.
Il weblog si sviluppa lungo una direttrice verticale con gli interventi (post) dell’autore ordinati
cronologicamente, dall’alto verso il basso, con l’inserimento più recente in testa alla pagina. I post
sono di solito testuali ma possono contenere anche immagini e estratti audio, come avviene nei
cosiddetti photoblog e audiblog. La lunghezza degli interventi è estremamente variabile, a completa
discrezione dell’autore, come le scelte di impaginazione e caratterizzazione. Ovviamente ancor più
libero è il contenuto degli interventi: l’autore può scrivere qualsiasi cosa. (fig. 1.2)
Figura 1-2: esempio di post
Ogni post è corredato di un titolo, dell’indicazione di chi l’ha scritto e della data e ora in cui è stato
pubblicato. E, elemento chiave, lo spazio per i commenti (fig. 1.3), un link a un form dove ogni
navigatore può scrivere la propria opinione verso quel post, come una nota a piè di pagina. Pur
essendo un punto focale nell’economia dei weblog, la presenza dell’angolo commenti è a scelta
dell’autore.
6
Figura 1-3: lo spazio commenti del weblog
Figura 1-4: la blogroll
Il commento viene poi automaticamente visualizzato in coda al post stesso, insieme a quelli lasciati
dagli altri visitatori. Succede che i commenti vengano “ricommentati” dal blogger padrone di casa e
dagli altri lettori, con il conseguente sviluppo di catene di dialoghi.
Gli interventi pubblicati vengono archiviati in modo automatico con cadenza settimanale o mensile,
rimanendo però sempre consultabili attraverso un link fisso e univoco (permalink), in grado di
identicarli anche col passare del tempo e il cumularsi degli aggiornamenti.
Su un lato dello schermo, a forma di colonna, è presente la blogrolling, (spesso abbreviata in
blogroll), (fig.1.4) l’elenco con i link ai blog preferiti dall’autore, molto simile a una lista di
indirizzi con eventuali commenti a didascalia. Piuttosto frequenti anche altre due strutture, il
pingback e il trackback, aggregate ai post e utili nel dare ordine. Il pingback notifica al blogger A se
un suo post è stato linkato e preso come spunto dal blogger B, inserendo automaticamente il
collegamento sul blog A. Il trackback ha un fine analogo e genera sul blog la lista di tutti gli altri
“colleghi” che lo hanno citato. L’importanza di questi strumenti si rivela nel mantenere ordine tra le
discussioni in corso, soprattutto quando il numero dei post incrociati diventa notevole e poco
agevole da districare.
7
L’obiettivo è analogo a quello dei feed RSS (Really Simple Syndication o Rich Site Summary) e
RDF (Resource Description Framework), formati di distribuzione di contenuti sul Web: in sostanza
sintetizzano i contenuti del blog da cui sono automaticamente generati in “file” che, attraverso
applicazioni software, vengono raccolti, aggregati e resi disponibili alla consultazione. (Roncaglia;
Hammersley 2003 cit. in Roncaglia). In questo modo è possibile seguire un alto numero di weblog
in modo veloce, con un colpo d’occhio paragonabile ad una rassegna dei dispacci di agenzia.
2
L’uso
dei feed si è dimostrato efficace anche se non esente da difficoltà, per prima l’assenza di uno
standard condiviso. Non mancano altre iniziative di sintesi e accorpamento tematico tra blog: in
Italia spicca l’esperienza del Blog Aggregator, così raccontata dall’ideatore Granieri:
Ho invitato una quarantina di blogger a partecipare (il numero può crescere fino a "n", può persino non
essere subordinato ad una password), permettendo loro di inserire (con una operazione che richiede pochi
secondi) i titoli dei post appena pubblicati, e delle informazioni sull'argomento e sul tono. Il numero (o il tipo)
di informazioni addizionali può essere variato.
Il meccanismo è semplice: scrivo un post, lo pubblico, faccio una capatina sulla pagina che mi permette di
inserirlo nel Blog Aggregator e spendo 20 secondi per trascrivere titolo e permalink.
Il risultato è che i post appaiono suddivisi per argomento (e non per blog). L'utente può (basta un modem e
un browser) consultare l'elenco discriminando per argomento e tono (magari ha poco tempo e i post
scherzosi sono un disturbo), puntando direttamente al post che gli interessa.
Lo svantaggio è che ci vuole una azione da parte del blogger (registrare il post), ma il beneficio è notevole
(in termini di attenzione per il blogger, in semplicità d'uso per il lettore). (Granieri)
Il progetto Blog Aggregator è in continua evoluzione e ha da poco lasciato il posto alla nuova
release, The Filter. A livello internazionale citiamo invece il Blogdex, una classifica degli argomenti
più discussi nella blogosfera, e Eatonweb, tra le prime directory a cercare di raccogliere e ordinare
blog da tutto il mondo. Queste iniziative fanno spesso capolino nel layout con form o finestrelle
(simili a banner) o link-share.
2
Gli Rss e gli Rdf sono tecnologie in crescente applicazione, nei motori di ricerca e nella realizzazione degli ipertesti,
nella prospettiva di sviluppare un cosiddetto Web semantico. Si tratta un approccio che prevede, almeno nei progetti, un
nuovo genere di documenti Web interpretabili tanto dagli utenti umani quanto dagli agenti automatici, partendo da una
strutturazione di metadati in grado di identificare con precisione oggetti e contenuti. L’esito sarebbe un’Internet più
comprensibile e accessibile, pur con tutte le difficoltà del caso (Roncaglia). Due definizioni tecniche: “The Semantic
Web provides a common framework that allows data to be shared and reused across application, enterprise, and
community boundaries. It is a collaborative effort led by W3C with participation from a large number of researchers
and industrial partners. It is based on the Resource Description Framework (RDF), which integrates a variety of
applications using XML for syntax and URIs for naming” e "The Semantic Web is an extension of the current web in
which information is given well-defined meaning, better enabling computers and people to work in cooperation." -- Tim
Berners-Lee, James Hendler, Ora Lassila,” The Semantic Web” in Scientific American, May 2001
8
Concludendo l’analisi della struttura, i gestori mettono spesso a disposizione elementi opzionali per
aumentarne la personalizzazione: angoli per descrivere gusti e preferenze del blogger, aforismi,
sezioni particolari (galleria di foto, la biografia, emoticon) o servizi aggiuntivi. Lo scopo è quello
di rendere ancora più unico il blog e, commercialmente, fidelizzare l’utente al proprio servizio. Non
è strano in fondo che i blogger provino gestori diversi aprendo e chiudendo i propri blog,
effettuando una scelta tra le varie offerte fino a vagliare lo strumento più adeguato alle proprie
esigenze.