all’uomo, grazie alla loro incapacità di tollerare cambiamenti significativi nella struttura o
nelle qualità spaziali degli habitat.
L’uso del G.I.S., basato su cartografia landcover, permette una quantificazione della
struttura del paesaggio su scale relativamente grandi (ad esempio a livello di intere
foreste), anche se la loro utilità può essere limitata per animali che rispondono a
caratteristiche dell’habitat ad una scala più piccola (WHEATLEY et al., 2005). Nel nostro
lavoro è stato utilizzato un approccio multiscala partendo dal dettaglio di una singola
stazione di un ettaro, fino alla dimensione media di dispersione dello scoiattolo (3 km).
Per l’analisi delle preferenze ecologiche sono state analizzate sia stazioni già rilevate in
precedenza che nuove stazioni studiate ad hoc nella Catena Costiera, area interessante di
espansione attuale dello scoiattolo meridionale.
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CAPITOLO 1
CARATTERISTICHE ECOLOGICHE DI Sciurus vulgaris
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1.1 INQUADRAMENTO SISTEMATICO
Sciurus vulgaris Linneaus, 1758
Regno………………………………………….ANIMALIA
Phylum…………………………………………CHORDATA
Classe………………………………………….MAMMALIA
Superordine……………………………………GLIRES
Ordine……………………………………….. .RODENTIA
Sottordine……………………………………..SCIUROMORPHA
Superfamiglia………………………………….SCIUROIDEA
Famiglia……………………………………….SCIURIDAE
Sottofamiglia………………………………….SCIURINI
Genere…………………………………………SCIURUS
Specie………………………………………... Sciurus vulgaris
Sottospecie……………………………………Sciurus vulgaris meridionalis
Nomi Volgari Europei
Italiano Scoiattolo rosso comune
Francesce Ecurreuil d’Europe
Inglese Red Squirrel
Tedesco Eichornchen
Spagnolo Ardilla Comun
Portoghese Esquillo
Basco Kattagori
Catalano Esquiroil Comù
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1.2 DISTRIBUZIONE
Sciurus vulgaris è distribuito nella regione Paleartica, dall’Europa occidentale al Giappone
e sino a 70° latitudine nord in Siberia.
In Italia si trovano tre forme distinte:
- Sciurus vulgaris fuscoater Altum, 1876, è presente nell’Italia settentrionale;
Alpi, nord dell’Appennino;
- Sciurus vulgaris italicus Bonaparte, 1838, è presente nell’Italia centro-
settentrionale;
- Sciurus vulgaris meridionalis Lucifero, 1907, è presente nell’Italia
meridionale, tipico della Sila.
Nell’Italia insulare Sciurus vulgaris è assente.
Nel corso degli ultimi anni, l’areale dello scoiattolo rosso si è ristretto e frammentato in
alcune aree del Nord Italia, come conseguenza della forte e deleteria azione della
competizione interspecifica con lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) e della
sovrapposizione della nicchia ecologica, ma di recente in Italia si sta assistendo ad una sua
espansione.
In Calabria i dati che provengono da rilevamenti diretti (avvistamento e ritrovamento) ed
indiretti (nidi e mense alimentari) ne segnalano la presenza più cospicua sui principali
massicci calabresi (Pollino, Sila, Aspromonte) dove sono presenti habitat ideali per lo
scoiattolo (conifere).
Nella Catena Costiera, invece, i boschi di conifere sono scarsi, presenti più o meno come
isole e dovuti quasi esclusivamente a rimboschimenti. Dai dati ottenuti dalle varie tesi di
laurea presso il Laboratorio di Teriologia del Dipartimento di Ecologia dell’Università
della Calabria emerge una espansione dell’areale: dati raccolti nel 200-2001 riguardanti la
Catena Costiera attestavano la presenza dello Scoiattolo solo alle estremità nord e sud;
successivi censimenti effettuati nel 2005-2006 rilevavano la presenza di nidi in nuove
stazioni, che precedentemente avevano dato esito negativo (margine sud: Monte Cocuzzo,
Potame; margine nord: Monte Faeto, Monte S. Lucerna).
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1.3 MORFOLOGIA
Lo scheletro dello scoiattolo presenta una struttura atta alle caratteristiche di arrampicatore
e saltatore dell’animale. La colonna vertebrale si continua in una coda lunga. Fianchi e
spalle sono ben sviluppati poiché devono sostenere e attaccare i muscoli che mantengono
in movimento gli arti (HOLM, 1987). Le clavicole, poco sviluppate, si riducono a formare
un processo ossificato che unisce scapola e sterno (TOSCHI, 1965; GRASSE’, 1967).
Il cranio ha la cassa cranica e la regione orbitaria larghe ed arrotondate, le ossa frontali
sono un po’ incavate verso gli occhi mentre il nostrum appare breve e stretto davanti. Le
ossa intermascellari si estendono verso dietro oltre le ossa nasali; il processo delle ossa
frontali è lungo, stretto ed arcuato verso il basso; si trova dietro gli occhi (ZOCCHI, 1957;
GRASSE’, 1967).
La formula dentaria della famiglia degli Scuridi è:
1.0.2.3 denti totali = 22
1.0.1.3
Gli incisivi rappresentano i denti più specializzati dotati di uno smalto di colore giallo,
limitato alla superficie anteriore; quindi la dentina meno dura si consuma nella parte
posteriore in un margine tagliente ed affilato. I denti sono continuamente sostituiti in modo
da far fronte all’usura degli stessi che è notevole. Attraverso gli incisivi superiori l’animale
tiene il cibo fermo mentre con gli incisivi inferiori rosicchia (HOLM, 1987). La bocca
compie due movimenti particolari durante la masticazione: dapprima la mandibola è spinta
in avanti in modo che gli incisivi superiore ed inferiore si incontrano per rosicchiare;
successivamente la mandibola viene ritratta in modo che i denti guanciali possano
incontrarsi e macinare il cibo (GURNELL, 1987).
Le zampe anteriori sono corte mentre quelle posteriori sono più lunghe; ciò evidenzia un
adattamento al salto da parte dello scoiattolo. Le zampe anteriori hanno 4 dita snelle e
provviste di unghie forti con pollice rudimentale senza unghia, con funzione di
trattenimento del cibo. Nelle zampe anteriori si distinguono 5 callosità, tre delle quali sono
alla base delle dita, una unita al pollice e una alla base del polso (TOSCHI, 1965;
GRASSE’, 1967).
Le zampe posteriori sono più larghe e strette delle zampe anteriori e possiedono 5 dita
apparentemente più lunghe. Nelle zampe posteriori si trovano 4 callosità alla base delle
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dita mentre nessuna callosità è presente alla base del pollice (TOSCHI, 1965; GRASSE’,
1967).
Figura 1: A. Impronta zampa anteriore. lunghezza: circa 4 cm; larghezza: circa 2 cm; B. Impronta zampa
posteriore. lunghezza circa 5 cm; larghezza circa 2,5-3,5 cm.
Lo Scoiattolo ha uno stomaco ampio e un intestino lungo, dotato di un cieco atto ad
assorbire il massimo utile dalla dieta vegetariana (TOSCHI 1965; HOLM, 1987).
Le feci sono di forma cilindrica e rotonda a volte appiattite ad un estremo e a punta
dall’altro (PREBEN & PREBEN, 1972); hanno un diametro di circa 8 mm, color grigio
scuro tendente al nero a seconda della dieta (CHIRIAC & POPESCU, 1982; GURNELL,
1991).
Gli occhi dello Scoiattolo sono larghi e scuri; permettono una visione bicromatica basata
sui coni con due pigmenti visivi, atta a distinguere i colori ma non tutti; ad esempio non
distinguono il rosso dal verde ma il rosso dal blu (GURNELL, 1987), e vedono giallo
(HOLM, 1987). Grazie alla particolare struttura della retina, lo scoiattolo è in grado di
percepire le strutture verticali; cosa molto importante queste per un animale arboricolo.
Deve alzare ed abbassare il capo per avere una visione complessiva dell’ambiente. Il
campo visivo è binoculare (GRZIMEK, 1973).
Gli scoiattoli possiedono un buon udito e un buon senso dell’olfatto (HOLM, 1987).
Lo scoiattolo rosso a livello del colore della pelliccia presenta due fasi cromatiche:
- una fase rossa invernale: parti superiori color ocra-rosso bruno, sommità
della testa, orecchie e regione mediana più vivace, più rossa, ciuffi delle
orecchie rossi, fianchi più chiari con qualche mistura brizzolata; coda
arancione-rosso bruna; piedi come la regione mediana del dorso, piante di
color grigio-marrone; faccia e muso tendenti verso il camoscio ocra,
specialmente in prossimità delle vibrisse; dalla gola alla base della coda color
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bianco-grigio; lato interno delle gambe più chiaro e meno rosso del lato
esterno (MILLER, 1912);
- una fase marrone invernale: dorso e fianchi con brizzolatura uniforme color
marrone-legno, camoscio crema e nero, in cui predomina il marrone; ciuffi
dell’orecchio marrone scuro tendenti al nero; coda marrone nerastro nella
parte superiore e nella parte ventrale con una banda mediana con una
brizzolatura meno precisa; zampe variabili dal rossiccio al nerastro; muso
color camoscio-ocra opaco; la parte inferiore è simile a quella della fase rossa
invernale (MILLER, 1912).
La sottospecie Sciurus vulgaris meridionalis si distingue per non avere variazioni della
colorazione della pelliccia: si presenta costantemente con dorso scuro-nero e pettorina
bianca.
1.4 COMPORTAMENTO
Lo scoiattolo è un animale diurno, che presenta un’attività minore in inverno. L’albero
costituisce il luogo dove l’animale passa gran parte del suo tempo, infatti è un ottimo
arrampicatore; esso è capace di correre veloce e di saltare da altezze elevate grazie
all'azione della coda (effetto 'paracadute') e all’azione ammortizzante ottenuta attraverso la
dilatazione delle dita dei piedi al momento dell’atterraggio. Possiede sensi molto
sviluppati, in particolare la vista.
Per la maggior parte del tempo gli scoiattoli arboricoli hanno una vita solitaria, quindi
sono detti ‘specie a distanza’ per distinguerli dalle ‘specie a ‘contatto’ (GURNELL, 1987).
Tuttavia durante il periodo di freddo gli scoiattoli si ammucchiano in piccoli gruppi
all’interno dei nidi in modo da conservare calore e stare più caldi; probabilmente questo
comportamento avviene per lo più fra parenti stretti (SHORTEN, 1954; FARETINOS,
1974; NIXON et al. 1984).
Si riproduce dalla fine di dicembre a settembre, con due nidiate; la gestazione dura 38
giorni e nascono 3-4 piccoli nudi, ciechi, pesanti 10 g; a 20 giorni sono ricoperti di pelo, a
30 aprono gli occhi, a 45 cominciano ad uscire dal nido; a 2 mesi vengono svezzati e a 3
sono indipendenti. La maturità sessuale è raggiunta a 10-12 mesi. In natura la durata
massima della vita è di 6-7 anni, mentre in cattività è di 12 anni (GRIZMEK, 1973).
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Per la pulizia del corpo, più frequente in estate, si siede sulle zampe posteriori e
inizialmente si lecca le zampe anteriori, strofinandole verso il basso sul naso; poi procede
alla pulizia del corpo attraverso la bocca ed utilizzando i denti per pettinarsi, sia sulla parte
sinistra che sulla parte destra del corpo, gli arti, il ventre ed infine la coda, dalla base verso
la punta. La pulizia termina con le zampe posteriori, con le quali si gratta dietro le
orecchie. L’ordine della sequenza di pulizia può variare e allo stesso modo possono
presentarsi comportamenti incompleti di pulizia (FERRON & LEFEBVRE, 1982). Gli
scoiattoli effettuano anche la cura sociale, una forma di comportamento coesivo che tende
a conservare relazioni strette tra gli individui (GURNELL, 1987).
Lo scoiattolo può avere un comportamento agonistico (minaccia, fuga, difesa, aggressione,
inseguimento, evitazione) quando incontra un altro individuo che gli risulti non familiare
sulla base dei suoni, degli odori e dei movimenti (WAUTERS & DHONDT, 1993).
Nella popolazione si instaurano relazioni gerarchiche che si realizzano attraverso gli
incontri agonistici; il rango sociale è collegato al peso ed all’età (WAUTERS &
DHONDT, 1985; ALLEN & ASPREY, 1986). Di conseguenza gli adulti dominano i
giovani e i sub-adulti e sono più pesanti dei subordinati. Generalmente i maschi dominano
le femmine, sebbene le femmine vecchie possono dominare i maschi più giovani.
Ciclicamente con le variazioni della composizione delle popolazioni le relazioni vengono
modificate e si formeranno nuove relazioni di dominanza.
Sciurus vulgaris vive e nidifica in boschi di conifere e di latifoglie con sottobosco ed in
boschi misti di sole latifoglie (BRIGHT, 1987); in montagna è presente fino al limite della
vegetazione arborea (TOSCHI, 1965). Preferisce vivere su alberi grandi e maturi i quali gli
forniscono abbondanti riserve di cibo in forma di semi o ghiande. Gli alberi scelti come siti
di nidificazione hanno cavità o grandi buchi nei loro rami che possono essere usati per la
nidificazione. Un nido di alta qualità può essere usato per diversi anni e alcuni individui
spesso mantengono diversi nidi per scappare velocemente quando è inseguito dai predatori
o per riposare (GURNELL, 1987).
Fattori che condizionano gli habitat e la loro selezione da parte dello scoiattolo rosso sono:
z la tipologia di copertura arborea e la protezione che offre al nido (GURNELL,
1987);
z la disponibilità cibo a livello quantitativo e qualitativo (SMITH, 1968);
z la pressione dei predatori (FLOWERDEW, 1987);
z la competizione interspecifica per il cibo (SMITH, 1968; GURNELL, 1987);
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z la densità di popolazione e le variabili meteorologiche (GURNELL, 1987).
Il cibo è il fattore più importante che condiziona la scelta dell'habitat perché una alta
qualità alimentare permette un aumento del peso corporeo, del tasso di riproduzione,
aumentando così la densità di popolazione ma non evita tuttavia il declino della
popolazione (COLE & BATZLI, 1979). Inoltre un alta disponibilità di cibo nel tempo e
nello spazio implica delle conseguenze a livello di individuo e di popolazione. Nel singolo
animale favorisce l'aumento del peso corporeo (WAUTERS AND DHONDT, 1989a) il
quale può indurre un avanzamento temporale della maturazione sessuale (RAYLOR, 1985)
e del periodo della riproduzione (WAUTERS & DHONDT, 1989b) o un aumento della
capacità riproduttiva (GURNELL, 1983) che può manifestarsi con l’aumento quantitativo
dei nati (DOBSON & KJEGAARD, 1985a e b) o nel numero di parti per stagione
(SULLIVAN & SULLIVAN, 1982); può ridurre la dimensione dell’area dell’attività in
entrambi i sessi (WAUTERS & DHONDT, 1992) o cambi nell’ubicazione spaziale della
femmine riproduttrici (WAUTERS et al., 1995) o può anche non provocare alterazioni
della dimensione dello spazio (WOLF, 1985); può trovarsi dispersione giovanile anticipata.
Mentre nella popolazione l’alta disponibilità di cibo può portare ad un incremento della
densità di popolazione (WAUTERS & DHONDT, 1990a), che non evita però le
fluttuazioni stagionali (KLENNER & KREBS, 1991); può provocare indirettamente, a
causa delle densità più elevate degli animali, un minor indice di accrescimento corporeo
(BOUTIN, 1990), a causa di una maggiore competizione intraspecifica che incide
soprattutto sugli animali più giovani, ma che non attua differenze tra i sessi (BOUTIN &
LARSEN, 1993); inoltre produce un incremento della sopravvivenza (ANDREN &
LEMNELL,1992) che non differisce nei sessi (WAUTERS & DHONDT, 1990a).
La distribuzione spaziale e la quantità dell'alimento provocano variazioni nel ritmo di
attività (WAUTERS & DHONDT, 1987). La scarsità di cibo, dovuta ad annate con una
bassa produzione di coni, porta ad un aumento dell’home range, a cambiamenti nell’uso
dello spazio e ad uno sconvolgimento dell’organizzazione sociale (WAUTERS et al.,
2005).
La femmina costruisce il nido durante il periodo di gestazione, essa può costruirne uno ex-
novo o il rinnovare una tana esistente (HOLM, 1987). La femmina attua le cure parentali,
durante la prima settimana visita i piccoli spesso e quando si nutre rimane nel raggio di 100
m dal nido. Se in qualche modo il nido viene disturbato la femmina trasporta i piccoli in un
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altro posto (HOLM, 1987), afferrandoli dalla pelle dell’addome, del fianco, dal collo, dalla
nuca o dal dorso (PRESCOTT, 1983). La femmina si preoccupa di mantenere
costantemente puliti i propri piccoli (GRZIMEK, 1973).
Successivamente allo svezzamento gli scoiattoli amano giocare e lottare tra loro in modo
particolare: non si danneggiano fra di loro (per via dei freni sociali) e la lotta non è
preceduta da minacce (GRZIMEK, 1973).
Il maschio si disinteressa delle cure parentali ed è presente solo al momento del
concepimento dei piccoli (HOLM, 1987).
1.5 NIDI
Lo scoiattolo rosso utilizza il nido per dormire, per riposare durante il giorno, per ripararsi
in condizioni meteorologiche avverse (GURNELL, 1987) o per scappare dai predatori
aerei (TITTENSOR, 1970; ROTHWELL, 1979); le femmine utilizzano il nido anche per
tenerci i giovani sin dalla nascita (GURNELL, 1987, WAUTERS & DHONDT, 1990b). Il
nido ha forma globosa e viene situato in cavità dell’albero o alla biforcazione degli stessi
(TOSCHI, 1965).
Esistono tre tipi principali di nidi a seconda del tipo di abitacolo: dreys estivi ed invernali e
dens.
I dreys invernali sono costituiti da un intreccio di ramoscelli, spesso provvisti ancora di
foglie, situati sugli alberi (GURNELL, 1987); formano strutture compatte di forma quasi
sferica con diametro di 24-25 cm circa, collocati ad una altezza mediamente compresa tra 5
e 15 m (CAGNOLARO, 1981). Hanno una entrata principale, generalmente rivolta verso
est, ed entrate secondarie con funzione di garantire la fuga in caso di predazione. Al centro
vi è una camera centrale di circa 25 cm di diametro (CAGNOLARO, 1981) rivestita di
muschio, corteccia, foglie, peli, penne, licheni e materiali simili (TITTENSOR, 1975;
LAIDLER, 1980). Lo scoiattolo impiega da uno a più giorni per costruire un nido, più
volte rimaneggiato in seguito. Si presenta impermeabile e resistente ai venti forti
(GURNELL, 1987).
I dreys estivi sono delle piattaforme di ramoscelli, più semplici rispetto al nido e vengono
usati per riposare durante il giorno (SHORTEN, 1951).
I dens sono nidi situati in cavità naturali delle rocce (SETOGUCHI, 1991) o entro le cavità
degli alberi (TOSCHI, 1965) le quali sono rivestite da materiale da nido e possono essere
semplicemente dei dens di rifugio; la corteccia attorno all’entrata viene rosicchiata e
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graffiata al fine di allargare sufficientemente l’entrata (SHORTEN, 1954). Generalmente
sono situati su di una certa varietà di specie in boschi decidui misti, ma a volte anche su
alberi morti (GURNELL, 1987).
Importante per lo scoiattolo è la scelta dell’albero su cui nidificare: devono essere
soddisfatte le condizioni di protezione dagli agenti atmosferici e dalla predazione; quindi
vengono evitati gli alberi isolati (ROTHWELL, 1979).
Nei boschi decidui durante l’inverno è molto facile osservare i nidi, poiché mancano le
foglie.
Lo scoiattolo rosso eurasiatico a differenza dello scoiattolo americano, in ambienti simili,
nidifica sugli alberi poiché foraggia tutto l’anno sugli alberi (GURNELL, 1987).
Esistono nidi che l’animale utilizza durante il giorno (definiti resting nest ) e nidi per
dormire la notte (definiti sleeping nest).
In ogni zona in cui è presente, lo scoiattolo per lo più utilizza un nido principale ma
utilizza anche nidi secondari alternativamente durante un dato periodo, alcuni dei quali
possono essere condivisi anche da più scoiattoli (WAUTERS & DHONDT, 1990b); l’uso
di più nidi può ridurre il numero di parassiti della pelle, tipo le pulci (HOLM, 1987).
Alcuni autori hanno suggerito che potrebbero esistere determinate variabili in relazione
all’albero sul quale è situato il nido (FARETINOS, 1972; PULLIANEN, 1973;
TITTENSOR, 1970; ROTHWELL, 1979; NIXON et al., 1984) ed in relazione
all’ubicazione del nido rispetto al tronco (FARETINOS, 1972). La selezione di queste
variabili può essere una strategia per massimizzare l’accessibilità arborea al nido e per
massimizzare la stabilità strutturale realizzando una maggiore protezione dal vento e dalla
pioggia (HALLORAN & BECKOFF, 1994).
Il numero di nidi offre un buon parametro per la valutazione della densità di popolazione
dello scoiattolo (WAUTERS & DHONDT, 1990).
1.6 CIBO, ALIMENTAZIONE E MANIPOLAZIONE DELL’ALIMENTO
L’alimento principale dello scoiattolo rosso è costituito dai semi delle conifere, tuttavia
esso si nutre anche di altri alimenti per lo più stagionali, quali i fiori delle querce in
primavera, le gemme di conifere e decidue in inverno e primavera, le samare (frutti alati
del pioppo), i germogli in primavera, la linfa, i frutti in estate, le bacche in estate, le
granaglie come il grano o l’orzo, i licheni, i funghi in autunno (PULLIANEN &
SALONEN, 1966; GRONWALL, 1982; MOLLER, 1983, 1985; GURNELL, 1987;
12
HOLM, 1987; WAUTERS & DHONDT, 1987). Quindi la dieta tende a concentrarsi su
cibi diversi a rotazione, secondo la disponibilità stagionale.
Durante l’inverno un importante complemento alimentare è dato dagli Imenomiceti
(Hymenomycetes ssp.) dei funghi che vengono raccolti, immagazzinati, quindi essiccati
(GRONWALL & PEHRSON, 1984). Tra l’altro si nutre anche dei frutti della rosa canina
(Rosa canina) caduti a terra (PREBEN & PREBEN, 1972).
In alcuni casi raccoglie un gran numero di insetti mentre si ciba sugli alberi d’estate; in
ogni caso lo scoiattolo evita i coni danneggiati da insetti adulti e larve (GRONWALL,
1982); negli stomaci sono stati ritrovati coleotteri, ditteri, lepidotteri e imenotteri
(CHIRIAC & POPESCU, 1982). Inoltre risultano dati di scoiattoli che consumavano
carogne (HOLM, 1987), che predavano le uova o i piccoli da nidi fagiani, tordi e
acchiappamosche maculate (SHORTEN, 1954).
I licheni, le gemme, i germogli, i fiori, la corteccia presentano un basso contenuto
energetico per unità di peso e possono dare problemi di digestione se consumati in grosse
quantità (GURNELL, 1987). I funghi invece rappresentano un cibo digeribile e sono una
fonte di azoto (GRONWALL, 1982). A seconda dei periodi dell’anno il contenuto nutritivo
dei cibi varia nelle varie specie così come varia in relazione alle aree geografiche delle
fonti di cibo (GRODZINSKI & SAWICKA-KAPUSTA, 1970; GURNELL, 1987). La
digeribilità dei semi è alta e varia nei semi di specie differenti; questa variazione in parte è
dovuta al contenuto di tannino, una sostanza che forma complessi con le proteine e che
rende il gusto spiacevole e la digeribilità bassa (SHORT & EPPS, 1976; MOLLER, 1983).
A primavera lo scoiattolo comincia a mangiare i coni di pino quando sono verdi e non
ancora maturi del tutto (GRONWALL, 1982; MOLLER, 1983; RODOLFI, 1993).
Il cono contiene i semi di pino protetti da brattee dure e rigide, strettamente sovrapposte
attorno all’asse del cono con andamento sinistrorso; dalla base verso l’alto la fila di brattee
inferiore ricopre la fila superiore. Il modo più efficiente per arrivare ai semi è quello di
iniziare dalla base e togliere sistematicamente le scaglie, procedendo a spirale attorno
all’asse (ZOHAR, 1991). Il cono viene preso tra le zampe anteriori dello scoiattolo e
l’estremità anteriore del cono viene posta sul substrato; le brattee basali vengono strappate
facilmente con i denti essendo più piccole, debolmente ancorate all’asse del cono e
sprovviste di semi. Così procedendo lo scoiattolo arriva ad un punto in cui le brattee sono
più grandi e ben ancorate all’asse del cono; quindi il cono viene adagiato davanti
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all’animale e con una delle zampe anteriori tiene la pigna dalla parte basale mentre con
l’altra tiene l’estremità superiore del cono, ancora munita di scaglie. Il cono viene
costantemente girato dallo scoiattolo al fine di strappare una dopo l’altra le brattee.
All’estremità anteriore del cono lo scoiattolo lascia come un piccolo pennacchio di brattee,
poiché non può strapparle essendo il piano di appoggio della zampa che tiene fermo il
cono; inoltre il numero di semi contenuti è piccolo. A seconda di come maneggiano il
cono, si possono distinguere animali mancini ed animali destrimani; lo stesso scoiattolo
maneggia il cono sempre allo stesso modo. I resti del cono vengono lasciati cadere a terra e
gli strobili consumati hanno forme differenti: a volte con asse spesso e sfilacciato, altre
volte sottile con superficie regolare e base più o meno rosicchiata (PREBEN & PREBEN,
1972; MOLLER, 1985, 1986).
Il cibo viene immagazzinato per utilizzi futuri sotterrandolo poco sotto la superficie del
terreno o sotto la lettiera di foglie; presenta un comportamento definito ‘scatter-hoarding’,
cioè la tendenza a costruire più deposti (ognuna contenente fino ai tre elementi) invece di
un’unica grande dispensa. Il cibo viene trasportato con la bocca nel posto adatto e viene
infilato in un buco scavato con le zampe anteriori; successivamente il buco viene ricoperto
e con colpi di muso il terreno viene riassestato (HOLM, 1987). Si tratta di un
comportamento innato che si ripresenta verso la tarda estate ed in autunno (GRZIMEK,
1973; MOLLER, 1985). Il cibo immagazzinato viene utilizzato in inverno quando le
riserve di cibo naturali sono limitate e viene individuato fino ad una profondità di circa 30
cm. Lo scoiattolo contribuisce alla diffusione di numerose specie di piante (BAUMAN,
1949; GRZIMEK, 1973).
1.7 PREDATORI
Gli scoiattoli risultano essere una possibile fonte di cibo per qualunque predatore
opportunista dei boschi. Sono stati individuati nella dieta di ermellini, donnole, volpi, linci,
aquile, gufi e serpenti (BERTRAM & MOLTU, 1986; GURNELL, 1987). E’ predato
soprattutto dalla martora, dal gatto selvatico, da falchi (Buteo ssp.), dall’astore (Accipiter
gentilis), dalla faina (GURNEL, 1987). D’inverno costituisce il cibo preferito della martora
(PULLIANEN, 1973) e a volte del cane (HOLM, 1987).
14
1.8 CICLO ATTIVITA’
La maggior parte del tempo attivo dello scoiattolo è occupato nell’attività di
foraggiamento. Fra le varie stagioni si distinguono pattern di attività diversi. Nel periodo
autunno-inverno (ottobre-marzo) vi è una tendenza maggiore da parte dell’animale a
foraggiare. Nel periodo primavera estate (aprile-settembre) altre attività acquistano una
certa importanza: il viaggiare, gli spostamenti verso siti di alimentazione e verso i nidi, la
cura del corpo (più intensa in questo periodo, ma tuttavia presente durante tutto l’anno) e il
riposare. Altri tipi di attività vengono esibiti solo in determinate stagioni: l’occultamento
del cibo in autunno, gli inseguimenti per l’accoppiamento nel periodo riproduttivo
(GURNELL, 1987; WAUTERS & DHONDT, 1987).
Il ritmo di attività dello scoiattolo è molto variabile nel corso dell’anno (WAUTERS &
DHONDT, 1987):
- da dicembre a gennaio l’attività inizia un po’ prima dell’alba, con un picco
nelle prime ore dopo l’alba e le ore di attività non superano le 5 ore, per il
resto rimane nel nido; la ricerca del cibo viene effettuata nelle vicinanze del
nido al fine di risparmiare energia; si tratta quindi di un modello unimodale;
- da marzo ad aprile, lo scoiattolo lascia il nido all’alba e rimane attivo fino al
pomeriggio; questo modello è intermedio fra unimodale e bimodale;
- a maggio si ha un picco di attività subito dopo l’alba ed un picco meno
pronunciato e più breve nel pomeriggio tardo. E’ in questo mese che si
registra il numero di ore di attività più alto di tutto l’anno, circa 10 ore; è un
modello bimodale;
- da aprile a settembre il modello rimane bimodale; l’attività pomeridiana è
variabile, con il massimo aumento di attività pomeridiana a luglio; il caldo
limita l’attività pomeridiana poiché il corpo può surriscaldarsi; l’attività
inizia 2 o 4 ore prima dell’alba e finisce 2 o 4 ore dopo il tramonto;
- a ottobre e a novembre, l’attività pomeridiana è meno importante e dura fin
dopo il tramonto. L’attività è di circa 6 ore con un modello intermedio fra
unimodale e bimodale.
Questo andamento del ciclo dell’attività dello scoiattolo è emerso da studi in diverse zone
del suo areale di distribuzione: Unione Sovietica (OGNEV, 1940), Francia (SAINT
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