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INTRODUZIONE
Il mondo del consumo e dei commerci è profondamente cambiato: con l'evoluzione della
società evolvono continuamente i valori, gli interessi, le abitudini degli individui e, di
riflesso, i loro consumi. La modernità e lo svilupoo tecnologico hanno portato ad un
notevole incremento di tempo libero, che ha comportato il diffondersi di molte attività
ludiche, di svago, molti sport e passatempi. Tra questa moltitudine di attività che si
possono svolgere nelle ore non trascorse a lavorare, studiare, o svolgere quelle che sono
considerate le nostre funzioni vitali, rientra anche il consumo, lo shopping. Il consumatore
moderno non compra più solo perchè gli serve effettivamente quel prodotto: nell'era del
consumismo, si compra per piacere, per soddisfare un desiderio, uno sfizio, per passare
del tempo. Un cliente non entra più in un negozio perchè spinto solo da un bisogno o da
una necessità di avere e usare quello specifico bene, sono altri gli elementi che lo attirano
all'interno e lo spingono all'acquisto.
Basta guardarsi attorno, e vedere la varietà di negozi che ci circonda: quanti possono
essere definiti oggettivamente superflui, non essenziali? Moltissimi, probabilmente la
maggior parte. Ma allora perchè esistono e, anzi, si stanno diffondendo sempre più?
Le nuove esigenze del consumatore lo portano a cercare non beni, non merci, ma
emozioni, esperienze, sensazioni, gratificazioni intangibili. La maggior parte degli
acquisti è ormai spinta da desideri, di appartenenza, distinzione, autocelebrazione, che
vengono soddisfatti non tanto dagli attributi tangibili del prodotto, quanto più dai
significati e valori intangibili che esso incorpora. In questo contesto le imprese
rispondono con un orientamento al marketing esperienziale: un nuovo approccio che
considera il consumatore come un individuo a cui far provare esperienze uniche,
piacevoli, indimenticabili, che soddisfino queste sue nuove esigenze. Il prodotto si fa
portatore di valori e significati che l'impresa, attraverso la creazione di esperienze, può far
vivere al cliente finale, ottenendo la sua approvazione, soddisfazione, e fiducia.
Per l'impresa commerciale, visto il proliferarsi di prodotti sostitutivi, e la rapidità con cui
molti diventano obsoleti a causa dello sviluppo tecnologico, l'elemento su cui puntare per
ottenere vantaggio competitivo e sopravvivere (se non addirittura vincere) nel mercato è
proprio costituito dalle emozioni che circondano l'acquisto di un determinato prodotto. In
questo senso si muovono le strategie di marketing, prime fra tutte quelle di
comunicazione: ogni momento di relazione tra cliente e impresa deve caricarsi di un
valore che, percepito dal consumatore, lo induca ad acquistare quel prodotto perchè
considerato diverso o migliore.
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In questa tesi intendo concentrarmi su ciò che, di concreto, un'impresa commerciale possa
fare per vincere la concorrenza, mantenere ed attirare nuovi clienti, in questo nuovo
contesto esperienziale: mi riferisco alle tecniche di merchandising e, più nello specifico,
di visual merchandising. L'attenzione sarà posta sulla gestione dei punti vendita, poichè
sono quei luoghi in cui la relazione tra prodotto e cliente si fa più forte: è diretta,
immediata, e può coinvolgere completamente il consumatore. E' qui che si manifesta e si
percepisce tutta la forza comunicativa dell'impresa, del brand o della marca. Un'attenta
progettazione e gestione del punto vendita può risultare strategica ai fini della
massimizzazione del profitto e dell'attrattività del punto vendita. E' importante il come i
prodotti vengono esposti e presentati, poichè questo incide sulle percezioni del
consumatore e sull'immagine che esso si crea sull'offerta merceologica che vi è contenuta.
Immaginiamoci due negozi vicini che offrono lo stesso tipo di prodotti: uno è buio, cupo,
con i prodotti ammassati alla rinfusa su grandi e lunghi scaffali; l'altro si presenta
luminoso, colorato, con ampie vetrate da cui si intravedono scaffali e tavolini in cui la
merce è esposta ordinatamente, segnata da cartelli ben leggibili. In quale saremmo portati
ad entrare? Probabilmente nel secondo, ma perchè dato che vendono entrambi la stessa
merce? Ecco perchè il visual merchandising può essere fondamentale come elemento di
distinzione e di successo, e in questa tesi intendo proprio indagare sulle motivazioni che
possono spingere un consumatore a recarsi in un negozio anzichè un'altro, a comprare
quel prodotto invece che quell'altro. Cercherò di analizzare quali sono gli elementi che
possono effettivamente, e sicuramente inconsciamente, incidere sul comportamento del
consumatore e modificarlo.
Questa tesi si sviluppa in tre parti principali: nella prima parte di questo lavoro introdurrò
gradualmente quello che è stato il cambiamento avvenuto nel comportamento del
consumatore, concentrandomi sull'importanza, sempre più crescente, assunta dall'aspetto
emotivo e sensoriale degli acquisti. Partendo da questo punto, illustrerò lo sviluppo e i
concetti fondamentali del marketing esperienziale, focalizzando l'attenzione sull'influenza
che i luoghi dell'acquisto e le esperienze vissute in essi hanno sul comportamento degli
individui, illustrando le principali teorie che hanno costituito questo filone del marketing.
Nella seconda parte esporrò l'importanza che hanno assunto, in questo contesto, i luoghi
dell'acquisto e quindi il punto vendita, spiegando l'insieme delle tecniche di
merchandising, e visual merchandising nello specifico, che vi si possono sviluppare al
fine di garantire una più completa soddisfazione del consumatore, e al contempo un
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maggior guadagno per l'impresa. La terza parte è stata pensata per trasferire quanto
esposto da un punto di vista teorico a casi concreti, in modo da comprendere nella realtà
ciò di cui tratta questa tesi. Il lavoro terminerà, infatti, con degli esempi di punti vendita
d'abbigliamento che adottano particolari strategie di visual merchandising per una
comunicazione di marca e del brand più efficace e completa.
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Parte prima:
QUALCOSA E' CAMBIATO NEI PROCESSI DI ACQUISTO E CONSUMO
Molti studi hanno evidenziato come, negli ultimi anni, si sia verificato un significativo
cambiamento nei processi d'acquisto e di consumo, sia per quanto riguarda il
comportamento dei consumatori, sia per quello che riguarda le imprese e i venditori.
Molti sono i filoni di ricerca e le teorie che spiegano e analizzano questo mutamento,
cercandone le cause e gli aspetti più rilevanti
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.
Qui vedremo solo alcune di queste teorie, in particolare quelle maggiormente collegate al
concetto di marketing esperienziale.
Capitolo 1. EVOLUZIONE DEL COMPORTAMENTO D'ACQUISTO DEL
CONSUMATORE
Parallelamente all'evoluzione della società, si sono susseguiti diversi principi teorici che
cercano di spiegare quelle che sono le basi su cui si poggia la struttura e la dinamica dei
consumi, che quindi permettono di studiare tutti quegli elementi che incidono sugli
acquisti degli individui.
Un primo assioma, quello tradizionale, vede il reddito come elemento unico e
fondamentale in base al quale prevedere e spiegare le scelte di consumo. Il modello di
Keynes è stato considerato per lungo tempo tra le fondamenta del pensiero economico,
mentre attualmente, almeno per quello che riguarda l'ambito dei consumi, risulta ormai
obsoleto. Questo modello prevedeva una relazione direttamente proporzionale tra
consumi e reddito, ma risultava adatto in un'epoca in cui erano ancora ( e solo) i bisogni a
generare gli acquisti. Nella realtà attuale il reddito è solo uno delle molteplici variabili che
influenzano la funzione del consumo.
Un secondo assioma utilizzato per l'analisi dei comportamenti dei consumatori è quello
che vede come fattore motivazionale la classe sociale, ovvero l'appartenenza ad un
determinato ceto sociale, che, caratterizzato da un certo livello di reddito, da stili di vita e
abitudini distintive, determinava i consumi di determinati soggetti (Fabris, 2009).
Queste prime teorie vedevano come elemento sostanziale la razionalità nelle scelte di
consumo, che portava l'individuo ad effettuare gli acquisti spinto da motivazioni
1 Questo cambiamento è stato rilevato da molteplici autori e studiosi dell'evoluzione delle dinamiche
commerciali e del comportamento del consumatore, tra i quali cito Fabris (Societing, ed.Egea 2009);
Sciarelli e V ona (L'impresa commerciale, ed. McGraw Hill 2000); East ( Comportamento del
consumatore, ed.Apogeo 2003); La Salle e Britton (Priceless, ed.Etas 2003); e molti altri.
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esclusivamente razionali o di convenienza economica.
Gli assiomi su cui si basa la teoria della razionalità nei processi di scelta stabilivano anche
l'indipendenza delle preferenze sviluppate dal soggetto rispetto al contesto e all'ambiente
circostante. In realtà questo postulato è stato largamente superato, ci sono tutta una serie
di fattori psicologici, emotivi, irrazionali, che interagiscono pesantemente e
costantemente nelle scelte di consumo. Simon
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, introducendo il concetto di responsabilità
limitata, ha consentito lo sviluppo delle teorie di scienza cognitiva. Si parla di razionalità
limitata perchè i soggetti non valutano tutte le alternative possibili ogni volta che si
trovano di fronte a una scelta , e l'attività di ricerca della soluzione è limitata. Il modello
da lui proposto prevedeva che gli individui ricercassero non tutte le alternative possibili,
ma solo una qualunque soluzione in grado di assicurare il soddisfacimento di un obiettivo
accettabile prestabilito. L'individuo, nelle sue scelte, viene influenzato anche da ciò che lo
circonda, e le sue decisioni posso derivare da un qualche fattore o elemento esterno. E'
partendo da questi presupposti che si delineano i nuovi studi sui processi di consumo, tra i
quali troviamo quelli incentrati sulla ricerca di esperienze ed emozioni.
Sintetizzando, per un'analisi del comportamento del consumatore si possono identificare
tre filoni di studi principali:
-approccio cognitivista;
-approccio behaviorista;
-approcci emergenti.
1.1. Approccio cognitivista
Questo approccio studia come gli individui acquisiscono informazioni dall'ambiente,
come gli attribuiscono significato, come le memorizzano, e come le utilizzano poi per
dirigere i comportamenti verso il raggiungimento di un determinato obiettivo prefissato. I
modelli presenti si basano sulle ricerche di Bettman, Johnson, Payne (1976)
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e sono
incentrati sul come il singolo soggetto ricerca ed elabora le informazioni necessarie per
dirigere i propri comportamenti. L'attività fondamentale è quella decisionale, senza la sua
2 Herbet Simon, premio nobel nel 1978, mise in discussione la teoria economica tradizionale con le sue
teorie sulla razionalità limitata. Tra i suoi scritti : "Models of bounded rationality" (1982), "Bounded
rationality and the cognitive revolution" (1992)
3 Il modello si basa sul principio che uno stesso individuo può utilizzare diverse strategie per prendere
decisioni, il processo decisionale è quindi flessibile. Le differenti strategie di decisione che possono
essere seguite dipendono da una serie di fattori, tra i quali il modo con cui vengono poste le
informazioni, il tipo di risposta, la complessità del problema, e il contesto decisionale.
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comprensione non è possibile spiegare il comportamento del consumatore (Howard,
1963)
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. I processi cognitivi più rilevanti, dai quali derivano le decisioni assunte dal
consumatore, e quindi i suoi comportamenti, si possono distinguere in:
-attenzione: i consumatori selezionano alcuni degli stimoli a cui sono esposti in base a
caratteristiche individuali, di contesto, e in base al tipo di stimolo. Solo alcuni di essi
diventano elementi del processo cognitivo;
-comprensione: una volta selezionati, gli stimoli vanno ad attivare i processi di
comprensione che gli attribuiscono un particolare significato, diverso da individuo a
individuo. I principali processi di comprensione di distinguono in: organizzazione
(comprensione di com'è composto l'ambiente circostante); categorizzazione (identificare i
contenuti e i significati degli stimoli e delle caratteristiche dell'ambiente circostante);
inferenza (ipotizzare o prevedere altre caratteristiche non note dell'ambiente circostante,
ma necessarie per il processo decisionale, per aumentare il grado di familiarità con
l'ambiente esterno);
-integrazione: l'individuo utilizza ed elabora le varie informazioni che ha raccolto e che ha
a disposizione per analizzare i possibili corsi d'azione e sceglierne uno. Il risultato di
questo processo porta quindi ad una scelta.
1.2. Approccio behaviorista
Questo secondo approccio
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individua come causa principale e diretta dei comportamenti
dei consumatori le influenze extra personali di tipo ambientale, ovvero i condizionamenti
esterni. I processi cognitivi vengono considerati estranei all'area di analisi, poichè
risultano difficili da individuare. E' l'ambiente, quindi, che induce il consumatore ad
adottare determinati comportamenti, senza che ci sia nessun intervento da parte della sfera
cognitiva o emozionale. Per analizzare il come gli stimoli ambientali influenzano i
comportamenti di consumo, occorre definire il concetto di apprendimento:
l'apprendimento è definito come un cambiamento permanente del comportamento del
soggetto, generato dagli stimoli ambientali eserni (Domjan, Burkhard, 1986). Il processo
di condizionamento determina le modalità con cui questi stimoli influenzano i
comportamenti dei consumatore.
4 Per approfondimenti sul tema delle teorie cognitiviste si rimanda a "Il comportamento del consumatore"
di Dalli e Romani (2003); "Comportamento del consumatore" di R.East (2003).
5 I principali fautori di queste teorie sono Watson (1913) e Skinner (1953).