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INTRODUZIONE
Nel presente lavoro di tesi vengono affrontati e discussi alcuni temi di
rilevanza sociale strettamente legati al problema degli abusi e dei
maltrattamenti sui minori.
Il primo capitolo si apre con un excursus storico sul maltrattamento
con il quale si mette in evidenza come la violenza sui minori esista dalla
Notte dei Tempi e sia un problema che affligge ogni società in qualsiasi
luogo del mondo. Vengono poi presentati e classificati i diversi tipi di
maltrattamento che possono essere così riassunti: maltrattamento fisico,
maltrattamento psicologico, trascuratezza e le tre varianti patologiche
della fornitura di cure (incuria, discuria ed ipercuria).
L’abuso sessuale è un’altra forma di violenza compiuta a danno dei
minori e, probabilmente, quella più grave per la salute fisica e
psicologica del bambino. Anche gli abusi sessuali possono essere
classificati in base al rapporto che lega abusante ed abusato:
intrafamiliare, se l’abusante è un componente della famiglia;
perifamiliare, quando il sex offender è costantemente a contatto con la
famiglia del piccolo pur non facendone parte; extrafamiliare,se
l’abusante è completamente esterno alla famiglia.
Strettamente connessa all’abuso sessuale del minore, la pedofilia può
essere intesa come una perversione sessuale che spinge l’individuo a
ricercare un contatto erotico con un bambino. Il pedofilo è un individuo
che predilige intrattenere rapporti sessuali con un minori prepuberi, e che
cerca di evitare quelli con gli adulti a causa di una sua incapacità
relazionale.
6
Nel secondo capitolo si analizza il problema della prostituzione
minorile, del turismo sessuale pedofilo e della pedopornografia.
Della prostituzione minorile se ne parla analizzando quella praticata
nei paesi sottosviluppati e quella dei paesi industrializzati e sviluppati.
Nei paesi più poveri le bambine sono vendute sul mercato del sesso,
nella maggior parte dei casi, dalla stessa famiglia la quale si trova a
dover scegliere tra far morire letteralmente di fame i propri figli o
sfruttare il loro “potenziale” per racimolare quale spicciolo. Invece, nei
paesi industrializzati le motivazioni che spingono alla vendita del proprio
corpo sono spesso assai diverse, non più legate alla povertà e alla
miseria, ma ad un qualche altro disagio esistenziale e a fallimenti
nell’educazione e nel processo formativo.
Un altro tipo di abuso minorile è la pedopornografia on-line, ormai
largamente diffusa tanto quanto le nuove tecnologie, che si concretizza
nella produzione, detenzione distribuzione e fruizione di immagini,
video e tutto quanto ritragga un minore in pose inequivocabilmente
“hot”.
Si arriva così al terzo, ed ultimo, capitolo nel quale viene affrontato il
tema della formazione sotto una duplice lente: quella della formazione
come prevenzione del fenomeno e quella della formazione come ri-
educazione, riabilitazione sia del minore vittima di violenza sia del
pedofilo. Vengono, dunque, trattate ed analizzate tutta quella serie di
terapie possibili, di interventi diretti a vittima ed abusante.
Per ultimo, ma non di certo per importanza e attualità, viene trattato lo
scottante argomento delle scienze pedagogiche e della loro pertinenza
nel trattamento di “soggetti a rischio” e di patologie, con un cenno anche
alla figura dell’educatore ed al suo ruolo di formatore dell’individuo e
della società
CAPITOLO I
Maltrattamento e abuso
“Genere umano incapace
di contenere e trasformare
le proprie spinte distruttive per rispettare,
proprio nei bambini, il fiore dell’innocenza,
della speranza, della creatività, dell’amore,
della possibilità, della progettualità
che i bambini rappresentano.
(Maria Rita Parsi,
“Bambini ombra bambini in ombra”)
MALTRATTAMENTO E ABUSO
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1.1 Cenni storici sul maltrattamento e sull’abuso a danno dei
minori
I fenomeni del maltrattamento e dell’abuso all’infanzia affondano le
loro radici nel passato. Rivolgendo indietro lo sguardo, ci si rende conto
di come la maggior parte delle società giustificassero e legittimassero il
maltrattamento e l’abuso dei bambini. De Mause, uno degli studiosi più
importanti della storia dell’infanzia, scriveva così:
«la storia dell'infanzia è un incubo dal quale solo di recente abbiamo cominciato
a destarci. Più si va addietro nella storia più basso appare il grado di attenzione per
il bambino, e più frequentemente tocca a costui la sorte di venire assassinato,
abbandonato, picchiato, terrorizzato, e di subire violenze sessuali»
1
.
Nell’età classica il bambino era ritenuto senza un valore proprio che lo
identificasse; veniva descritto come un
«essere menomato perché mancante delle doti di un adulto. L’infanzia era
ritenuta un’età imperfetta e, per questo, era oggetto di autoritarismo vessatorio e di
discipline oppressive»
2
.
Nella antica Grecia, e soprattutto ad Atene, grande rilevanza assumeva
la pederastia (dal greco antico παιδ-, "ragazzo", e ἐραστής "amante”) la
quale consisteva in un legame affettivo, anche fisico, tra un adulto e un
adolescente. Si credeva che questa pratica fosse necessaria al fine di
trasmettere il sapere e la saggezza dell’adulto al futuro adulto.
1
Lloyd DeMause, Storia dell’infanzia., Emme Edizioni, Milano1983.
2
Caterina Fischetti, Innocenza violata. Storie, riflessioni e proposte per combattere la violenza sui minori.,
Editori Riuniti, Roma 1996.
MALTRATTAMENTO E ABUSO
9
«La pederastia è un tipo di rapporto estraneo alla nostra mentalità e che si
differenzia sia dall'omosessualità che dalla pedofilia così come noi oggi le
intendiamo, in quanto gli ateniesi di allora rivolgevano le loro attenzioni soltanto ai
ragazzi puberi che però dovevano essere consenzienti. Il sesso con soggetti pre-
puberi, (pedofilia), era punito con condanne severe, fino alla pena di morte»
3
.
In età medievale la situazione restava sostanzialmente immutata. La
pedofilia omosessuale era ripudiata perché considerata “contro natura”
dalla forte tradizione giudaico-cristiana del tempo. Questo però non
toccava l’ambito della pedofilia eterosessuale, la quale «era presente e
non accennava a diminuire:erano infatti assai frequenti i matrimoni tra
una bambina di 10 anni e un uomo molto più anziano».
4
In quel tempo il bambino piccolo veniva precocemente allontanato
dalla propria famiglia e affidato a istituzioni esterne che avevano il
compito di educarlo e istruirlo. Lo strumento pedagogico più utilizzato, e
quello ritenuto più efficace era sicuramente la pesante punizione
corporale, metodo questo già noto da tempo perché praticato persino dai
Sumeri nelle scuole, dove«l’uomo con la frusta” aveva il compito di
colpire i ragazzi al minimo pretesto»
5
.
Nel XVIII secolo sono riscontrabili dei timidi cenni di cambiamento
grazie soprattutto alle dichiarazioni e alle denuncie di importanti
romanzieri dell’epoca (Scott, Dickens). Si tentava con questa strada una
sensibilizzazione dell’opinione pubblica che portasse ad uno sguardo più
consapevole e maturo verso i problemi dell’infanzia e ad una rottura con
quella tradizione che aveva negato ogni diritto ai bambini. In Francia,
successivamente alla Rivoluzione Francese, la Costituzione del 1793
3
http://web.tiscali.it
4
www.altrodiritto.unifi.it
5
Francesco Montecchi,Gli abusi all’infanzia. Dalla ricerca all’intervento clinico, , La Nuova Italia Scientifica,
Roma, 1994
MALTRATTAMENTO E ABUSO
10
proclamava che “il bambino non possiede che diritti”, ma questo aiutava
ben poco a modificare la situazione.
Sarà nel XIX secolo che in Europa nasceranno istituti per orfani e
bambini abbandonati. Anche in questi centri, però, i bambini
continuavano a subire gravi carenze e gravi maltrattamenti che
incidevano negativamente sulla loro salute psichica e fisica e spessissimo
portavano al decesso di questi all’interno degli stessi istituti di
accoglienza. Con la denuncia di tale situazione sembra che finalmente
qualcosa inizi a muoversi. Nel 1852 a Parigi, un medico legale,
Ambroise Tardieu parlava del caso di due bambine morte a cause di
maltrattamenti inflitti loro da Celestine Doudet, istitutrice francese. Le
cose cominciavano a mutare realmente all’inizio del 1900 quando il
problema dell’infanzia e dei bisogni propri di questa età si ponevano agli
occhi di psicologi, sociologi e pedagogisti. Finalmente ai bambini
iniziavano ad essere riconosciuti diritti ed esigenze fino a questo
momento trascurati e non considerati. Questo era il pensiero che stava
iniziando a nascere: i minori hanno dei diritti che devono
necessariamente essere tutelati dalla società nel suo complesso e,
dunque, non soltanto dalla famiglia. Abbiamo, così, nel 1925,
l’approvazione a Ginevra della Dichiarazione dei diritti del fanciullo in
cui si affermava che «il fanciullo deve essere posto in condizione di
svilupparsi in maniera normale sia sul piano fisico che spirituale, che i
bambini hanno il diritto di essere nutriti, curati, soccorsi e protetti da
ogni forma di sfruttamento»
6
.
Negli anni a seguire, precisamente nel 1959, avveniva la stesura e
l’approvazione della Dichiarazione dei diritti del fanciullo da parte
6
Francesco Montecchi,Gli abusi all’infanzia, cit.
MALTRATTAMENTO E ABUSO
11
dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Tale documento si
proponeva di mantenere i medesimi intenti previsti nella Dichiarazione
di Ginevra ma chiedendo agli Stati sia di riconoscere i principi
contemplati nella dichiarazione sia di impegnarsi nella loro applicazione
e diffusione
7
. In questa seconda Dichiarazione dei diritti del fanciullo
veniva ribadito il diritto alla nascita, alle cure adeguate, all’istruzione, al
gioco e alla protezione. Venivano anche riconosciuti il diritto di non
discriminazione e il divieto di qualsiasi forma di sfruttamento a danno
dei minori. Avveniva, così, che l’interesse di medici e specialisti si
rivolgeva, come non mai, al problema dell’abuso all’infanzia. Un
contributo determinate sarà quello dato da Kempe e Silverman che
parlavano di “sindrome del bambino battuto” riferendosi a quei bambini
che presentavano gravi lesioni alla cute e al sistema scheletrico.
Per quanto riguarda la situazione italiana, l’attenzione al fenomeno del
maltrattamento e abuso all’infanzia esplodeva a partire dagli anni ’80
con la istituzione di linee telefoniche dedicate soprattutto ai bambini
8
, la
più importante fra queste il Telefono Azzurro. Altre iniziative di rilievo
erano: la costituzione nel 1993 del CISMAI (Coordinamento Italiano dei
Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia) ,dei centri
milanesi del CBM (Centro per il Bambino Maltrattato) e del CAF
(Centro Aiuto alla Famiglia)
9
.
7
www.unicef.it
8
Francesco Montecchi, Dal bambino minaccioso al bambino minacciato. Gli abusi sui bambini e la violenza in
famiglia: prevenzione, rilevamento e trattamento,Franco Angeli,Milano, 2005.
9
Ibidem
MALTRATTAMENTO E ABUSO
12
1.2 Il maltrattamento
Prima di trattare le diverse caratteristiche e tipologie di
maltrattamento, è necessario che di questo fenomeno sia data una
definizione generale. Si prenda in considerazione quella formulata
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1999, la quale per
maltrattamento all’infanzia intende
«tutte le forme di cattiva cura fisica ed affettiva, di abusi sessuali, di
trascuratezza o di trattamento trascurante, di sfruttamento commerciale o altre, che
comportano un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, la sua
sopravvivenza, il suo sviluppo o la sua dignità nel contesto di una relazione di
responsabilità, di fiducia o di potere.»
Oggi, nel far riferimento alla violenza all’infanzia, viene utilizzato un
termine più ampio: quello di Esperienze Sfavorevoli Infantili, coniato da
Felitti, il quale comprende
«sia l’abuso subito in forma diretta (abuso sessuale, maltrattamento psicologico,
fisico, trascuratezza), che le modalità indirette che rendono il contesto familiare
inadeguato: l’alcolismo o la tossicodipendenza dei genitori, le malattie psichiatriche
e, soprattutto, la violenza assistita, cioè il coinvolgimento del minore in atti di
violenza compiuti su figure di riferimento affettivamente significative
10
»
Ancora oggi il maltrattamento infantile rimane un fenomeno
sommerso e scarsamente conosciuto. I dati che provengono dai servizi e
dalle istituzioni, in realtà, non riescono a “fotografare” in maniera
corretta la situazione e questo accade perché molti abusi, molte violenze
10
www.psychomedia.it