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Introduzione
In questa ricerca, Note sulla cinematografia dantesca, vuole prendere in esame le
modalità e i tempi con i quali la produzione cinematografica, televisiva e
d’animazione contemporanea degli ultimi quindici anni si riferisce al personaggio
simbolo di una letteratura florida e apprezzata in ogni angolo del pianeta, Dante e la
sua opera maggiore, la Commedia. Fin dai primi studi effettuati, è chiaro come la
prima cantica, l’Inferno sia la piø saccheggiata dai registi e produttori in quanto
colma di personaggi e situazioni che ben si adattano ad essere rappresentati con il
linguaggio cinematografico moderno.
La ricerca è stata estesa non solo ai film e alle serie televisive italiane, prodotte con
maggior frequenza solamente negli ultimi due anni in ricordo del 750° anniversario
della nascita del Poeta, ma all’intera produzione cinematografica mondiale, per
mostrare una panoramica del fenomeno piø ampia possibile. I titoli qui riportati
suggeriscono che il continente piø attivo nella ricezione e nel ri-uso di Dante e della
Commedia sia l’America, oltre che l’Europa – con produzioni tedesche francesi,
anglosassoni; diversa invece la concezione e soprattutto la raffigurazione di Dante
nel mondo orientale dove spopolano i manga e gli anime - trasposizioni
cinematografiche d’animazione giapponesi.
Considerando quanto sia vivace la produzione cinematografica mondiale, è difficile
avere il quadro completo della situazione sia da un punto di vista sincronico che
diacronico, dal momento che ad oggi non esiste nØ sul web tantomeno su supporto
cartaceo, una raccolta completa ed esaustiva di film, cartoni animati e serie televisive
incentrate sulle parole, sui personaggi e sulle scenografie lasciateci da Dante.
E’ proprio per sopperire alla mancanza di uno strumento puntuale e aggiornato che la
presente tesi interviene, cercando di fornire una visione complessiva ed organica
della situazione del cinema contemporaneo che abbia come protagonista – dichiarato
o semplicemente citato – Dante e i topoi letterari derivati dal suo illustris labor.
Nella prima parte si vogliono delineare le considerazioni generali sul rapporto tra
cinema e letteratura, oggetto di diversi studi e saggi critici italiani ed esteri qui presi
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a riferimento per descrivere le diverse fasi di utilizzo della Commedia e soprattutto
dell’Inferno nell’arco della storia del cinema. La seconda parte dell’elaborato si
concentra sull’analisi vera e propria dei film e produzioni in genere, suddividendoli
secondo un preciso schema a seconda del trattamento che subisce la materia
dantesca: “trasposizione” se vi è un forte rimaneggiamento nonostante gli elementi
riconoscibili dell’opera vengano mantenuti; “riferimento” nel momento in cui si
sottende un ri-uso dinamico del materiale originale e “citazione”, in cui la materia
dantesca viene utilizzata come un cameo, senza apportare nessuna conseguenza alla
trama.
Per esaminare puntualmente le varie produzioni nella loro iconografia, nel loro
linguaggio cinematografico e filmico, oltre alle recensioni e ai commenti di critici
cinematografici mescolate a quelle di utenti anonimi sul Web, è stato necessario
ricorrere ad un manuale di cinematografia e agli elementi della narratologia classica
per creare un’analisi omogenea e di facile fruizione anche per un pubblico meno
esperto.
La ricerca dei titoli è stata condotta principalmente su due siti web che hanno
l’obiettivo di riunire in un’unica sede i titoli di film, cartoni animati, documentari e
serie televisive con i riferimenti danteschi dalla nascita del cinema sino ad oggi, quali
Dante Today promosso dall’Università di Standford e il Bowdoin College e Dante e
il cinema, unico progetto italiano ad occuparsi della filmografia di questo tipo. Ad
oggi però, entrambi i siti sembrano vivere un momento di stallo, poichØ non
sembrano essere piø aggiornati sistematicamente date le grandi quantità di
informazioni che in essi vengono riversate, e queste Note, si propongono come
naturale continuazione dei progetti nati in precedenza. Per arrivare alla totalità dei
titoli ivi contenuti, sono stati consultati siti Web e riviste specialistiche sebbene non
sempre, abbiano portato al risultato sperato; inoltre sono intervenute anche le
conoscenze cinematografiche di chi scrive, il quale, dopo aver indossato le “lenti
dantesche” – metafora di un atteggiamento attento a cogliere e a svelare anche le
occorrenze piø recondite relative al Sommo Poeta – ne ha potuto evidenziare gli
aspetti piø interessanti nei film già conosciuti e non inseriti nei progetti di ricerca
sopra nominati.
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Ogni titolo riportato viene presentato in modo esaustivo, fornendo le usuali
informazioni tecniche, quali l’anno di uscita, nome del regista, casa di produzione e
il genere di appartenenza, cui vengono aggiunti, soprattutto per le “trasposizioni” e i
“riferimenti”, altri importanti elementi che li caratterizzano come i luoghi e le
scenografie che vengono presentate e immaginate dai registi stessi in seguito alla
lettura della Commedia. Nei film e cartoni animati degli ultimi anni si è registrato un
netto aumento nell’uso degli effetti speciali che aiutano i tecnici a riprodurre il
mondo fantastico e surreale dei mondi ultraterreni cantati dal Poeta; laddove
possibile è stata inoltre aggiunta un’analisi sull’uso della musica e dei suoni che, a
differenza del testo, sullo schermo possono essere riprodotti fedelmente alle
descrizioni e alle similitudini di Dante.
Piø corposo invece lo studio sui personaggi principali che vengono posti sulla scena,
da Dante, alle sue guide Virgilio e Beatrice, all’antagonista Lucifero e alle decine di
uomini e donne che vengono incontrati lungo il cammino tra Inferno, Purgatorio e
Paradiso: diversi sono gli utilizzi e le caratterizzazioni di ognuno che viene gestito
liberamente dagli autori e dai registi - talvolta in chiave parodica, satirica o
drammatica - per poter far funzionare al meglio l’impianto narrativo del proprio film
o documentario.
Le “citazioni”, piø numerose quanto piø semplici da inserire, sono disposte - come il
resto dei titoli - in ordine cronologico e la loro descrizione risulta essere ridotta
rispetto alle occorrenze precedenti proprio per il piccolo ruolo che esse giocano nel
film nel quale sono state inserite.
Per concludere, viene lasciato al lettore un elenco di produzioni che sono state
annunciate durante l’anno corrente e che usciranno o nelle sale cinematografiche o in
televisione il prossimo anno, segno di come la coscienza dantesca sia ancora, e sarà
sempre, attiva e forte nei produttori del cinema contemporaneo tanto quanto lo è
stato in passato.
Dalla ricerca emerge un quadro ricco e fluido, all’interno del quale l’opera di Dante
si rivela costantemente ricca di suggerimenti e suggestioni. Film di stampo
tradizionale si affiancano a quelli derivati dai videogames, ai puppets, ai disegni
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animati. Il messaggio del poema resta sempre e comunque inalterato: forte, chiaro,
travolgente.
Negli elaborati per la televisione – dove prevalgono la citazione e il riferimento - la
Commedia sembra lasciare traccia piø tenue: ma resta fermo – a ogni modo – il
debito che la nostra cultura e il nostro spettacolo ha contratto con l’opera dantesca.
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Capitolo I
Il pre-filmico.
Considerazioni generali sul cinema
come specchio di letterarietà
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«Cosa ci resta del cinema?». Così apre il volume Panta dedicato al rapporto tra
cinema e letteratura nel quale vengono raccolte le impressioni e i racconti di
importanti autori sui loro film preferiti.
1
Questione emblematica se si pensa che negli
ultimi quindici anni vi sono diverse piattaforme che riproducono ciò che il cinema
propone: dallo schermo del pc, alla televisione del proprio salotto oppure quella della
sala d’aspetto di un medico, o nelle stazioni della metropolitana, sugli aerei ecc…
Grazie ai cosiddetti new media, i film e le produzioni cinematografiche diventano
disponibili come non lo sono mai stati prima: la mitica pellicola che cinquant’anni fa
si poteva recuperare fortunosamente, oggi la si può scaricare grazie ai programmi di
file-sharing che impazzano sulla rete, seppure siano illegali. Tutta questa
disponibilità, fa perdere inevitabilmente quello che è il rito della visione, o per
meglio dire, quella particolare modalità di fruizione che si era avvenuta assestando
nel lungo periodo in cui la parola cinema ha significato insieme “pellicola” e “sala”.
Si è perduto un “vedere” che richiedeva una situazione speciale, una condizione del
corpo oltre che della mente, un lasciarsi catturare in un posto che funzionava da
trappola.
Nonostante il “cinema” non si veda piø (o comunque sempre meno) al cinema, ciò
non significa che i film proposti siano esenti o abbiano perduto a loro volta contenuti
di alto livello morale, etico e perchØ no, in certi casi pure didattico. Riprendendo le
parole degli autori di Panta «la visione è un momento di vita; la vita di un film e
quella del suo fruitore»
2
. Si potrebbe dunque affermare che il cinema vive e lotta con
l’umanità, il pubblico, negli occhi, nelle orecchie e nelle mani che scrivono di
immagini e suoni cui si contribuisce, e che in cambio rende l’uomo prigioniero per
sempre.
Data la grande quantità di film che si sono girati e prodotti, anche solo negli ultimi
anni, è lecito chiedersi quale sia l’origine di tutte quelle storie che hanno la
presunzione di definirsi come esperienze di vita, che catturano gli occhi e la mente
del pubblico per oltre novanta minuti. La risposta, che potrebbe risultare banale ma
1
AA.VV., Visioni tra letteratura e cinema, in Panta: i nuovi narratori, a cura di F. Casetti, Elisabetta
Sgarbi, Bompiani, Milano, 2008, p. 15.
2
Ibidem.
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che analizzandola a fondo fa emergere ulteriori spunti di riflessione, è nella
letteratura e nella narrativa in genere.
Non è un mistero che i maggiori kolossal del cinema moderno e contemporaneo
siano basati su racconti e romanzi capisaldi della letteratura mondiale, come i
“classici”: dai personaggi descritti da Simenon come il commissario Maigret, a
Alexander Dumas con i suoi Tre moschettieri e Il conte di Montecristo; e ancora
donne di un certo spessore come Rossella O’Hara di Via col vento o la saga di
Sherlock Holmes di Artur Conan Doyle… Negli anni, i personaggi e le loro storie
scritte su pagine di carta hanno preso vita sul grande schermo con l’intento di far
fruire al pubblico pezzi di vita degli autori stessi e dei registi che hanno reinterpretato
la base di partenza arrivando al prodotto cinematografico, e in alcuni casi questi
ultimi sono stati premiati con l’ambitissimo premio Oscar. Nel secolo scorso tra il
mondo cinematografico e quello letterario si è instaurato un legame che diventa
sempre piø tenace, un legame che non può venire ignorato nØ dai critici esperti nØ dal
pubblico.
3
Non solo la letteratura straniera però ha fornito la materia prima per la produzione di
film e sceneggiature colossali: anche la letteratura italiana ha ben contribuito a
questo e di certo il primo autore al quale si deve rivolgere lo sguardo è Dante che,
con la sua Commedia, sin dalla nascita del cinema ha fatto letteralmente sbizzarrire
gli addetti ai lavori. Dal cinema muto sino al 2015, i personaggi e le scenografie
dell’autore fiorentino sono stati oggetto di rimaneggiamenti, rifacimenti e anche solo
di semplici citazioni per rendere il prodotto cinematografico il piø fedele al testo
oppure per inserire, come nel caso della citazione, un elemento colto che in alcune
situazioni potrebbe persino stonare con l’impianto generale del film, spesso poco
aulico e rasente il grottesco: ne La solita Commedia (2015) si vedrà infatti il
contrasto generato dalla deprimente attualità dei giorni nostri e le continue citazioni
dei peccati capitali e dei gironi infernali desunti dal testo dantesco; è proprio questa
relazione contrastante tra dotto ed “incolto” che induce il grande pubblico alla risata
e a godere della comicità del duo protagonista.
3
Cfr. G. Nuvoli, Storie ricreate, dall’opera letteraria al film, Utet, Torino, 1998, pag. 5.