5
Introduzione
La presente tesi verte principalmente sulla traduzione del film di Eldar Rjazanov “L’ironia della
sorte o Buona sauna!”, un classico del cinema sovietico che dal 1976 viene considerato un vero e
proprio fenomeno di culto e viene trasmesso in Russia di regola ogni Capodanno. Si tratta di un
film molto ironico, che raggiunge in alcune scene una comicità ancora tutta sovietica. Tale
“sovieticità”, di fatto, oggi tende a tornare di moda e riporta in auge sia in Russia che nei Paesi
dell’ex Unione Sovietica gli oggetti e i rituali della vecchia generazione. A Mosca, per esempio, è
stato inaugurato di recente il nuovo Museo del Design Sovietico che con grande successo espone
televisori, aspirapolveri, scooter copiati dalla Lambretta, tappezzerie, chitarre elettriche e
videogiochi “preistorici” made in URSS; ritorna il vecchio inno sovietico, come la parata del Giorno
della Vittoria e perfino Čeburaška, il personaggio dei cartoni animati che oggi è la mascotte della
squadra olimpica russa. Tutto questo può essere ascritto al senso di nostalgia e di rimpianto per il
periodo di Brežnev, dalla metà degli anni sessanta ai primi anni ottanta, un’epoca che, secondo
un'opinione diffusa, offriva una vita protetta, piena di sicurezze, innocente e genuina. In uno studio
sulla vita sovietica nel periodo brežneviano dal titolo “Everything was forever until it was no more”
(Tutto era per sempre finché non ci fu più), il sociologo Alexej Jurčak, della University of
California di Berkeley, ex cittadino sovietico, scrive:
Un’innegabile componente della nostalgia post-sovietica è il rimpianto degli autentici valori umani, dell’etica,
dell’amicizia e delle possibilità creative che erano una parte irriducibile della vita quotidiana del tardo
socialismo, così come lo erano la noia e l’alienazione
1
.
Si potrebbe perfino sostenere che la nostalgia contemporanea per “l’era della stagnazione”, come fu
definita da Gorbačev, esprima il rimpianto per l’innocenza della gioventù e per la vita relativamente
protetta del tardo socialismo, prima delle sconvolgenti rivelazioni della glasnost’ e del cinismo
degli anni novanta.
Ogni 31 dicembre migliaia di persone seguono il solito rito da quarant’anni: tutti insieme guardano
in televisione il film “L’ironia della sorte o Buona sauna!”, mentre si fa l’abbondante cenone a cui
1
Jurčak A., Everything was forever until it was no more, Princeton, 2005, p.8.
6
non possono mancare l’insalata “Olivje”, il pane bianco con gli sgombri in scatola, gli “šproty”;
mandarini e arance, insalata di barbabietole, aringhe, patate, cetrioli, e una bottiglia o due di
champagne Soviet. Grazie al film si rivive la sovieticità non solo nei luoghi in cui si colloca
l’azione, nelle periferie delle grandi città dove al posto dei coloriti villaggi sono sorti i famosi
palazzoni grigi noti in tutto il mondo o gli appartamenti a due stanze di 32 metri quadri con mobili
polacchi. C'è molto di sovietico anche nello sfortunato protagonista Ženja, ancora celibe all'età di
36 anni (solitamente il matrimonio avveniva molto prima), un chirurgo con compiti difficili ma
poco riconosciuti, almeno economicamente, al quale si nega la possibilità di avere "opinioni
proprie". E senza dubbio è tutto sovietico il rito della sauna russa: la banja (e della vodka
naturalmente), un vero "rito solenne", anche se non mancano i richiami al democratico mondo
occidentale rappresentato dal regalo di Ippolit a Nadja: un "vero" profumo francese!
La scelta del tema è sorta proprio durante l’ennesima visione del film, in cui, vista la mancanza di
una traduzione in lingua italiana ed un personale coinvolgimento affettivo, ho pensato di poter
intraprendere tale progetto di traduzione.
Questo percorso, quindi, si compone essenzialmente di due parti. Il primo capitolo è costituito dai
seguenti paragrafi: nel primo (più teorico) ho illustrato le caratteristiche essenziali della traduzione
audiovisiva; nel secondo, ho ripercorso brevemente la storia del cinema russo; mentre nel terzo e
ultimo paragrafo ho ritenuto opportuno approfondire il contesto inerente alla realizzazione del film,
la trama e i personaggi. Il secondo capitolo, invece, presenta la parte più complessa di questo
lavoro: la trascrizione della sceneggiatura originale del film, con la mia traduzione in italiano. Per
concludere ho esposto alcune strategie traduttive di cui mi sono avvalsa, tra cui la creazione di un
glossario che mi ha permesso di illustrare in modo migliore alcuni termini russi.
Traducendo il testo audio ho cercato di rispettare l’originale e lo stile, l’autenticità dei dialoghi,
piuttosto che i precisi tempi filmici, quindi non si tratta di una traduzione destinata al doppiaggio né
alla sottotitolazione.
7
Capitolo I
1.1 La traduzione audiovisiva
Con l’espressione “traduzione audiovisiva” (cui spesso ci si riferisce con l’acronimo TAV) si
designano:
tutte le modalità di trasferimento linguistico che si propongono di tradurre i dialoghi originali di prodotti
audiovisivi, cioè di prodotti che comunicano simultaneamente attraverso il canale acustico e quello visivo,
al fine di renderli accessibili a un pubblico più ampio.
2
La traduzione audiovisiva occupa un ruolo sempre più importante nella comunicazione moderna e
in alcuni Paesi europei ha assunto lo status di disciplina universitaria (ad esempio, il Centre for
Translation Studies and Lexicography dell’Università di Copenhagen, l’Università di Lille in
Francia, l’Università di Turku in Finlandia, l’Università di Dublino in Irlanda, University of Wales
e altre).
I primi studi in questo campo prediligono la definizione “traduzione filmica”, che pone in primo
piano il dialogo del film e la “traduzione per lo schermo”, ossia il mezzo di distribuzione dei
prodotti mandati in onda. Nel testo audiovisivo la sfera sonora e quella visiva si combinano creando
un testo complesso a più codici, la cui traduzione può presentare diversi livelli di complessità. A
conferma di ciò si riporta una riflessione sulla traduzione filmica della traduttrice ed editrice
americana Candace Whitman-Linsen:
La traduzione va scolpita e cesellata affinché aderisca in modo convincente all’immagine visuale e stimoli
al contempo l’impressione di autenticità. Pertanto, richiede acrobazie complesse sul contenuto semantico
[...], e deve costantemente arrendersi a banali costrizioni imposte dal mezzo stesso
3
.
A seconda del trattamento che subiscono i dialoghi originali e di come la loro versione tradotta e
adattata è presentata al pubblico si distinguono diversi tipi di trasferimento linguistico. Yves
Gambier
4
a tale proposito propone una classificazione in otto tipi dominanti – doppiaggio,
sottotitolazione interlinguistica, interpretazione consecutiva, voice-over, traduzione simultanea,
commento libero, interpretazione simultanea, produzione multilingue – e cinque tipi più complessi
– sottotitolazione in tempo reale, sopratitolazione, traduzione degli script, descrizione audiovisiva,
sottotitolazione intralinguistica per sordi.
2
Perego E., La traduzione audiovisiva, Roma, 2005, pag. 7.
3
Whitman-Linsen C., Through the Dubbing Glass: The Synchronization of American Motion 12
Pictures into German, French and Spanish, Francoforte sul Meno, 1992, p.103.
4
Gambier Y., Screen Transadaptation. Perception and Reception, Turku, 2003, p.171-90.
8
Tutte queste forme di traduzione audiovisiva hanno alcuni punti in comune, per esempio sono in
vario modo condizionate dal fattore tempo (tempo di lettura per i sottotitoli, durata del discorso
nell’interpretazione), devono tener conto della densità delle informazioni da presentare, abbattono
le frontiere tra scritto e orale e inoltre, tengono conto del pubblico di destinazione.
La traduzione di un film è molto più impegnativa rispetto alla traduzione letteraria, poiché deve
tenere in considerazione degli elementi iconografici o sonori, i quali non si traducono anche se
talvolta vi si fa esplicito riferimento per facilitare la comprensione. In altre parole, il destinatario di
un testo audiovisivo può cogliere appieno il messaggio e recepirne ogni sfumatura solamente se può
usufruire di tutti i segnali simultaneamente.
Lo studio della traduzione filmica presenta, inoltre, numerose problematiche legate sia alla
complessità metodologica di questo dominio di ricerca, che alla difficoltà nell’essere inquadrata
all’interno della teoria della traduzione. Per quanto riguarda il versante pratico, bisogna evidenziare
che i copioni dei testi audiovisivi nelle lingue di partenza non sono sempre disponibili (come nel
nostro caso) con la conseguente necessità di intraprendere un lungo lavoro di trascrizione. Oltre alle
problematiche di natura linguistica, in un testo audiovisivo è molto probabile imbattersi in problemi
di trasferimento culturale, poiché ad essere tradotta non è solo la lingua, ma anche gli elementi
culturali, e ogni paese possiede culture e tradizioni differenti.
Anche se tali problemi persistono, la traduzione filmica fa parte dell’ambito della teoria della
traduzione.
1.1.1 Il traduttore audiovisivo
In un mondo in continua evoluzione non possiamo fare a meno di constatare come la
comunicazione e in particolare la comunicazione multimediale sia ormai al centro delle nostre
attività quotidiane. Gli ultimi anni sono caratterizzati da una vera e propria rivoluzione audiovisiva.
Grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie che favoriscono l’aumento di canali di ricezione
(smartphones, tablet, pc portatili, siti Internet ecc.) è possibile apprezzare una particolare sensibilità
verso la produzione audiovisiva. Risulta infatti evidente, in tale scenario, la particolare sensibilità
culturale della figura del traduttore audiovisivo, ovvero la sua capacità di riuscire ad inserire, nella
traduzione, anche i tratti culturali della lingua da cui sta traducendo. Inoltre egli si distingue per la
sua vena creativa, l’abilità tecnica, la conoscenza delle fasi della lavorazione precedenti e
successive alla propria, la conoscenza delle lingue da cui traduce ed avere competenze linguistiche
e capacità di scrittura molto elevate nella lingua madre.
9
Elisa Perego riassume i concetti principali del lavoro di traduzione: l’equivalenza, l’adeguatezza, la
fedeltà e la traducibilità
5
.
• L’equivalenza fa riferimento alla descrizione della natura e il tipo di relazioni che si instaurano
tra testo originale e testo tradotto. Ricorrere a espressioni equivalenti significa fare uso, nel
metatesto (testo di arrivo), di espressioni che si adattano alla situazione, che sono appropriate al
contesto inserite nell’originale. L’obiettivo, quindi, è quello di presentare una stessa situazione
dell’originale usando parole diverse per tradurre frasi idiomatiche fisse, proverbi ecc.
• L’adeguatezza fa riferimento alla relazione tra testo e lingua di partenza e testo e lingua di
destinazione, ma è più debole, meno rigida. La produzione di una traduzione adeguata riflette la
risposta del traduttore a una situazione comunicativa che non può essere trasferita in modo
completo e assoluto, ma che esige una sorta di compromesso e sacrificio, inteso come perdita
necessaria per poter veicolare gli aspetti principali ed essenziali del testo fonte. In presenza di
un elemento “dominante” nel testo, verranno sacrificati altri elementi ritenuti secondari e meno
importanti e si cercheranno tutti i mezzi possibili per tradurre l’elemento dominante; gli
elementi secondari saranno poi ripristinati in varie forme attraverso adeguate strategie di
compensazione. Più precisamente, quindi, con il concetto di adeguatezza ci si riferisce ad una
traduzione che guarda il testo di arrivo ed è pienamente consapevole delle esigenze di
quest’ultimo. Infine, l’impiego di una soluzione adeguata deve essere per necessità e non per
decisione del traduttore.
• La fedeltà si riferisce a una traduzione che possa considerarsi una rappresentazione ragionevole
e leale all’originale, e questo presuppone che il traduttore comprenda appieno il significato e il
messaggio del prototesto (testo di partenza). Facendo riferimento alla questione tanto discussa
del “traduttore-traditore”, il rischio e la possibilità di “tradire” è presente soprattutto nel
momento in cui si traducono opere filmiche. Quindi, il fatto che il traduttore deve conoscere
bene la lingua e la cultura straniera da cui traduce è un fattore molto importante per assicurare
una buona traduzione. Il primo compito del traduttore è quello di capire e analizzare il testo di
partenza, in modo da poter scegliere il metodo traduttivo più adeguato, poi deve riuscire a
mantenere quanto più possibile l’originalità grammaticale e semantica del testo, capire quindi
qual è l’intenzione dell’autore e il linguaggio che usa per persuadere lo spettatore, quindi deve
acquisire la tecnica per muoversi con più sicurezza e svolgere un buon lavoro.
• La traducibilità è molto importante per sapere fino a che punto sia possibile tradurre da una
lingua all’altra. Dove non è possibile tradurre per motivi lessicali o culturali, possono essere
5
Perego E., La traduzione audiovisiva, Roma, 2005, p. 40-47.