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“Tutti i moventi per l'omicidio sono riassunti esaurientemente in queste
quattro parole: amore, lussuria, denaro e odio. Ti verranno a raccontare, ragazzo,
che la più pericolosa è l'odio. Non crederci. La più pericolosa è l'amore” scriveva
l’autrice britannica Phyllis Dorothy James White. Eppure non sempre tutto questo
è vero. Tra le tante motivazioni che potrebbero portare ad un omicidio a volte
viene tralasciata quella più ignominiosa per la moralità comune: l’assenza di
motivo. La gratuità, invece, è proprio il punto focale di questo lavoro. Nel cinema
quanto nella letteratura esempi di questo tipo sono abbastanza ristretti e questo ci
fa capire quanto possa essere spinoso l’argomento. Senza addentrarmi in questioni
morali o etiche cercherò di trattare analiticamente il delitto gratuito come se fosse
“Una delle belle arti” come intitolava uno dei suoi più famosi trattati Thomas De
Quincey. La prima parte di questa trattazione si snoderà tra cinema e racconto
breve prendendo in considerazione, come primo punto, “Rope” di Alfred
Hitchcock, capolavoro del regista britannico del 1929 per poi addentrarsi sul
racconto di Edgar Allan Poe “Il cuore rivelatore” e sul romanzo di Albert Camus
“Lo straniero”. Si tornerà quindi alla pellicola con “Funny Games” di Michael
Haneke e “Formula per un delitto” del regista di origine svizzera Barbet
Schroeder. Concluderà questa prima parte “Il delitto di Lord Arthur Savile”, opera
in prosa del 1887 di Oscar Wilde. La seconda parte, invece, si concentrerà solo su
due testi: “L’assassinio come una delle belle arti” di Thomas De Quincey, geniale
pamphlet umoristico che analizza il delitto dal punto di vista estetico ed “I
sotterranei del Vaticano” di Andrè Gide, testo che ci presenta lo straordinario
personaggio di Lafcadio, dandy di inizio secolo scorso capace tanto di eroiche
azioni quanto di un efferato omicidio. La terza ed ultima parte, infine, verterà
totalmente su “Delitto e Castigo” di Fëdor Michailovič Dostoevskij. Si cercherà
qui di entrare nella psicologia del protagonista Raskòl’nikov cercando di capire la
filosofia e le motivazioni che hanno portato al brutale quanto gratuito omicidio
della vecchia usuraia Alëna Ivànovna. Impensabile, per un trattazione del genere,
prescindere dal geniale romanziere russo.
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Capitolo 1
La corda e l’occhio
“E furono come quattro colpi secchi
che battevo sulla porta della sventura”
Albert Camus
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1.1 Una corda di pretesa superiorità
Estremamente interessante ai fini della nostra ricerca è il film del 1948 di
Alfred Hitchcock
1
“Rope”, tradotto in italiano con il titolo di “Nodo alla gola”
tratto da un lavoro teatrale de 1929 di Patrick Hamilton
2
.
Philip (Farley Granger) e Brandon (John Dall) sono due giovani studenti
che vivono insieme. I due trovano nell'uccisione per strangolamento di David
(Dick Hogan), un compagno di collegio, l'occasione da tempo cercata di provare
l'ebbrezza del delitto fine a se stesso, del gesto gratuito. Sprezzanti ed arroganti,
Philip e Brandon si sentono al di sopra di una società dedita solo a valori
materiali. Nascondono il cadavere in una cassapanca e, non contenti, arrivano
addirittura ad invitare per un cocktail i genitori e la fidanzata di David nella stessa
stanza dove c'è in bella vista la cassapanca. Inoltre invitano un loro ex professore,
Rupert Cadell (James Stewart), il quale, a loro modo di vedere, è stato il teorico a
cui sono debitori delle idee alla base del loro delitto. Durante il cocktail, Brandon
e Philip, sicuri di non poter essere mai scoperti e convinti che, in ogni caso, il
professore dovrebbe apprezzare il loro gesto, iniziano a far trapelare larvatamente
qualcosa sull'accaduto e poi lo stimolano sempre più, rendendo il gioco via via
sempre più eccitante, attraverso degli indizi. Arrivano addirittura a dare al padre
di David (sir Cedric Hardwicke) per legare dei libri la corda stessa con cui è stato
strangolato il figlio. Poco alla volta, però, il professor Cadell riesce ad intuire la
realtà e a rendersi conto del loro misfatto, scopre il corpo, costringe Philip e
Brandon alla confessione e li consegna alla polizia.
Il delitto gratuito con le sue immancabili conseguenze psichiche è il
protagonista dell’intera pellicola. I due ragazzi che hanno fatto proprie le teorie
del professor Cadell, si nascondono dietro queste. Nella parte centrale del film il
professore dialogando con gli invitati alla festa rivela a tutti il suo pensiero
1
Sir Alfred Joseph Hitchcock (1899 - 1980) è stato un regista e produttore
cinematografico britannico. Sul tema di “Rope” è interessante la visione del film “Il
Delitto Perfetto” dello stesso regista.
2
Drammaturgo e romanziere inglese (1904-1962) di cui si ricordano lavori quali:
“20,000 Streets Under the Sky”, “The Slaves of Solitude e “Mr Stimpson and Mr Gorse”.
6
definendo l’omicidio un’arte e come tale il privilegio di commetterlo è riservato a
quei pochi individui che sono davvero superiori; le vittime, naturalmente,
dovranno essere persone inferiori dalle vite insignificanti. Brandon, che ha
invitato il professore alla festa al solo scopo di mostrargli come la sua teoria sia
stata splendidamente messa in pratica, in un dialogo serrato con padre della
vittima particolareggia questa teoria superomistica
3
dichiarando che i privilegiati
altro non sono che “Uomini che per superiorità intellettuale e culturale si levano al
di sopra dei concetti morali tradizionali” aggiungendo infine che “Il bene ed il
male sono stati inventati per l’uomo ordinario che è insicuro”.
Nel loro cinismo, nella loro arroganza, ma in fondo anche nella loro
ingenuità, hanno creduto di poter essere al di sopra della stessa interpretazione
etica delle cose, di essere, a priori, estremi decostruttori nichilisti in grado di poter
ricreare nuovi canoni morali. Grazie a questa presunta superiorità ideologica ed
intellettuale, i due ricchi snob si arrogano il diritto di eliminare l'amico
“insignificante”. L’omicidio ha reso Brandon euforico, ha ucciso per il gusto di
farlo, per sentirsi vivo. Anch’egli, come il suo vecchio professore, considera un
assassinio perfettamente eseguito un’arte e come tale il potere di uccidere può
soddisfare quanto il potere di creare un’opera. Non ha paura, non può permettersi
di averne, è questo che lo distingue dalle persone normali le quali sanno solo
parlare di commettere un omicidio, nessuno commette un delitto per vedere cosa
si prova. Lui si, ci ha pensato a lungo, con il suo amico Philip ha studiato ogni
minimo dettaglio, ha progettato la tempistica, ogni secondo è stato sfruttato a
dovere ed il brindisi tra i due studenti a base di Champagne una volta commesso il
misfatto è l’apogeo della loro opera, il brindisi naturalmente è dedicato a David.
3
Teoria filosofica di F. Nietzsche (1844-1900) tratta da “Così parlò Zarathustra”. Il
superuomo è quell'uomo che viene a superare le limitatezze che gli sono state imposte dal
sistema di valori tradizionale, ma esterno ad esso; ora, il Superuomo deve agire cercando
di aspettare quei valori che trova, non più fuori da sé, ma dentro se stesso e questi valori
sono la salute, la volontà forte, l'amore, l'ebbrezza dionisiaca e un nuovo orgoglio. Il
Superuomo deve poi essere caratterizzato dall'amor fati, cioè dall'accettazione della vita e
del destino così come sono, senza volerli diversi da come si presentano.
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Brandon, però, non è ancora soddisfatto, ci vuole l’ultimo accorgimento, il
tocco di classe, il gesto che trasformerà la loro opera d’arte in un capolavoro, non
basta aver ucciso l’amico ed averlo lasciato in quella cassapanca in bella vista, la
cassapanca deve divenire il fulcro della festa, così, viene imbastita come il tavolo
principale da cui rifornirsi delle vivande. Un gioco pericoloso che da una parte
farà si che nessuno degli invitati penserà mai di aprire il “sarcofago”, dall’altra
porterà l’adrenalina che può dare il gusto di essere scoperti da un momento
all’altro. Adrenalina che arriva al suo culmine con la decisione di Brandon di
legare i libri che dovrà regalare al padre di David con la stessa corda con la quale
ha strangolato il figlio. Un quadro perfetto.
Rope è il primo film di Hitchcock a colori. Erano almeno dieci anni che
Hitchcock progettava di fare un film da un'opera teatrale di Patrick Hamilton che
si ispirava al caso Leopold-Loeb: due studenti di Chicago, legati tra loro da una
relazione omosessuale, avevano ucciso un loro compagno per il puro gusto di
uccidere e di manifestare la loro superiorità rispetto alla “gente comune”.
L'azione teatrale si svolgeva in tempo reale, dalle 19.30 alle 21.15,
Hitchcock pensò così di sottolineare ulteriormente la continuità dell'azione
filmando l'intera vicenda in un'unica inquadratura, senza stacchi di montaggio
4
.
La macchina da presa ''lega'' come una corda (Rope in italiano significa appunto
''corda'' ), tutti i personaggi del dramma, compreso lo spettatore che proprio grazie
a questa entra nell'appartamento come un altro invitato.
E il funambolico esercizio di abilità tecnica del regista, il suo ''camminare sulla
corda'' corrisponde a quello tentato da Brandon nell'organizzare la sua atroce e
assurda messa in scena.
4
Dato che un caricatore della macchina da presa poteva contenere al massimo 300 metri
di pellicola (per una durata di circa dieci minuti ), dovevano necessariamente esserci degli
stacchi e delle aggiunte di montaggio. Hitchcock risolse il problema facendo passare un
personaggio davanti all'obiettivo per oscurarlo proprio nel momento preciso in cui la
pellicola del caricatore finiva. Così c'era un primissimo piano sulla giacca di un
personaggio e all'inizio della bobina successiva si riprendeva ancora col primissimo piano
della giacca.
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In Italia, però, chiunque abbia visto questo film senza conoscerne la
versione originale e quindi senza l’aiuto di sottotitoli che traducano in maniera
letterale i dialoghi del film, non avrebbe idea, né sarebbe minimamente d’accordo
su tutto quello che fin’ora è stato scritto. Inspiegabilmente la versione italiana ed
il relativo doppiaggio stravolgono il senso dell'omicidio: nella versione originale i
due assassini commettono il delitto per il puro piacere estetico di compierlo,
mentre nella versione italiana, fin dai primi minuti, il dialogo stravolge questo
presupposto lasciando invece intuire che l'omicidio sia avvenuto senza
intenzionalità ma solo per una fatalità indotta dal cattivo comportamento della
vittima verso i suoi assassini.
Viene da pensare che un omicidio gratuito nell’Italia degli anni ’50 e
precisamente nel 1956 (il film infatti è apparso nelle sale nostrane solo otto anni
dopo l’uscita americana) non sia possibile contemplarlo nemmeno come idea. La
censura, in modo alquanto subdolo, non ha omesso delle battute ma ha cambiato
l’intero senso dei dialoghi lasciando lo spettatore italiano, alla fine del film, con
svariati interrogativi che non potranno mai essere risolti. Al di là dei fini della
nostra ricerca sul delitto gratuito questo di Hitchcock resta un capolavoro,
antesignano del cinema dei nostri giorni ed immenso colpo di genio del maestro
inglese.
1.2 L’occhio dell’avvoltoio
Sul versante letterario significativo è “Il Cuore Rivelatore” (The Tell-Tale
Heart in lingua originale), un breve racconto di Edgar Allan Poe
5
che fu
5
Edgar Allan Poe (1809 - 1849) fu uno scrittore, poeta, critico
letterario e saggista statunitense, considerato tra le figure più importanti della letteratura
americana, inventore del racconto poliziesco, della letteratura horror e del giallo
psicologico.
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pubblicato per la prima volta in The Pioneer di James Russell Lowell
6
nel gennaio
1843.
Questo racconto narra la genesi, l’esecuzione e la confessione di un
omicidio. La vittima è un vecchio in buoni rapporti con l’assassino, ma ha una
caratteristica fisica che ossessiona il suo futuro carnefice: uno dei suoi occhi, di un
azzurro pallido, velato da una membrana, è visto dall’omicida come l’occhio di un
avvoltoio. Ogni volta che la vittima lo fissa, l’assassino sente il sangue gelarsi
nelle vene. Egli sostiene di non essere pazzo, ma di aver casualmente percepito un
giorno l’idea di liberarsi di questo assillante occhio uccidendo il vecchio, idea
trasformatasi da quel momento in un’ossessione. Così il protagonista comincia a
recarsi durante la notte, a mezzanotte precisa, nella stanza del vecchio per
ucciderlo. Ma per sette notti non vi riesce, in quanto l’occhio dell’uomo rimane
chiuso. .
L’ottava notte, però, il signore è sveglio e terrorizzato, l’omicida può così
scorgere ciò che lo turba e compiere il delitto. Successivamente, per non far
ritrovare il cadavere, lo taglia e lo seppellisce sotto le travi della sua stanza.
La mattina seguente tre poliziotti vogliono controllare la casa, perché i vicini
hanno udito, nel corso della notte, un urlo. Il protagonista è soddisfatto del suo
lavoro, fa accomodare gli agenti proprio sopra il cadavere e chiacchiera lietamente
con loro. Ma comincia a sentire come un ronzio nelle orecchie che lo ossessiona:
crede che sia il cuore del vecchio. Suppone di essere burlato dai poliziotti e, non
riuscendo a resistere, confessa il delitto.
Dall’analisi del racconto il motivo dominante che aleggia tra le pagine di
questo breve testo è quello dell’ossessione. Il protagonista sin dall'inizio ammette
di possedere doti fuori della norma ma si sforza di allontanare l'ipotesi della a-
normalità, della pazzia ("Perché mai mi volete pazzo?"; "Perché mai, dunque,
sarei folle?"; "Voi avete questa fantasia, che io sia pazzo”; "Potrebbe un pazzo
essere a tal punto sagace?"; "Se pensate ancora che io sia pazzo,,,"). Si descrive
6
Poeta romantico, critico, editore, e diplomatico americano (1819 -1891).