Perché prefigura un nuovo modo di fare filosofia? Benché alcuni
ritengano ed interpretino che la dottrina nietzscheana, presa nel suo
complesso, nasca addirittura da esigenze legate ad istanze
“conservatrici”, Nietzsche ha invece avanzato l’ipotesi di una filosofia
come demistificazione, come approfondita messa in discussione,
attraverso la scoperta della loro storicità e provenienza, di tutte quegli
irrigidimenti che, direttamente sorgenti dalla vita, cercano di
promuoverla controllandola, chiarificandola e sistematizzandola.
Almeno questo ci appare il senso di quella filosofia come «chimica
delle idee e dei sentimenti morali»
3
di cui egli parla nel primo
aforisma di Umano, troppo Umano
4
, paventandola come modello da
sostituire alla “vetusta metafisica” –legata, per l’interpretazione del
reale, al principio di non contraddizione e, dove esso non arriva,
all’intervento essenziale della “cosa in sé. La Genealogia, allora, sarà
proprio l’insuperabile modello di questa filosofia-scandaglio, tutta tesa
alla ricostruzione fisio-storico-psicologica –ma di una psicologia
totalmente diversa da quella comunemente intesa- della composizione,
delle rotture e dei rivolgimenti i quali hanno permesso che l’uomo
fosse ciò che ora è. Di più: da questa opera nascerà un nuovo concetto
di filosofia; quello di filosofia genealogica, appunto, che ispirerà
alcuni fra gli autori più importanti della seconda metà del novecento.
3
Friedrich W. Nietzsche, Umano, troppo umano - vol. I, trad. di Sossio Giametta, Adelphi, Milano
2002, § 1 pag. 15.
4
F. Nietzsche, Umano, troppo umano - vol. I, cit., nt. 3, § 1 pag. 15.
Basti pensare all’importanza e alla ricezione che il concetto ha avuto
nelle ricerche di M. Foucault o di G. Deleuze, alla loro
consapevolezza del divenire storico e della molteplice composizione
di ogni situazione nonché della necessità di comprendere questa –e
comprendere il presente- attraverso la ricostruzione genealogica del
passato e del presente stesso.
D’altronde il metodo genealogico, come finora presentato, non è una
invenzione nietzscheana: oltre che dalla genealogia come disciplina
che studia l’origine e la discendenza di famiglie e di stirpi, esso veniva
già praticato, almeno nel senso dello “scandagliare”, in parte dalla
filologia –disciplina dalla quale Nietzsche “proviene”: e poi,
soprattutto, si trattava di un modulo di confutazione largamente usato
nella retorica antica. Questo procedimento prevedeva, appunto, la
possibilità di “smontare” il discorso avversario attraverso il rendere
pubblica la sua genesi: nella riduzione di questo discorso agli elementi
originari semplici e addirittura contraddittori rispetto al suo significato
unitario e generale, in questo procedimento storicizzante di
scomposizione ad infinitum esso veniva polverizzato, confutato. Il
Nietzsche studente e dottore in filologia, avendo un rapporto
privilegiato con tale tradizione, aveva approcciato con essa un
confronto serrato: va da sé, dunque, che la sua “personale” concezione
di genealogia sia anche discesa da ciò; tutto fuso e rimodellato sulla
fiamma ardente dalla propria sete di conoscenza.
Benché, però, la genealogia fosse un “nuovo” e, a suo dire, più
“scientifico” modus philosophandi, per sua stessa ammissione la
terminologia usata per essa era «ancora non libera, senza ancora un
linguaggio proprio per queste cose proprie e con varie ricadute e
tentennamenti»
5
. Ed infatti, la Genealogia sarà continuamente
attraversata da tensioni e contraddizioni, da vere e proprie irriducibili
divergenze tra un linguaggio “metafisico” e nuove costellazioni
concettuali frutto di invenzioni o rielaborazioni. È, dunque, lo stesso
Nietzsche che pone la soluzione per superare tali contrasti e
promuovere il rinnovamento del linguaggio riguardante la ricerca
sull’origine della morale: innanzitutto, egli indica la via di questo
rinnovamento della ricerca nel potenziamento e nello sviluppo degli
studi genealogici su questo linguaggio stesso: bisognerà insomma,
attenendoci alle sue parole, che
«qualche facoltà di filosofia si renda benemerita istituendo una serie di concorsi
accademici per la promozione di studi sulla storia della morale […] In merito ad
una possibilità del genere si propone la questione che segue […] “Quali
5
F. Nietzsche, Genealogia della Morale, cit., nt. 1, pref., cap. 4, pag. 49.
indicazioni fornisce la scienza linguistica ed in particolare la ricerca etimologica
per la storia dell’evoluzione dei concetti morali?”»
6
.
Il presente lavoro si pone l’obiettivo di fornire una presentazione della
Genealogia della Morale cercando di approfondire la lettura
dell’opera e la focalizzazione dei punti concettuali di maggiore densità
dello scritto, sempre ancorando tali considerazioni all’interno del più
ampio quadro ermeneutico riguardante tutta l’opera del pensatore
tedesco.
In altri termini, si cercherà di rendere per quanto possibile una
immagine d’insieme del filosofare nietzscheano attraverso il confronto
serrato con la sua opera più “strutturata”
7
, nel tentativo di usufruirne
come possibile piattaforma concettuale che serva da luogo di
raccordo, chiarificazione e dispiegamento di alcuni dei passi decisivi
della sua impresa intellettuale.
Senza covare alcuna pretesa di esaustività, la finalità principale della
presentazione sarà quella, dunque, di mostrare che lungi dall’essere un
libro solamente interpretabile come mera denuncia del nichilismo
annidantesi nella morale cristiana, la Genealogia possa considerarsi
uno dei maggiori e più interessanti scritti di Nietzsche, avente
6
F. Nietzsche, Genealogia della Morale, cit., nt. 1, dissert. I, cap. 17, pag. 90, ultimo corsivo mio.
7
A questo proposito giustamente Gilles Deleuze mette in evidenza, rifacendosi alla prefazione di
Nietzsche all’opera, come «La Genealogia della morale è il libro più sistematico di Nietzsche […]
una chiave per interpretare gli aforismi e valutare il poema», in Gilles Deleuze, Nietzsche e la
filosofia, trad. di Fabio Polidori, Feltrinelli, Milano 1992, p. 115.
soprattutto un alto valore teoretico e una importanza capitale, sia per il
percorso intellettuale del suo autore che per i successivi sviluppi della
filosofia, come si sono attualizzati nel secolo appena trascorso.
Per venire incontro a questi scopi, il presente lavoro di ricerca è stato
diviso in tre parti, anticipate da questa breve introduzione.
Nel primo capitolo, che consta di tre paragrafi, verrà proposto un
iniziale approccio ermeneutico nei confronti della Genealogia: nel
primo paragrafo, precisamente, attraverso una generale collocazione
di essa all’interno del filosofare nietzscheano, si cercherà di coglierne
il possibile senso in rapporto con gli altri suoi scritti. Quindi, nel
secondo paragrafo, a margine di alcune considerazioni svolte nel
primo, si approfondiranno i concetti di “salute”, “forza” e “malattia”:
nel “romantico”, inutile –forse addirittura dannoso- e appassionato
tentativo di stornare dal campo delle possibile interpretazioni del
dettato nietzscheano quelle che decretano una filiazione diretta
dell’eugenetica e in generale della dottrina nazista alle annotazioni di
carattere fisiologico del filosofo di Röcken. Infine, nel terzo ed ultimo
paragrafo di questa prima parte, verrà fornita una breve e sintetica
nota sulla vita di Nietzsche durante il periodo precedente e quello
proprio della redazione della Genealogia, concentrando l’attenzione,
in particolar modo, sulla “genesi spirituale” dello scritto in questione.
Nel secondo capitolo, invece, si passerà all’analisi e alla lettura
approfondite del testo nietzscheano. Nel primo paragrafo verrà,
perciò, presa sotto osservazione la struttura della Genealogia, per
rispondere alle domande concernenti l’innovativa forma di questa
rispetto agli scritti precedenti di Nietzsche: e per cercare i motivi di
questo cambiamento espressivo e gli scopi che, attraverso questo
rivolgimento nel registro letterario, vengono ad emergere come
decisivi nell’esperienza filosofica del loro autore.
Nel secondo paragrafo, invece, si passerà all’analisi concreta del testo
attraverso la rielaborazione dello scritto e dei temi di maggiore
pregnanza di esso, nel tentativo di far emergere nella maniera più
genuina possibile il metodo genealogico che appunto è in opera nel
testo.
Nel terzo ed ultimo capitolo, infine, diviso in quattro paragrafi,
ciascuno corrispondente ad un autore, preceduti da una breve
introduzione, si analizzeranno alcune fra le più stimolanti letture
offerte da autori filosofici del ‘900 che si sono confrontati sia, in
generale, con la dottrina nietzscheana che, in particolare, con la
Genealogia della Morale. L’intento sarà anche quello di mostrare
come questo libro, attraverso le più feconde ricezioni di alcuni
pensatori del XX secolo (K. Jaspers, M. Heidegger, M. Foucault, G.
Deleuze), sia risultato decisivo nella rinnovata esperienza che della
filosofia e del suo significato si è fatta in questo secolo: e come,
insieme a tutto il filosofare nietzscheano, abbia contribuito a
“fondare” un nuovo modus philosophandi.