INTRODUZIONE
L'introduzione in Italia della tecnica Kinesio Taping
®
, sviluppata
dall’agopuntore-chiropratico giapponese Kenzo Kase nel 1973, è relativamente
recente ma, sebbene ci siano considerevoli studi d'applicazione del Kinesio Taping
®
a
livello nazionale e internazionale, non esistono molti studi d'efficacia della tecnica
stessa applicata sulle patologie della cuffia dei rotatori.
Si è ritenuto d'intraprendere questo studio per l'interesse che ha suscitato sia
la tecnica Kinesio Taping
®
che la complessità anatomica della spalla stessa, con
l'obiettivo di valutare l’efficacia del Neurotaping
®
in supporto al trattamento delle
lesioni di cuffia dei rotatori.
Lo studio è stato condotto attraverso la valutazione di due gruppi di pazienti:
il primo comprende quelli trattati chirurgicamente, il secondo quelli trattati
conservativamente. La metà dei pazienti di ogni gruppo è stata trattata con il
Neurotaping
®
, in aggiunta al trattamento riabilitativo consueto, mentre la metà
rimanente è stata considerata come gruppo di controllo.
Per avere un riscontro oggettivo dei miglioramenti ottenuti, sono state
proposte ai pazienti, sia all'inizio che alla fine del trattamento, tre scale di
valutazione:
1. VNS per la valutazione del dolore;
2. Barthel Index per la valutazione della disabilità nelle A VQ;
3. la scala Constant-Murley per la valutazione specifica della spalla.
Per avere una visione integrale della materia si è iniziato con l'illustrare
l'anatomia e la fisiologia della spalla, si è continuato con la descrizione della
patologia di cuffia e i metodi d'indagine per la rilevazione della stessa. Si è proceduto
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con l'indicazione delle metodiche utilizzate negli interventi chirurgici di riparazione
di cuffia e con l'esposizione del trattamento riabilitativo sia post-chirurgico che
conservativo.
Si sono descritte: le caratteristiche del nastro, le basi neurofisiologiche, i vari
effetti che il Neurotaping
®
consente di ottenere, le applicazioni specifiche per la
patologia di cuffia.
Infine si è descritto lo svolgimento dello studio con il trattamento dei pazienti,
già accennato in precedenza, e si è ultimato con la valutazione dei risultati tramite
l'utilizzo di grafici.
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CAPITOLO 1
ANATOMIA DELLA SPALLA
1.1 OSSA
1.1.1 SCAPOLA
La scapola, osso piatto di forma triangolare, presenta tre processi sporgenti
posti lateralmente: l'acromion, il processo spinoso, il processo coracoideo. Possiede
tre lati: il margine superiore, più sottile e più corto, il margine mediale (o vertebrale)
il più lungo dei tre e il margine laterale (o ascellare), il più spesso. Gli angoli
scapolari vengono definiti superiore, inferiore e laterale. L'angolo laterale, detto
anche testa della scapola, forma un ampio processo nel quale si trova la fossa
glenoidea che si articola con l'estremità prossimale dell'omero (articolazione gleno-
omerale).
Fig. 1.1.1 – Scapola: veduta anteriore, laterale, posteriore.
(Anatomia umana, Martini-Timmons-Tallitsch, Edises 2008) Modificata.
Il corpo della scapola presenta:
− una concavità allargata e poco profonda sulla faccia costale chiamata fossa
sottoscapolare, sede di inserzione per il muscolo sottoscapolare;
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− il margine superiore presenta:
− il processo coracoideo, che si estende anteriormente sul margine
superiore della fossa glenoidea. Lo stesso si solleva dalla scapola
dapprima verso l'alto e quindi di lato e in avanti; dà inserzione al
muscolo piccolo pettorale, al capo breve del muscolo bicipite
brachiale, al muscolo coraco-brachiale e ai legamenti conoide e
trapezoide, di rinforzo all'articolazione acromion-clavicolare della
spalla;
− l'incisura sovrascapolare, posta alla base del processo coracoideo e la
sede di passaggio del nervo sovrascapolare;
− la faccia dorsale, di forma convessa, presenta:
− il processo spinoso, o spina della scapola. Questo processo si estende
dal margine mediale sino in prossimità del processo glenoideo e
divide la faccia dorsale della scapola in due distinte fosse: la fossa
sovraspinata, posta superiormente, per il muscolo sovraspinato; la
fossa sottospinata, posta inferiormente, per il muscolo sottospinato. Il
prolungamento della spina si continua nell'acromion che sovrasta
l'articolazione della spalla. L'estremità dell'acromion, diretta in avanti,
presenta una faccia piana posta medialmente facente parte
dell'articolazione acromion-clavicolare. La superficie inferiore, liscia e
concava, è in rapporto con la borsa sottoacromiale. Sulla cresta
posteriore della spina scapolare si inseriscono i muscoli deltoide e
trapezio.
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− il margine laterale presenta, all'angolo inferiore e al di sopra di questo,
un'area appiattita di origine del muscolo grande rotondo e poi, in successione,
le sedi di inserzione del muscolo piccolo rotondo e del capo lungo del
muscolo tricipite del braccio;
− il margine mediale, relativamente rettilineo, decorre parallelamente e in
prossimità della colonna vertebrale e presenta le inserzioni dei muscoli
elevatori della scapola e dei due muscoli romboidei;
− l'angolo laterale della scapola è allargato e presenta la cavità glenoidea, che
appoggia sul collo dell'angolo scapolare laterale leggermente ristretto. Questa
cavità, poco profonda, è rivolta lateralmente e in avanti e accoglie la testa
dell'omero. Di aspetto piriforme, è ristretta superiormente e allargata
inferiormente, con asse maggiore verticale. I suoi margini danno inserzione al
labbro glenoideo e, superiormente, presenta il rilievo del tubercolo
sopraglenoideo per l'inserzione del capo lungo del muscolo bicipite brachiale.
1.1.2 CLA VICOLA
La clavicola, osso anteriore del cingolo scapolare, connette la spalla allo
scheletro assile. È a forma di “S” italica e non possiede una cavità midollare: è
formata da osso trabecolare con un rivestimento di osso compatto.
La clavicola origina a livello del margine cranio-laterale del manubrio dello
sterno, lateralmente all'incisura giugulare. Dall'estremità sternale piramidale, la
stessa, curva lateralmente e dorsalmente sino ad articolarsi con l'acromion della
scapola. L'estremità acromiale, rispetto a quella sternale, è più grande e appiattita.
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Nel suo III° distale la faccia superiore è liscia mentre quella inferiore dell'estremità
acromiale si presenta rugosa, caratterizzata da evidenti linee e tubercoli che sono punti
di inserzione di muscoli e legamenti. Sulla superficie dell'estremità acromiale si trova
il tubercolo conoide mentre, sull'estremità sternale, si trova la tuberosità costale:
entrambe sono i punti di inserzione dei legamenti della spalla; il costo-clavicolare si
inserisce sul tubercolo costale mentre le due parti del legamento coraco-clavicolare si
inseriscono sul tubercolo conoide e, lateralmente, sulla linea trapezoide. Tra questi due
rilievi si trova un lungo solco, che accoglie il muscolo succlavio.
Al terzo mediale si inseriscono i muscoli grande pettorale e sterno-cleido-
mastoideo; il muscolo deltoideo origina dalla concavità anteriore del terzo laterale. Il
muscolo trapezio prende invece inserzione sul margine posteriore della metà laterale
superiore dell'osso.
L'estremità sternale di clavicola ha forma triangolare e presenta una superficie
articolare “a sella” per la fossa clavicolare del manubrio dello sterno. L'estremità
acromiale ha una faccetta articolare ovalare, rivolta lateralmente e verso il basso per
accogliere la faccetta articolare acromiale.
Fig.1.1.2 – Clavicola: veduta superiore ed inferiore.
(Anatomia umana, Martini-Timmons-Tallitsch, Edises 2008)
1.1.3 OMERO
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L'omero è l'osso lungo prossimale dell'arto superiore ed è formato da un
corpo, o diafisi, e da due estremità articolari, o epifisi. L'estremità superiore o testa si
articola con la cavità glenoidea della scapola.
Il margine laterale dell'epifisi prossimale presenta il tubercolo maggiore, o
trochite, che forma il margine laterale della spalla. La sporgenza è verificabile a
pochi centimetri davanti e sotto l'apice dell'acromion. Il tubercolo maggiore presenta
tre superfici appiattite per l'intersezione dei tendini dei muscoli sopraspinato,
sottospinato e piccolo rotondo.
Sulla superficie anteriore e mediale dell'epifisi, separato dal solco
intratubercolare, si trova il piccolo tubercolo, o trochine, che costituisce la sede
d'inserzione del tendine del muscolo sottoscapolare.
Il solco intratubercolare accoglie il muscolo del capo lungo del bicipite del
braccio e, nel fondo, il tendine del muscolo grande dorsale.
Entrambi i tubercoli si prolungano inferiormente con una cresta ossea: la
cresta del tubercolo maggiore riceve il tendine del muscolo grande pettorale; la cresta
del tubercolo minore riceve quello del muscolo grande rotondo.
L'area ristretta situata inferiormente ai tubercoli è il collo chirurgico, quella
subito al di sotto della testa dell'omero è chiamata collo anatomico e segna il limite
distale della capsula articolare dell'articolazione della spalla.
La diafisi superiore dell'omero è pressoché rotondeggiante, mentre la sua
parte inferiore è prismatica. In alto e medialmente, presso il terzo medio, si inserisce
il muscolo coraco-brachiale; sulla parte opposta, lateralmente, si trova la tuberosità
deltoidea che si continua superiormente in un'area rugosa a forma di V, sede
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d'inserzione del muscolo deltoideo. Appena al di sotto della tuberosità deltoidea, il
solco del nervo radiale incide l'osso posteriormente e discende con decorso a spirale.
Dai rispettivi bordi, laterale e mediale, originano le creste sopracondiloidee che
continuano negli epicondili laterale e mediale dell'omero. L'epicondilo laterale risulta
poco sviluppato mentre l'epicondilo mediale determina una marcata sporgenza al di
sopra del gomito.
Sulla sua parte posteriore dell'epicondilo mediale, diretto posteriormente, si
evidenzia il solco del nervo ulnare; le superfici articolari per il radio e l'ulna,
l'epicondilo laterale e l'epitroclea mediale sono diretti un poco in avanti; di
conseguenza, l'estremità distale dell'omero appare ricurva anteriormente. L'epicondilo,
più piccolo della troclea, è di forma globosa e si articola con la superficie concava
dell'estremità superiore del radio. Al di sopra si trova il solco radiale, che accoglie
l'estremità superiore del radio nella flessione massiva di gomito. La troclea presenta una
forma a rocchetto, con un profondo solco tra due margini ben marcati; il solco è
leggermente a spirale e accoglie la cresta centrale dell'incisura trocleare dell'ulna. Il
margine mediale della troclea è più prominente; il margine laterale è appena rilevante e
separa la troclea dal condilo. Al di sopra della troclea, in avanti si trova la fossa
coronoidea, che accoglie il processo coronoideo dell'ulna; all'opposto risiede la fossa
olecranica, per il processo olecranico della stessa ulna.
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Fig. 1.1.3 - Omero: superficie anteriore e posteriore.
(Anatomia umana, Martini-Timmons-Tallitsch, Edises 2008) Modificata.
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1.2 ARTICOLAZIONI
(1) Articolazione scapolo-omerale;
(2) Articolazione sterno-costo-clavicolare;
(3) Articolazione acromion-clavicolare;
(4) Articolazione sotto-deltoidea;
(5) Articolazione scapolo-toracica.
Fig. 1.2.1 – Complesso articolare della spalla.
(Fisiologia articolare, Kapandji I.A., Monduzzi editore 2007) Modificata.
1.2.1 ARTICOLAZIONE SCAPOLO-OMERALE
La scapolo-omerale (o gleno omerale) è la prima e la principale delle
articolazioni della spalla. È l'enartrosi più mobile del corpo in quanto presenta
superfici articolari sferiche a tre gradi di libertà su tre assi (frontale, sagittale e
trasversale).
Le superfici articolari interessate sono:
• la testa omerale, orientata in alto, dietro e in dentro;
• la fossa glenoidea della scapola;
• il cercine glenoideo, elemento fibrocartilagineo la cui funzione è di
ampliare la profondità della fossa glenoidea e rendere più stabile
“l'incastro meccanico” tra omero e scapola.
Questa articolazione ha la particolarità di lavorare in sospensione poiché è
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costituita dall'estremità prossimale dell'omero che viene accolta per solo 1/3 nella
fossa glenoidea della scapola consentendo i movimenti del braccio di circa 360°.
La stessa presenta una capsula articolare di forma pressoché conoide, il cui
apice si fissa al contorno della fossa glenoidea e alla faccia esterna del labbro
glenoideo. Superiormente si estende sino al processo coracoideo e inferiormente si
fonde con il tendine del capo lungo del tricipite brachiale. La base prende inserzione
sul collo anatomico dell'omero e, in avanti, raggiunge il collo chirurgico. A livello
del solco bicipitale, la capsula passa a ponte dalla piccola alla grande tuberosità, e si
prolunga in basso tra le due creste che fanno seguito alle tuberosità, creando cioè un
tragitto osteofibroso per il tendine del capo lungo del bicipite uscente
dall’articolazione.
Il segmento antero-inferiore della capsula è rinforzato dai legamenti gleno-
omerali distinti in superiore, medio e inferiore.
Tra i legamenti gleno-omerali superiore e medio si delimita uno spazio
triangolare con la base rivolta verso la piccola tuberosità (forame ovale), dove la
capsula fibrosa è debole o manca e la membrana sinoviale invia un prolungamento
verso il muscolo sottoscapolare.
L'articolazione scapolo-omerale viene definita “non portante” poiché non
assoggettata alla forza peso; bisogna però sottolineare che le sollecitazioni
meccaniche a cui è sottoposta sono notevoli: a braccio abdotto a 60°-90°e a mano
vuota, nella zona di contatto omero-glenoidea agisce una forza otto volte superiore al
peso del braccio.
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1.2.2 ARTICOLAZIONE STERNO-COSTO-CLA VICOLARE
La sterno-costo-clavicolare è un'articolazione “a sella”, considerata doppia
per la presenza di un disco intrarticolare.
Si realizza tra l'estremità sternale della clavicola, il manubrio sternale e la
prima cartilagine costale. Possiede 2 assi e 2 gradi di libertà determinando i
movimenti di elevazione-abbassamento e di anteposizione-retroposizione
dell'estremità laterale della clavicola e delle strutture ad essa collegate.
La superficie articolare dalla parte sternale non è concordante con la
superficie clavicolare, data la continuazione in fuori e in basso sulla faccia superiore
della prima cartilagine costale, dell'incisura clavicolare, del manubrio dello sterno.
Essendo la faccia clavicolare più estesa di quella sternocostale, la concordanza tra le
due superfici viene rinforzata da un disco fibrocartilagineo, che suddivide
l'articolazione in due cavità sinoviali. Il disco articolare ha l'ulteriore funzione di
ammortizzare le forze trasmesse dalla spalla all'articolazione.
La capsula articolare circonda i capi ossei ed è inserita sul contorno delle
superfici articolari clavicolare e sterno-condrale; essa è debole inferiormente mentre
è rinforzata superiormente, in avanti e posteriormente dai seguenti legamenti:
• sterno-clavicolare anteriore;
• sterno-clavicolare posteriore;
• interclavicolare (superiormente);
• costo-clavicolare.
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1.2.3 ARTICOLAZIONE ACROMION-CLA VICOLARE
La acromion-clavicolare è un'articolazione formata dall'estremo laterale della
clavicola e dal margine mediale dall'acromion, con l'interposizione di un disco
cartilagineo con funzione di ammortizzatore, che insieme costituiscono un'artrodia a
tre gradi di libertà. Le superfici articolari, piane e ricoperte da cartilagine articolare
fibrosa, sono inclinate verso il basso e medialmente favorendo la dislocazione
dell'acromion in basso e inferiormente alla clavicola. L'estremità della clavicola,
posta più in alto dell'acromion, è facilmente palpabile.
La capsula articolare si inserisce lungo i margini dell'articolazione
racchiudendola; la stessa superiormente risulta più robusta poiché rinforzata da
alcune fibre del muscolo trapezio. La membrana sinoviale infine riveste internamente
le pareti della stessa.
Dalla base dell'apofisi coracoidea origina il legamento coraco-clavicolare
diviso in due fasci: il legamento conoide (postero-mediale) e legamento trapezoide
(antero-laterale).
La stabilità dell'articolazione acromion-clavicolare è determinata inoltre dalla
presenza dei seguenti legamenti:
• acromion-coracoideo;
• acromion-clavicolare;
• coracoideo o trasverso superiore;
• trasverso inferiore.
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1.2.4 ARTICOLAZIONE SOTTO-DELTOIDEA
La sotto-deltoidea è un'articolazione fisiologica comprendente due superfici
di scivolamento sovrapposte. È meccanicamente legata all'articolazione scapolo-
omerale e perciò ogni movimento di quest'ultima comporta un movimento
dell'articolazione sotto-deltoidea, formata dalla cuffia dei rotatori, da una borsa
sierosa e da un tetto osseo costituito dall'arco coraco-acromiale. Il deltoide origina
dal terzo laterale del margine anteriore della clavicola, dall'apice e dal margine
laterale dell'acromion, e dal labbro inferiore del margine posteriore della spina della
scapola. I suoi fasci convergono in basso e si inseriscono alla tuberosità deltoidea
dell'omero.
Il piano di scorrimento anatomico sottodeltoideo è costituito da:
• estremità superiore della testa dell'omero;
• cuffia dei muscoli periarticolari sovraspinoso, sottospinoso e piccolo
rotondo.
• arco coraco-acromiale.
Tra questo piano, che si prosegue in avanti verso il tendine del capo
coracoideo del bicipite, e il tetto coraco-acromiale, formato dalla faccia inferiore
dell'acromion e dal legamento acromion-coracoideo, vi è la borsa sierosa
sottodeltoidea che facilita lo scorrimento fra i piani ossei e muscolari.
Il tetto acromion-coracoideo forma lo spazio attraverso cui passa il tendine
sovraspinoso stesso (“outlet” del sovraspinoso).
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