V
romanzi ipertestuali vedremo dove stanno le novità, se esclusivamente nel
mezzo utilizzato o se esistono anche nuove caratteristiche a livello di
struttura, scrittura/composizione e lettura.
A conclusione è interessante verificare brevemente, dopo una
panoramica sulla lingua e sulla letteratura, se e come la vita stessa
dell’individuo/utente evolva e si sviluppi in rete, con la creazione di
comunità virtuali, incontri nei forum e scorci di vita quotidiana (online) sui
MUDs.
1
1. Internet: rivoluzione linguistica.
Internet è un fenomeno recente nonostante la sua notevole diffusione. Nato
come mezzo di comunicazione alternativo, per uno scopo prettamente
militare, si è in seguito aperto al pubblico grazie a dei gestori, che offrivano
un servizio di abbonamento. Attualmente i costi sono stati ridotti e non ci
sono più canoni da pagare, basta avere una normale linea telefonica ed un
personal computer per collegarsi alla rete a prezzi modici. La tecnologia
corre e con essa le necessità dell’utente aumentano, ecco perché la fibra
ottica, che garantisce una maggiore velocità di trasferimento dati, sta
prendendo il posto della vecchia e lenta connessione telefonica. Insieme alla
tecnologia dicevamo, aumentano le necessità e le possibilità di chi abita
questa nuova realtà virtuale, se in principio lo strumento più diffuso è stato
la casella di posta elettronica personalizzata, che consente di inviare e
ricevere le famose e-mail, ora la comunicazione ha nuovi orizzonti. Quella
che era nata come una rete privata, a cui connettere pochi computer, si è
trasformata in un mondo virtuale occasione di incontri, discussioni ed eventi
vari che comprendono le chat, i forum, i newsgroup e i giochi di ruolo, in
cui è possibile interagire con singoli utenti o gruppi, in tempo reale
attraverso brevi messaggi di testo. La parola scritta è un mezzo unico ed è
usato in modo quasi esclusivo per comunicare nonostante la recente
2
diffusione delle webcam
1
, ecco perché è naturale che subisca l’influenza del
nuovo ambiente in cui viene impiegata.
Il primato in rete è detenuto dall’inglese, secondo le stime (più o meno
accurate data la difficoltà di monitorare costantemente il cyberspazio)
l’82,3% delle pagine web presenti in rete usa la lingua inglese, il divario tra
l’inglese e le altre lingue è abissale, al secondo posto ci sarebbe infatti il
tedesco con il 4% e via tutte le altre
2
, è naturale quindi che la lingua inglese
principalmente sia soggetta a mutamenti molto rapidi come vedremo.
1
La webcam è un componente hardware che collegato ad un PC consente la trasmissione di
immagini in tempo reale attraverso Internet.
2
Dati riportati da Crystal, David (2001: 217) Language and the Internet, Cambridge:
Cambridge University Press.
3
1.1 Lingua standard e lingua globale.
Quello che ci si chiede innanzi tutto è che tipo d’inglese è usato in Internet?
Sappiamo che l’inglese è divenuto (dopo l’espansione coloniale del Regno
Unito e la nascita della super potenza americana) la lingua franca per
eccellenza nei rapporti socio-economici in tutto il mondo, e oggi è la lingua
che ha il maggior numero di parlanti che la usano come lingua straniera
(EFL
3
). Questo vuol dire che c’è stata la diffusione di uno standard, che si è
in seguito modificato nei paesi in cui è stato introdotto, con l’aggiunta di
nuovi vocaboli e l’uso di accenti differenti. Queste varianti sembrano però
rifluire nuovamente in un’unica forma, riconosciuta da tutti, per favorire il
mantenimento dei rapporti con altri paesi, e oggi che termini come il
mercato globale, il villaggio globale e la rete globale, sono di uso comune
spetta proprio all’inglese il ruolo più importante: essere il collante di questa
globalizzazione. Nonostante le numerose critiche mosse all’uso dell’inglese
e i tentativi di introdurre altre forme di linguaggio, che potessero risultare
paritarie tra i parlanti nel mondo, nessuna altra soluzione è stata ritenuta
valida fin ora ed è evidente che qualunque altra lingua naturale finirebbe col
portare dei benefici a chi già la parla e problemi a chi deve apprenderla.
Ecco perché sembra inutile chiudersi alla lingua globale, al contrario è
importante farla propria per sfruttarne appieno le potenzialità come
suggerisce Halliday:
3
Acronimo per English as Foreign Language.
4
Rather than tring to fight off global English […] those who seek to resist its
baleful impact might do better to concentrate on transforming it, reshaping
its meanings, and its meaning potential […]
4
.
Prima di parlare di inglese globale però è bene partire dalla
definizione di inglese standard, altro punto su cui si è discusso a lungo ma
che ancora lascia delle perplessità.
1.1.1 Standard English.
L’idea comunemente condivisa è che parlando d’inglese standard si
considera la lingua nella forma scritta, Quirk afferma che “When we speak
of learning to write, we really have in mind learning to write standard
English”
5
. Questo suggerisce che si tratta di un mezzo appannaggio di chi
riceve un’istruzione, e se è vero che rappresenta il “consensus … of what
educated speakers accepted as correct”
6
, come scrive Greenbaum, è anche
vero che lo standard non è un modello precostituito e immutabile, ma
evidentemente è soggetto a cambiamenti dovuti all’uso che ne fanno i
parlanti. Col tempo queste varianti possono acquisire uno status autonomo,
4
Halliday, Michael A. K. (2003: 427) “Written language, standard language, global
language” in World Englishes, Vol. 22, No 4, (pp. 405-418).
5
Quirk, Radolph (1985: 1-6) “The English language in a global context” in English in the
World: Teaching and Learning the Languages and Literatures, edited by Radolph Quirk
and Henry G. Widdowson, Cambridge: Cambridge University Press and British Council.
6
Greenbaum, Sydney (1990: 18) “Whose English” in The State of the Language, edited by
Cristopher Ricks and Leonard Michaels, London: Faber and Faber, citato da Davies, Alan
(1999: 172) “Standard English: discordant voices”, in World Englishes, Vol. 18, No 2, (pp.
171-186).
5
assumendo a loro volta caratteristiche di standard in quella regione in cui si
sono formate. Proprio questo succede all’inglese in seguito all’espansione
coloniale e al contatto con altre lingue dato che
Language contact has long been recognised as major engine of change; […].
The increasing use of English in many parts of the worls affects both local
languages and English and is giving rise to new, hybrid language varieties
7
.
Un esempio recente è la decisione della School Board di Oakland in
California, vale a dire usare l’Ebonics (il black American English) a scuola
8
,
in questo modo un nuovo standard nasce per la comunità linguistica che ne
farà uso.
Una definizione appropriata per lo standard english è quella fornita dal
Dizionario Enciclopedico della Linguistica Applicata, Johnson e Johnson:
Standard English is a dialect with the most prestige and/or influence within
the English-speaking community, used to perform various official and
cerimonial functions in spoken and written forms. […] With the spread of
English around the world, English has acquired many different standards
9
.
Per comodità consideriamo l’inglese standard come un punto ideale di
riferimento, quando ci si esprime in forma scritta ed in occasioni formali, in
7
Graddol, David (2000: 17) The future of English?, London: British Council.
8
Riportato in Davies (1999: 175).
9
Johnson, Keith and Johson, Helen (eds.) (1998: 303-304) The Encyclopedic Dictionary of
Applied Linguistics, Oxford: Blackwell.
6
realtà però uno standard che assuma portata mondiale non è più il prodotto
dei soli parlanti madre lingua, come afferma Kachru.
The global diffusion of English has taken an interesting turn: the native
speaker of this language seem to have lost the exclusive prerogative to
control its standardization […]
10
.
Questo fenomeno va ad incrementarsi con la diffusione di Internet, dove la
forma scritta viene usata per dialogare in tempo reale. L’inglese scritto non
è ora sensibile agli stessi cambiamenti cui è soggetta la forma orale? Le
varianti linguistiche (anche quelle non verbali) non restano più circoscritte
alle singole aree in cui sono sorte, ma influenzano la lingua usata per
comunicare in rete. Il risultato è che non solo i parlanti madrelingua (L1)
hanno in mano le sorti della lingua inglese, ma ancor di più il vasto numero
di parlanti che usano l’inglese come seconda lingua (L2) o come lingua
straniera (EFL). Ciò che afferma Graddol a proposito quindi non sembra
del tutto esatto considerando la portata del fenomeno Internet.
[…] language change occurs quickest among first- and second-language
users, rather than among speakers of English as a foreign language
11
.
Intanto già adesso il Global English è una realtà con cui convivere.
10
Kachru, Braj B. (1985: 30) “Standards, codification and sociolinguistic realism: the
English language in the outer circle” in English in the World: Teaching and Learning the
Languages and Literatures, edited by Radolph Quirk and Henry G. Widdowson,
Cambridge: Cambridge University Press and British Council, citato da Davies (1999: 175).
11
Graddol (2000: 17).
7
1.1.2 Global English
Why a language becomes a global language has little to do with the number
of people who speak it. It is much more to do with who those speakers are
12
.
Altre lingue in passato hanno raggiunto buoni livelli di diffusione, ad
esempio il latino al tempo dell’Impero Romano, ma anche lo spagnolo che,
dopo la conquista dell’America, si è diffuso a macchia d’olio nel centro-sud.
L’elemento che accomuna queste lingue all’inglese è il potere economico e
militare detenuto dalle comunità parlanti: i romani con i loro eserciti e gli
spagnoli con i conquistadores. Gli inglesi dal canto loro hanno tratto
vantaggio dalle colonizzazioni in India, grazie alla potente flotta navale, e
dalla rivoluzione industriale. I motivi che consentono ad una lingua una tale
diffusione sono anche di natura socio-culturale, poiché a seguito di un
dominio militare ed economico c’è sempre stato un forte impulso culturale a
spingere comunità diverse ad abbracciare una nuova lingua. L’esempio della
rivoluzione industriale in Inghilterra mostra come sia stato necessario
imparare la lingua inglese per chiunque avesse voluto apprendere le nuove
tecnologie usate. Certo il fenomeno linguistico attuale è un’assoluta novità
per estensione, e la possibilità di contare su mezzi di diffusione come la
stampa, la tv satellitare, i film (principalmente americani) e Internet
rafforzano ulteriormente il potere della lingua inglese.
12
Crystal, David (2003: 7), English as a Global Language, Cambridge: Cambridge
University Press.
8
Un quesito che si pongono in molti è se questo processo può essere
fermato o meno, poiché se è vero che la diffusione di una lingua globale
favorisce l’abbattimento di certe barriere, può allo stesso tempo avere delle
conseguenze negative, come l’emarginazione progressiva di coloro che non
hanno accesso a tale lingua e il pericolo di estinzione per molti idiomi. A
questo proposito, per evitare la morte della propria lingua sono frequenti i
tentativi in molti paesi (ex colonie in genere) di riprenderne l’uso. Il
paradosso è che gli stessi teorici che vogliono porre all’attenzione del
mondo l’importanza del proprio idioma devono farlo per iscritto e sono
costretti ad usare proprio quella lingua globale vista come estranea. Altri
come lo scrittore Salman Rushdie provano invece a dimostrare come sia
sbagliato continuare a considerare l’inglese come un corpo estraneo alla
propria cultura.
I don’t think it is always necessary to take up tha anti-colonial – or is it post-
colonial? – cudgels against English. What seems to me to be happening is
that those people who were once colonized by the language are now rapidly
remaking it, domesticating it, becoming more and more relaxed about the
way they use it. Assisted by the English language’s enormous flexibility and
size, they are carving out large territories for themselves within its front
13
.
D’altronde l’Indian English è una realtà così come l’American e il
Singaporean English e non è possibile e ancor meno esatto continuare ad
13
Rushdie, Salman (1991) Imaginary homelands: essays and criticism 1981-1991, New
York and London: Viking, citato in Crystal (2003 :184).
9
associare l’inglese alla sola Inghilterra o gli U.S.A., anzi in merito Crystal
sostiene che
There are probably already more L2 [English] speakers than L1 [English]
speakers. Within fifty years there could be up to 50 per cent more. By that
time, the only possible concept of ownership will be a global one
14
.
L’inglese potrebbe divenire presto indipendente dal contesto che l’ha portata
così in alto (o lo è già?), sopravvivendo anche a cambiamenti sostanziali
dal punto di vista linguistico ed economico di paesi come gli Stati Uniti, che
ne sostengono l’attuale diffusione nel mondo.
1.1.3 Lingua globale in rete.
There are no precedents in human history for what happens to languages, in
such circumstances of rapid change. There has never been a time when so
many nations were needing to talk to each other so much. […] And never
has there been more urgent need for a global language
15
.
In passato, laddove due o al massimo tre varietà di lingua erano utilizzate è
stato possibile sviluppare capacità bilingue tra le comunità in causa, che
erano così in grado di comunicare tra loro, mentre per i contatti
14
Crystal (2003 :141).
15
Crystal (2003 :14).
10
commerciali, dopo la scoperta dell’America e la colonizzazione dell’India,
si sono rese necessarie delle lingue miste (pidgin) comprensibili ad
entrambe le parti. Oggi si ha la necessità di intrattenere scambi frequenti e
in tempo reale con il villaggio globale, questo significa la necessità di un
mezzo linguistico che possa adattarsi a tutte le situazioni e che permetta
(soprattutto in Internet) il dialogo tra comunità differenti.
Il fatto che l’inglese fosse la lingua franca per le comunicazioni
internazionali, ancor prima della nascita di Internet, ha favorito la sua
diffusione anche in ambiente multimediale. Inoltre Internet è una realtà
pensata, nata e diffusasi negli Stati Uniti, a seguito del programma
sviluppato dal DARPA (Defense Advanced Research Program Agency) nei
primi anni ’70, è quindi naturale che le prime pagine web una volta reso
pubblico il servizio fossero in inglese. Questo iniziale vantaggio si è
ingigantito poi grazie al supporto fornito dall’enorme potere economico
degli U.S.A., che hanno tuttora in mano le sorti del commercio a livello
mondiale.
Dal punto di vista linguistico, la novità in rete è che se da un lato la
lingua si espone a un maggior numero di utenti, con la possibilità di
modificazioni frequenti, allo stesso tempo il mezzo riesce a contenere entro
certi limiti le variazioni stesse, dovendo garantire la comunicazione. Quel
che si viene a creare è un cyber linguaggio, ottenuto grazie ad un tacito
accordo tra gli utenti che ne fanno un largo uso, ecco cosa è in sostanza il
Netspeak.
11
1.2 Netspeak.
La diffusione a livello domestico di Internet, vale a dire dopo il 1989, ha
prodotto un aumento del numero di utenti connessi alla rete.
Una nuova realtà multimediale e dinamica, che offre una vasta gamma di
opportunità in campo commerciale o puramente ricreativo, con la possibilità
di chiacchierare con utenti da tutto il mondo, ha creato i presupposti per la
nascita di un linguaggio che sia allo stesso tempo dinamico e funzionale,
anche per la costruzione di pagine web e per le nuove forme di
comunicazione in sincrono (MUDs, IRC ed RPGs
16
) e non (newsgroups,
email e forums).
Il termine Netspeak è solo uno dei tanti neologismi in voga in rete, ottenuti
dalla fusione di una o più parole con termini associati ad Internet (net,
electronic, web, ecc.), ed è usato in alternativa a Webspeak o Netlish a
indicare proprio questo nuovo linguaggio, fatto di acronimi, icone e artifici
che mirano a rendere la comunicazione molto simile a un colloquio faccia a
faccia.
16
MUDs, IRC e RPG sono acronimi per Multi User Dimension o Multi User Dungeon,
Internet Relay Chat e Role Playing Game.
12
1.2.1 Written speech.
Netspeak is succint, and functional enough, as long as we remember that
“speak” here involves writing as well as talking and that any “speak” suffix
has a receptive element, including “listening and reading”
17
.
David Crystal centra subito una delle caratteristiche salienti del nuovo
linguaggio: la sua forma scritta, che è però utilizzata principalmente per
parlare. Questa è la novità maggiore che si riscontra ad un primo impatto, il
Netspeak risulta essere un ibrido tra inglese scritto e orale.
Netspeak is identical to neither speech nor writing, but selectively and
adaptively dispalys properties of both
18
.
Questo linguaggio, grazie alla sua flessibilità, sfrutta lo spazio (del foglio
virtuale) assumendo una forma statica e permanente, ma può anche essere
legato al tempo (nelle conversazioni in sincrono). Verba volant e scripta
manent si era soliti dire fin ora, ma adesso che si parla scrivendo su uno
spazio virtuale? Con la possibilità di salvare una conversazione avuta in
chat, il colloquio tra due o più persone può essere registrato nella sua forma
originale – in file di testo – in caso contrario si mantiene il suo carattere
transitorio. Una peculiarità del Netspeak è quindi che pur essendo scritto si
rivolge (nelle chat) a interlocutori presenti nel momento della stesura.
17
Crystal, (2001 :17-18).
18
Crystal (2001: 47).
13
Gli utenti si trovano tutti in una stanza virtuale e sono potenzialmente
partecipi, pur rimanendo distanti fisicamente. Questa caratteristica è
assolutamente nuova, in passato la lettera cartacea era la forma più
confidenziale per rivolgersi a qualcuno scrivendo, ma mancava ovviamente
l’immediatezza consentita dal mezzo multimediale.
Questo nuovo modo di comunicare ha però anche dei difetti. Tra i
problemi che presenta c’è il time-lag, ovvero il tempo che intercorre tra
l’idea e la sua realizzazione su schermo sotto forma di segni grafici. Il
ritardo dipenderà principalmente dall’abilità nell’uso dello strumento
testiera da parte di chi scrive, ma ovviamente anche l’utente più veloce avrà
bisogno di formulare un’idea per poi digitarla, il che richiederà molto più
tempo rispetto alla conversazione classica. La possibilità di controllare e
correggere il messaggio, prima di inviarlo, rende possibile una maggiore
accuratezza di forma rispetto al dialogo, ma solitamente tale accuratezza è
inferiore a quella che si può ottenere nella forma scritta, poiché trattandosi
di un dialogo è necessario rispettare certi tempi se non si vuole perdere
l’interesse del proprio interlocutore (chat privata) o la possibilità di
esprimersi su un certo argomento (chat di gruppo). Anche l’organizzazione
della frase risulta così una via di mezzo tra la forma dialogata e quella
scritta, con un uso scarno e spesso particolare della punteggiatura. Un altro
problema risulta essere la confusione che si crea, quanto molti utenti
contemporaneamente parlano nella stessa chat room.