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comunicazione, facendosi così ogni volta televisione, giornale, radio, ect,
ect.. E' possibile, allora, definire Internet come una sorta di "Ipermedia",
cioè l'integrazione di un unico nuovo medium comunicativo, non riferibile,
né comprendibile in nessuno dei singoli media specifici che lo
compongono. Il mezzo di comunicazione di massa, che più degli altri, è
presumibilmente destinato a convergere con la Rete è la tv. Saturata
ormai dalle sue stesse logiche produttive, la televisione sta tentando di
rigenerarsi attraverso nuove modalità di fruizione, utilizzando nuovi canali,
che promettono la fine della passività dell'utente, grazie al dono
dell'interattività. Il medium che maggiormente può conferire nuova linfa
vitale alla tv, stimolandola nel suo processo d'innovazione, è Internet.
Gli scenari futuri fanno prospettare fruttuose convergenze dove la
televisione e la Rete, simbolo della modernità del dopoguerra e quello di
fine millennio, si incontrano, si fondono, si perdono l'uno nell'altro fino a
diventare indistinguibili. Le modalità d'integrazione tra questi due mezzi
sono essenzialmente due: Internet sulla tv, la Web tv o teleputer, e la
televisione sulla Rete, la Net tv o compuvision. Le posizioni a riguardo
circa quale delle due forme prenderà più piede sono discordanti.
Questo studio tenta, quindi, di esaminare i vantaggi e gli svantaggi delle
nuove modalità d'incontro tra Internet e la tv, tentando di capire come si
definirà il prossimo futuro multimediale. Per far questo non si poteva
prescindere da un' analisi dei singoli mezzi in questione. I primi due
capitoli iniziali sono, infatti, dedicati ad uno excursus storico sia di Internet
che della televisione.
7
Il primo capitolo traccia un quadro storico-sociale di quella che è stata la
nascita, lo sviluppo e l'evoluzione del Net. Le sue origini vengono fatte
risalire agli sforzi di ricerca militare e accademica americana, finalizzati a
costruire una rete di comunicazione decentralizzata, flessibile, che doveva
sia permettere la condivisione di risorse a livello universitario che
mantenere attive le interazioni in casi di emergenza. L'evoluzione del Net
è stata sorprendente e rapida, grazie anche agli innumerevoli contributi
tecnici apportati da ingegneri, scienziati e studiosi che sono passati alla
storia come i "padri" della Rete. Sul finire degli anni Ottanta Internet ha
iniziato a sganciarsi dall'ambito prettamente scientifico ed ad entrare nella
sua era commerciale, aprendosi all'accesso di massa. Ma il vero "boom"
della Rete si ha soltanto nell'ultimo decennio del XX secolo. Grazie alla
creazione di software di navigazione, ad interfacce più "friendly" e alla
nascita del World Wide Web, Internet è diventato accessibile a tutti,
diffondendosi in brevissimo tempo in tutto il mondo. Lo studio è stato
arricchito anche da dati e ricerche che attestano la sua veloce crescita e
diffusione.
Il secondo capitolo ricalca la struttura del primo, avendo però come
oggetto d'analisi la televisione italiana. Si è tentato di sottolineare quelli
che sono stati gli aspetti cruciali, i nodi fondamentali attraverso cui l'iter
storico del mezzo televisione si è articolato e dipanato. Si è partiti dagli
albori, gli anni della cosiddetta "PaleoTelevisione", in cui si hanno le prime
sperimentazioni, per passare alla fase del monopolio incontrastato della
Rai, in cui la tv diviene un appuntamento fisso degli italiani, che la iniziano
8
a considerare non più un semplice elettrodomestico, ma una "finestra sul
mondo" che giornalmente permette di informarsi,divertirsi ed emozionarsi.
Dalla seconda metà degli anni Settanta, la scelta dei canali tv si è
ampliata: nascono le televisioni locali, che faranno da battistrada alle
emittenti private di Silvio Berlusconi. Quest'ultime porteranno la tv italiana
in una nuova fase: quella del duopolio. Da questo momento in poi la
pubblicità entra con sempre maggiore prepotenza sugli schermi televisivi,
divenendo la principale fonte di finanziamento, anche in ambito pubblico,
dettando, così, le regole del gioco. Dai primi anni Novanta, la tv italiana ha
aperto le porte a nuovi attori che hanno scelto di trasmettere i loro
programmi sia attraverso l'etere che con il satellite o il cavo. È così iniziata
una nuova fase, quella digitale, con cui la televisione "generalista" è
costretta a confrontarsi, che in futuro permetterà possibili convergenze
con i nuovi media, Internet in primis.
Il terzo capitolo dimostra come Internet può essere considerato un mass
medium e non solo un mezzo di comunicazione interpersonale. Anzi si
può affermare che in sé raccoglie i modelli di interazione "one-to-one",
"one-to-many" (tipica del broadcasting) e "many-to-many". Prima di ciò si è
analizzato il rapporto che gli italiani hanno nei confronti dei nuovi media e
le teorie inerenti alla comunicazione attraverso il computer. Nel secondo
paragrafo si è iniziato ad affrontare la comparazione tra la Rete e la tv,
utilizzando dati e ricerche che attestano le diverse fruizioni dei mezzi sia in
ambito americano che in quello italiano. Si è giunti a concludere che la
convergenza tra i due media è fattibile e realizzabile, ma dovrà passare
9
ancora qualche anno affinché ciò si realizzi, poiché il mercato italiano
sembra essere ancora inficiato da dei limiti di natura tecnica ed
economica, che bloccano la diffusione di Internet a tutti gli strati della
popolazione.
Il quarto capitolo tratta le due potenziali integrazioni tra la Rete e la Tv: la
Web tv e la Net tv. Di entrambi sono state analizzati i pro e i contro e la
loro reale diffusione in Italia. Si è dato maggior spazio alla proposta della
televisione su Internet, poiché considerata quella che meglio rispecchia gli
scenari futuri. E' stata esaminata la tecnologia "streaming", che permette il
"video-on-demand" sulla Rete, e dei vari "players", i software che abilitano
l'utente a vedere i filmati. Non è mancata un'analisi della panoramica dei
diversi modi di utilizzare Internet in relazione alla tv, dalla quale è emersa
che i risultati più soddisfacenti sono stati ottenuti dagli outsider, soggetti
che fino ad ora non si erano cimentati in ambito audiovisivo. Tra questi è
stata data maggiore rilevanza a "Kataweb", la società del Gruppo
Editoriale "l'Espresso", che si occupa di sviluppare nuovi contenuti
multimediali sulla Rete. Kataweb, seguendo la politica del Gruppo, ha
anticipato la tendenza di sfruttare Internet anche nei suoi aspetti
multimediali, usando lo streaming per creare un'emittente "Web only". A
dimostrare come una delle possibili vie di sviluppo dell'infotaiment, cioè
l'industria della comunicazione e dell'intrattenimento, sia appunto la
soluzione "compuvision", è l'accordo tra l'"America on line", il maggior
provider della Rete, e "Time Warner", il più grande gruppo editoriale del
mondo. Infine si è analizzata la nuova tecnologia "ADSL", che potrebbe
10
dimostrarsi una delle possibili risoluzioni dei limiti sia tecnici che economici
che bloccano lo sviluppo della fruizione di contenuti televisivi su Internet.
CAPITOLO PRIMO
“Internet: un profilo storico”
12
1.1 Premessa
C’è chi la chiama la “Rete delle reti”, chi la considera la realizzazione del
“Villaggio Globale”
1
tanto teorizzato da Marshal McLuhan e chi prevede
che sarà il medium per eccellenza del futuro, ma la definizione ufficiale
fornita dalla FNC
2
vede Internet come “un sistema globale per le
comunicazioni che:
- si basa sull’indirizzamento logico e univoco, basato sul protocollo
TCP/IP
3
o sui suoi possibili sviluppi;
- è in grado di supportare comunicazioni basate sull’insieme di protocolli
TCP/IP o sui suoi possibili sviluppi;
- utilizza o fornisce l’accesso, pubblicamente o privatamente, a servizi di
alto livello, basati sulle comunicazioni e collegati alle infrastrutture
sopra descritte.”
4
Il nome Internet deriva da “internetworking”, dove “network” significa “rete”
o “circuito” e “inter” è il prefisso che indica il “link”, cioè il legame, il
collegamento tra i vari elementi del sistema, in questo caso le reti di
computer che costituiscono le articolazioni di Internet.
Il Net sta conoscendo una diffusione di tipo esponenziale: secondo le
ultime previsione alla fine del 1999 gli utenti europei saranno circa 48
milioni, per toccare nel 2003 quota 100 milioni, più o meno l’attuale cifra
del mercato americano.
1
McLuhan M., "Il villaggio globale. XXI: trasformazioni nella vita e nei media", SugarCo,
Milano,1992.
2
Il Federal Networking Council è stato il primo ente a definire ufficialmente Internet.
3
Acronimo di "Transfer Control Protocol/Internet Protocol". È il protocollo di trasmissione che
permette la comunicazione tra tutti i computer collegati ad Internet.
4
“AA.VV., “Professione Internet - clicca su di te!”, McGraw - Hill Libri Italia, Milano, 1998, p.9.
13
Le motivazione di accesso alla Rete sembrano del tutto simili nei vari
Paesi Europei: ricercare informazioni, scaricare file, partecipare alle chat,
cercare lavoro, anche se non si disdegna una navigazione senza meta,
giusto per il piacere di curiosare qua e là.
Tuttavia vi sono differenze significative nei comportamenti di consumo: i
tedeschi e gli olandesi amano comprare libri, gli svedesi biglietti aerei
mentre inglesi e francesi sono un poco più restii a comprare sul Web,
qualsiasi genere di prodotti e servizi. E gli italiani ?
La maggior parte di loro dichiara di non fidarsi dello shopping su Internet.
Da una recente ricerca commissionata da “Intel Corporation Italia” alla
“Abacus “ sul comportamento degli italiani verso la Rete delle reti è
emerso un atteggiamento ambivalente. Al 45% degli intervistati il Web
piace, e forse anche troppo. Gli utenti hanno paura che Internet diventi un
vizio incontrollabile, che si crei una sorta di dipendenza.
Questo responso è avvalorato anche da altre ricerche effettuate in Italia.
Oggi l’influenza di Internet ha ripercussioni non solo nel campo della
telematica, ma incide profondamente anche su ogni aspetto delle relazioni
sociali, dal momento che si ricorre sempre più massicciamente a strumenti
“online”, dal marketing al commercio elettronico, all’acquisizione
d’informazioni, alla pura socialità nello spazio virtuale.
Per conoscere a fondo questo strumento, che ha portato una rivoluzione
senza precedenti nel mondo dell’informazione e della comunicazione, è
importante delineare il suo iter storico, il suo sviluppo, la sua evoluzione.
14
1.2 Un breve excursus storico
1957 Il quattro ottobre l’Unione Sovietica manda in orbita lo Sputnik, il
primo satellite artificiale della storia battendo sul tempo - in piena
guerra fredda - gli americani.
L’avvenimento segna indiscutibilmente l’immaginario occidentale,
assurgendolo a simbolo del paventato sorpasso del blocco
tecnico-scientifico realizzato dall’Unione Sovietica, prefigurazione
di una superiorità militare da scongiurare. La crisi tecno-culturale
che colpisce gli U.S.A. è tale da mettere seriamente in
discussione le loro aspirazioni al primato bellico-tecnologico e
impone una immediata mobilitazione della comunità scientifica.
La risposta statunitense è la creazione dell’ Advanced Research
Project Agency (ARPA), una struttura interna al Dipartimento
della Difesa, con lo scopo di tornare leader nel campo delle
scienze applicate nel settore militare.
Una delle maggiori preoccupazioni dei responsabili della Difesa
americana è quella di preservare le telecomunicazioni in caso di
guerra nucleare. Si cerca, quindi, di creare una struttura di
collegamento che consenta ai vari computer di continuare a
comunicare tra loro anche nel caso che una parte di esse venga
distrutta o resa inutilizzabile a causa di attacchi nemici.
Per molti è questo il contesto in cui si colloca la nascita e la ratio
di Internet, rete che avrebbe svolto la funzione di collegare i
15
settori strategici militari e capace, in virtù della sua struttura
decentrata, di resistere ad un attacco nucleare e a un eventuale
distruzione parziale dei suoi collegamenti fisici, in modo da
continuare a garantire le comunicazioni fra i centri nevralgici del
Paese.
Questa tesi che vede Internet essenzialmente come uno
strumento militare del Pentagono, è stata riportata da quasi tutti i
testi e saggi sulla Rete, ma viene smentita come pura mitologia
da Hafner e Lyon. Nella introduzione della loro opera “Where
wizards stay up late. The origines of the Internet”
5
, i due autori
chiariscono l’equivoco affermando che in realtà gli esperimenti di
networking che preludono alla nascita della prima rete,
l’ARPANET, non erano finalizzati a collegare centri di comando e
stazioni radar, ma miravano, più semplicemente, a connettere tra
loro i computer dei grandi elaboratori di ricerca del Paese, in
modo da porre le premesse per la collaborazione a distanza tra i
ricercatori e per la condivisione delle risorse del computer
(software, banche dati,...).
La funzionalità di questo tipo di comunicazione nell’eventualità di
una guerra nucleare non era infondata, ma era solo una
conseguenza più che una causa originante della Rete. La
responsabilità di questa misunderstanding storico si deve alla
5
Il testo è stato tradotto in italiano dalla Feltrinelli nel novembre del 1998 con il titolo “La Storia
del Futuro - Le origini di Internet”.
16
stampa divulgativa, in particolare ad un articolo del “Time”
6
dedicato a Internet, dove si attribuisce alla primogenita
ARPANET la funzione di mezzo di comunicazione concepito per
l’eventualità di uno scenario nucleare.
Lo stesso Vinton Cerf, uno dei padri del Net, ha confermato
questa versione in un’intervista a Mediamente
7
, precisando che
ARPANET non era progettata appositamente per organizzare la
difesa da un’eventuale guerra nucleare, ma per la necessità di
condividere le risorse a livello accademico.
1961 Si ha il primo scritto sulla teoria del “packet switching” di Leonard
Kleinrock: “Information Flow in Large Communication”
8
.
Fino a quel momento l’unico metodo per connettere networks tra
loro era il “Circuit Switching”, in cui due o più reti si
interconnetto tramite un circuito “end-to-end”, che collega
direttamente due terminali che si scambiano dati in modo
sincronico: è la tecnologia su cui si basa la telefonia
tradizionale
9
.
6
Elmer Dewitt P., “First Nation in Cyberspace”, “Time”, 6 dicembre 1993, pp.56-58.
7
Http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/c/cerf.htm.
8
Kleinrock L., "Information on Flow in Large Communication", RLE Quarterly Progress Report,
July 1961 da "A Brief History of Internet", http://www.isoc.org/internet/history/brief.html.
9
Per comunicare tramite il telefono, un utente compone un numero, che determina la
commutazione di una serie di circuiti, stabilendo una linea fisica completamente dedicata a due
interlocutori. Durante tutta la comunicazione il circuito rimane permanentemente occupato dai due
utenti e nessun altro può usufruire della stessa linea.
17
1962 La prima descrizione scritta delle interazioni-transizioni sociali
che una rete avrebbe potuto rendere possibili si ha negli scritti di
J.C.R. Lincklinder:
“On-Line Man Computer Communication”
10
, in cui si inizia a
delineare la sua idea di “Intergalactic Network”.
L’immaginazione di Lincklinder arriva a concepire una struttura
analoga a quella della rete di oggi: il ricercatore parla, infatti, di
una serie di elaboratori, tutti connessi tra loro, diffusi su scala
mondiale, in modo che sarebbe stato semplice e veloce
accedere a programmi e dati di un calcolatore da un altro
qualsiasi.
Per questo studioso di psicoacustica con robuste conoscenze
informatiche, i computer non sono solo macchine da calcolo, ma
una vera e propria estensione del sistema neurale, strumento
per amplificare l’intelligenza umana e le sue facoltà analitiche.
Lincklinder immagina già una rete di “home computer consoles”
e apparecchi televisivi collegati insieme e sostiene che i
computer, in un futuro non lontano, avrebbero integrato le facoltà
umane, svolgendone alcune fondamentali.
“La speranza”, scrisse Lincklinder, “è che, tra non tanti anni, il
cervello umano e i calcolatori si uniscano intimamente, e che
quest’unione penserà come nessun cervello umano è mai
10
Lincklinder J.C.R., "On-line Man Computer Communication", August 1962, da "A Brief
History of Internet", http://www.isoc.org/internet/history/brief.html.
18
riuscito a pensare, ed elaborerà dati come nessun calcolatore
che oggi conosciamo è mai riuscito a elaborare”
11
.
Nello stesso anno viene posto alla direzione dell’ufficio
dell’ARPA destinato a ottimizzare la distribuzione delle risorse
economiche nei vari ambiti della ricerca.
Appena preso possesso del suo ufficio, Lincklinder si mette a
contattare i centri di calcolo più all’avanguardia per verificare le
possibilità di collaborazione; trova i miglior informatici del
momento, ricercatori di Stanford, del MIT
12
, dell’UCLA
13
e di
Berkley, e alcune compagnie disposte a lavorare ai programmi
avanzati che ha in mente, attirandoli nella sfera dell’ ARPA.
La forte vocazione per l’innovazione di Licklinder spinge la
direzione dell’ARPA a cambiare formalmente il suo ruolo. Il nome
del suo ufficio, “Command and Controll Research”, muta in
IPTO
14
, riflettendo il cambio di obiettivo dell’agenzia:
“dalle ricerche informatiche da laboratorio per sistemi di
comando da guerre stellari, a luogo di ricerche avanzate sui
sistemi condivisi, computer grafica e migliori linguaggi
informatici”
15
.
Il gruppo di specialisti a seguito di Licklinder viene da lui stesso
chiamato “The Intergalactic Network”, iniziando così a raffinare la
11
Hafner K. e Lyon M., “La Storia del Fututo - Le origini di Internet”, Giacomo Feltrinelli
Editore, Milano, 1998, p.35.
12
Acronimo del “Massachusetts Institute of Technology”.
13
Acronimo della “University of California- Los Angeles”.
14
Acronimo di “Information Processing Techniques Office”.
15
Hafner e Lyon, op.cit. ,p.38.
19
sua idea di rete e orientando la ricerca del gruppo verso la
problematica di connettere tra loro più sistemi operativi.
1964 Paul Baran pubblica “On Distributed Communication
Networks”
16
, una proposta di rete distribuita a “commutazione di
pacchetto”. Baran lavora al Dipartimento di “Computer Science”
della RAND Corporation
17
, dove sviluppa un interesse particolare
per lo studio delle condizioni di resistenza dei sistemi
comunicativi in caso di attacco nucleare. Lo studioso è il primo a
capire che l’unico modo per risolvere il problema della creazione
di una rete più solida è il ricorso alla tecnologia digitale,
sostenendo che le reti di dati sarebbero state più resistenti ed
efficienti grazie all’introduzione di più alti livelli di ridondanza.
Questa intuizione deriva dal paragone con il cervello umano,
strutturato a reti neurali e in grado di continuare ad esercitare le
sue funzioni anche nel caso che una sua porzione subisca dei
danni, poiché la maggioranza delle sue funzioni cerebrali non
dipende da un unico gruppo cellulare.
L’idea è quella di creare una rete che non ha nessuna autorità
centrale, e quindi è capace di operare in un contesto di
instabilità.
16
Baran P., "On Distributed Communication Networks", IEEE Trans.Comm.System, March 1964,
da http://www.isoc.org/internet/history/brief.html.
17
RAND Corporation, detta anche RAND Institute o semplicemente RAND. E’ un istituto di
ricerca con base a Santa Monica, in California, che durante la guerra fredda fece da centro di
consulenza per il Dipartimento della Difesa americano, svolgendo ricerche segrete su scenari di
guerre termonucleari.