INTRODUZIONE
Bringing students to Europe, bringing Europe to students.
(motto del programma Erasmus)
Uno dei tratti distintivi e più apprezzati di questa Unione Europea, in un periodo di forti critiche, è
costituito dal programma di scambi universitari Erasmus. Nato nel 1987, il programma Erasmus ha
preso il nome dall'umanista e intellettuale fiammingo Erasmo da Rotterdam, che trascorse la sua
vita, tra il XV e il XVI secolo, spostandosi in molte capitali d'Europa, ma è anche l'acronimo di
EuRopean community Action Scheme for the Mobility of University Students
1
. Nonostante le varie
modifiche e ampliamenti, il nucleo fondamentale del programma è rimasto lo stesso, favorire
soggiorni di studio in un Paese europeo diverso da quello d'origine, e si compone di tre “pilastri”: le
rette universitarie da pagare rimangono quelle dell'università d'origine, la concessione di borse di
studio comunitarie, il pieno riconoscimento degli esami da parte dell'università di origine (con il
sistema ECTS)
2
.
Il clamoroso successo dell'Erasmus è universalmente riconosciuto
3
: in ventisette anni di storia ha
contribuito in modo determinante ad aumentare la mobilità degli studenti all'interno della Comunità
prima, dell'Unione poi, diventando in breve tempo uno dei programmi sovranazionali più conosciuti
e apprezzati, fornendo l'esempio per le politiche educative di altri parti del mondo
4
. Ha altresì
assunto la portata di un vero fenomeno di costume: sull'onda dei flussi studenteschi, ormai inferiori
per dimensione solo agli spostamenti migratori e a quelli turistici, negli ultimi anni sono stati
ripensati interi quartieri, sono stati organizzati nuovi servizi. Intorno a questa esperienza si sono
plasmati nuovi linguaggi e tendenze collettive
5
, si sono formate associazioni
6
, sono fiorite
iniziative
7
, sono nate profonde amicizie
8
e amori durevoli
9
. Ormai tutti noi conosciamo l'Erasmus,
1 Glossary:Erasmus programme,
http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Glossary:Erasmus_programme.
2 L. F. Donà dalle Rose, Mobility in Europe. Edulink-AUDIS Informative Seminar, Lovanio, 5 giugno 2008, pag. 8.
3 E. Maurice, “Elogio dell’Erasmus”, in PressEurop, 5 ottobre 2012,
http://www.voxeurop.eu/it/content/editorial/2818611-elogio-dell-erasmus.
4 Oltre al mini-programma di scambio fra le tre comunità linguistiche del Belgio (Erasmus Belgica), alla cooperazione
tra i Paesi scandinavi e baltici (Nordplus, http://www.nordplusonline.org/) e al progetto di collaborazione tra gli Stati
centro-orientali (CEEPUS, https://www.ceepus.info/) esiste anche una versione asiatica modellata sull'esempio
europeo, che si chiama CAMPUS Asia. Cfr. What is CAMPUS Asia?, http://www.grips.ac.jp/campusasia/en/about/.
5 È nata l'espressione “generazione Erasmus”, per designare coloro i quali hanno provato questa esperienza. È
sinonimo di una gioventù istruita, accomunata da un modo di pensare internazionale, intraprendente e foriera di
nuove idee. La locuzione è entrata nella lingua colloquiale, nel linguaggio giornalistico, nei discorsi politici e ha
dato lo spunto ad opere editoriali (F. Cappè (a cura di), Generazione Erasmus: l'Italia dalle nuove idee,
FrancoAngeli, Milano, 2011; D. Faraldi, Generazione Erasmus. E adesso cosa fai?, Aliberti Editore, Reggio Emilia,
2008; G. Bettin Lattes, M. Bontempi (a cura di), Generazione Erasmus? L'identità europea tra vissuto e istituzioni,
Firenze University Press, Firenze, 2008; L. Moroni, Generazione Erasmus, Eventual-Mente, 2003; per altri titoli,
cfr. il blog di Fiorella De Nicola, Libri sull’Erasmus: arriviamo a quota 3 con “Generazione Erasmus”,
https://fiorelladenicola.wordpress.com/2008/04/21/libri-sullerasmus-arriviamo-a-quota-3-con-generazione-
erasmus/).
6 Una su tutte l'Erasmus Student Network (ESN, www.esn.org/), ma anche GaragErasmus, ecc.. GaragErasmus è un
network professionale di persone che hanno in comune l'aver fatto l'Erasmus. Finanziato da Regione Toscana, il suo
obiettivo è creare opportunità per la “generazione Erasmus”, favorendo l'occupazione, partnership internazionali
d'affari e lo sviluppo delle capacità imprenditoriali delle start-up innovative. Cfr. GaragErasmus,
http://www.garagerasmus.org/.
7 Ad esempio una canzone e un documentario. Cfr. Martino Reggiani, Sul tetto del mondo,
https://www.youtube.com/watch?v=wKObyivYC7Q e Erasmus 24_7. Istanbul, Valencia, Bordeaux, Berlin, Rome,
Prague, Lisbon, http://erasmus247.com/.
8 A. de Federico de la Rúa, How do erasmus students make friends?, in S. Ehrenreich, G. Woodman, M. Perrefort (a
cura di), Auslandsaufenthalte in Schule und Studium: Bestandsaufnahmen aus Forschung und Praxis, Waxmann,
Münster, marzo 2008, pagg. 89-103, http://www.academia.edu/6452407/How_do_Erasmus_students_make_friends.
9 S. Elsing, “Liebe grenzenlos – Das Europa(ar) der Zukunft”, in Café Babel, 13 febbraio 2006,
10
diamo per scontato che abbia effetti positivi e che sia da annoverare tra i successi dell'UE. Spesso si
dice che avere un Erasmus sul proprio curriculum vitae dia notevoli chances occupazionali e che
ormai sapere le lingue è diventato indispensabile per un neolaureato che si affaccia sul mercato del
lavoro. Ma è vero che l'Erasmus favorisce l'occupazione? Sarà vero, come sostengono alcune
ricerche, che chi ha fatto l'Erasmus ha un reddito più elevato? Ed è vero che l'Erasmus era destinato
fin da subito al successo? Da queste domande prende spunto il nostro lavoro, che ha lo scopo di
spiegare le premesse storiche del fenomeno Erasmus e che conseguenze ha avuto e continua ad
avere. La grande enfasi sugli aspetti positivi del programma, infatti, ha fatto dimenticare che gli
inizi non sono stati semplici. I Trattati di Roma del 1957 non contenevano alcun accenno alla
dimensione educativa. Il loro focus era incentrato sulle questioni commerciali ed economiche.
Ciononostante, timidamente si fece largo l'idea di affermare un'azione comunitaria anche in tali
materie attraverso ambiti molto specifici, come un'università europea e lo sviluppo della formazione
professionale
10
. Durante la prima metà degli anni '70 la crisi dei modelli educativi europei, scossi
dalla contestazione, provocarono l'avvio della cooperazione, ma non fu che con gli anni Ottanta che
si iniziò a pensare ad un programma comunitario in ambito universitario. Le ragioni erano
prevalentemente economiche: la prospettiva del mercato unico entro il 1992 implicava la libertà di
movimento delle persone, le grandi imprese vedevano nell'Erasmus la garanzia di poter contare su
una manodopera giovane e qualificata. Nonostante i blocchi posti da alcuni governi e burocrazie
nazionali, fattori come l'adozione dell'Atto Unico Europeo nel 1986, le pressioni degli industriali, la
“conversione” del mondo accademico a favore della cooperazione e la spinta propulsiva di alcune
associazioni studentesche e giovanili, oltre alla peculiare combinazione di presenze politiche e
amministrative innovatrici negli ingranaggi chiave del potere dodecastellato, portarono infine l'ago
della bilancia a pendere dalla parte degli integrazionisti e alla prima adozione del programma
Erasmus nel 1987. Date le premesse, l'avvio dello schema comunitario, con la mobilità dei primi
3000 studenti
11
, fu considerato “un vero miracolo”
12
. Successivamente, la Commissione Europea
convinse gli Stati membri a proseguire con il finanziamento del programma, ma i negoziati furono
altrettanto difficili. Non disponendo di una base giuridica certa, le decisioni in seno al Consiglio
dovevano essere prese all’unanimità. Grazie al tempestivo intervento della Corte di Giustizia delle
Comunità Europee, però, il raggio d'azione della Commissione CEE si ampliò ulteriormente e
l'esecutivo comunitario, nel 1995, razionalizzò le politiche d'istruzione e formazione inserendo
l'Erasmus nel programma-quadro SOCRATES. In seguito, la fusione tra SOCRATES e
LEONARDO DA VINCI (per la formazione professionale) diede vita, nel 2006, al Lifelong
Learning Programme, allargatosi e ribattezzato Erasmus+ nel 2013.
Qualche anno fa il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ha dichiarato:
“ERASMUS has developed beyond just being an educational programme”
13
. In realtà, l'Erasmus
non è mai stato just an educational programme. Dalla sua creazione, infatti, ci si aspettava che
avesse un impatto positivo sul mercato del lavoro e che promuovesse un'identità europea tra le
giovani generazioni. Un'arma politica europea contro la disoccupazione e la disaffezione nei
confronti delle istituzioni dell'UE, si direbbe. La retorica ci ha abituato a ritenere positivi gli impatti
del programma su una vasta gamma di aspetti, tra cui lo sviluppo personale, maggiori opportunità
professionali, carriere più gratificanti (non a caso l'Erasmus è una delle politiche più amate dagli
europei
14
); ma quali degli obiettivi che la Commissione Europea si è posta sono stati veramente
http://www.cafebabel.de/kultur/artikel/liebe-grenzenlos-das-europaar-der-zukunft.html.
10 L. Pépin, “The History of EU Cooperation in the Field of Education and Training: how lifelong learning became a
strategic objective”, in European Journal of Education, vol. 42, n. 1, marzo 2007, pagg. 121-132.
11 Per la precisione, nel 1987 furono 3244.
12 F. Imberciadori, C. Craver, “La nascita di Erasmus raccontata dal suo padre putativo”, in INDIRE, 16 maggio 2012,
http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1742.
13 Commissione Europea, IP(06) 1698, “Erasmus @ 20: the Commission launches the celebrations for the anniversary
of its flagship education programme”, in Communiqués de presse, Bruxelles, 7 dicembre 2006,
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-06-1698_en.htm.
14 Eurobarometro, EB82, Standard Eurobarometer 82 Autumn 2014. Public Opinion in the European Union. First
11
raggiunti?
Il presente elaborato si compone di due parti. Con la prima ci siamo proposti di seguire l'evoluzione
delle politiche di cooperazione europee in ambito di istruzione e formazione, ripercorrendo le tappe
storiche più significative, dagli albori delle Comunità Europee alla nascita dell'Erasmus, per poi
seguire le modifiche apportate al programma di scambio fino ad arrivare al Regolamento istitutivo
di Erasmus+. La seconda tratta gli effetti di tale politica, mettendo a confronto gli obiettivi
principali che il legislatore si è posto e i corrispondenti risvolti concreti in tre aree di interesse: la
mobilità degli studenti, il mercato del lavoro e la promozione dell'Europa dei cittadini. L'analisi è
stata condotta attraverso una rassegna delle statistiche ufficiali e della letteratura esistente su tali
temi e, nel caso dell'impatto sul mercato del lavoro, mediante un'interpolazione personale di dati
ufficiali, attuata con una tecnica mai adottata prima d'ora. In particolare, abbiamo inteso rispondere
a dieci domande specifiche:
Effetti sulla mobilità degli studenti
1) L'Erasmus ha rispettato gli obiettivi quantitativi in termini di mobilità degli studenti?
2) L'Erasmus favorisce l'equilibrio dei flussi studenteschi?
Effetti sul mercato del lavoro
3) È vero che chi va in Erasmus trova lavoro più facilmente degli altri?
4) È vero che fare l'Erasmus riduce la probabilità di rimanere disoccupati?
5) Andare in Erasmus dà prospettive di carriera migliori?
6) È vero che chi va in Erasmus percepisce un salario più elevato degli altri?
Effetti sull'instaurazione dell'Europa dei cittadini
7) È vero che chi fa l'Erasmus migliora nell'apprendimento delle lingue straniere?
8) È vero che l'Erasmus favorisce la scomparsa degli stereotipi?
9) È vero che l'Erasmus stimola la comprensione per le altre culture?
10) È vero che l'Erasmus favorisce l'attaccamento alle istituzioni europee e l'adesione all'idea di
Europa?
Dopo aver tratto le adeguate conclusioni, l'appendice 1 riporta alcuni grafici aggiuntivi e
l'appendice 2 un paio di interviste a due protagonisti che, in diversi modi, hanno dato il loro
contributo al programma: l'ex-presidente della Commissione Europea Romano Prodi e il primo
studente Erasmus italiano, Lucio Picci.
Results, dicembre 2014, pag. 28, http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/eb/eb82/eb82_first_en.pdf.
12
PARTE I – LA POLITICA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE NEL PROCESSO DI
INTEGRAZIONE EUROPEA
1. Il precedente storico: i clerici vagantes
Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia.
(Erasmo da Rotterdam)
Già durante il Basso Medioevo gli appartenenti alle classi nobili, detti clerici vagantes
15
(oppure
scholastici vagantes o scholares erratici), potevano studiare muovendosi per l'Europa, anche se
l'esiguità delle istituzioni accademiche del continente, i pericoli del viaggio e le condanne della
Chiesa
16
li consigliava a soggiornare per lunghi periodi nel medesimo borgo. A partire
dall'Umanesimo e per tutto il Rinascimento, però, divenne in voga la cosiddetta peregrinatio
academica, una sorta di precedente storico dell'Erasmus. Grazie all'unità linguistica (si insegnava, si
dissertava, si imparava e si scriveva in latino e, in misura minore, in greco), alla supervisione sui
programmi di studio da parte della Chiesa di Roma e alla condivisione del sapere, i discenti
seguivano da un ateneo all'altro docenti prestigiosi, contribuendo alla circolazione del pensiero e
della cultura
17
. Erasmus Roterodamus o da Rotterdam (1466-1536)
18
era uno di questi amanti del
15 Nonostante l'appellativo, gli studenti non erano per forza uomini di Chiesa: essi avevano uno statuto particolare
poiché godevano di alcuni diritti ecclesiastici senza aver preso i voti. I loro privilegia e le loro immunitates erano
stati sintetizzati dal codice Authentica Habita emanato dall'imperatore del Sacro Romano Impero Federico
Barbarossa nel 1155-1158 circa. Clerici vagantes, http://it.wikipedia.org/wiki/Clerici_vagantes.
16 Ai concili di Treviri (1227) e di Rouen (1231), i clerici vagantes furono esplicitamente definiti “goliardi” e
condannati dalla Chiesa a causa della loro condotta frivola. Ibidem.
17 H. Mikkeli, Europa. Storia di un'idea e di un'identità, Il Mulino, Bologna, 2002, pagg.28-29.
18 Desiderius Erasmus Roterodamus (accento tonico sulla terzultima sillaba) fu un teologo, umanista e filosofo
olandese, considerato il maggiore esponente dell'umanesimo cristiano. Nato a Rotterdam o a Gouda tra il 1466 e il
1469, da giovane perse i genitori, morti di peste, e venne mandato in un convento vicino a Gouda. Nel 1495, con un
modesto sussidio, si recò a studiare all'Università di Parigi per studiare teologia, ma rimase molto deluso dai suoi
professori e dalla filosofia scolastica che veniva insegnata. Nel 1499 si trasferì per sei mesi in Inghilterra per fare da
precettore a un giovane di buona famiglia. Grazie alle conoscenze di quest'ultimo, venne in contatto con tutta
l'aristocrazia londinese, tra cui Thomas More, John Colet e il principe Enrico. Nel viaggio di ritorno a Parigi, i
doganieri inglesi gli sequestrarono i suoi beni e in Francia dovette subire un tentativo di rapina. Rimasto senza
denaro, si prodigò per trovare mecenati e benefattori che lo finanziassero. Nel 1500 pubblicò la prima versione degli
Adagia e iniziò a studiare greco da autodidatta. Negli anni seguenti diede alla luce l'Enchiridion e viaggiò a Orléans,
Lovanio, ancora in Inghilterra e poi in Italia, dove soggiornò dal 1506 al 1509. Si laureò in teologia a Torino, restò
per qualche tempo a Bologna e infine si trasferì stabilmente a Venezia, dove approfondì la sua conoscenza della
lingua greca e pubblicò una nuova versione ampliata degli Adagia. Ebbe anche l'occasione di visitare Padova, Siena,
Roma e Napoli. Alla notizia della morte del re inglese Enrico VII e dell'imminente salita al trono del principe
Enrico, il futuro Enrico VIII, Erasmo si spostò in Inghilterra convinto di andare incontro a grandi successi. Durante
il tragitto cominciò a scrivere la sua opera più famosa, “L'elogio della follia” (Stultitiae Laus o Morias Enkomion),
che portò a termine a casa dell'amico Thomas More. Lo scritto fu pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1511 e
conobbe da subito un'ampia diffusione. La protagonista è la Follia, che parla in prima persona e non risparmia
nessuna categoria umana. Grazie al sapiente uso dell'ironia e del sarcasmo, in questo modo Erasmo conduce una
feroce critica dei costumi umani e specialmente ecclesiastici, ormai totalmente preda della corruzione morale. Dopo
un periodo come professore di greco e teologia all'Università di Cambridge, nel 1514 tornò nel continente al
culmine della sua fama letteraria. La Riforma di Martin Lutero (1517) colse Erasmo in contropiede. L'umanista
fiammingo intendeva criticare i costumi della Chiesa per ammonire gli uomini sui pericoli del decadimento morale,
non condurre una revisione teologica come invece era lo scopo di Lutero, e nemmeno attaccare il clero in quanto
tale. Dopo una stima reciproca iniziale, le posizioni dell'intellettuale fiammingo e del monaco tedesco diversero e i
due polemizzarono sul tema del libero arbitrio e dei sacramenti. La posizione moderata, per certi versi “ambigua”
tenuta da Erasmo, a metà strada tra la difesa delle tesi luterane sull'inutilità delle indulgenze e la convinzione della
validità del rito romano, giocò a suo sfavore, perché le posizioni estremiste presero il sopravvento e si verificarono i
primi disordini sociali in Europa. Escluso sia dai riformatori, che lo ritenevano un codardo, sia dai cattolici, che lo
consideravano un fomentatore delle discordie, visse gli ultimi anni della sua vita a Friburgo in Brisgovia e morì a
Basilea nel 1536. Cfr. C. Augustijn, Erasmus: His Life, Works, and Influence, University of Toronto Press, Toronto,
1995.
13
sapere che visse e viaggiò in tutto il continente. La meta più gettonata era la penisola italiana, tanto
che tra gli studenti diventò in uso l'espressione studia citramontana per riferirsi ad un
pellegrinaggio culturale presso le università italiane. Secondo Sofia Corradi, gli atenei più
“internazionali” di tale periodo erano quelli di Bologna, di Siena, di Firenze, di Padova, di Pavia e
di Pisa, istituti che potevano contare su un tasso di studenti stranieri prossimo al 50 percento
19
.
Anche la Francia e le Fiandre attiravano studenti da tutt'Europa. Si stima addirittura che prima del
1800 circa il 10% di tutti i laureati tedeschi abbiano compiuto un soggiorno in Italia e che nella
prima metà del Cinquecento il 20% di tutti i laureati polacchi e il 10% di tutti i laureati olandesi
aveva soggiornato all'estero
20
. Certo, ben pochi potevano permettersi questa vita: nonostante i
numeri sopra descritti, si trattava pur sempre di una pratica fortemente elitaria.
La frattura della Respublica Christiana a seguito delle tesi propugnate da Martin Lutero misero in
crisi la capillarità territoriale di cui la Chiesa aveva goduto per secoli e pure la sua supervisione sui
programmi di studio delle università. Le turbolenze causate dalla Riforma e dalla Controriforma
portarono alla divisione delle università in protestanti, cattoliche e “tolleranti”. Solo queste ultime
potevano vantare una certa internazionalizzazione: Padova, Siena, Orléans, Montpellier e Leida, per
esempio, accoglievano studenti di ogni confessione religiosa, anche greci ortodossi e, in alcuni casi,
perfino ebrei
21
.
Nel corso del XVI e XVII secolo, contestualmente al declino della presenza della Chiesa e del
potere dello stesso impero germanico, ormai non più in grado di far rispettare l'Authentica Habita,
si assistette al rafforzamento degli organi statali in varie nazioni del Vecchio Continente. Si stava
affermando anche la tendenza degli Stati-nazione europei a regolamentare i flussi migratori. Ciò si
tradusse, spesse volte, nell'impedire la mobilità di intellettuali che avrebbero potuto diffondere idee
politiche o religiose pericolose, “contaminando” a loro volta altri scholares. Inoltre, come ricordano
Altbach e Teichler, a partire dalla Riforma le università cominciarono ad insegnare nella lingua
nazionale, accantonando il latino e il concetto distintivo dell'“universalità dell'università”
22
.
Le frequenti guerre scatenate da Luigi XIV di Francia e le nuove armi da fuoco che si facevano
sempre più devastanti ridussero al minimo la mobilità di questi studenti, tanto che i collegii destinati
agli scholares stranieri dovettero chiudere
23
.
Il programma Erasmus si rifà a questa lontana esperienza. In un contesto completamente diverso da
quello medievale-moderno, la globalizzazione di oggi ha recuperato l'idea dell'università a
vocazione universale
24
.
2. Le priorità dell'Europa
L'Europa non nascerà di getto, come città ideale. Essa si farà pezzo per pezzo, settore per settore.
(Robert Schuman)
All'indomani della Seconda Guerra Mondiale, il conflitto più distruttivo e totalizzante che l'umanità
avesse mai conosciuto, i Padri fondatori dell’Europa dovettero stabilire delle priorità che furono
individuate nell'assicurare una pace durevole tra i popoli europei, nel ricostruire ciò che era andato
19 S. Corradi, Erasmus Comett Lingua Tempus. Educazione permanente e formazione universitaria internazionale,
FrancoAngeli, Milano, 1991, pagg. 23-28.
20 Ibidem.
21 Ibidem.
22 P. G. Altbach, U. Teichler, “Internationalization and exchanges in a globalized university”, in Journal of Studies in
International Education, vol. 5, n. 1, primavera 2001, pagg. 5-25.
23 Si affermò e restò popolare, almeno fino all'alba della Rivoluzione Francese, il cosiddetto grand tour, un viaggio a
metà strada tra l'approfondimento culturale e il diletto turistico, comune tra i rampolli delle famiglie nobili e con
itinerari in genere indirizzati in Italia o in Francia. S. Corradi, Erasmus Comett Lingua Tempus, cit.
24 E. Szentpáli Ujlaki, Study-Abroad Motivation – Preliminary Results of a Pilot Project, in J. Horváth, M. Nikolov (a
cura di), UPRT 2007: Empirical studies in English applied linguistics, Lingua Franca Csoport, Pécs, 2007, pagg. 3-
17, http://app.pte.hu/uprt2007/01_Szentpali.pdf.
14
distrutto e nel rilanciare l'economia del continente assicurando un più elevato tenore di vita ai propri
cittadini, grazie ai prestiti degli Stati Uniti d'America. Il primo passo verso l'obiettivo numero uno
fu la creazione dell'UEO nel 1948
25
e sopratutto della CECA, un organismo sovranazionale che
metteva in comune le materie prime utilizzate per fabbricare gli armamenti
26
che vide luce nel 1952
in seguito alla celebre Dichiarazione Schuman
27
. Per il secondo obiettivo fu creata l'OECE
28
,
un'organizzazione incaricata di gestire gli aiuti americani del Piano Marshall e favorire la
collaborazione fra i Paesi membri. Il terzo target fu approcciato con i Trattati di Roma che nel 1957
diedero vita ad altre due Comunità, l'EURATOM e soprattutto la CEE. Tutte e tre gli obiettivi
furono raggiunti brillantemente e in poco tempo: la guerra è stata debellata dal suolo europeo
29
, la
ricostruzione è stata completata all'inizio degli anni '50 e gli Stati europei hanno conosciuto uno
sviluppo economico impetuoso che li ha portati a essere il blocco regionale con il welfare più
avanzato del pianeta.
Protetti dall'ombrello nucleare statunitense, per almeno vent'anni gli europei si concentrarono
sull'economia. L'abolizione dei dazi doganali, una politica comune per l'agricoltura, la libera
circolazione di merci, persone, servizi e capitali, erano questi i grandi temi da negoziare.
Il Trattato di Parigi che istituiva la CECA non dava alcun accenno alla materia dell'educazione. I
settori dell'istruzione scolastica e universitaria venivano ritenuti di stretta competenza nazionale o,
come nel caso della Germania occidentale, di competenza degli Stati federati
30
. La ragione
principale di ciò era che i governi non intendevano cedere sovranità in un ambito così topico per
l'identità valoriale e per la legittimità dello Stato-nazione. D'altro canto, l'incipit del processo di
integrazione europea di stampo funzionalista non prevedeva l'abbandono delle tradizionali
ambizioni nazionali; al contrario, esso si configurava come il tentativo di salvaguardare il potere da
parte di Paesi fortemente scossi nella loro capacità di rispondere adeguatamente alle richieste di
sicurezza e di benessere economico. Obtorto collo, essi delegarono alle Comunità un numero di
materie esiguo (politica carbo-siderurgica, politica commerciale, politica agricola), ma necessarie in
25 In seguito, la difesa dell'Europa occidentale fu “appaltata” agli Stati Uniti d'America grazie alla firma del Patto
Atlantico, nel 1949, e alla creazione della NATO. Cfr. C. Pelanda, Europa oltre. La nuova formula estroversa e
pragmatica, FrancoAngeli, Milano, 2013.
26 La CECA rispondeva anche ad un interesse specifico della Francia, la quale avrebbe potuto esercitare indisturbata
la sua leadership sul continente europeo senza aspettarsi una revanche militare tedesca. Cfr. B. Olivi, R. Santaniello,
Storia dell'integrazione europea, Il Mulino, Bologna, 2010, pag. 24.
27 La cosiddetta Dichiarazione Schuman, enunciata dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman il 9 maggio
1950 ma ispirato dal commissario al Piano Jean Monnet, affermava che “la Francia ha sempre voluto la pace”, ma
dato che “l’Europa non è stata fatta, abbiamo avuto la guerra”; “per il bene dell’Europa, bisogna che l’opposizione
tra Francia e Germania sia eliminata” e che per questo “l’azione deve rivolgersi in primo luogo a Francia e
Germania”. Traendo concetti a debito dalla corrente di pensiero funzionalista che lo stesso Monnet aveva contribuito
a fondare, si specificava che “l’Europa non si farà d’un tratto, ma tramite cose concrete, un passo alla volta” e che la
“Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio sarà la prima tappa della Federazione europea”; “con la CECA ogni
guerra sarà materialmente impossibile”. In questo modo, in contrasto con l’approccio dei federalisti “alla Spinelli”,
Monnet rovesciava i criteri di unificazione che avevano portato, nel corso dei secoli, alla formazione degli Stati
nazionali, poiché il primo step del funzionalismo era l’integrazione economica, poi veniva quella politica. Cfr.
Dichiarazione Schuman, 9 maggio 1950,
http://www.provincia.mb.it/export/sites/default/istruzione/doc/Testo_Bando_9_maggio_2010.pdf.
28 L'Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea (OECE) era un'organizzazione internazionale creata nel
1948 e attiva fino al 1961. Istituita per controllare la distribuzione degli aiuti americani del Piano Marshall e favorire
la cooperazione fra i Paesi membri, fu la prima organizzazione sovranazionale d'Europa. La creazione della CEE nel
1957 e dell'EFTA nel 1960 imposero una revisione dell'OECE, che nel 1961 si trasformò nell'Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE, o OECD in inglese). Cfr. OECD, http://www.oecd.org/.
29 Si intende nei Paesi aderenti alla CECA/CEE/UE. Proprio per tale motivo, nel 2012 l'Unione ha vinto il premio
Nobel per la Pace con la seguente motivazione: “per oltre sei decenni ha contribuito all'avanzamento della pace e
della riconciliazione della democrazia e dei diritti umani in Europa”. Cfr. The Nobel Peace Prize 2012,
http://www.nobelprize.org/nobel_prizes/peace/laureates/index.html.
30 C. M. Frediani, “La politique de la Communauté européenne en matière d'éducation et de culture”, in Europe en
formation, n. 284, 1992, pagg. 51-53.
15
vista del mantenimento della pace, scopo precipuo, e del proprio rafforzamento interno
31
.
Ciononostante, già nella seconda metà degli anni Cinquanta si sviluppò un dibattito sull'opportunità
o meno di attuare delle forme di cooperazione a livello educativo-formativo. In questo quadro si
inseriscono le due proposte, una di matrice tedesca riguardante un'università europea, l'altra di
origine italiana concernente una politica di formazione professionale comune, che alimenteranno la
discussione per il decennio a venire.
L'idea di un'università europea di tipo generalista si affacciò ufficialmente per la prima volta alla
Conferenza di Messina del giugno 1955
32
. Recuperando un'idea presente negli ambienti accademici
di orientamento eurofederalista, il segretario di Stato agli Affari Esteri della Germania Walter
Hallstein dichiarò che
il governo federale desidera testimoniare in modo tangibile agli occhi della gioventù la volontà di realizzare l'unione
europea mediante la fondazione di una Università europea creata dai sei Stati firmatari della CECA
33
.
Questa frase non ebbe seguito nelle vicende che portarono all'istituzione del Comitato Spaak
34
, ma
il suo contenuto ricomparve nel rapporto dei capi-delegazione presentato e approvato nella
conferenza dei ministri degli Esteri tenutasi a Venezia il 29 e il 30 maggio 1956, sebbene all'interno
di un diverso contesto. I francesi, infatti, colsero il disegno tedesco, ma lo modellarono secondo le
loro esigenze: proposero di istituire un centro comune di ricerca sull'energia atomica. Le vedute
divergenti di Germania e Francia furono ricomposte, attraverso la mediazione di Benelux e Italia,
proprio alla vigilia della firma dei Trattati di Roma. Nel Trattato che istituiva l'EURATOM, le
pressioni transalpine furono quasi del tutto accolte, mentre l'impegno a realizzare un'università
comune, così come auspicato dalla delegazione di Bonn, veniva esplicitato nell'articolo 9 e
nell'articolo 216
35
. La volontà tedesca di costituire un'università europea si spiegava dalle
convinzioni personali del cancelliere Konrad Adenauer e dell'establishment cristiano-democratico a
lui vicino, persuasi che l'Europa dovesse diventare il collante ideologico destinato a colmare il
vuoto lasciato dal nazionalismo
36
.
In ogni caso, la questione dell'università europea venne ripresa all'indomani dell'entrata in vigore
dei Trattati. La sessione congiunta del Consiglio CEE e EURATOM del 20 maggio 1958 testimoniò
nuovamente l'opposizione della Francia ai progetti teutonici e perciò venne costituito un gruppo di
lavoro, formato da rappresentanti dei governi, delle Commissioni CEE e EURATOM e dell'Alta
Autorità della CECA, incaricato di trovare un compromesso. Il Gruppo Medi, dal nome del suo
presidente
37
, presentò un rapporto complessivamente favorevole all'interpretazione tedesca. In quel
31 G. Giugni, La dimensione sociale del mercato interno, in M. Ferrera, E. Regelsberger (a cura di), Italia e Germania
protagoniste dell'integrazione europea, Il Mulino, Bologna, 1990, pagg. 379-380.
32 A dire il vero, la prima proposta fu avanzata addirittura alla Conferenza dell'Aia nel 1948. Cfr. A Brief History of the
EUI, http://www.eui.eu/About/HistoryofEUI.aspx.
33 Archivi storici dell'Unione Europea, Fondo Consiglio dei ministri della CEE e della CEEA/1958 951, ministri degli
Affari Esteri, Extrait du procès verbal de la réunion des ministres des Affaires Etrangères, tenue à Messine, les 1 et
2 juin 1955.
34 Il Comitato Spaak, dal nome del suo presidente, il belga Paul-Henri Spaak, era un gruppo di lavoro incaricato di
sondare possibili nuove possibilità di cooperazione tra gli Stati firmatari della CECA. Il suo lavoro produsse le
bozze da cui nacquero la CEE e l'EURATOM.
35 Articolo 9 TEURATOM: “[...] la Commissione può creare, nell'ambito del Centro comune di ricerche nucleari,
scuole per la formazione di specialisti, particolarmente nei settori della ricerca mineraria, nella produzione di
materiali nucleari di grande purezza, del trattamento di combustibili irradiati, del genio atomico, della protezione
sanitaria, della produzione e utilizzazione dei radioelementi. […] Sarà creato un istituto di livello universitario le cui
modalità di funzionamento saranno fissate dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata su proposta della
Commissione”. Articolo 216: “Le proposte della Commissione relative alle modalità di funzionamento dell'istituto
di livello universitario, contemplato dall'articolo 9, sono presentate al Consiglio nel termine di un anno dall'entrata
in vigore del Trattato”.
36 P. Legoll, Konrad Adenauer, 1876-1967. Chancelier allemand et promoteur de l'Europe, L'Harmattan, Paris, 2007,
pagg. 156-161.
37 Enrico Medi (Porto Recanati, 26 aprile 1911 – Roma, 26 maggio 1974) fu un fisico e politico italiano. In epoca
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