Introduzione
Questo studio si occupa principalmente dell'analisi di alcune poesie che
Thomas Stearns Eliot (1888-1965) compose negli anni tra il 1909, dopo il
conseguimento della laurea in Lettere ad Harvard, e il 1917, anno di uscita
sulla rivista “The Egoist” della sua prima raccolta poetica Prufrock and
Other Observations, periodo che probabilmente rispetto agli altri, si è
conservato più velato.
Risulta infatti ben noto che la fama di questo poeta rimane
indissolubilmente legata, più che alla sua produzione giovanile, in
particolare al poemetto The Waste Land, che conobbe la pubblicazione
nell'ottobre del 1922. Esso rappresentò un capitolo di primaria importanza
nella storia letteraria del Novecento perché fu lo specchio della nuova,
complessa e frammentaria cultura urbana e della moderna Weltschmerz,
tanto che capire i suoi versi significa riuscire a cogliere lo spirito del
modernismo nel suo complesso. E di rimando, è solo comprendendo tale
spirito che si riesce ad afferrare e assorbire la poetica eliotiana. Ma non solo.
Quest'ultima si nutre infatti dei più diversi e ricchi spunti, tra cui, non
ultimo, figura l'ambiente puritano nel quale egli crebbe. Nato a St. Louis nel
1888 da Henry Ware Eliot, uomo d'affari della città, e Charlotte Champe
Stearns, insegnante di scuola e poetessa con blando successo, il giovane
Tom condusse un'infanzia che venne segnata dall'influenza destinata ad
essere permanente di certe persone e certi atteggiamenti, soprattutto morali,
che ruotavano intorno alla famiglia Eliot. In modo particolare fra questi vi
era l'importante figura del nonno paterno, William Greenleaf Eliot, che
Thomas non ebbe modo di conoscere di persona, ma:
'I was brought up to be very much aware of him.' Eliot said. 'The standard of conduct
was that which my grandfather had set: our moral judgements, our decisions between
duty and self-indulgence, were taken as if, like Moses, he had brought down the tables
of the Law, any deviation from which would be sinful'. […]
Charlotte revered her father-in-law and brought up her children to observe two of his
1
laws in particular, those of self-denial and public service.
1
William Greenleaf Eliot rappresentava l'ideale d'uomo della famiglia,
era un genio del mondo degli affari che sapeva combinare nel suo carattere
devozione, fede insieme a molte iniziative pubbliche. Fondò la Chiesa
Unitaria e aiutò con raccolte fondi anche la fondazione dell'Accademia delle
Scienze di St.Louis e della Washington University, dove lavorò gratis come
professore di metafisica fino alla morte
2
. Ma della famiglia la persona a cui
sicuramente Thomas era più legato era la madre, la sua poesia è impregnata
di un profondo fermento religioso e i suoi eroi erano modellati su figure
come Emerson, Savonarola, Giordano Bruno o San Francesco. Il figlio
seppe poi raccogliere nella sua poesia alcune di queste immagini tradizionali
dando loro nuova vita, ma di certo senza l'ottimismo e l'entusiasmo da
predicatrice che possedeva la madre. La poesia di Eliot può essere studiata e
criticata sotto disparati punti di vista, ma quando si tratta di mettere in luce
la produzione poetica giovanile, mi sembra doveroso sottolineare come essa
debba essere concepita nell'ambito dell'ambiente puritano in cui egli crebbe,
contraddistinto dall'assorbimento nel problema della fede, dalla fiducia nei
momenti di visione, dalla paura della volgarità, dalla consapevolezza della
natura del male e delle conseguenze di isolamento e repressione. Tutti tratti
che possiamo ritrovare declinati nei suoi versi.
Questi furono gli ingredienti fondamentali dell'opera giovanile, perciò
“Sebbene di rado la riesumazione di poesie giovanili possa offrire qualcosa
di più che un'informazione su ciò che nella maturità il poeta stesso ha
rifiutato...”
3
, in questo caso è utile percorrere e osservare lo sviluppo del
poeta alla luce dei suoi primi componimenti. In questo caso è
1 “'Fui allevato nella consapevolezza della sua esistenza.' disse Eliot. 'Lo standard di condotta era quello che mio
nonno aveva fissato: i nostri giudizi morali, le nostre decisioni tra il senso del dovere e l'indulgenza verso se stessi,
erano prese come se, al pari di Mosè, lui ci avesse fornito le tavole della Legge, ogni deviazione dalla quale sarebbe
stata considerata peccato.' […] Charlotte adulava il suo suocero e crebbe i suoi figli in modo che seguissero in
particolare due delle sue leggi, quelle dell'abnegazione e del Servizio Pubblico.”, cit. in LYNDALL GORDON, T. S.
Eliot, An Imperfect Life, Norton, New York, 1999, pp. 13-14.
2 Ivi, pp.14-15.
3 ROBERTO SANESI, Introduzione a T. S. Eliot, Poesie, Bompiani, Milano, 2011, p.19.
2
particolarmente vero anche grazie alla pubblicazione relativamente recente
di versi rimasti fino ad allora inediti e su cui quindi la critica non ha ancora
avuto modo di riversare tonnellate di inchiostro come è stato fatto per l'Eliot
più maturo.
Nell'aprile del 1996 infatti, a ben trentuno anni dalla morte del poeta, si
ebbe la straordinaria pubblicazione curata da Christopher Ricks – professore
di inglese presso l'Università di Boston nonché noto studioso, oltre che di
Eliot, anche di Keats e Tennyson – e commissionata da Valerie Eliot di
Inventions of the March Hare, un manoscritto contenente varie poesie
giovanili rimaste inedite fino a quel momento e prime stesure o varianti di
testi già pubblicati in Pufrock and Other Observations e Poems 1920 per un
totale di circa cinquanta componimenti.
Nell'estate del 1910, passata come sempre con i genitori a Gloucester,
Eliot iniziò a trascrivere su un taccuino le poesie che era andato a comporre
fino a quel momento e quei versi sono quelli inclusi nella raccolta appena
citata.
During his summer vacation in East Gloucester in 1910 Eliot decided to collect his
unpublished poems. He bought a marbled notebook from the Old Corner Bookstore,
inscribed his title -INVENTIONS OF THE MARCH HARE- and copied in the more
experimental poems he had been writing since November 1909. (He did not include
earlier poems, those published in the Advocate.)
4
Nel titolo risulta ovvia l'allusione al Leprotto Marzolino delle Avventure
di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll e in qualche modo ci
anticipa quella Lewis Carroll-like lunacy che i versi eliotiani in effetti
presentano.
Perché dunque questa pubblicazione conobbe un'attesa tanto lunga?
Semplicemente perché non rientrava nelle volontà di Eliot.
Egli vendette questo taccuino all'avvocato e collezionista newyorchese
4 “Durante le vacanze estive a East Gloucester nel 1910, Eliot decise di raccogliere le sue poesie non pubblicate.
Comprò un taccuino venato presso l'Old Corner Bookstore, vi incise il titolo -INVENZIONI DEL LEPROTTO
MARZOLINO- e vi copiò le poesia più sperimentali che aveva composto a partire dal novembre del 1909. (Non
incluse le poesie precedenti già pubblicate sull'Advocate”, cit. in L. Gordon, op.cit., p.33.
3
John Quinn per 140 dollari nel settembre del 1922 con incluso un invito a
conservare per sé il manoscritto evitando a tutti i costi di diffonderne il
contenuto:
The leather bound notebook is one which I started in 1909 and in which I entered all
my work of that time as I wrote it, so that it is the only original manuscript barring of
course rough scraps and notes, which were destroyed at the time, in existence. You will
find a great many sets of verse which have never been printed and which I am sure you
will agree never ought to be printed, and in putting them in your hands, I beg you
fervently to keep them to yourself and see that they never are printed
5
.
Del resto anche in una lettera molto più tarda risalente al 1963 all'amico
B. L. Reid, parlando dello stesso taccuino che riteneva ormai
definitivamente scomparso, anche in seguito alla dipartita di Quinn nel
1924, disse che le poesie in esso contenute “were unpublished and
unpublishable”. In realtà esso non era affatto andato perduto, ma lasciato in
eredità da Quinn alla sorella, la quale, a sua volta, ne fece dono a sua figlia,
la signora Thomas F. Conroy. Al momento il Notebook eliotiano fa parte
della Berg Collection della New York Public Library che lo acquistò nel
1958 dalla stessa signora Conroy insieme all'altro importantissimo
manoscritto originale di The Waste Land (che fu pubblicato invece nel
1971). L'annuncio ufficiale del ritrovamento avvenne tuttavia solo una
decina di anni più tardi e, prima della pubblicazione, l'unico privilegiato a
cui venne concesso di consultare il manoscritto fu Donald Gallup, celebre
curatore della Collezione di Letteratura Americana dell'Università di Yale e
considerato il maggior biografo di Eliot. Consultazione alla quale peraltro
seguì una dettagliatissima recensione pubblicata prima sul “Times Literary
Supplement” (7 novembre 1968) e poi sul “Bulletin of the New York Public
Library” (dicembre 1968).
5 “Il taccuino rilegato in pelle è quello che iniziai nel 1909 e nel quale inserii tutto il mio lavoro dell'epoca mentre lo
scrivevo, quindi è l'unico manoscritto originale esistente, eccetto naturalmente per brutte copie e pezzi
approssimativi che vennero distrutti al tempo. Troverai molti gruppi di versi che non sono mai stati stampati e che
sono sicuro sarai d'accordo non dovranno mai essere stampati, e ponendoli nelle tue mani, ti prego fortemente di
tenerli per te e fare in modo che non siano mai stampati.”, T. S. ELIOT, The letters of T. S. Eliot (Volume 1:1898-
1922), a cura di Valerie Eliot, Faber and Faber, London, 1988, p.572.
4
Quindi nonostante la sua tortuosa vicenda editoriale
6
, Inventions of the
March Hare davvero rappresenta, riportando le parole della recensione di
Nicholas Jenkins per il “New York Times” (20 aprile 1997): “Perhaps the
most significant event in Eliot scholarpship in the past 25 years”.
Tale scoperta relativamente recente è stata ciò che maggiormente mi ha
spinta a volere intraprendere questo lavoro quasi archeologico di
dissotterramento del giovane Eliot, nel tentativo, come si allude nel titolo, di
osservare il poeta al lavoro nel retrobottega del suo laboratorio.
Questo tipo di percorso a'rebours rappresenta un lavoro affascinante da
affrontare poiché questi versi giovanili, che si muovono per lo più tra uno
scetticismo ironico laforguiano e uno spleen baudelairiano, ci permettono di
capire meglio quali furono le sue principali influenze, quale fu il suo
approccio alla poesia e soprattutto definiscono in modo completo la nostra
visione generale sul suo percorso immaginativo. Si possono qui intravedere
temi, registri, motivi che furono poi portati a perfezione dall'artista nelle sue
opere della maturità, le quali rappresentano, tornando alla metafora del
fabbro e della bottega, il prodotto ultimo da mostrare e vendere al pubblico,
al contrario dei versi sotto esame che erano ritenuti assolutamente non degni
di pubblicazione, perché ancora soltanto prove, esperimenti non ancora
finemente cesellati.
E ancora, sono interessanti perché aprono nuove prospettive sulla figura
stessa di Eliot che compare qui sotto una luce più personale e intima:
essendo infatti che questi versi non erano pensati per la pubblicazione Eliot
trattò questo notebook come una sorta di diario personale nel quale poteva
sperimentare tutti i suoi più oscuri, sovversivi e, perché no, pericolosi stati
d'animo, potendo finalmente evadere dalle convezioni sociali alle quali, da
bravo figlio qual era, aveva fino allora sempre obbedito. Scorgiamo un
giovane scrittore sdoppiato, a tratti nostalgico e a tratti nevrotico e
irriverente, il cui profilo diverge rispetto per esempio all'uomo che nel 1928
6 Le informazioni sulla quale si possono trarre in maniera dettagliata dalla prefazione a Inventions of the March Hare
ad opera di C. Ricks.
5
dichiarò di essere “classicista in letteratura, monarchico in politica e anglo-
cattolico in religione” o varie altre etichette che gli sono state affibbiate nel
tempo.
Ad ogni modo determinare dove sia la verità al di sotto di tutte queste
maschere non è quello che ci proponiamo di fare in questa sede, il nostro
intento sarà semplicemente quello di compiere un viaggio a ritroso nella
poesia di questo autore tanto proteiforme, tragitto che lo trasformerà,
almeno per tutta la seconda parte della sua vita, in un'autentica autorità
poetica senza rivali nel mondo letterario anglofono – quella Personalità
dalla quale sperava di fuggire proprio tramite la sua poesia
7
.
Nel primo capitolo ci occuperemo di andare a riscoprire quali furono gli
autori che influenzarono maggiormente il giovane Eliot dal punto di vista
letterario. La lista sarebbe in realtà lunga, ma ho preferito soffermarmi
solamente sui simbolisti francesi, con particolare attenzione verso Charles
Baudelaire e Jules Laforgue, i quali, a mio parere, sono quelli a cui Eliot
deve pagare il debito più grande per quanto riguarda i suoi primi versi; poi
una speciale menzione a Dante, il cui ascendente su Eliot fu
importantissimo, uno dei più grandi, e si sviluppò durante tutto il corso della
sua vita. Altri influssi sono presi in considerazione dal Ricks in un'apposita
appendice posto alla fine di Inventions of the March Hare.
Nel secondo capitolo soffermeremo la nostra attenzione inizialmente sul
panorama poetico generale che animava l'Inghilterra agli inizi del ventesimo
secolo e su come questo panorama fosse indiscutibilmente legato ed
influenzato da ciò che in quegli anni e in quelli precedenti stava succedendo
nell'ambito poetico in Francia e quindi l'appropriazione inglese del verso
libero francese da una parte all'altra del canale della Manica; per poi
ripercorrere le tappe fondamentali dell'anno che Eliot trascorse a Parigi tra il
7 Cfr. quanto affermato in “Tradizione e Talento Individuale”: “La poesia non è un libero sfogo di sentimenti ma
un'evasione da essi; non è espressione della personalità ma un'evasione dalla personalità.”, in Il bosco sacro,
Bompiani, Milano, 2010, p.79.
6
1910 e il 1911 durante il quale venne a contatto con luoghi, esperienze e
persone che andranno ad arricchire sostanzialmente la poesia di quegli anni
e non solo.
Nel terzo capitolo tratteremo invece quali siano le pratiche poetiche che
il primo Eliot era solito usare maggiormente cercando di fornire il maggior
numero di esempi concreti delle stesse. Ampio spazio troverà la musica, sia
in senso lato come parte importante nella vita del nostro poeta sia come
presenza nella sua poesia ottenuta tramite diverse tecniche che andremo ad
analizzare, per poi concludere con delle riflessioni sulle polemiche
riflessioni che Eliot fece nel 1917 sul vers libre.
Infine nel quarto cercheremo di cogliere determinati aspetti presenti
nelle poesie del Notebook che troveranno ampio sviluppo anche nella
produzione successiva. Idee, temi, simboli che già vedono la luce, ma
verranno portati alla perfezione solo nelle opere a cui Eliot deve la sua fama.
In particolare, il dialogo tra l'interno e l'esterno simboleggiato dalla window;
l'ambiente urbano come soggetto poetico e in che modo “The Love Song of
J. Alfred Prufrock” si sia sviluppata a partire dai frammenti presenti nel
taccuino.
7
In art the decision to be revolutionary
usually counts for very little. The most
radical changes have come from
personalities who were conservative and
even conventional.
H. Rosenberg, “The Premises of Action
Painting”, in Encounter (Maggio 1963)
O voi ch'avete li 'intelletti sani
Mirate la dottrina che s'asconde
Sotto 'l velame de li versi strani.
Dante, Inferno IX, 61-63
8
Capitolo 1
I poeti nella formazione del poeta
1.1 L'incontro con Arthur Symons
Per impostare un discorso che tenga conto dell'importanza che
determinati poeti hanno avuto sulla formazione del giovane T. S. Eliot, si
potrebbe partire da ciò che lui stesso affermò all'interno di “Tradizione e
Talento Individuale” (1919), uno fra i suoi saggi più famosi e dibattuti:
“Nessun poeta, nessun artista di nessun' arte, preso per sé solo, ha un
significato compiuto. La sua importanza, il giudizio che si dà di lui, è il
giudizio di lui in rapporto ai poeti e agli artisti del passato.”
8
Fu sempre egli stesso a ribadire che il tipo di versi che iniziarono a
essere scritti intorno al 1910 rappresentarono una rottura con la tradizione di
Wordsworth o Coleridge, rottura che aveva delle origini ben precise le quali
erano da ricercare nei primi simbolisti francesi, “or to be precise, in
Baudelaire and his immediate followers, Laforgue, Corbière, Rimbaud and
Mallarmé”
9
. Al contrario i poeti contemporanei inglesi e ancor più americani
non avevano raggiunto a quel tempo un livello tale da poter essere di
qualsivoglia aiuto a uno che si apprestava a voler scrivere versi nel 1908.
Eliot iniziò quindi a entrare in contatto con i suoi maestri quando era
ancora uno studente a Cambridge, Massachussets presso l' Università di
Harvard. Precisamente, da quanto ci viene narrato da Lyndall Gordon
10
, fu
8 T.S. ELIOT, “Tradizione e Talento Individuale”, in Il Bosco Sacro, Milano, Bompiani, 2010, p. 69.
9 T.S. ELIOT, The Last Twenty-Five Years of English Poetry, 1940, abbozzo per una conferenza del British Tour
Council in Italia.
10 “One day, in December 1908, Eliot went into the library of the Harvard Union and picked up the newly published
9