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Introduzione.
La storia della Spagna dal 1898 in poi è ricca di eventi e fatti storici
di fondamentale importanza che influenzeranno, inevitabilmente, non
soltanto il corso storico-politico di un'intera nazione, ma anche
l'andamento del flusso artistico-culturale. Infatti, gli artisti tenteranno di
interpretare ciò che accade intorno a loro e lo faranno attraverso diverse e
innovative forme critico-artistiche.
Il Novecento considerato il “secolo breve” dall'intera umanità, si
presenterà per la Spagna come una dura prova da affrontare e vedrà gli
intellettuali declinare la realtà che li circonda in modi molto speciali, come
abbiamo appena affermato.
Il seguente lavoro di tesi è incentrato principalmente sul primo
romanzo di un'autrice spagnola, vincitrice del Premio Nadal nel 1944:
stiamo parlando di Nada di Carmen Laforet. L'autrice si ritrova a scrivere
in un periodo molto particolare: la guerra civil è appena terminata e la
dittatura di Francisco Franco imperversa imponendo regole ferree, una
forte censura e scelte drastiche da parte di tutti coloro i quali vogliano
esporsi dal punto di vista artistico.
Prima di arrivare al fulcro di analisi del lavoro di tesi che ho
elaborato, vale la pena fare un breve excursus che riguarda
l'argomentazione dei quattro capitoli che lo compongono. Prima della
lettura, questo servirà a chiarificare come l'elaborazione di questa
dissertazione è stata portata avanti cercando di rendere chiara non soltanto
la tematica principale, ma anche il contesto storico letterario che le gira
intorno e di cui è figlia.
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Infatti, il primo capitolo è una disamina storico letteraria della
Spagna a partire da una data di fondamentale importanza “1898”, quando
cioè la penisola iberica perde le sue ultime colonie oltre oceano e il
“sistema-impero” cade in una profonda crisi socioeconomica e soprattutto
identitaria. La vera e propria perdita di ogni certezza che avrà un forte
impatto su più livelli: dal punto di vista politico porterà alla
conformazione di inediti assetti organizzativi - nacionalismos periféricos,
Restaurazione, Prima e Seconda Repubblica, dittatura - e da quello
artistico un brulicare di nuove idee e stili. La fine così turbolenta dell'800
avrà, dunque, un effetto molto importante sul secolo successivo: saranno
gli anni della Generación del '98 e poi di quella del '27, delle avanguardie,
della deshumanización del arte e poi del suo ritorno alla dimensione
umana, saranno gli anni della guerra civil, del realismo social e del
tremendismo.
Nel secondo capitolo viene analizzata la narrativa spagnola poco
prima e subito dopo gli anni del conflitto interno che sconvolsero la
Spagna. Anche in questo caso, la disamina prevede il delineare un attento
quadro generale che parte dalla letteratura dei folletines degli anni '30 e
arriva al tremendismo degli anni '40, nuovo genere letterario inaugurato
dal José Cela con il suo romanzo, vero capolavoro della storia letteraria
spagnola, La familia de Pascual Duarte. Si inserisce in questo nuovo
filone letterario anche la nostra autrice Carmen Laforet che interpreterà in
una chiave leggermente diversa e più esistenzialista il concetto di
tremendismo, in particolar modo proprio nell'opera regina della sua
produzione letteraria, Nada.
La narrativa del dopoguerra spagnolo si evolve ancora negli anni
‘50: il realismo social imperversa tra gli scrittori di quel decennio,
designando un importante passaggio dall'individualità tremendista al
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personaggio collettivo nei romanzi, un elemento che più si adatterà ad una
meno celata critica sociale dell'epoca.
Infine, l'ultimo paragrafo del secondo capitolo è dedicato
interamente alla vita e alle opere di Carmen Laforet, la nostra chica rara,
come leggeremo, è così che Carmen Martín Gaite la definirà.
Il terzo capitolo è dedicato, invece, completamente ad una attenta
lettura e rilettura di Nada e alla sua generale analisi critica: in questa parte
del lavoro di tesi si parlerà, infatti, della struttura dell'opera, delle diverse
influenze letterarie che è possibile trovare tra le pagine del romanzo, della
capitale catalana e del suo inevitabile confronto con la casa di calle
Aribau, di Andrea e della sua prospettiva individuale, del suo dolce
ricordo di infanzia trasformato nel peggiore degli incubi possibili e di tutti
i personaggi che circondano la protagonista durante il suo anno di
formazione a Barcellona.
Il quarto ed ultimo capitolo si sofferma ancora una volta su Nada,
ma in questo caso il lettore si trasformerà in una sorta di investigatore alla
ricerca di quello che è stato definito il “personaggio occulto” dell'opera. Il
personaggio di cui parliamo è la guerra civil, implicitamente inserita
attraverso vari espedienti letterari nelle pagine del romanzo di Carmen
Laforet che, grazie al livello connotativo della scrittura, riesce ad evocare
gli anni della guerra appena trascorsa e le inevitabili conseguenze che essa
ha portato con sé. Sebbene lo sguardo di Andrea sia quello di una semplice
osservatrice, ciò che la ragazza osserva viene messo sotto la lente di
ingrandimento del linguaggio. Questo fa sì che gli oggetti che la
circondano diventino molto di più che inanimati e neutrali suppellettili: gli
oggetti parlano, raccontano e mettono implicitamente in risalto una realtà
molto difficile, quella di una famiglia appartenente alla borghesia catalana
decaduta che drammaticamente subisce le conseguenze economiche,
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sociali e umane del conflitto. Non solo gli oggetti, ma anche gli effetti
visivi, uditivi e olfattivi che riguardano questo ambito evocativo
dell'analisi critica del romanzo verranno messi in risalto.
Anche in questo caso la disamina si muoverà tra le strade di
Barcellona e i corridoi angusti della casa familiare e proseguirà
concentrandosi sull'accumulo di oggetti, sugli odori, i colori, sull'oscurità
presente nel romanzo ma in chiave diversa rispetto a quanto descritto nel
terzo capitolo. Infine, gli inquilini della casa di calle Aribau e i rapporti
tra loro saranno fondamentali per delineare anche dal punto di vista umano
gli esiti drammatici della guerra.
Negli anni in cui Carmen Laforet scrive, la guerra civil è un
argomento tabù, censurato e affrontato solo in chiave epica per ingigantire
l'ego di Francisco Franco e dare un senso al regime. L'autrice cerca
attraverso la sua scrittura di andare oltre questo vincolo, di aggirare
l'ostacolo celando il personaggio occulto implicitamente presente nel
romanzo, senza però rinunciare a parlarne. Questo fa di Nada il primo vero
romanzo della letteratura contemporanea spagnola inserito in una cornice
simultanea rispetto a quanto accade storicamente nel paese.
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I. La Spagna dalla fine del XIX secolo fino agli anni '40 del Novecento.
I.I XIX: una fine di secolo turbolenta: tra cambiamenti sociopolitici e
nuove forme d'arte.
La fine del XIX secolo è certamente un momento molto complesso
dal punto di vista storico-politico per la Spagna. Una complessità che
influenzerà innegabilmente anche il secolo a venire, con ripercussioni
sulla società e sulla cultura della nazione. Il sogno dell'Imperialismo e
quello della Restaurazione post-napoleonica vanno in frantumi, mettendo
in mostra tutte le loro incoerenze e debolezze.
Innanzitutto, il ritorno dei Borbone aveva portato a un lento, ma
progressivo deterioramento politico: latifondismo, analfabetismo,
crescente divario tra città e campagna ed ingiustizie sociali.
A questa già drammatica situazione si aggiunge un evento estremamente
traumatico: la sconfitta della Spagna contro gli Stati Uniti, che la costringe
a cedere - a seguito del “Trattato di Parigi” del 10 Dicembre 1898 - le sue
ultime colonie d'oltreoceano: Cuba, Portorico e Filippine. La guerra
ispano-americana segna uno vero e proprio spartiacque storico conosciuto
come desastre del 98:
El mismo nombre que se le atribuyó al suceso daba a entender que éste había
sido tomado casi como una calamidad natural. La derrota ante los Estados Unidos hizo
cuestionar no sólo la validez del régimen, de los políticos y de los militares, sino
también la de la propia nación española.
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1 Balfour Sebastian, «El 98 y el Nacionalismo Español», in Imagenes del 98,
Fundación BBVA, Madrid, 1999, p. 67.
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Questo mostrò la debolezza della monarchia agli occhi dell'opinione
pubblica e allo stesso tempo generò una profonda crisi socioeconomica:
No se puede olvidar que 1898 fue también, en un contexto económico de
bancarrota nacional (la época de "la peseta enferma") el año, uno más, de los motines
populares motivados por el encarecimiento de las subsistencias, que llevarían a la
declaración del «estado de guerra» en la mayor parte del territorio nacional. Estas
dificultades para sobrevivir en el propio país, que motivaron aquellos episodios de
subversión generalizada, preocuparon más que las minoritarias elucubraciones y
lamentos por la pérdida del Imperio y la crisis nacional.
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Inizia a sparire una buona fetta di mercato straniero che stava
nutrendo, in particolar modo, le industrie delle regioni della Catalogna e i
Paesi Baschi, comportando il rinvigorimento del movimento operaio in
tutta la Spagna. Il malcontento, la perdita di fiducia e le conseguenti
disuguaglianze sociali ben presto iniziano ad andare oltre:
En un clima general en el que el sentido de pertenencia a una ciudadanía, a una
nación y a un Estado común no ha logrado cierto consenso generalizado hay que
entender la indiferencia popular ante las consecuencias del "Desastre", la crisis de
legitimidad del régimen y, sobre todo, el desarrollo de los nacionalismos periféricos y
de corrientes muy diferentes en el seno del movimiento obrero.
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La Spagna è alla ricerca di una nuova identità, ma dopo l'illusione
“restauratrice” non riesce a trovarla in un'unica soluzione. Di conseguenza
nascono in questo periodo i cosiddetti “nazionalismi regionali” che
2 Marroyo Sánchez Fernando, «1898. Guerra en las colonias y crisis social en
España», in Anales de Historia Contemporánea, n. 14, 1999, p. 186.
3 Pastor Jaime, «Estado, nación y''modernización" capitalista en la España del
XIX», in Viento Sur, n. 36, 1998, p. 37.