F. Tanasini - MVV Energie: un caso di successo nel mercato dei servizi energetici
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1. possibilità di raccogliere finanziamenti da destinare ad un percorso di crescita;
2. utilizzare le privatizzazioni per procedere alla crescita attraverso acquisizioni di altre
utilities.
Va sottolineato che il cambiamento della regolazione del settore (in particolare per
l’elettricità e il gas che sono i più importanti per il caso in esame) ha portato cambiamenti ampi
e profondi. Le attività infrastrutturali di gestione delle reti di trasmissione e di distribuzione per
elettricità e gas, e l’attività di stoccaggio per il solo gas, sono monopoli naturali e
l’introduzione della competizione non è considerata economicamente fattibile. Al fine di
consentire lo sviluppo della competizione nelle attività a valle e a monte è stato introdotto un
modello di regolamentazione che impatta significativamente sulla gestione operativa e
organizzativa delle imprese coinvolte. Per consentire di raggiungere i clienti è stato richiesto di
garantire il diritto di accesso alle infrastrutture di rete e di stoccaggio a qualunque operatore ne
faccia richiesta e indipendentemente dal proprietario e/o gestore (Third Party Access). Il
rischio di discriminazioni viene affrontato attraverso una separazione operativa, contabile e
manageriale (unbundling) delle attività infrastrutturali dalle altre attività connesse al settore
energetico eventualmente presenti all’interno di una compagnia. Il monitoraggio e la
regolamentazione del settore sono affidati ad un Autorità Regolatore nazionale, indipendente
dalle imprese.
Per un’impresa di distribuzione di servizi energetici, come MVV Energie AG, l’impatto di
questi cambiamenti significa la separazione delle attività di gestione della rete dalle attività di
vendita e, contemporaneamente, l’opportunità di erogare i propri servizi al di fuori del
tradizionale territorio coperto dalla rete di proprietà. Allo stesso tempo, tuttavia, è necessario
affrontare la concorrenza di venditori esterni di elettricità e gas sul proprio bacino d’utenza.
Il management dell’impresa è, quindi, stato in grado di disegnare e perseguire con successo
un impegnativo percorso di crescita pur operando all’interno di un contesto turbolento, la più
grande trasformazione mai affrontata dal settore dell’energia.
Come verrà discusso nel presente lavoro, gli elementi più importanti del recente percorso
di crescita sono:
9 l’espansione geografica all’interno del territorio nazionale grazie all’acquisizione di
sette utilities municipali (da 510.000 utenti a 1,4 milioni di utenti) e all’estero (circa
300.000 utenti) grazie all’acquisizione di tre compagnie in Polonia e sette in
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Repubblica Ceca (l’ammontare delle immobilizzazioni totali è aumentato del 42% in
tre anni, passando da 2.024 milioni di Euro a 2.877 milioni di Euro). L’impresa, quindi,
si è trasformata in un gruppo di diverse aziende (MVV Energie Group) che opera a
livello sovra-regionale in Germania e all’estero;
9 la focalizzazione sulla gestione della rete di distribuzione di servizi utilities (elettricità,
gas, district-heating, acqua e telecomunicazioni). Ciò si è tradotto in un’espansione
dell’estensione della rete di proprietà del 214% nel corso degli anni oggetto
dell’analisi;
9 la penetrazione nel business della generazione di energia rinnovabile. MVV Energie
Group è attualmente proprietario di due impianti di incenerimento di rifiuti non
riciclabili e di tre di incenerimento di biomasse. Tutti sfruttano la tecnologia della
cogenerazione per produrre elettricità o district-heating. Vi sono anche alcuni progetti
di generazione tramite fotovoltaico in fase avanzata;
9 il proporsi come fornitore di servizi energetici. L’impresa ha elaborato un’ampia
gamma di prodotti energetici dedicati ad imprese ed utilities municipalizzate: la loro
peculiarità è l’offerta di diversi tipi di contratti personalizzabili per il rifornimento di
energia;
9 l’operare nel trading all’ingrosso sulle borse dell’energia tedesca (EEX) e scandinava
(Nord Pool) con una ampia gamma di prodotti rivolti a grandi utenti industriali e
operatori di distribuzione secondari;
9 la progettazione e offerta di numerosi e variegati servizi innovativi: servizi di
telecomunicazioni per imprese e privati (accesso a Internet attraverso la rete elettrica),
investimenti in settori di ricerca all’avanguardia connessi con i business dell’energia
(fondo venture capital).
Nonostante l’entità di tali cambiamenti, questa strategia ha permesso di conseguire
prestazioni economico-finanziarie buone a livello di gruppo. Tra il 2000 e il 2004, arco
temporale dello studio di caso, i ricavi sono aumentati del 40% (da 1.180 milioni di Euro a
1.651 milioni di Euro). Gli indici di redditività hanno evidenziato un trend di miglioramento,
con l’eccezione dell’anno fiscale 2003-2004, interessato dalle conseguenze di un profondo
programma di riorganizzazione interna.
Appare dunque possibile che tale strategia di crescita sia al contempo capace di generare
valore per gli azionisti sia pubblici che privati e in un contesto regolato. Inoltre, tali obiettivi
sono stati raggiunti sempre prestando attenzione al rispetto dei principi del servizio pubblico.
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L’impegno, in tal senso, è rappresentato da un’alta qualità dei servizi erogati, provata da tassi
di switching della propria utenza verso la concorrenza al di sotto della media nazionale (1% di
MVV Energie AG contro il 4% della Germania) e dal mantenimento di una politica
d’investimento orientata al mercato di origine, l’area di Mannheim (51 milioni di Euro nel
2003-2004, pari al 17% del totale degli investimenti del gruppo).
Ciò permette di dire che la crescita ben si coniuga con le caratteristiche di una utility di
proprietà locale: MVV Energie AG è, infatti, al 72,75% di proprietà del Comune di
Mannheim, città di 320.000 abitanti nel distretto Rhine-Neckar all’estremità nord-occidentale
dello stato Baden-Wuttemberg. Complessivamente l’area urbana conta 510.000 abitanti.
La tesi sostenuta è che questa strategia di crescita ben risponda ad un modello teorico
basato sull’impiego delle risorse e sulla ricerca e sfruttamento di economie scala e
multiprodotto. In questo modo è possibile fornire una spiegazione argomentata delle buone
performance evidenziate da MVV Energie AG.
Il lavoro di tesi è organizzato nel modo seguente:
9 il secondo capitolo fornisce una descrizione delle attività di filiera e delle
caratteristiche delle forme di mercato del settore dell’energia elettrica e del gas. MVV
Energie AG nasce come utility municipalizzata che fornisce servizi energetici: questo
capitolo inquadra le proprietà tecnologico-produttive e di organizzazione di mercato
delle attività in cui l’impresa e le sue principali sussidiarie sono impegnate;
9 il terzo capitolo illustra le riforme proposte dalle direttive per la liberalizzazione del
settore dell’energia elettrica e del gas. La crescita e i cambiamenti interni a MVV
Energie AG hanno avuto inizio in corrispondenza dell’entrata in vigore di tali direttive:
si riportano quindi i cambiamenti che interessano in senso generale il settore e, nello
specifico, le attività in cui l’impresa è presente;
9 il quarto capitolo descrive le caratteristiche peculiari del settore dell’energia elettrica e
del gas in Germania. In particolare si esamina quali modalità e che livello di
liberalizzazione sono stati raggiunti nelle diverse attività. La Germania è il mercato
principale di MVV Energie AG e delle sue società sussidiarie. Il capitolo permette di
inquadrare il contesto normativo e organizzativo in cui l’impresa opera e le opportunità
create dalla trasformazione del settore;
9 il quinto capitolo espone un insieme di criteri relativi alle modalità di crescita di
un’impresa riprendendo una dispensa del Professor Collis della Harvard Business
School. L’impresa del caso aziendale ha evidenziato una consistente crescita negli anni
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esaminati. Questo capitolo introduce le considerazioni teoriche necessarie per
effettuarne una valutazione in termini di coerenza nel capitolo successivo;
9 il sesto capitolo è dedicato allo studio del caso aziendale. Si è cercato di fornire un
quadro completo del gruppo MVV Energie. Il capitolo introduce l’impresa attraverso
una breve ricostruzione storica e delle trasformazioni societarie recenti. Segue quindi la
descrizione delle aree di business in cui l’impresa è presente con l’analisi dei ricavi,
degli output fisici. Viene inoltre esposto l’andamento e la struttura de capitale di debito,
degli investimenti, delle immobilizzazioni. Il capitolo contiene inoltre la descrizione
della struttura organizzativa interna, l’andamento pluriennale del personale, analisi
della corporate governance e della proprietà e della struttura finanziaria;
9 il settimo capitolo, infine, presenta le conclusioni generali del presente lavoro con
riflessioni sulle implicazioni del percorso di crescita studiato per le utilities locali
italiane.
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CAPITOLO 2
Descrizione delle attività e della filiera
dell’energia elettrica e del gas
Il settore principale di operazioni di MVV Energie AG è quello dell’energia. Per
inquadrare il contesto di appartenenza di MVV, in questo capitolo si intende descriverne
brevemente le caratteristiche principali. Tale analisi è altresì necessaria in quanto si tratta di
un settore che, a livello europeo, ha intrapreso un programma di forte rinnovamento tuttora in
corso e i cui cambiamenti sono direttamente legati all’evoluzione recente dell’azienda. Il
capitolo si focalizza sui settori dell’energia elettrica e del gas che sono i business di maggior
rilievo di MVV Energie AG.
Dal punto di vista del prodotto l’elettricità e il gas sono il frutto di un articolato sistema di
produzione, di scambio e di vendita: un quadro completo ne richiede la descrizione secondo
diverse prospettive. Si riportano le descrizioni delle attività di filiera dei due prodotti;
successivamente si introducono alcune considerazioni sulle attività aggiuntive che interessano
i due settori a livello di industria. Per affrontare tali argomenti si è fatto riferimento
principalmente alle dispense della Professoressa Paola Garrone del Politecnico di Milano e al
Rapporto dell’OECD sull’evoluzione della liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e
del gas in Europa.
Il presente capitolo è organizzato nel modo seguente:
9 Descrizione delle attività di filiera dell’energia elettrica;
9 Descrizione delle attività di filiera del gas;
9 Descrizione delle imprese del settore energetico e delle attività non
produttive dell’industria dell’energia elettrica e del gas;
9 Descrizione delle caratteristiche peculiari del settore dell’energia elettrica e
del gas.
F. Tanasini - MVV Energie: un caso di successo nel mercato dei servizi energetici
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2.1. Filiera: elettricità
Il termine filiera fa riferimento alla “catena” di attività produttive necessarie per
conseguire il prodotto finito e rappresenta una sorta di vincolo tecnologico – produttivo per
tutti gli attori del settore (Garrone, 2004, “Introduzione ai settori dell’energia”, p.3).
Nel settore dell’energia elettrica, la filiera presenta una struttura a quattro livelli ben
distinti:
1. Fase di Produzione – Generazione;
2. Fase di Trasmissione;
3. Fase di Distribuzione;
4. Fase di Vendita;
I successivi paragrafi espongono in modo sintetico le attività che caratterizzano ciascuna
di queste fasi.
2.1.1. Produzione
Si fa riferimento all’attività di generazione dell’energia elettrica. Le fonti e le tecnologie
impiegate sono molto diverse ma, in ogni caso, il processo consiste nella trasformazione di
forme di energia presenti in natura in energia elettrica.
A livello tecnologico, si distingue tra centrali che sfruttano fonti energetiche tradizionali e
centrali a fonti energetiche rinnovabili: nelle prime rientrano tutte le forme di generazione
basati su processi di combustione (centrali termoelettriche) di combustibili fossili
(principalmente carbone, oli combustibili e gas) o processi di fissione nucleare (centrali
termonucleari) di combustibile nucleare. Le seconde includono, invece, una vasta gamma di
possibili forme di generazione, alcune consolidate (centrali idroelettriche, eoliche) e altre più
innovative o in fase di sviluppo (biomasse, energia solare).
Il calcolo dei costi di produzione associati a ognuna di queste tecnologie è complesso a
causa dell’impossibilità di prescindere da variabili quali contesto geografico, naturale,
disponibilità delle fonti, siti di installazione e costi ambientali. Bisogna, inoltre, tenere conto
dell’entità dell’investimento e del tempo necessario per la costruzione e messa in opera di un
nuovo generatore.
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L’insieme di questi fattori può rendere, in determinate contingenze, l’espansione della
capacità produttiva o il ricorso ad alcuni tra gli impianti esistenti del parco di generazione
economicamente meno interessante dell’attività di importazione, sia di materie prime
combustibili che di energia elettrica (Garrone,2004, “Introduzione ai settori dell’energia,
p.15).
2.1.2. Trasmissione
Con il termine di trasmissione s’intende l’attività infrastrutturale di installazione, sviluppo
e gestione operativa della rete di trasporto dai siti produttivi ai centri di distribuzione e
smistamento o a utenti dall’elevato consumo come i complessi industriali. Dal punto di vista
fisico, consiste in linee ad alta e altissima tensione, che possono coprire distanze comprese tra
le decine e le centinaia di chilometri.
La gestione della trasmissione nel settore elettrico è cruciale per diversi motivi:
¾ non esiste la possibilità di stoccaggio di elettricità in quantità significative e nel lungo
periodo;
¾ trattandosi di un bene di pubblica utilità, l’erogazione deve essere garantita e deve
ricalcare la domanda in qualsiasi momento. Compito di chi gestisce la rete di
trasmissione è, quindi, allocare l’energia elettrica in modo da conseguire l’equilibrio
ad ogni nodo di distribuzione, pena malfunzionamenti che colpiscono tutti gli utenti
della rete;
¾ la capacità di trasmissione della rete deve essere costruita sui picchi di domanda e,
quindi, è esposta al rischio di inefficienza a causa di una saturazione non ottimale;
¾ la rete di trasmissione ridistribuisce l’energia prodotta da tutti i generatori secondo la
domanda e tenendo conto dei limiti fisici della rete (Garrone, 2004, “Introduzione ai
settori dell’energia”, p. 16).
2.1.3. Distribuzione
Come la trasmissione, si tratta di un’attività infrastrutturale. Consiste nell’attività di
installazione, sviluppo e gestione operativa della rete di distribuzione dell’energia elettrica dai
centri di smistamento sino ai singoli utenti (piccole, medie imprese, abitazioni).
Da un punto di vista tecnologico, si basa su una rete di linee che collegano gli utenti
tramite varie centraline di distribuzione. Qui si abbassa progressivamente il voltaggio fino a
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renderlo compatibile con l’uso industriale o domestico finale e, in tal modo, erogare il
servizio.
2.1.4. Vendita
Con il termine vendita si fa riferimento all’attività commerciale di offerta di contratti di
rifornimento di materia prima; il venditore può controllare la rete di distribuzione e assicurare
l’erogazione fisica (mercati non liberalizzati, clienti non eleggibili), ma nel nuovo contesto è
generalmente un soggetto indipendente.
2.2. Filiera: gas
La filiera del gas non presenta un percorso unico. Il massiccio ricorso alle importazioni da
Paesi extra-UE, la possibilità di stoccaggio e le diverse modalità di trasporto del gas
consentono di delineare percorsi alternativi. Innanzitutto, è necessario classificare il gas
naturale dal punto di vista del prodotto: infatti, nonostante le caratteristiche all’utilizzo finale
coincidano, esistono due tipi di gas naturale che percorrono filiere diverse:
¾ gas naturale: miscela combustibile di sostanze gassose (costituita da idrocarburi e non
idrocarburi) che viene estratta da una roccia serbatoio. I gas appartenenti alla famiglia
degli idrocarburi sono metano, etano, propano e butano, mentre quelli costituiti da non
idrocarburi sono principalmente rappresentati da anidride carbonica, ossidi di azoto e
ossidi di zolfo;
¾ gas liquefatto naturale (LNG): si tratta di gas naturale, costituito prevalentemente da
metano liquefatto per raffreddamento a -161°C, a pressione atmosferica, allo scopo di
renderlo idoneo al trasporto mediante apposite navi cisterna oppure allo stoccaggio.
Per essere utilizzato, il prodotto liquido deve essere poi riconvertito allo stato gassoso
in particolari impianti di rigassificazione e portato alla pressione di esercizio dei
gasdotti (si veda anche www.eni.it, Glossario: LNG)
Nonostante questa differenza, è comunque possibile indicare le seguenti come le attività
più importanti per conseguire il prodotto finito:
¾ produzione;
¾ trasporto;
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¾ stoccaggio;
¾ distribuzione;
¾ vendita.
2.2.1. Produzione
La produzione consiste nell’attività di esplorazione ed estrazione di oli e gas dal
sottosuolo, seguite dalla ventilazione (flaring) e da una trasformazione per rimuovere i residui
(Garrone, 2004, “Mercati in monopolio nei settori dell’energia”, p.10). In un’accezione più
ristretta si fa riferimento solo all’attività di estrazione di olio e gas dal sottosuolo (si veda
anche www.eni.it, Glossario: produzione).
2.2.2. Trasporto
L’attività di trasporto si svolge diversamente per le due tipologie di gas descritte. Nel caso
del gas naturale si procede alla sua compressione e trasmissione attraverso gasdotti. I
destinatari sono imprese che operano in fasi a valle della catena del valore, o grandi utenti con
processi “energy intensive” come le acciaierie (Garrone, 2004, “Introduzione ai settori
dell’energia”, p.10). Si tratta di un’attività che può essere considerata analoga alle
caratteristiche delle reti di trasmissione dell’elettricità. Il gas liquefatto naturale, invece,
raggiunge la fase successiva attraverso mezzi di trasporto come le navi cisterna.
2.2.3. Stoccaggio
Contrariamente all’elettricità, per cui è necessario realizzare l’equilibrio tra domanda e
offerta in tempo reale, il gas consente lo stoccaggio e la creazione di riserve.
Tale attività risulta fondamentale in quanto è il punto dove è possibile armonizzare
l’incontro della domanda con l’offerta. La domanda, infatti, presenta un andamento stagionale
con differenze molto marcate tra mesi estivi e invernali con rapporti anche di 1:10 per gli
utenti privati. Oltre a ciò il consumo è influenzato da ulteriori elementi, per esempio le
condizioni climatiche che rendono la domanda imprevedibile. Al contrario, l’attività di
produzione, caratterizzata da elevati volumi e da contratti take-or-pay, ammette ridotti
margini di variabilità. Il ricorso a hub di raccolta consente di aggregare la domanda di
numerosi utenti e di ridurne la variabilità.
Come già accennato, il gas liquefatto naturale può essere immagazzinato in apposite
cisterne a pressione atmosferica; per il gas naturale è prima necessario procedere ad
un’operazione di compressione.
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2.2.4. Distribuzione
Come nel caso dell’energia elettrica si tratta di un’attività infrastrutturale. Consiste
nell’installazione, sviluppo e gestione operativa della rete di distribuzione locale che connette
gli utenti finali. Il gas attraversa una serie di impianti di smistamento dove viene ridotta la
pressione. Infine, attraverso delle tubature sotterranee, il gas raggiunge la destinazione finale.
2.2.5. Vendita
Analogamente all’elettricità, si fa riferimento all’attività commerciale di offerta di
contratti di rifornimento fisico del gas all’utente finale.
2.3. Industria
Una volta completata la descrizione del processo tecnologico-produttivo dell’elettricità e
del gas, è necessario introdurre i soggetti economici che svolgono le diverse attività
produttive, ovvero le imprese. In tale contesto si inserisce il concetto di filiera, il quale ha due
definizioni:
¾ insieme di tutte le attività che contribuiscono alla produzione di un determinato
prodotto;
¾ insieme delle imprese impegnate in tali attività (Garrone, 2004, “Introduzione ai
settori dell’energia”, p.3).
Lo studio delle attività presenti in un’impresa spesso evidenzia sostanziali differenze
rispetto a quelle della catena di filiera. Esso, come detto, rappresenta solo un vincolo
tecnologico-produttivo per la partecipazione ad un settore e non esaurisce quindi l’insieme
delle attività necessarie per assicurare le migliori prestazioni economiche né definisce in
maniera univoca le reciproche relazioni. Ciò significa che per un’impresa la massimizzazione
dei profitti può condurre ad una selezione di alcune attività della filiera in cui specializzarsi,
all’inclusione di altre attività relative ad altre filiere per motivi sinergici o strategici, o, infine,
all’aggiunta di attività anche non collegate a processi produttivi. Queste ultime sono attività di
pura intermediazione senza alcuna funzione produttiva; il loro ruolo è quello di risolvere
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eventuali imperfezioni dei mercati intermedi tra gli attori a monte e a valle della catena del
valore, dovute, ad esempio, a mancanza di conoscenze.
Un’altra differenza si riscontra nelle relazioni di processo: lo schema di filiera segue il
flusso fisico dei prodotti intermedi e finali. Al contrario, le relazioni tra imprese di
un’industria sono impostate secondo scambi commerciali di beni o servizi con relative
remunerazioni. Di conseguenza, i contratti che regolano gli scambi possono definire l’oggetto
della relazione e il flusso delle remunerazioni in modo relativamente indipendente dal flusso
fisico dei prodotti.
Infine, un’industria in genere comprende al proprio interno una o più filiere principali.
La definizione di industria è, in realtà, flessibile: si può infatti fa riferimento
esclusivamente alle attività dedicate ad un particolare prodotto o, invece, includendo attività
che servono più prodotti. Proprio in tal senso, classificando le attività dell’industria in base al
prodotto cui sono dedicate, è possibile suddividere l’industria in sub-settori (Garrone, 2004,
“Introduzione ai settori dell’energia”, p. 4).
Dunque, per completare la descrizione dei settori dell’energia elettrica e del gas, è
necessario illustrare le relazioni verticali di settore e le attività di intermediazione presenti.
La relazione verticale dominante nel settore dell’energia è l’integrazione verticale, ovvero
con scambi tra divisioni di un’unica impresa. Si parla di integrazione verticale quando i
manager delle unità a “monte” e “a valle”, rispondono al medesimo top management. Le
scelte delle diverse unità produttive vengono dunque reciprocamente coordinate in base ad
obiettivi assegnati dal top management, nella ricerca delle miglior prestazioni per l’intera
imprese (Garrone, 2004, “Introduzione ai settori dell’energia”, p.6). Per le relazioni tra
operatori distinti, ad esempio tra un produttore e un utility municipalizzata, la forma di
relazione più utilizzata è quella dell’accordo bilaterale, in cui le imprese si impegnano
reciprocamente a determinate condizioni di fornitura per un periodo medio-lungo.
Recentemente, con l’avvio del processo di liberalizzazione dei settori dell’elettricità e del
gas (si veda a tal proposito il Capitolo 3), si sta diffondendo anche il mercato come modalità
di relazione. Le caratteristiche economiche e storiche del settore impediscono di realizzare il
mercato puro, ossia la formazione del prezzo di un prodotto dal semplice incrocio della curva
della domanda e dell’offerta. Per il settore dell’energia si parla invece di:
¾ mercato regolamentato: prevede l’istituzione di un’Autorità di regolamentazione dove
non vi siano le condizioni per lo sviluppo di un mercato o perchè esso determini il
prezzo compatibilmente con criteri di benessere collettivo. In questo caso l’Autorità
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determina il prezzo del prodotto direttamente o indirettamente secondo diverse
modalità;
¾ mercato organizzato: prevede la presenza di un Gestore di mercato, organizzazione
specializzata e soggetta a regolamentazione. Esso si pone come unico intermediario
legittimo per gli scambi commerciali di settore: raccoglie e controlla domande e
offerte determinando pubblicamente un prezzo (Garrone, 2004, “Introduzione ai
settori dell’energia”, p.7).
È importante, in questo contesto, evidenziare le differenze che sussistono tra un Autorità
di Regolazione e una Autorità Antitrust: il primo nasce per ovviare ad un fallimento del
mercato e, di norma, si occupa di un solo settore. Esso opera “ex ante” ponendo limiti e
stimoli al comportamento delle imprese che operano nel settore regolato con l’obiettivo di
ricreare, per quanto possibile, le condizioni di un mercato concorrenziale. Per svolgere tale
funzione, il personale deve essere dotato di competenze specifiche circa il settore regolato. I
fattori negativi che caratterizzano un ente di questo tipo sono:
¾ la regolamentazione di un mercato o monopolio ha degli specifici costi, in primo
luogo di natura amministrativa;
¾ il regolatore può soffrire di asimmetrie informative nei confronti delle imprese da
regolare il che impedisce la realizzazione della piena efficienza. D’altra parte, lo
sforzo per raccogliere ulteriori informazioni comporta un aggravio dei costi di natura
amministrativa;
¾ l’interazione continuata con un numero limitato di aziende, il che implica una maggior
probabilità di cattura da parte di una o più di esse.
L’Autorità Antitrust, al contrario, si occupa di diversi settori e nasce per ovviare a pratiche
anticoncorrenziali in mercati dove la competizione è presente. Inoltre, agisce “ex post” con
l’eccezione delle fusioni aziendali, ovvero in seguito all’avvenimento della situazione da
controllare. In conclusione, le competenze del personale sono più di tipo legale che operativo
e non sono specializzate su un unico settore come nel caso dell’Autorità di Regolazione
(Garrone, 2004, “Concorrenza nei settori dell’energia”, p.34).
Alla base della scelta dell’integrazione verticale come forma di relazione verticale più
diffusa, vi sono diversi fattori: in primo luogo le caratteristiche del settore spingono le
imprese a difendere le proprie possibilità di esercitare potere di mercato, cosa che si realizza
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se le imprese invece di competere si accordano tra loro o, meglio, si integrano. Ulteriori spinte
sono la volontà di contenere il rischio del settore rappresentato dall’andamento dei prezzi
delle materie prime, dalla variabilità della domanda dei consumatori finali e da eventi esterni
quali le condizioni meteorologiche. È necessario infine tener conto degli investimenti
irrecuperabili: generalmente si tratta di investimenti domestici od esteri in impianti di
generazione e campi di estrazione. Il loro periodo di recupero è di lungo periodo (dell’ordine
dei 5-10 anni) e sono spesso specifici per il cliente o paese importatore, quindi non
recuperabili.
Segue ora una sintetica descrizione delle imprese che operano nei settori dell’elettricità e
del gas e delle forme di relazione verticale che le caratterizzano.
9 Produzione elettricità
I produttori in generale si coordinano con i traders tramite il mercato elettrico organizzato
oppure tramite integrazione verticale o accordi (Garrone, 2004, “Introduzione ai settori
dell’energia”, p.17). A livello europeo, con le eccezioni del Regno Unito e dei Paesi nordici,
si tratta di un settore con un elevato livello di concentrazione, dove i tre principali operatori di
produzione detengono oltre il 70% della capacità produttiva nazionale (Figura 2.1).
Figura 2.1: struttura del settore della generazione
(Fonte: European Commission 2005, p.20)
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9 Gestione rete di trasmissione e di distribuzione elettricità e gas
I gestori delle reti di trasmissione sono, a seguito della liberalizzazione del mercato
elettrico, dei soggetti separati da tutte le altre imprese dell’industria, di proprietà statale o
privata. Essi offrono i propri servizi attraverso mercati regolati o negoziati ai produttori, ai
traders-venditori e ai distributori (Garrone, 2004, “Introduzione ai settori dell’energia”, p.17).
Prima della liberalizzazione in molti casi erano integrati con operatori a valle o a monte.
9 Vendita ed erogazione fisica di elettricità e di gas
I venditori al dettaglio si dividono in tre categorie:
o Tradizionalmente essi sono integrati a monte con una propria divisione dedicata
all’acquisto sui mercati all’ingrosso o all’attività di produzione.
o A seguito della liberalizzazione del settore, nei mercati o nei segmenti di utenza
aperti alla competizione (eleggibili) accedono attraverso i mercati intermedi
regolamentati ai servizi del gestore della rete a bassa tensione.
o Nei mercati al dettaglio non ancora aperti alla concorrenza, la vendita è svolta da
un distributore locale, normalmente una utility municipalizzata (Garrone, 2004,
“Introduzione ai settori dell’energia”, p.17).
9 Commercio all’ingrosso elettricità e gas
Partecipano a tali attività sia imprese specializzate nella compravendita (traders), sia
imprese impegnate anche in altre attività produttive della filiera, a valle o a monte. Nei
Paesi dove la liberalizzazione è in fase avanzata è già possibile effettuare transazioni
commerciali presso le Borse dell’energia Elettrica e del Gas; in alternativa è possibile
ricorrere ad accordi bilaterali.
9 Produzione e importazione gas
Si tratta di un settore ad elevato grado di concentrazione (Garrone, 2004,
“Introduzione ai settori dell’energia”, p.10): una quota consistente della produzione
domestica fa capo ai soli Paesi Bassi e Regno Unito a causa della scarsità di giacimenti
europei, con riserve concentrate nel Mare del Nord. Fattore estremamente rilevante per il
settore del gas è la rilevanza della quota di importazione (40% del consumo di gas
europeo). I paesi di provenienza sono Russia (17%), Norvegia (11%) e Algeria (12%) la