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concernenti le condizioni di erogazione del credito ipotecario e l’operazione della
cartolarizzazione. L’approfondimento di quest’ultimo argomento è funzionale alla
comprensione del motivo per il quale il mercato dei mutui subprime sperimenta
una crescita sostenuta, nonostante gli intermediari specializzati nell’erogazione
dei mutui sono a conoscenza del rischio di credito associato a tali mutuatari.
Dunque, il discorso si focalizza su come tale tecnica viene utilizzata dagli
intermediari statunitensi, con il duplice scopo di ottenere immediatamente il
capitale erogato al fine di erogare ulteriori mutui e, parallelamente, di trasferire e
di diversificare, attraverso una lunga catena di intermediazione, il rischio insito
nei mutui subprime agli operatori che partecipano al mercato finanziario. Di fatto,
l’esposizione da parte degli intermediari in titoli della finanza strutturata, che
hanno come sottostante i mutui subprime ed il conseguente investimento da parte
degli investitori finali in tali titoli, è il motivo principale per il quale la crisi
finanziaria si propaga in tutto il mondo. Per cui, nel secondo capitolo l’analisi si
concentra sull’impatto della crisi sul sistema bancario italiano evidenziando, nello
specifico, gli effetti sul mercato dei mutui. L’analisi dell’andamento di
quest’ultimo non può prescindere da quella del mercato immobiliare residenziale,
giacché si rileva una forte connessione tra i due mercati. In questo senso, si
osserva che, nell’ultimo decennio, l’espansione del credito ipotecario sia in
termini di domanda, sia in termini di offerta, si accompagna ed è favorito da
un’altrettanta espansione del mercato immobiliare residenziale. Dunque, dopo
aver analizzato nello specifico i due mercati, l’analisi si concentra sugli effetti
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della crisi subprime sul mercato italiano dei mutui ipotecari, sia dal lato
dell’offerta, sia dal lato della domanda.
Si precisa che, nell’ultimo decennio, negli U.S. e in Italia, la crescita sostenuta del
mercato dei mutui ipotecari è favorita da un contesto macroeconomico favorevole,
caratterizzato da bassi tassi d’interesse bancari applicati sui suddetti prestiti. Per
cui, nel terzo capitolo, si analizza nel dettaglio tale aspetto effettuando, ancora una
volta, un confronto tra i due Paesi.
Infine, l’attenzione si focalizza sul trattamento delle garanzie immobiliari
nell’ambito del Nuovo Accordo sul Capitale (Basilea II), così come recepito dalla
Circolare n. 263/2006 della Banca d’Italia cogliendo, laddove esistano in tale
ambito, le differenze tra le due discipline. L’elaborato termina con alcune
considerazioni sulle modalità con cui il rispetto dei requisiti patrimoniali a fronte
del rischio di credito, di fatto, ha influito sul comportamento degli intermediari
creditizi nei due Paesi.
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Capitolo I
La nascita e lo sviluppo della crisi dei mutui subprime
Introduzione
L‟analisi svolta in questa parte dell‟elaborato si concentra sulla nascita e sullo
sviluppo della recente crisi finanziaria. Nello specifico, l‟attenzione si focalizza
sul nuovo modello di business utilizzato degli intermediari creditizi, il quale si
basa sull‟erogazione dei mutui ad una categoria di clientela considerata rischiosa
dal punto di vista finanziario che si definisce subprime, in ragione del fatto che la
crisi origina da tale segmento del mercato del credito.
La crisi finanziaria nasce negli U.S. e si manifesta a partire dalla seconda metà del
2007; tuttavia, è bene precisare che essa affonda le radici nei cambiamenti
normativi e strutturali che caratterizzano il Paese da molti anni addietro.
Prima di esaminare nel dettaglio le caratteristiche che connotano un mutuatario
come subprime, le condizioni contrattuali applicate ai mutui e gli effetti positivi
che inizialmente essi apportano alla società statunitense, l‟analisi si concentra
sull‟operazione della cartolarizzazione. L‟approfondimento di tale argomento è
strumentale alla comprensione del motivo per il quale il mercato dei mutui
subprime sperimenta una crescita sostenuta, nonostante gli intermediari sono a
conoscenza del rischio di credito associato ai mutuatari. Per cui, di fatto, dopo
aver esposto quelle che sono le strutture principali della cartolarizzazione ed il
ruolo degli attori che partecipano alla struttura giuridica dell‟operazione, il
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discorso si focalizza su come tale tecnica si utilizza negli U.S., con il duplice
scopo di diversificare il rischio insito nei mutui agli operatori partecipanti al
mercato ( motivo per cui la crisi si propaga in tutto il mondo) e, parallelamente, di
espandere le attività degli intermediari con la possibilità di erogare ulteriori mutui.
D‟altra parte, bisogna ricordare che la finanza subprime si sviluppa in un contesto
macroeconomico favorevole il quale è caratterizzato da bassi tassi d‟interesse e
prezzi delle abitazioni in aumento. Pertanto, dopo aver analizzato l‟andamento del
mercato immobiliare residenziale statunitense che, tra l‟altro, contribuisce
fortemente ad incentivare i mutuatari ad indebitarsi, speculando sul rischio
assunto, l‟analisi si concentra sulle cause e sulle conseguenze del fallimento del
nuovo modello di business sull‟intero sistema finanziario. Infine, il capitolo
termina con alcune considerazioni sui numeri della crisi.
Il capitolo si struttura come segue: nel primo paragrafo si analizzano le principali
strutture dell‟operazione di cartolarizzazione ed i soggetti coinvolti; nel secondo
paragrafo si effettua un excursus sui cambiamenti normativi relativi all‟erogazione
dei mutui ipotecari i quali, indirettamente, incentivano gli istituti di credito ad
erogare mutui più rischiosi; nel terzo paragrafo si analizzano le attuali
caratteristiche dell‟offerta dei mutui alle famiglie americane, mentre, nel quarto
paragrafo si esaminano, nel dettaglio, le caratteristiche contrattuali dei mutui
subprime e l‟evoluzione di tale mercato negli ultimi anni; nel quinto paragrafo si
esamina l‟andamento del mercato immobiliare americano nell‟ultimo decennio;
nel sesto paragrafo si analizza la cartolarizzazione dei mutui subprime; nel settimo
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paragrafo si discutono le cause del fallimento del mercato dei mutui subprime,
mentre, nell‟ottavo paragrafo si evidenziano le conseguenze sull‟intero sistema
finanziario di tale fallimento. Il capitolo termina con alcune considerazioni
relative ai numeri della crisi finanziaria.
1.1. Le principali strutture dell’operazione di
cartolarizzazione
La cartolarizzazione (o securitization) è un‟operazione di finanza strutturata la
quale consiste nella cessione di crediti ( o di altre attività finanziarie) non
negoziabili, da parte di un originator, ad una società qualificata ( lo Special
Purpose Vehicle, di seguito SPV) che converte i titoli ceduti ( o le attività cedute)
in titoli negoziabili sul mercato secondario ( notes o Asset Backed Securities, di
seguito ABS)1.
Lo SPV emette gli ABS per raccogliere fondi sul mercato dei capitali al fine di
finanziare l‟acquisto del portafoglio vendutogli dall‟originator.
Lo scopo dell‟intera operazione è fare in modo che il soddisfacimento dei
sottoscrittori dei titoli sia assicurato dall‟impegno dei debitori originari. Per cui, lo
stretto rapporto tra gli attivi ceduti ed i titoli emessi e, dunque, il collegamento tra
i debitori originari e gli investitori in ABS differenzia la cartolarizzazione dalla
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Giannotti C., La cartolarizzazione dei crediti: rischi e regolamentazione, Franco Angeli Editore,
2004
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semplice cessione dei crediti. Dunque, le eventuali interruzioni nei pagamenti
delle ABS dipendono unicamente da eventi legati ai crediti ceduti.
Le strutture di cartolarizzazione che possono essere utilizzate sono diverse e si
differenziano in base al soggetto che assume la titolarità dei crediti cartolarizzati
ed in base alle modalità con cui vengono effettuati i pagamenti agli investitori in
ABS. In ogni caso, a prescindere dalla struttura utilizzata, esse sono tutte
riconducibili ad un analogo schema di base caratterizzato dall‟individuazione dei
crediti oggetto dell‟operazione, dalla cessione dei crediti al veicolo,
dall‟emissione e collocamento dei titoli e dal pagamento delle ABS.
Nella struttura pass through, l‟originator elimina i crediti dal proprio bilancio
attraverso un deposito, ad un veicolo, il quale assume la forma di trust. Il trust è
una società a gestione passiva, ossia, non possiede capitale proprio, non acquista
la titolarità degli attivi ed agisce in nome e per conto degli investitori in ABS. Lo
SPV, in questo caso, emette certificati di partecipazione che attestano la titolarità
dei sottoscrittori di quote delle attività smobilizzate e, in particolare, di quote dello
stesso trust. Così, gli investitori in ABS diventano proprietari degli attivi ceduti,
dunque, i flussi di pagamento ai sottoscrittori in ABS corrispondono esattamente
ai flussi di cassa prodotti dal pacchetto di attivi al netto delle commissioni per il
veicolo.
Nella struttura asset backed bond, lo SPV ( il quale può essere una società di
capitali, una società di persone o un trust) può assumere la proprietà degli attivi
trasferiti ed emettere proprie obbligazioni. In questo caso, i flussi relativi alle ABS