6
1. Excursus storico:
origini ed evoluzione del turismo
Non è possibile individuare un periodo certo di nascita del turismo,
tuttavia è possibile rilevare come molti tratti del turismo, che
definiamo moderno, siano presenti nelle pratiche di viaggio, di
spostamento e di impiego del tempo libero, adottate dai membri di
società molto lontane nel tempo. Il turismo come villeggiatura era
pratica molto diffusa per i membri dell’èlite politica, culturale e
sociale dell’antica Roma. Due erano le mete principali
1
: la campagna
2
ed il mare.
3
Presso i romani una vera e propria istituzione sociale era
l’abitudine di recarsi ai bagni termali
4
, un piacere che era moltiplicato
«….dalla bellezza e dal lusso fastoso dei locali, dalla ricchezza degli
ornamenti e dalle opere d’arte, ….dalle palestre ginnastiche, ….»
5
. I
romani, che avevano appreso l’uso dei bagni termali dai greci, i quali
«….erano anche grandi viaggiatori per motivi culturali….»
6
,
1
Ciò corrisponde «…. a due differenti modi di concepire l’ozio, che secondo i latini
rappresentava il tempo da dedicare a se stessi per recuperare la tranquillità interiore. » P.
Battilani,Vacanze di pochi ,vacanze di tutti ,Il Mulino, Bologna, 2001, p. 52.
2
La vacanza in campagna, trascorsa nelle villae romanae, «….rimanda a una visione pacata di
villeggiatura, spesa a metà fra l’ozio, cioè la cura di se’ e il lavoro. Le ville sono attrezzate per
ogni tipo di attività fisica e di cura del corpo:….( immancabili le varie vasche per i bagni, mio) ».
Ibidem, p. 53.
3
La vacanza al mare «….aveva come scopo non tanto la pace interiore quanto il divertimento
sfrenato. Nella seconda metà del primo secolo a.C. la costa campana è il centro mondano di
villeggiatura più famoso:….ritrovo di tutta l’aristocrazia romana…..». Ibidem, p. 54.
4
L’uso delle terme accompagnerà la nascita del turismo moderno.
5
C. Stroppa , Il turismo tra costume e progettualità , in C. Stroppa (a cura di ), Mutamento
culturale e modelli di turismo, Bulzoni editore, Roma, 2002, p. 37.
6
Ibidem ,p. 19.
7
appresero anche quest’ultima pratica. Infatti « verso la fine del
secondo secolo a.C. iniziò a svilupparsi un movimento di tipo
culturale: i paesi orientali e la Grecia….divennero meta di
una….corrente turistica alimentata da letterati, artisti, uomini politici.
Le località preferite erano le città monumentali ( Alessandria, Efeso,
Rodi…) e le famose scuole di Alessandria, della Grecia e dell’Asia
Minore….»
7
. Ma la principale motivazione
8
che spingeva gli uomini
ai lunghi spostamenti in quell’epoca
9
, era certamente quella
religiosa. Numerosi erano infatti i viaggi a carattere religioso,
soprattutto presso i greci, in quanto la gente si muoveva per ascoltare
il responso degli oracoli.
10
La cultura dei viaggi, che aveva avuto un
impulso immenso grazie anche all’abilità dei romani nella
costruzione delle strade, precipitò con l’avvento delle popolazioni
barbariche ed il crollo dell’Impero Romano d’Occidente. Tuttavia la
pratica del pellegrinaggio non venne mai meno,grazie soprattutto
all’affermazione del cristianesimo. Sebbene tre fossero le mete
principali ( Gerusalemme, Roma e Santiago di Compostela ), le mete
7
P. Battilani, op. cit. , pp. 55-56.
8
«….molti viaggi effettuati in età classica non presentavano i fondamentali requisiti del diporto o
dell’interesse culturale. E altrettanto dicasi riguardo alle spedizioni compiute per motivi politici o
economici….; per i viaggi compiuti verso mercati o fiere regionali; per le migrazioni di interi
gruppi etnici….». P. Innocenti, Geografia del turismo , La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1994,
pp. 12-13. A queste tipologie di viaggio non si fa qui riferimento.
9
Qui ci si riferisce all’antichità greca e romana, tuttavia antropologi e archeologi affermano che
«….i viaggi a scopo religioso erano già in uso nelle società tribali di tutti i continenti….. Nelle
prime grandi civiltà della storia, quelle di sumeri, assirobabilonesi, ittiti, egizi…le grandi città
attiravano migliaia di pellegrini in visita sia dei luoghi sacri, sia dei rappresentanti del
potere…..Inoltre il turismo religioso è stato istituzionalizzato in tutte le grandi religioni,
dall’induismo al buddismo, dal cristianesimo all’islam.». P. Battilani, op. cit., p. 61.
10
Epidauro era già famoso nel sesto secolo a.C., ma il più famoso era l’oracolo di Apollo a Delfi.
C. Stroppa, op. cit. , p.19.
8
del pellegrinaggio cristiano divennero centinaia.
11
In epoca
medioevale, dopo l’anno Mille, gli spostamenti subiscono un nuovo
impulso, ad opera dei mercanti, sempre alla ricerca di nuovi mercati
e di nuove merci da importare. E’ però dal quattordicesimo
12
secolo e
poi dal Rinascimento che si assiste allo sviluppo di un turismo
“culturale”. Questo è il periodo in cui riprende la pratica della
villeggiatura ( si pensi alle ville dei Medici e degli Estensi, che nelle
loro corti estive ospitavano personalità artistiche e culturali di primo
rilievo
13
)
ed in cui «….nei maggiori centri europei comincia ad
affiancarsi agli alloggi offerti in affitto da privati ed alle foresterie
delle istituzioni religiose, un’organizzazione ricettiva di tipo
alberghiero….»
14
. Dal 1600 le strade conoscono un progressivo
miglioramento e nascono i primi servizi di trasporto pubblico.
15
Si
creano così le condizioni perché gli esponenti delle classi sociali
elevate, di vari paesi europei, possano viaggiare. E’ l’epoca del Grand
Tour, una moda che tra il 1500 e il 1800 «….si diffuse
progressivamente….dalla Gran Bretagna alle classi aristocratiche
dell’Europa continentale, soprattutto francesi e tedesche, poi all’alta
borghesia ed infine ad artisti e scrittori »
16
. Era questa una modalità di
viaggio riservata ad una èlite che non aveva mai avuto bisogno di
11
P. Battilani, op. cit. , pp. 62-64.
12
E’ il periodo di fondazione delle prime università. Ai viaggi di carattere religioso,cristiani ma
anche musulmani, verso la città santa di La Mecca, si aggiungono quelli di studiosi, studenti ed
artisti. P. Innocenti , op. cit. , p. 13.
13
C. Stroppa, op. cit. , pp. 19-20.
14
C. Innocenti, op. cit. p. 13.
15
C. Stroppa, op. cit. , p. 20.
16
P. Battilani, op. cit. , p. 82.
9
occuparsi di attività lavorative. Meta di questi viaggi, che
inizialmente duravano anche tre o quattro anni, erano «…le città
d’arte dell’Europa centrale e mediterranea, poiché i nuovi viaggi non
avevano più come obiettivo le indulgenze, ma quello di ricevere una
formazione culturale, acquisire una nuova sensibilità artistica o
scientifica »
17
. Spesso al viaggio formativo, indirizzato ai piaceri
della cultura, si intrecciava il viaggio di piacere, nel quale è
valorizzato l’aspetto ludico. L’Italia, in particolare, non poteva
mancare da questi itinerari; alle suggestioni artistiche e culturali si
affiancavano quelle provocate dalle bellezze naturali e
paesaggistiche. I viaggiatori romantici
18
e i “grandtouristi”
19
tuttavia
non erano un numero tale da necessitare grandi organizzazioni di
accoglienza.
20
E’ nell’Ottocento che nasce il turismo moderno. La
rivoluzione industriale, la nascita della civiltà urbana e lo sviluppo di
nuovi mezzi di trasporto provocano dei mutamenti epocali nelle
società europee; mutamenti che, come ogni altro aspetto, investono
anche le modalità, nonché le motivazioni, del viaggio. Ai viaggiatori
romantici e culturali ed ai pellegrini si affiancano sempre più i
membri dell’aristocrazia e della borghesia medio alta, che sviluppano
un modo nuovo e sempre più diffuso di trascorrere parte del loro
tempo fuori dalle località di residenza. Ad operare questo
17
Ibidem, pp. 81-82.
18
Ricordiamo qui i viaggi di poeti romantici inglesi come Lord Byron e P. B. Shelley.
19
Ibidem, p. 81.
20
G. Bellezza, Per una storia dell’evoluzione dei modelli geografici del turismo, in C. Stroppa
(a cura di ), op. cit. , pp. 86-87.
10
cambiamento, che porterà al concetto di vacanza così come lo
intendiamo oggi, saranno per primi gli inglesi, proprio per la stretta
connessione, che si è storicamente verificata, tra sviluppo
dell’industria ( e della società industriale ) e nascita del turismo
moderno. L’avvento della ferrovia, verso la metà dell’Ottocento,
favorì la diffusione del turismo per una più ampia fascia di
popolazione. In particolare, in Gran Bretagna furono istituiti degli
excursion trains che consentirono di effettuare le gite al mare non
solo ai benestanti.
21
Dopo il 1800 il turismo riceverà un grande
impulso grazie alla riscoperta e allo sviluppo delle stazioni termali.
Una riscoperta che partì dalla Gran Bretagna
22
e che si diffuse presto
nel resto d’Europa. Ricordiamo «….l’apertura di famose terme quali
Vichy in Francia, Baden Baden in Germania,….Spa in Belgio,
….Abano Terme, Sanpellegrino, Chianciano, Salsomaggiore,
Montecatini, Acqui Terme ( in Italia, mio )…..»
23
e molte altre in
paesi quali Ungheria, Austria, Repubblica Ceca.
A ciò gli inglesi
unirono l’invenzione della vacanza al mare che, praticata
inizialmente nei freddi mari del Nord
24
, divenne presto una abitudine
diffusa nel più soleggiato Mediterraneo, in particolare in Italia e in
Francia, nella Costa Azzurra. Inizialmente, la villeggiatura sulle coste
21
P. Innocenti, op. cit. , p. 14.
22
Le terme inglesi di Bath conciliavano il momento terapeutico con quello del divertimento
( erano collocate in grandi giardini nei quali c’erano caffè concerto e ristoranti ). Costituiranno un
esempio anche per le località che sorgeranno lungo le coste. M. Morazzoni, Turismo, territorio e
cultura, Istituto Geografico De Agostini,Novara, 2003, p. 54.
23
C. Stroppa, op. cit. , p. 37-38.
24
La più famosa località balneare inglese fu Brighton. P. Battilani, op. cit. , pp. 100-103.
11
del Mediterraneo fu una pratica prevalentemente invernale, in quanto
questi turisti cercavano il mare e la stagione andava da Ottobre ad
Aprile. Fu tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, in
particolare negli anni Venti, che la vacanza balneare divenne estiva,
anche grazie alla scienza medica, che ora riconosceva i benefici del
sole per la salute. I bagni divennero sempre più una attività di svago e
persero quella funzione terapeutica che avevano nell’epoca delle
vacanze nei mari del Nord.
25
Nel periodo tra le due guerre, al turismo di èlite si unì
definitivamente il turismo della classe media. Ormai il turismo era
una vera e propria industria
26
e determinò lo sviluppo di numerose
località, anche in montagna. Durante l’Ottocento infatti si
svilupparono dapprima nelle Alpi Svizzere, poi nelle altre zone
montane d’Europa, le strutture ricettive e la vacanza estiva in
montagna divenne di gran moda. Ad essa si affiancò la vacanza
invernale in montagna, dovuta a una pratica degli sports invernali che
si andava diffondendo.
27
Nel secondo dopoguerra nei paesi occidentali si ebbe un aumento
generalizzato dei redditi individuali. Insieme alla diffusione su larga
scala dell’automobile e ai miglioramenti intervenuti negli altri mezzi
di trasporto ( aereo, ferrovia, navi ), ciò consentì al turismo di
25
Ibidem, pp. 108-117.
26
La prima agenzia di viaggi fu inaugurata nel 1875 per opera di Thomas Cook. C. Stroppa, op.
cit. , p. 21.
27
. P. Battilani, op. cit. , pp. 117-127.
12
compiere quella trasformazione che ha portato all’odierno turismo. I
dati
28
del 1965 ci dicono che in quell’anno furono circa 550 milioni i
turisti che in tutto il mondo si spostarono, sia nel paese di residenza,
sia al di fuori di esso. Nel 1980 tale numero risulta triplicato e oggi si
aggira intorno ai due miliardi. Oggi il turismo si presenta dunque
come un fenomeno estremamente complesso, non solo per la sua
dimensione quantitativa ( si tenga presente il fatto che la domanda
turistica globale è in progressiva crescita ), ma anche per la sua
dimensione geografica, in quanto riguarda ormai ogni zona della
terra. Paesi estremamente diversi sia sul piano culturale e religioso,
sia su quello dello sviluppo economico e sociale, ed anche paesi
caratterizzati da instabilità politica e persino da guerre o guerriglia,
sono investiti dal turismo, una risorsa irrinunciabile per molti di essi
29
ed una opportunità di sviluppo per molti altri .
30
Nel prosieguo di questo lavoro, dopo alcune riflessioni
sull’approccio più adeguato per lo studio del turismo contemporaneo,
si guarderà al turismo come possibile fattore di sviluppo sostenibile
ed ecocompatibile, avendo riguardo soprattutto al caso italiano; ben
sapendo però che la necessità della salvaguardia ambientale dovrebbe
essere fatta propria in ogni parte del mondo e che uno sviluppo
28
P. Innocenti, op. cit. , p. 14
29
Si pensi a paesi come Maldive e Seychelles.
30
Si consideri la potenzialità di attrattiva turistica di molti paesi africani, stretti tra gravissimi
problemi sociopolitici, nonché economici, e l’enorme fascino che suscitano sui turisti occidentali.
Occorre tuttavia sottolineare come, soprattutto nei paesi più poveri, le risorse non si
distribuiscano equamente tra la popolazione locale, ma siano in gran parte appannaggio delle
multinazionali del turismo.